Ciao mi chiamo Carla e ho 42 anni sono 1,68cm, 53kg, castana capelli lunghi che spesso tengo raccolti, occhi azzurri e un sorriso sempre pronto per chiunque. Mi ritengo discretamente intelligente e grazie alle mie esperienze in giovane età parlo bene 4 lingue. Ho una piccola fobia per lo sport, mi piace sentirmi bene e poi quando mi vedo nello specchio degli occhi di chi mi guarda capisco che l'essere in forma apre il sorriso di chi mi sta intorno, mantenendo così sempre alta la mia voglia di vivere e di mettermi in gioco. Sono sposata da 4 anni e ho avuto la fortuna di sposare un uomo che ha avuto dapprima il merito di essere stato compagno e amico, affiancandomi e sorreggendomi durante il percorso più importante della mia vita cioè la scoperta della mia libertà sessuale, della quale ha ovviamente goduto comprendendo immediatamente  la mia natura un po' libertina ma poi ha saputo esaltare nel migliore dei modi la mia vocazione, naturalmente anche a suo favore, lasciandomi sempre un enorme libertà di scelta, senza pressarmi con gelosie inutili ma al contrario con una complicità difficile da eguagliare.
Vi voglio raccontare come sono arrivata ad avere questa vita ricca ed esperienze emozionanti  che mi hanno fatto capire quanto sono fortunata.
Lavoro per una grande multinazionale ed il mio compito è quello di responsabile delle comunicazioni con l'estero. Dopo un passato di donna in carriera nella precedente azienda indossando un abbigliamento quasi a negare la mia femminilità, oggi non cerco più la scalata, anche perché al vero il mio posto è decisamente buono, comunque non ne ero alla ricerca, al contrario desideravo e lo desidero tuttora, un ambiente che mi faccia sentire in sintonia con i colleghi di qualsiasi livello siano ed avendo un ruolo di responsabilità per andare al lavoro vesto ancora spesso con abiti classici da donna in carriera ma non dimentico mai di aggiungere quella nota sexy indispensabile alla mia femminilità; le autoreggenti in inverno, ad esempio, sono obbligatorie tra l'altro sono anche estremamente comode come l'uso del reggiseno che qualche volta è un opzional, il mio seno è ancora sodo e mi piace sentirlo libero anche sotto i vestiti, e poi avere gli occhi di alcuni uomini, intenti a cercare di capire se sono solo un po' fricchettona o magari un po' zoccola, mi dà un vantaggio dialettico notevole nei rapporti commerciali.
Questo di cui vi racconterò è un episodio dell'anno scorso che ha segnato un discreto cambiamento nella mia vita lavorativa e si svolge proprio nell'azienda dove lavoro tuttora.
Conobbi il mio capo, Luca, ancor prima di entrare in questa azienda e con conoscerlo intendo anche sessualmente. Non avrei mai pensato che mi potesse assumere, soprattutto perché diventò un amico proprio quando mi aiutò a vendicarmi del mio vecchio capo. 
Invece qualche tempo dopo si liberò un posto di responsabilità organizzativa nella sua azienda e riconoscendo il valore delle mie capacità mi propose quello che divenne il mio incarico attuale per il quale devo rendere conto solo a lui, il proprietario. Certo che non aver segreti sulla propria vita anche sessuale con il proprio capo può portare a possibili problematiche di fraintendimenti ma a volte può dare grossi vantaggi di libertà. 
Fuori dall'ambito del lavoro e con i rispettivi compagni avevamo un rapporto di amicizia che naturalmente non escludeva la sessualità. Insomma avevamo una grandissima complicità in tutti i sensi.


Un giorno successe che mi chiamò nel suo ufficio per presentarmi dei funzionari di una nostra sede estera; 2 indiani dall'India appunto. Ovviamente avrei dovuto fare la traduzione simultanea, visto che la conoscenza del suo inglese è limitata al parlato non tecnico. Luca iniziò in italiano, raccontandomi quanto i due fossero elementi davvero importanti per la nostra azienda e che avrebbero avuto bisogno di "un incentivo importante ed immediato" per continuare a lavorare duramente per noi. Le allusioni all’incentivo, visto la conoscenza intima tra me e Luca, erano sorprendentemente precise. I due non credo non avessero capito molto del suo prologo ma attraverso i nostri scambi di sguardi avrebbero potuto percepire che il discorso andava ben più in là del solo lavoro. Era già capitato di organizzare con funzionari o clienti, serate interessanti in casa o in locali particolari ma presentarmi due sconosciuti per un incentivo sessuale direttamente in ufficio, era una cosa decisamente nuova oltre che rischiosa ed azzardata per tutte le reputazioni dei presenti. Credo che Luca non si sarebbe mai spinto a farmi una proposta così, se non motivato dal fatto che il progetto era veramente importante per la vita dell'azienda stessa e visto che i due fossero praticamente già in partenza, evidentemente non rimanevano alternative per arrivare allo scopo.
