“Ma perché invitarli proprio di sabato sera? Siamo così stanchi…”


Luca sbuffò mentre sistemava le posate attorno al piatto di portata. Se c’era una cosa sulla quale non transigeva era il rispetto delle regole del bon ton a tavola e Simona gli cedeva volentieri quella che per lei era solo una rottura di scatole.


“Te l’ho detto mille volte, love – rispose a Luca – Perché lei è la direttrice di un nuovo mensile di moda che ha tutte le potenzialità di fare concorrenza a “Vogue” e vorrei tanto che le mie fotografie trovassero una nuova vetrina, soprattutto in una cornice così glamour. Ci siamo conosciute la settimana scorsa a quella collettiva ai Parioli alla quale ho partecipato e lei mi ha detto che le sarebbe piaciuto conoscermi meglio. Per questo nobile motivo puoi sacrificare un sabato sera e dedicarlo a fare un piacere al tuo amore?”


Luca stava finendo di apparecchiare la tavola, disponendo tutte le posate alla stessa distanza.


“Ma certo che te lo faccio, un favore! Però potevate uscire da sole invece di impormi pure la presenza del marito… Che ci diciamo io e quest’altro sfigato tutta la sera?”


“A parte il fatto che l’ho conosciuto e dello sfigato non ha proprio niente, dato che è un maschio non indifferente. E sono sicuro che se ripeterà le cose che mi ha detto alla mostra avrai molte argomentazioni alle quali ribattere”.


Luca si bloccò con un cucchiaio da dessert a mezzaria.


“Perché? Che ha detto?”


“Hai presente le foto che ho esposto?”


“Quelle della mistress che frusta i due neri che scopano?”


“Yes, love. Proprio quelle”.


“E allora?”


“E allora anche lui si è complimentato con me, ma poi ha fatto un commento un po’ perentorio sullo smarrimento dell’identità sessuale al giorno d’oggi…”


“Davvero? Ma ti prego…”


Simona rise e andò avanti col racconto.


“Era un po’ brillo, secondo me, ma ha detto che alcuni giorni fa la migliore amica di sua figlia, che ha sedici anni, si è dichiarata fluida e che da allora lui è perseguitato dalla paura che lo possa essere anche la sua bambina… Oh, che povero papà sfortunato!”


Luca si portò la mano alla testa come se stesse per svenire.


“Povero, povero padre, travolto da questo reo tempo senza più morale e regole! È quel tipo di persona che fa tanto il bacchettone ma che se prende un cazzo una volta poi non lo molla più…”


Quando smisero di ridere, Luca annuì.


“Hai ragione. Sono contento che ci sia anche lui stasera… Esigo vendetta! Tremenda vendetta!”


“Love, però non polemizzare troppo, ti prego! A me interessa solo pubblicare le mie foto su quella rivista”.


Luca incrocio l’indice e il medio e se li baciò.


“Parola di scout”, disse.


I due ospiti arrivarono con puntualità svizzera, cosa che Luca apprezzò. Quando entrarono in casa, lui dovette riconoscere che era una coppia piuttosto attraente. Lei, Anita, doveva avere intorno ai 55 anni, ma il corpo era molto tonico. La bassa statura metteva ancora più in risalto due tette enormi che sembravano ancora capaci di contrastare le leggi di gravità dell’invecchiamento. Le gambe erano evidentemente allenate dalla palestra e, ad essere proprio pignoli, si notava giusto un leggero filo di grasso sui fianchi, quel genere di imperfezione per cui Luca andava pazzo. Il volto era bello: due grandi occhi castani, un naso perfetto (forse rifatto) e una bocca non troppo larga ma dalle labbra carnose. Indossava un elegante abito blu da sera e portava tanti bracciali di Tiffany e Dodo ai polsi a evidenziare le mani delicate. 


