Conversione  



Non volli assolutamente parlare di quella faccenda con Marco, per il momento. Il giorno dopo mi finsi poco bene. Di fatto ero ancora convalescente... Si erano formati vistosi lividi dappertutto, mi faceva male il collo, avevo l’ano indolenzito e la passera letteralmente frullata. Il rossore agli occhi mi andò via solo quel pomeriggio. Il mercoledì lo rividi perché volevo stare un po’ con lui, ma ero confusa. Ero rimasta talmente soddisfatta da quella scopata di gruppo, che mi balenava l’idea di voler partecipare ancora... Ma come potevo fare con Marco? Al nostro incontro, mentre mi baciò, mi sentii fortemente a disagio. Due giorni prima quella bocca era stata usata come luogo in cui scaricare saliva e sborrate di sconosciuti, per sfilare cazzi lunghi, enormi, giganteschi. Un bacio dato a Marco mi stava sembrando un gesto un po’ umiliante. Lo avevano insultato così tanto, considerato così di merda. E nonostante ciò, mi sono lasciata sbattere come una troia, insultata allo stesso modo. Umiliata davanti ai suoi ex-amici, a sua insaputa tra l’altro. La mia illuminazione era: è possibile che un tale affronto, in realtà avrebbe potuto eccitarlo?  
Sì, ho pensato proprio questo. E ciò mi portò ad invitarlo a guardare nuovamente porno “come piaceva a me”, con un altro video di gangbang. Questa volta, invece, ci andai ancora più pesante. Cominciata l’ammucchiata, Marco si comportò allo stesso modo. Basito ma eccitato. Allora io presi l’iniziativa, masturbandolo nuovamente con lentezza... Ma lo bombardai di domande controverse:



G- Ti piace come viene travolta dalle loro spinte?
Continuai:  
G- Come la consideri una donna così?  
Lui col capo mi fece capire che non ne aveva alcuna idea.  
G- Una puttana? Una troia?  
Lui allora restò immobile, ma emise un gemito.  
G- Ti piacerebbe se io venissi trattata in questo modo?  
Lui allora mi fissò, a bocca aperta.  
G- Sì... vero? Ti piacerebbe....  
I gemiti dell’attrice si contrapponevano a quei silenzi, dove Marco restava ammutolito.  
G- Guardala... la troia. Come lo prende con foga ed estasi...  
Per puro istinto, perché ero anche io fuori di me ormai, accumulai un po’ di saliva e la lasciai colare sulla sua cappella, per lubrificarlo maggiormente. Marco immobile spalancò ancora di più la bocca e gli occhi, per lo stupore di quel gesto.  
G- Sì... lo vedo che ti piace... Tu mi guarderesti trattata così?  
Marco fece una serie di gemiti a ripetizione, si stava davvero eccitando.  
G- Mi guarderesti trattata come una puttanella, vero?  
Marco in quel momento socchiuse i suoi occhi.  
G- Hai mai pensato a me come una lurida puttanella?



Marco in quel momento gemette di piacere, e si lasciò andare ad un orgasmo forte e incontrollato. Schizzando tantissimo, i suoi spasmi mi lasciarono stupita allo stesso modo. Fu un momento di sfogo e svuotamento davvero emozionante.  
Dopo qualche minuto, dopo essersi ripreso da quel momento, provai a dargli un bacio. Si mostrò più freddo del previsto, dimostrando che in quel momento stava provando sentimenti contrastanti. Volli fargli capire che non doveva sentirsi a disagio, ma anche se negava spudoratamente in realtà restò distaccato per tutto il giorno, e non voleva riprendere il discorso, su quelle domande bizzarre a lui fatte nei miei confronti. Poi arrivò anche qualche stupido e prevedibile litigio, scaturito dal fatto che nei giorni successivi non facevamo più sesso, motivo per cui decidemmo di restare qualche giorno per conto nostro. Sapevo che non avrei dovuto forzare la mano, ma volevo provare a salvare il salvabile usando metodi più decisi per estrarre le sue perversioni. E poi oramai sentivo dentro di me che le mie, di perversioni represse, come fossero una valanga, non potevano essere più fermate. Infatti, in quella settimana mi collegai tutti i giorni su Badoo. Jerk Party mi scriveva ormai ad ogni ora, tutti i giorni, insultandomi e mandandomi link di ogni tipo. Successe già da quella stessa sera, il fatidico lunedì, di riprendere la chat. E in quell’occasione mi ricordarono l’invito a partecipare i successivi lunedì, scrivendomi questo messaggio:



JP- Se ci prometti che verrai, ti faremo spedire al nostro indirizzo un sacco di cose interessanti.



Mi fu chiaro, dal modo in cui mi stavo comportando con Marco, e dalla maniera in cui avevo reagito dopo essere stata trattata in quel modo lunedì, che avevo dunque preso già una decisione solenne: dovevo continuare a vederli. Era quello che volevo con tutto il cuore. Il mio stesso corpo me lo stava chiedendo, volevo essere trattata in quel modo. Ad una maniera in cui Marco non sembrava in grado di offrire, e che mi lasciava dentro una mancanza a cui non ero più disposta a rinunciare. Così quel mercoledì sera, in chat col gruppo, scrissi un messaggio molto importante:



G- Da adesso potete inviare i vostri pacchi direttamente al mio indirizzo […], il mio vero nome è Gilda.



Ero stata così fuori di testa da dare a un gruppo di animali da sesso il mio indirizzo di casa personale (un bilocale in centro). Se Marco nelle intenzioni non c’entrava nulla, pensai, ovvero se effettuava quella consegna soltanto per ordini indiretti dei suoi amichetti cattivi, allora sarebbe solo rimasto sollevato se non avesse più ricevuto alcun pacco rivolto a quell’indirizzo. Al suo posto, sarei subentrata io che avrei accontentato quindi più parti contemporaneamente. Ma avevo tralasciato forse il fatto che in questo modo sarebbe arrivata a me una quantità di roba incontrollata.  
Quel venerdì arrivò la posta a casa mia. Il pacco era molto più grande, quasi 3 volte più grande, assieme ad una busta con una lettera/dedica:


 
JP- Alla nostra Sasha/Gilda, sarai sempre benvenuta se ti lascerai trattare come noi desideriamo. Se hai dei tacchi alti e delle calze a rete a trama grossa, ti consigliamo di indossarli su di te.  



Prima di quel secondo lunedì sera, la mattina Marco voleva vedermi. Sapevo che non avrebbe dovuto consegnare il pacco a quel fatidico posto macchina, e quindi quando mi scrisse che voleva riprendere la nostra routine appostandoci dopo la consegna, capii che stava mentendo sul suo lavoro. E probabilmente perse un po’ di mordente, quel momento specifico, dal momento in cui mi era chiaro che l’eccitazione che avevo, proveniva direttamente dall’odore di Jerk Party, e non da qualcosa che riguardava Marco.


 


(continua)