Ripensando a quel giorno ricordo che già mi sentivo un po' su di giri, forse perché erano passati giorni dall'ultima avventura sessuale, ma ricordo anche di aver reagito da scolaretta ebete a quelle allusioni soprattutto  per il luogo ma anche per la necessità e la fretta. Non avrei avuto nessun problema nel rifiutare, lui lo sapeva ma lessi sul suo viso quasi una sorta di terrore che lo potessi fare. Fare leva sul mio lato agonistico ed esibizionista, sapendo che le sfide mi piacciono e nella speranza che almeno per quel giorno potessi fare la puttana per lui era evidentemente l’ultima scelta.
Insomma avevo percepito che sotto a quella proposta in quella situazione anomala l'importanza di assecondarlo era fondamentale e decisi di prestarmi al gioco. Gli feci l’occhiolino e poi mi diressi verso i due in modo lento e sensuale per presentarmi ufficialmente con una bella stretta di mano. La zoccola che c’è in me aveva già notato al mio ingresso in ufficio, i loro sguardi insistere all'altezza del mio petto, forse perché i capezzoli induriti spiccavano decisi dalla camicetta leggermente spessa ed aperta sufficientemente a far intuire la possibile assenza del reggiseno. Avanzando verso di loro in quel modo, fui sottoposta ad una radiografia totale, probabilmente nella speranza di cogliere tutti i dettagli intimi da puttana quale mi apprestavo ad interpretare, riconobbi lo sguardo dei veri maiali che loro evidentemente non intendevano nascondere; gli sguardi dal basso all'alto ripetuti con ben poca discrezione, si soffermarono qualche istante in più sui miei piedini coperti dalle mie solite décolleté tacco 12 regine dell'immaginario maschile, poi al basso ventre coperto da una discreta gonna beige con un deciso spacco dietro che con quelli sguardi pensai  fosse trasparente, per non parlare delle camicetta o delle mie labbra, chissà quali pensieri si stavano già facendo.
Dopo i convenevoli di strette di mano fatte volutamente molto decise a chiarire che non ero una puttana di fatto ma probabilmente solo una gran maiala, ritornai accanto a Luca restando in piedi al suo fianco, al che iniziò a descrivere il lavoro e le operazioni che avrebbero dovuto sostenere al rientro, nelle loro rispettive sedi. Naturalmente vi erano tutta una serie di motivazioni economiche che li avrebbero dovuto spingere a lavorare alacremente, ma effettivamente non sembravano per niente convinti e poi la loro attenzione era già finita prima del finire della traduzione. Era chiaro che si, avevano davvero bisogno di altro. Bastò uno sguardo di complicità a Luca che dalla sedia allungò le mani iniziando ad accarezzarmi le cosce, scoprendo leggermente le taccature dell’autoreggenti color castoro, gli sguardi dei funzionari divennero subito più attenti e dopo qualche altra carezza, vi fu la presa di coscienza da parte di tutti che la situazione stava mutando nella direzione più spinta.
Lo lasciai fare dimostrando piacere nell’accoglierle e quando la mano sali sul culo, sotto la gonna, diede loro e a me, la pesante conferma che il momento dei giochi doveva avere inizio. Con una pacca al mio sedere mi spinse nella loro direzione, era un po' umiliante ma in fondo in quel gioco, io ero la sua puttana. Tutti probabilmente comprendevamo che poteva essere veramente rischioso ma l'eccitazione saliva rapidamente proprio per quello. Mi avvicinai lentamente infilandomi in mezzo ai due appoggiando le mie braccia sulle loro spalle, una per ciascuno come se fossimo amici di vecchia data, per poi tirarli sempre più vicini a me tanto da fargli sentire i miei seni nudi sotto la camicetta, era come se avessi acceso un semaforo verde alle loro mani e mentre i due cominciavano, sempre più voracemente a palparmi dappertutto, Luca chiuse la porta a chiave ed ordinò alla segretaria con l'interfono che non voleva essere disturbato in questa importantissima e delicatissima riunione.