Anche lui, Dario, aveva non pochi motivi di attrazione. Non superava i 60 anni e sfoggiava il fisico di uno sportivo. Il suo abbondante metro e ottanta di altezza era avvolto in un bel completo grigio di sartoria e la camicia bianca era sbottonata sul collo, senza cravatta. Il viso tradiva la vanità di qualche seduta di troppo sotto la lampada abbronzante e la presenza di qualche difetto indiscutibile gli conferiva, invece di imbruttirlo, un’aria virile e sicura. Senza baffi né barba, l’uomo aveva le labbra leggermente asimmetriche, con la superiore leggermente più sottile, un naso greco ma non troppo ingombrante e due occhi di un clamoroso colore grigio. Anche i capelli erano grigi, lisci, lunghi e pettinati all’indietro dove le estremità si arricciavano all’altezza del collo. Stringeva tra le mani un grande mazzo di fiori e una bottiglia di Veuve Cliquot che diede a Simona.


Luca si ricredette sulla serata che, in modo inaspettato, gli stava presentando già diversi motivi di interesse. Mentre Simona metteva lo champagne in frigo, si lanciarono un intenso sguardo complice, poi si sorrisero e si diedero un leggero bacio sulle labbra.


“Guarda, Dario, c’è chi si bacia ancora!”, pungolò Anita il marito.


Dario la prese con divertimento.


“Tra i tanti rimproveri che mi fai adesso ci metti anche questo? Che non ti bacio?”


Anita gli fece una smorfia.


“Ci metto che non mi baci quanto vorrei, sciocco”.


Dario, in modo molto naturale per essere uno che si era appena presentato, alzò le braccia al cielo e con tono stentoreo annunciò: “Signore e signori, siate testimoni diretti di un uomo che bacia ancora, e con passione, la sua splendida moglie!” Poi si avvicinò ad Anita e con uno schiocco toccò con le sue labbra quelle di lei.


“Ma sei pazzo? – disse Anita, fintamente scandalizzata – Chissà cosa farai pensare di te”.


“Che è un uomo innamorato!”, disse Luca divertito.


“E che ti desidera ancora!”, disse Simona, che aveva stappato una bottiglia di Ferrari e stava porgendo i calici.


“Da quanti anni siete sposati?”, chiese Luca.


“Trentacinque”, disse Dario, con evidente soddisfazione.


“Complimenti! Io e Simona conviviamo ancora da poco. Siamo in quella fase meravigliosa dove ogni giorno è una scoperta. E io non mi sono mai sentito più felice”.


Simona fece cenno di prendere posto a tavola.


“Il mio love è l’uomo più complimentoso del mondo”, disse.


“Il tuo love?”, chiese Anita.


“Dal primo momento che l’ho conosciuto mi è venuto spontaneo chiamarlo così – rispose Simona – L’ho preso per un buon auspicio”.


Così la cena ebbe inizio, chiacchierando del più e del meno, tra portate di pesce e quattro bottiglie di vino bianco di cui non rimase neanche una goccia. Terminato il dessert, Simona propose di bere i liquori in salotto e tutti si accomodarono sul divano. Luca mise Miles Davis in sottofondo e distribuì i drinks. L’alcol si stava facendo sentire di brutto e tutti erano di ottimo umore. Dopo un brindisi Simone si schiarì la voce.


“Non è mia intenzione imbarazzarvi, ma in queste occasioni, se gli amici sono tanto simpatici come voi, ci piace farci insieme una piccola botta di...”


Si portò l’indice alla narice e fece il gesto di aspirare.


Luca non volle perdersi lo sguardo di Anita e Dario che fecero tanto d’occhi alla proposta, meravigliati ma non infastiditi.


“Se vi ho turbato, fate come se non avessi detto nulla”, disse subito Simona.


“Ma no! – disse Dario ridendo e dandosi una pacca sulla coscia – Dai, fammi provare! Solo io, però, amore! Se ti sballi pure tu, poi chissà che mi combini!”


