Si era dato appuntamento con Hotsex a uno svincolo dopo l’uscita 2 del Grande raccordo anulare. Non si erano mai visti, ma quando arrivò al luogo dell’appuntamento c’era un uomo ad aspettare fuori da una macchina.


“Sei Hotsex?”


L’uomo annuì.


“Mi chiamo Alberto”, disse.


“Piacere. Io sono Antonio”.


Si erano conosciuti in chat. Quando lui gli aveva confessato che sognava di fare una cosa a tre con due uomini Hotsex si era subito proposto.


“Anche io lo desidero da morire – gli aveva detto – Se ti interessa, ho un amico con cui scopo ogni tanto che potrebbe unirsi a noi”.


Così quella mattina, due giorni prima della Vigilia di Natale, si erano accordati.


Alberto doveva avere poco più di 40 anni come lui, e come lui aveva i capelli brizzolati. Era magro e non particolarmente carino, ma questo per lui non contava rispetto al fatto di provare quell’esperienza che tanto desiderava.


“Seguimi – gli disse Alberto – Il mio amico sta qua vicino”.


Così gli era andato dietro con lo scooter fino a trovarsi nel parcheggio di un grande complesso residenziale. Alberto si diresse verso una palazzina e, davanti a un portone, schiacciò un tasto del citofono. La serratura del portone scattò ed entrarono in un ascensore. Alberto ne approfittò subito per baciarlo, ma lui si scostò.


“Dopo”, gli disse.


Quando l’ascensore arrivò uscirono su un pianerottolo. Il terzo ragazzo li aspettava sulla porta di casa. Era più giovane di loro e molto magro. Era pelato e aveva una folta barba. Lui lo trovò ancora meno attraente di Alberto, ma anche stavolta non gli importò e non si presentarono nemmeno.


L’appartamento in cui entrò era piccolo, ma grazioso. Un disimpegno conduceva da una parte in cucina e dall’altra nella camera da letto. Ad accoglierli c’era anche un piccolo albero di Natale carico di ninnoli di tutti i colori.


“La mia ragazza torna tra due ore – disse loro il padrone di casa – ma dovete andarvene prima”.


Quando entrarono nella camera, lui chiese il permesso di andare in bagno. Lì, per prendere coraggio, si fece una striscia della cocaina che si era portato con sé e uscì.


Li trovò in piedi vicino al letto, abbracciati e già completamente nudi. Mentre si baciavano si accarezzavano il cazzo reciprocamente. Lui vide che avevano dei bei cazzi e si levò in pochi secondi i vestiti. Poi si avvicinò ai due e si inginocchiò. Cominciò a spompinarli entrambi, con gusto. Da tempo aspettava un momento come quello e finalmente lo stava vivendo. Quasi non poteva crederci.


Iniziò a passare da un cazzo all’altro con destrezza, e a volte li prendeva in bocca insieme. Leccò le loro palle e gli pennellò le aste con la lingua, per poi ciucciare le cappelle golosamente. I due si godettero il bocchino, interrompendo ogni tanto il bacio e spingendogli la testa per fargli prendere in bocca quanto più possibile delle loro verghe. Poi si sdraiarono tutti sul letto e cominciarono a darci sotto.


Lui non ebbe una netta percezione di quello che successe perché i loro corpi si muovevano in continuazione, intrecciandosi insieme e scambiarsi senza mai fermarsi. I loro cazzi uscivano da una bocca per entrare nell’altra, mentre contemporaneamente con le mani si segavano. Lui era estasiato da quell’intreccio carnale e godeva come un pazzo. Non ci fu un momento in cui non ebbe la bocca piena e non ci fu un momento in cui il suo cazzo non era nella bocca di uno dei due. Dopo diversi minuti di quella goduria, Alberto si tirò su e si mise a pecora a bordo del letto.


“Fai tu”, gli disse.


Lui si alzò e in piedi sul pavimento gli si mise dietro. L’altro gli passò un profilattico e lo indossò. Quando infilò il suo cazzo nel culo di Alberto si accorse che l’altro tizio, alle sue spalle, si apprestava a fare lo stesso con lui. Inculare un maschio mentre un altro maschio inculava lui: quante volte si era segato immaginandolo! Non seppe cosa fosse più piacevole, se fottere Alberto o farsi sbattere dall’altro. Sentì lo stomaco diventargli rovente e il desiderio percorrerlo dalla testa ai piedi. Si misero a gemere tutti e tre, mentre anche questa volta si muovevano in sincrono.


Il primo a venire fu Alberto, che venne sul letto. Mentre urlava di piacere, fu seguito a ruota dall’altro tizio che sborrò mentre gli stava ancora dentro. Lui allora uscì da Alberto e si sdraiò col cazzo all’aria.


“Chi mi fa venire?”, chiese.


La mano di Alberto lo strinse e cominciò a fargli una sega coi fiocchi. Dopo un minuto esplose, schizzandosi addosso. Fu incredibile, soprattutto perché Alberto continuò a segarlo prolungandosi l’orgasmo all’infinito.


Allora rimasero qualche minuto sul letto, poi si pulirono e si vestirono in silenzio. Il padrone di casa accompagnò lui e Alberto alla porta e usciti dalla palazzina si salutarono con distacco, come se niente fosse.


Mentre montava sullo scooter lui si sentì carico e appagato come non mai. La testa era leggera come una piuma e il culo era ancora deliziosamente aperto: una sensazione stupenda.


“Buon Natale, Antonio”, si disse felice e imboccò il Gra a tutto gas diretto verso casa.