Nel frattempo i due si erano fatti sempre più intraprendenti, uno mi aveva tolto la camicetta scoprendomi i seni e la gonna era ormai arrivata alla mia vita scoprendo un perizoma che lasciava ben poco di coperto, capisco che forse i due mi avevano immaginato senza intimo ma ero pur sempre in ufficio non mi aspettavo certo potesse capitare una situazione simile; allora per farmi perdonare non persi tempo, mi chinai all'altezza della loro patta e gli tirai fuori i loro arnesi, già durissimi. Cominciai a sbattermeli sulla faccia e dopo dei brevi colpi di lingua iniziai a ripassarli per bene anche dentro la bocca. Luca si era ormai unito a loro, tutti erano già molto eccitati ed iniziarono, riuscendo senza fatica a spingere il cazzo in fondo alla mia gola, provocandomi i miei consueti rigurgiti. La mia faccia si stava ricoprendo di saliva, visto che la pratica di sbattermelo sul viso era particolarmente piaciuta diventò subito il miglior modo con il quale schiaffeggiare la loro puttana. L'ufficio è direttamente esposto con un intera parete a vetri che da sul parcheggio ma con la luce del giorno i vetri un po' specchiati non permettono di vedere dentro ma i nostri ospiti non potevano saperlo credo per quello che nessuno si era abbassato i pantaloni anzi, li tenevano ben stretti per non farli cadere più di tanto; non c'erano edifici alti vicini ma il pensiero che dal basso qualcuno avrebbe potuto notare qualcosa era assolutamente normale, comunque quando la tensione sessuale divento veramente importante, uno di loro si allontanò dal gruppo, si tolse i pantaloni ed andò a sdraiarsi sulla scrivania lontana dai vetri, con un gesto mi invitò a salirgli sopra, non era certo un letto ma scopare sopra al trono del capo evidentemente ne aveva infoiato uno ancora di più. L'idea di eccitarli a dovere assecondando i loro desideri era sicuramente intrigante al di là del ruolo da puttana e quindi accolsi subito la richiesta rialzandomi dai miei talloni e sculettando con un sorriso malizioso quanto arrapato, lo raggiunsi fino a salire in piedi sopra all'altare sacrificale, credo di essere riuscita ampiamente a dimostrare la mia reale voglia di sentirne quel primo cazzo dentro; quindi scostai il perizoma scesi lentamente sul pene tenuto come un palo dalla mano dell'uomo. Era dritto e discretamente lungo e la mia fica abbondantemente bagnata lo ingoio in un colpo, quindi appoggiai le mani alle mie caviglie e iniziai a galoppare ancheggiando. L'altro indiano, rimasto ad osservare la scena con il cazzo teso ed umido della mia saliva, aveva iniziato a regalarmi un  bel numero di epiteti volgari in inglese mentre si sfilava i pantaloni, poi si avvicinò per salire a sua volta in cattedra, con l’annunciata intenzione di incularmi. La situazione di rischio dell’essere sul posto di lavoro, sicuramente amplificata dalla vetrata, eccitava incredibilmente tutti eravamo sempre più infoiati e frenetici. Luca, rimasto per un attimo a guardare tutti, capendo la situazione e conoscendo la mia tendenza discretamente rumorosa di godere soprattutto mentre mi scopano contemporaneamente i buchi, avvicinò rapidamente una delle sedie senza ruote, vi sali e mi tappo la bocca riempiendola con il suo cazzo, aspettò a spingerlo in fondo qualche istante in più  per essere in sincronia con la prima penetrazione del mio culo dell’assatanato.