Anita, chiaramente indispettita da quell’uscita del marito, reagì stando in silenzio come una scolaretta in castigo, ma Luca notò un tremito rivelatore delle gambe e uno sguardo arrabbiato che interpretò come manifestazioni di una voglia di lasciarsi andare troppo a lungo repressa. Al contrario, tutto fino a quel momento aveva rivelato quanto fosse dirompente la carica emotiva di quella donna che, però, malgrado l’avvenenza e il successo professionale, in queste circostanze era evidentemente costretta dal marito a reprimersi nel suo spontaneo desiderio di volare. 


Luca pensò che era tipico delle coppie rodate da lungo tempo andare avanti recitando dei ruoli prestabiliti: in questo caso Dario quella del maschio vitale e spaccone e Anita quello della donna saggia, destinata a fare da contrappeso all’esuberanza del compagno. 


Fu questo girotondo di ruoli, del tutto prevedibile e così platealmente artificioso, a fare germogliare in Luca un’idea folle, una piccola, delirante e del tutto pazza sfida con sé stesso, che sentì il bisogno di esporre subito a Simona. Fece per alzarsi dal divano per raggiungerla ma non fu necessario perché, quando i loro sguardi si incrociarono, Luca comprese dal sorriso complice che Simona doveva avere avuto un’intuizione simile alla sua. Luca allora le lanciò uno sguardo provocatore come per dirle: “E quindi? Che facciamo?”, al quale Simona, ancora sorridendo, rispose facendo di sì con la testa. Pochi secondi dopo il display del cellulare di Luca si illuminò per l’arrivo di un messaggio su WhatsApp. “Mi raccomando, love: basta che non combiniamo casini”, lesse, rispondendo con la faccina che fa l’occhiolino.


“Anita, tesoro, non farti intrappolare da quel vecchio bacucco di tuo marito – disse allora Luca, dando il via al suo piano – In contesti piacevoli e divertenti come questo, è soltanto un pizzico di polvere magica che cancella gli ultimi scampoli di timidezze e ci mostra nel nostro lato più… seduttivo. E, se il caro Dario non si offende, io sarei proprio curioso di scoprire questo tuo lato”.


“Perché io sarei un vecchio bacucco?”, chiese a Luca.


“Perché lo sei, amico mio! Tu vuoi trasgredire, ma a lei vieti di farlo. Non è giusto! Lascia che anche questa fantastica donna che hai la fortuna di avere per moglie si diverta insieme a te!”


Dario si fece una gran risata.


“Vedi, amore? Anche Luca ti dà ragione: a volte sono troppo dispotico! Dai, esageriamo entrambi per una volta! Tanto i ragazzi a casa non ne sapranno nulla…”


Simona guardò Anita.


“Allora ti va?”, le chiese.


Lei rispose con un deciso cenno del capo.


Allora Simona si allontanò dal salone per tornare con un piatto di ceramica nera sul quale erano disposte al centro una piccola montagna di polvere bianca e, accanto, due tessere di plastica e una cannuccia dorata. Luca prese il piatto.


“Ci penso io”, disse e cominciò a preparare quattro piccole righe parallele. Poi porse con una mano il piatto ad Anita e con l’altra la cannuccia.


“Un tiro secco sopra una striscia e via!”, le disse.


Anita appoggiò sul tavolo sul tavolo di vetro al centro del divano, ci si chinò sopra e aspirò. Quando si tirò su si massaggiò la narice, gesto che fece scoppiare a ridere tutti, lei compresa.


Dario, invece, non ebbe alcuna esitazione e brandendo la cannuccia come fosse una spada fece sparire la sua striscia. Poi fu il turno di Simona e Luca.


“Ragazzi, ma è fantastico! – disse Dario – Ti dà una carica incredibile!”


“E ne hai presa pochissima – disse Luca – Vedrai al secondo giro…”


“Posso farlo subito?”


“Sei l’ospite. Puoi fare quello che vuoi”, disse Simona.


Così Dario separò una striscia piuttosto robusta e tirò con entusiasmo.


“Amore, come ti senti?”, chiese ad Anita.