Era talmente eccitato che una volta appoggiata la sua cappella gonfia sulla mia rosellina iniziò a spingere con frenesia e poca attenzione senza successo, allora feci cenno all'altro cazzo di fermarsi un attimo per agevolare l'ingresso di quel bastone non piccolo. Luca finalmente spinse in fondo alla mia gola il suo arnese prevenendo così le mie urla e finalmente, incurante della mia e probabilmente anche sua sofferenza, spinse con decisione fino in fondo, come se avesse voluto farmelo arrivare in gola, poi si fermò per qualche attimo così mi ritrovai con tre grossi cazzi piantati nel profondo senza poter urlare ne di dolore ne di piacere, non so se avessi dovuto ritenermi fortunata viste le misure che mi riempivano contemporaneamente tutti i buchi disponibili ma i miei sensi squassati dal dolore di quest'ultima intrusione prepotente e frettolosa, insieme ai miei pensieri sulla situazione inedita mi confondevano, la mia voglia di soddisfare tutti me compresa mi aiutò a ricominciare la danza dei miei fianchi per accogliere a volte insieme a volte asincroni i due cazzoni il dolore si attenuò solo un po', probabilmente mi aveva davvero rotto il culo, comunque la voglia di godere e far godere era sempre più forte. La mia attenzione saltava rapidamente tra un membro, letteralmente ed un altro, cercando di godere a mia volta, sentivo il loro respiro sempre più affannato ed i colpi sempre più profondi e veloci erano il segnale che stavano arrivando al culmine ma poi rallentavano come se non avessero più fretta come prima, lo fecero più volte ed alla fine fui io la prima a tremare per l'arrivo del mio orgasmo ed ecco che quello che mi stava dietro, sentendo il contrarre dei miei muscoli compreso lo sfintere, iniziò a pomparmi dentro, credo almeno una decina di fiotti, l'avevo percepito dal pulsare del suo pene sembrasse non smettere più, ricevetti un enorme clistere. Nella mia pancia nel frattempo l'altro si era momentaneamente fermato per lasciare sfogare il suo compagno di giochi e solo alla sua dipartita, sancita della scesa rapida dalla scrivania, ricominciò a stantuffare. Lo cercai con gli occhi mentre sedeva sfatto sulla poltrona, anche per capire quali e quanti residui oltre allo sperma avrei dovuto contenere dopo tale profanazione, ma il cazzo del capo riprese a scoparmi in gola con forza riportò immediatamente la mia attenzione ai due rimasti. Non passò molto che cominciai a sentire del liquido fuoriuscire lentamente del mio buco lasciato vuoto ed allargato, cercai allora di contrarre il mio buchino e così facendo ogni colpo inferto dal cazzo nella vagina mi faceva salire delle fortissime scosse elettriche fino al cervello che mi fecero raggiungere un secondo intenso orgasmo così insieme a me anche l'uomo dentro la mia vagina, stava arrivando all’orgasmo ma a differenza del primo non aveva intenzione di riempirmi, difatti si tolse in fretta e con manovra veloce, in piedi sulla scrivania, puntò dritto il suo membro alla mia faccia con la mia bocca ancora impegnata a succhiare l'uccello del capo e mi ricopri di sperma ovunque sul viso e sui capelli raccolti, persino sul cazzo che stavo continuando a pompare. Con quest'ultimo spettacolo anche Luca, ormai già da un po' sulla soglia, ebbe l'incentivo necessario a concludere. Le sue mani mi strinsero la testa guidando con maggior vigore la profanazione della mia trachea ed io feci appena in tempo ad alzare gli occhi, nei quali stava cominciando a colare dello sperma, per vedere il suo viso arrapato all'apice del godimento mentre il primo di diversi violentissimi fiotti di sperma iniziò a riempirmi la bocca per poi spingere il suo cannone nel profondo della mia gola scaricandone alcuni anche là. Ormai accecata lo sentì rimanersene lì per alcuni istanti e quando riapri gli occhi tra lo sperma lo vidi guardare ogni cosa me compresa con fare soddisfatto ed estasiato, evidentemente gli era piaciuto davvero molto tutto lo spettacolo compreso il finale del mio corpo seminudo a carponi sulla sua scrivania riempito di sperma di tutti e tre.
Anche a me tutta la situazione e l'idea di essere stata così apprezzata, piaceva da morire, tanto che volli regalare anche lo spettacolo di un ultimo orgasmo, toccandomi furiosamente il clitoride, volevo lasciare anch'io il segno indelebile del liquido del mio piacere insieme a quello di tutti gli altri su quel altare.
Ricordo ancora il sapore dello sperma del mio capo che mi ripassavo con la lingua in bocca mentre venivo copiosamente sulla scrivania e ricordo gli occhi di ognuno di loro incontrati negli attimi prima della mia esplosione e subito dopo mentre increduli gli mostravo ancora il contenuto della mia bocca prima di berlo, feci anche un sospiro di apprezzamento del gusto prima di rimostrare la bocca aperta vuota. Scesi dalla scrivania avanzando instabile sui miei tacchi verso il primo di loro sul divano con il cazzo ancora duro e lo presi in bocca iniziando a ripulirlo erano increduli da quanto mostrassi piacere e perizia nel farlo, poi passai agli altri ricordando loro che oltre al piacere c'era anche un utilità in questo caso, visto la mancanza di bagno o di salviettine per ripulirsi. Un regalo finale per la nuova ed intensa esperienza, inoltre da tempo era diventata la mia esibizione finale, quasi un marchio di fabbrica, ma questo non glielo dissi.