Anita non sembrava più in preda all’imbarazzo di poco prima e fece una appagante risata di gola.


“Non so se questo è il lato seduttivo di cui parli, Luca, ma devo ammettere che si sta benissimo”.


Luca non perse l’occasione per fare un’altra mossa.


“Beh, se ti vedessi adesso, capiresti quanto ho ragione. Sembri brillare ancora più del solito. Però credo che anche a te serva un secondo ripasso”.


Così senza lasciare ad Anita il tempo di rispondere né sì né no, le tagliò una striscia corposa che la donna fece sparire in un attimo, senza tentennamenti né dubbi.


Poi su Simona a parlare, venendo in sostegno a Luca. Per scherzare fece una faccia da bambina in castigo.


“Temo che Anita mi giudicherà scandalosa dopo questa sera, tra le mie foto peccaminose e questo mio piccolo vizio… Magari lei si aspettava un altro tipo di professionista. Devo forse dire addio alla possibilità di lavorare insieme?”


Anita scosse la testa, mentre buttava giù un sorso di champagne.


“Affatto. Semmai ti farò lavorare quanto più possibile. Tu mi ispiri un senso di assoluta libertà, quella voglia di essere sé stessa che cerco di trasmettere alle mie lettrici. Ti vedo come una donna aperta alla vita e padrona di sé, desiderosa di raccontarsi senza stupide barriere e di divertirsi quando vuole, e voglio che tutto questo risalti nelle foto che realizzerai per me. Mi raccomando: non mi deludere”. 


Luca fece un applauso.


“Straordinaria Anita - le disse - Non oso pensare cosa sarete in grado di combinare insieme”.


Dopo avere tirato una seconda striscia di coca, fece il suo sorriso più seducente.


“Posso farvi una confessione? – disse – Raramente mi sono sentito tanto in sintonia con persone che conosco relativamente così da poco”.


“Concordo appieno”, fece Dario mentre si allungava verso il piatto nero.


Simona aspettò la battuta di Luca, che avvenne come da copione.


“Sapete, io e Simona siamo consapevoli di essere una coppia piuttosto anomala – disse – Credo che sia perché entrambi siamo aperti allo stesso modo alla vita e ne assaggiamo ciò che ci piace, fregandocene dei pregiudizi e della morale dei benpensanti. Ecco, questo spirito lo ritrovo per buona parte anche in voi”.


Dario finì il suo bicchiere di bollicine e chiese a Luca qualcosa di più forte. Mentre gli veniva servito del Jack Daniel’s fece d’improvviso un’espressione dubbiosa.


“Non ho capito bene quello che vuoi dire. Essere aperti alla vita… assaggiarne quello che vi piace… i benpensanti… Cioè?”


Simona tirò una striscia e affondò il colpo.


“Vedi, Dario, questi sono gli scherzi della polvere magica. Senza accorgertene arrivi a raccontare tutto di te – disse – Beh, non credo che il mio love si secchi se vi confido che sia lui che io siamo bisessuali”.


Dario bloccò il bicchiere col whisky a un millimetro dalla bocca, come pietrificato. Anita, invece, guardò il piatto vicino a lei con palese desiderio.


“Anita, cara, non esitare! Serviti pure!”, le disse Luca.


Anita fece una risatina e tagliò una riga bella grossa. Poi passò il piatto a Dario.


“Dai, bacchettone! – scherzò, come se avesse trovato una grinta improvvisa – Hai perso improvvisamente la lingua? Ma come? Ti chiedi se la tua figlia minorenne possa essere fluida e ti stupisci se due persone brillanti e curiose come Luca e Simona si dichiarano serenamente bisessuali?”


Dario preparò una striscia piuttosto grossa e l’aspirò con voracità.


“Beh, devo dire che non me l’aspettavo… - disse – Ma non ci trovo niente di male, sia chiaro. Piuttosto sono curioso di sapere di più su cosa significa… Come fate a stare insieme se poi fate sesso anche con altri?”


“Mi rendo conto che non è facile da capire, ma provo a spiegartelo – disse Luca – La sola verità è che io e Simona ci amiamo, e questo nessuno lo mette in discussione. Anzi, questa è la base sulla quale poggia tutto il nostro rapporto. Però io e Simona siamo tranquillamente consapevoli che i nostri desideri non si esauriscono l’uno nell’altro”.


“Non c’è niente di male ad ammetterlo – interruppe Simona – Del resto è quello che dicono a sé stessi un marito o una moglie quando si fanno l’amante”.


“Ecco, noi invece non vogliamo avere amanti nascosti negli armadi o sotto il letto – riprese Luca – Proprio perché ci rispettiamo, preferiamo condividere le nostre voglie e le nostre fantasie … A volte limitandoci soltanto a scambiarci delle confidenze su qualcosa che poi io o lei realizziamo da soli, a volte invece vivendole anche insieme”.


Dario tracannò il Jack Daniel’s e riempì il bicchiere a metà.


“Ma quindi a te piacciono anche gli uomini?”, chiese a Luca.


Aveva la voce un po’ stonata per l’alcol e Luca si accorse che teneva le gambe strette, molto probabilmente per nascondere l’inequivocabile gonfiore di un’erezione sotto i pantaloni.


“Sì. Fermo restando che io desidero Simona e che sono principalmente attratto dalle donne, però posso anche non essere indifferente a un uomo, se mi piace, così come Simona può esserlo nei confronti di una donna. Per voi sono discorsi assurdi, immagino…”


“Oh, no! Non così tanto!”, intervenne Anita.


“Cosa?”, gli chiese Dario.


Anita non resistette a un’altra botta di coca.


“Io sono eterosessuale, ma all’università ho avuto per qualche mese un rapporto con una ragazza, e vi dico che fu anche molto appagante. Poi non è più successo, e a dire il vero non so neanche il perché”.


“Amore, ma di cosa blateri? – fece Dario, sconvolto – Non me lo hai mai detto!”


“Perché tanto non saresti stato in grado di capire, cosa che stai dimostrando anche adesso davanti ai nostri amici – rispose a tono Adele – Non ci fu nulla di male, se proprio vuoi saperlo. Ma non ebbi mai nessun dubbio sul fatto che preferissi gli uomini… Forse, se tu non fossi da sempre così rigido, avrei potuto anche raccontarti di quella esperienza, che non ho più ripetuto perché per me non è possibile fare niente alle tue spalle”.


Dario buttò giù un altro sorso di whisky.


“Sono sconvolto, amore… A differenza di quello che credi, non ti rimprovero nulla, se non il fatto di avermelo sempre taciuto. Ma credo sia dipeso solo da me… Hai ragione, sono peggio di un secondino”.


Anita gli mandò un bacio.


“Amore, questo che dici è stupendo e mi rende ancora più orgogliosa di averti sposato. Però non attribuirti troppe colpe… Come tutte le persone intelligenti fai sempre in tempo a correggere i tuoi difetti”.


Dario sorrise.


“Grazie, piccola”, disse.


Anita era diventata un fiume in piena e Luca e Simona si godevano lo spettacolo. La vittoria era ancora lontana, ma per adesso tutto stava procedendo come previsto.


“Senti, ci stiamo confessando tutto, no? – continuò Anita – E allora vi rivelo un altro segreto! A me quelle foto di Simona sulla padrona che frusta i due gay che scopano hanno acceso il mio desiderio più nei riguardi della donna che di quei bellissimi maschi…”


Poi si rivolse solo a Simona


“Non so cosa sia stato, ma è come se i tuoi scatti avessero risvegliato quegli antichi appetiti universitari e ho sentito che, se avessi potuto, sarei stata ben disposta a concedermi a lei… Pensa che sono stata anche tentata da chiederti il contatto di quella modella”.


Luca le passò il piatto e Anita, ridendo di gusto, si servì.