Dopo l'ultimo bacio al pene del mio capo, feci per rivestirmi ma i due indiani mi chiesero fermarmi perché volevano da me ancora una cosa, volevano immortalare per ricordo il mio a loro dire splendido culo, ogni loro pudore e ritegno era senz'altro svanito sempre che ne avessero avuto prima. La richiesta inaspettatamente mi spinse a fare qualcosa di speciale; così, seguendo un istinto irrefrenabile mi spogliai completamente e senza proferire altre parole, sotto li sguardi esterrefatti dei tre spettatori impietriti, andai completamente nuda ad appoggiarmi alla parete vetrificata.
Rimasi là per un bel po’ con gli occhi chiusi, in punta di piedi ed avevo le braccia, la faccia oltre al mio seno schiacciati sul vetro in pura esibizione. Il mio ed il loro sperma non smetteva di colare tra le mie gambe e nel silenzio risuonavano gli innumerevoli scatti dei telefonini di tutti i partecipanti. Li sentivo avvicinarsi ed allontanarsi girandomi attorno, un servizio fotografico completo insomma. Ad un certo punto iniziai a sentire vociare senza capire però capire nulla e trascorso un altro buon momento di silenzio Luca si rivolse a me dicendo: “Forse è ora che ti rivesta anche tu, è tardi ed i nostri funzionari devono partire, porterebbero perdere l’aereo". Fu la frase shock per svegliarmi del trans esibizionistico nel quale ero caduta. In un attimo mi resi conto che era l'ora di punta, guardando il traffico fuori ma soprattutto che si era fatta sera ed i vetri a specchio senza una luce esterna riflessa e con la luce interna degli uffici erano sicuramente diventati trasparenti, realizzai di essere in uno stato bellissimo quanto imbarazzante per tutti, mi girai di colpo e nel vederli già totalmente ricomposti con la ventiquattrore in mano pensai che oltre ad aver perso il senso del tempo, ero stata forse l'unica a realmente esibirsi per un pubblico non previsto. Ancora un istante per capire cosa fare e con uno  strano senso di servilismo e pudore con i due erano già pronti per uscire, pensai che la priorità dovesse essere quella di aprirgli la porta, tra l'altro avrei potuto nascondermi dietro di essa evitando così che qualcuno da fuori ufficio mi vedesse nuda ed imbrattata in mezzo all'ufficio. Quindi ancora  mi precipitai ad aprirgli la porta e li salutai con uno sorriso indefinibile, rimandandoli alle prossime conversazioni lavorative e loro si sbilanciarono nel promettermi un bel regalo di ringraziamento per la sorprendente esperienza. Poi mentre richiudevo la porta, un senso di confusione mischiato all’appagamento mi riempiva la testa, osservai la mia figura rimasta impressa sulla vetrata con tanto di sperma, mi fece pensare a quanto azzardata era stata la mia prestazione “lavorativa”, quindi feci un sospiro perché ora, era senz'altro arrivato il momento di andare a rivestirmi. Mi ricomposi frettolosamente e rindossando calze e tacchi e visto che non smetteva di uscire roba dal mio sedere non vidi altra soluzione per il perizoma che infilarlo totalmente nell’ano. Allacciata la gonna e la camicetta, uscì dall’ufficio per dirigermi al bagno del piano, sentendo Luca comunicare all'interfono con la segretaria dicendo di aspettarsi una relazione dettagliata della riunione da me. Il suo sorriso finale accompagnava un'espressione tra lo sbalordito e l’euforico e dopo qualche minuto anche il mio divenne così, esattamente mentre, da sola seduta sul divano nel mio ufficio, ripensavo alla giornata vissuta.
A dimenticavo, qualche giorno dopo, sulla mia scrivania, trovai in una busta, il regalo promesso dai due nuovi amici più uno personale del capo: una vacanza esclusiva tutto pagato nel loro paese per due, Luca evidentemente gli aveva parlato di mio marito, un perizoma nuovo, ottima scelta visto l'utilizzo dell'altro e per finire, il progetto del residence aziendale nuovo, stampato però sul retro della gigantografia del mio sedere mentre giacevo appoggiata alla vetrata con il parcheggio sottostante pieno di macchine in movimento. Proprio un bel modo per ricordarmi l'ottimo lavoro sostenuto, no?  

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