“Wow! – disse Dario, adesso piacevolmente sconcertato – Stasera sei proprio un vulcano in eruzione”.


Simone rise e Anita la guardò, perplessa.


“Amore, non rido per quello che hai detto ma perché non hai riconosciuto che quella donna sono io!”, disse.


Anita spalancò gli occhi.


“Sei tu?”


“In persona! Nascosta dalla luce, ma sono io”.


Simona rise ancora, poi si avvicinò ad Anita e le diede un leggero bacio sulla bocca.


“Grazie per il bellissimo complimento”, le disse.


Dario scosse la testa.


“Ragazzi, mi gira la testa…”


Luca lo guardò sornione, poi guardò Simona e le fece l’occhiolino. Lei contraccambiò e con le labbra e, senza parlare, gli disse: “Adesso”. Luca allora sferrò il suo attacco.


“Dai, è arrivato il tuo momento – disse a Dario – Confidaci anche tu le tue pulsioni omosessuali…”


Dario scosse la testa.


“Ma quali pulsioni omosessuali! – disse a voce alta – Io sono etero e basta! Un etero, solo etero, rigorosamente etero! E lo sono da sempre! Punto!”


Luca, dopo essersi servito, gli porse il piatto.


“E chi ti ha detto che non è così? Si vede lontano un chilometro che lo sei. Proprio per questo non mi sarei stupito se avessi avuto anche tu qualche confessione da fare”.


Dario fece la faccia di chi non ci stava capendo più nulla.


“Si può sapere che stai dicendo?”, chiese a Luca.


“Sto dicendo che sono proprio gli eterosessuali granitici come te quelli che possono concedersi senza incertezze o paure qualche momento di piacere con altri uomini… Io non posso dirmi tale, perché sono bisex e questo è tutto un altro discorso. Ma tu, super etero come sei, dovresti essere il primo a scoparti senza problemi qualche maschio, se ti va”.


Dario si tirò su dal piatto. La punta del naso era appena impolverata.


“Continuo a non capirci un cazzo”, disse.


“Riflettici sopra – gli disse Luca – Sei etero, giusto? E ti piace la figa: su questo non c’è dubbio. Ma l’essenza dell’etero, o per lo meno di quelli così strutturati come te, è il dominio. È l’affermazione di sé su chiunque: al lavoro, in famiglia, tra gli amici, con le donne… A te piace vincere, vuoi essere un leader e lo sei, ma solo vincere non ti basta: tu vuoi anche sottomettere chi ti sta di fronte. Dico male?”


“Dici bene”, fece Anita, ora davvero ubriaca.


Dario annuì.


“Forse, ma non credo che ci sia niente di male…”, disse.


“Ci mancherebbe – riprese Luca – Anzi, è il bello della tua personalità. Ma proprio perché sei così etero, proprio perché il tuo istinto è quello del predatore – perdonami l’enfasi – proprio perché hai l’animo del felino capobranco, sei del tutto legittimato a dimostrarlo in ogni modo. Traendo piacere anche da un maschio sottomesso, se credi, e non solo da una donna. Voglio dire, un maschio su cui affermi il tuo predominio. Un maschio che schiacci sotto i piedi – metaforicamente – mettendoglielo in culo. Pensaci, non fa una grinza. Se tu adesso mi scopassi, io mi sentirei la tua schiava perché a me piace sentirmi così, è ovvio. Ma scommetto che a te piacerebbe da impazzire vedere come mi arrendo sotto i colpi del tuo cazzo, perché mi scoperesti da uomo, da etero senza incertezze, che vede nel maschio soltanto un altro maschio, sia un avversario, un nemico o un sconosciuto, sul quale affermare se stesso”.


Dario aveva ascoltato tutto senza tradire un cenno del viso. Era come pietrificato, e adesso teneva le gambe larghe, non curandosi più di nascondere l’erezione sotto i pantaloni. Luca era composto e tranquillo e Simona, divertita più che mai, si chiese come quel figlio di puttana riuscisse a restare serio dicendo tutte quelle stronzate.


Dario si rivolse ad Anita.


“Amore, lo hai sentito questo fuori di testa? Tu non hai niente da replicare?”


Anita adesso aveva gli occhi fiammeggianti.


“Amore mio, per quanto mi riguarda, se ti scopassi un maschio dopo 35 anni di matrimonio, ti desidererei ancora di più della prima volta che ti ho visto – disse a Dario – Trovo che Luca non abbia fatto che scoprire il vaso di Pandora. E non fare finta che non ti abbia sconvolto perché nelle mutande hai un cazzo di piombo e ce ne siamo accorti tutti!”


Simona e Luca scoppiarono a ridere, poi Luca lanciò a Simona un cenno d’intesa al quale lei rispose annuendo.


Luca si avvicinò a Dario, sedendoglisi accanto.


“Se ti arrabbi, stoppami immediatamente e io la smetto. Ma perché non provi a verificare quello che ti ho detto? Ascolta la mia proposta: io adesso mi chino tra le tue gambe, ti prendo il cazzo in bocca e comincio a farti un pompino. Se la cosa ti disgusta, basta che me lo dici e la pianto subito. Se, invece, ti piace, rilassati e goditela. Nessuno salvo noi quattro lo verrà mai a sapere, rimarrà un segreto che non uscirà da questo appartamento”. 


Poi si rivolse ad Anita.


“Ti senti offesa, cara?”, le chiese.


Anita alzò il calice vuoto e rise.


“Credo che sia dal liceo che non sono così bagnata…”


Luca guardò Dario fisso negli occhi.


“Allora? Lasciami provare, ti prego. Vedrai che è come dico io e che, se ho ragione, ti sentirai più forte di Superman”.


Ci fu un attimo di silenzio durante il quale Simona fece passare il piatto. Quando il suo sguardo incontrò quello di Luca, sentì nascerle dentro una vampa di desiderio.


Alla fine Dario balbettò, agitatissimo.


“Se non voglio, smetti subito. Intesi?”


“Sì, sei tu che comandi”, disse Luca.


Simona si morse la lingua per non ridere. Poi vide Anita avvicinarsi a lei e le sue labbra incollarsi all’orecchio.


“Sei meravigliosa… Siete meravigliosi…”, le disse.


Simona la baciò sulla bocca e le punte delle loro lingue si sfiorarono.


“Anche voi – le disse – Ma adesso voglio che godi guardando il tuo uomo”.


Luca con molta delicatezza aveva sbottonato i pantaloni di Dario, calato la zip ed estratto il suo cazzo dalle mutande. Era un bel cazzo, robusto, duro come la pietra e Luca si chinò su di lui e cominciò a succhiargli con dolcezza la cappella. A quel primo contatto Dario trasalì e fece come se volesse gridare. Ma invece tacque, lasciando che Luca continuasse.


Anita si era rilasciata sul divano. Guardava la scena rapita, persa nel piacere.


“Non è meraviglioso?”, le disse Simona.


Poi Simona le sollevò il vestito fino all’inguine e infilò l’indice della mano destra nelle mutandine. Con tocco esperto carezzò prima le grandi labbra, poi aprì delicatamente un varco fra le piccole e infine raggiunse il clitoride, mentre Anita cominciava ad ansimare di piacere.


Proprio in quel momento Luca interruppe il pompino e guardò Dario che stava ad occhi socchiusi.


“Vuoi che smetta?”, gli chiese.


“No – rispose perentorio Dario – Ancora! Continua così!”


Allora Luca gli riprese il cazzo in bocca, tutto quanto, fino in fondo, e cominciò ad andare su e giù con la testa. Dario si era arreso ma stava godendo rigorosamente in silenzio, così oltre a ingoiarlo fino alle palle Luca cominciò anche a menarglielo con la mano, fino a che Dario non riuscì più a trattenere dei versi di piacere. 


Una volta vittorioso, Luca smise di colpo. 


“Perché?”, gli chiese Dario stralunato.


Anche Simona aveva interrotto il suo ditalino ad Anita, per lasciare che la sua amante si arrapasse scoprendo ciò che lei già sapeva che sarebbe successo.


“Allora abbiamo appurato che un uomo che ti fa un pompino non ti disgusta”, disse Luca a Dario.


“Sì, è vero, mi è piaciuto – ammise lui – E hai ragione anche sul fatto del dominio. Non mi è mai capitato di vedere un uomo arrendersi a me fino a questo punto: tu hai ceduto completamente e io ne ho goduto”.


Luca annuì.


“Bene. E adesso non resta che fare il secondo passo, quello definitivo”.


Dario fece uno sguardo perplesso.


“Ovvero?”


“Beh, tesoro, devi mettermelo nel culo”, rispose Luca.


Dario restò a bocca aperta come un ebete.


“È il gesto del trionfo definitivo, non ce n’è un altro simbolicamente più forte. È il potere assoluto sull’altro e il gesto che rivela la sua sottomissione totale nei tuoi confronti. Comunque pensaci. Vale quello che ti ho detto prima. Tu cominci a farlo: se ti piace, bene e fai tutto ciò che ti pare. Se ti fa schifo, invece, ci fermiamo subito e tutto finisce lì. Ti può andare?”


Dario guardò Anita e si accorse solo allora che aveva il vestito sollevato e gli slip mezzi calati, ma la cosa non lo disturbò.


“Che faccio?”, le chiese, anche se c’erano pochi dubbi su cosa volesse.


“Ma smettila! – gli rispose Anita – Hai una voglia che ti divora, e anche io sto bruciando dal desiderio di vederti. Vai avanti, dai! Fottilo alla grande!”


Dario guardò Luca e fece di sì con la testa.


“Va bene”, gli disse.


Luca si alzò dal divano.


“Benissimo, signori. A questo punto io proporrei di spostarci tutti in camera da letto, perché questo divano è comodo fino a un certo punto. Vi va di seguirmi?”


Anita e Dario si alzarono, mentre Simona prendeva il piatto con la coca.


“Questo lo portiamo con noi”, disse.


Entrati nella stanza, Simona appoggiò il piatto sul suo comodino e accese l’abatjour. Luca spense la plafoniera sul soffitto e la camera si trovò immersa nell’ombra.


“Mettiamoci comodi, ti va?”, disse Luca a Dario. 


Così gli sfilò la giacca e gli sbottonò la camicia, poi si inginocchiò e gli tolse calze, scarpe, pantaloni e boxer. Il cazzo di Dario, se possibile, era ancora più duro di prima. 


“Hai un gran fisico”, disse Luca, ma Dario, agitato, non rispose.


Luca si voltò verso Simona che stava baciando con passione Anita.


“Che ne dici del mio nuovo amichetto, amore?”, gli chiese.


Simona guardò Dario, ma si rivolse ad Anita. Le infilò con decisione l’indice nella figa facendola trasalire.


“Complimenti per tuo marito – le disse – Magari non ti dispiace se poi lo assaggio anche io?”


“Tu puoi fare tutto quello che vuoi”, le disse lei ansimando.


Luca intanto si era spogliato e stava fermo davanti a Dario.


“Allora, campione, adesso io mi metto a pecora al centro di questo bel letto grande. Immagino che tu sappia cosa fare, vero?”


Allora si chinò sul comodino ed estrasse da un cassetto un tubetto di lubrificante. Lo porse a Dario, accorgendosi che nei suoi occhi non c’era più traccia dello smarrimento di prima, ma una sorta di consapevole determinazione.


“Mettine un poco…”, Luca cominciò a dire, ma Dario lo fermò.


“So benissimo quello che devo fare – replicò – Adesso preparati”.


Luca si posizionò a quattro zampe, in attesa che il suo trionfo fosse completo.


Dario si voltò verso Anita e la vide in ginocchio sul letto e, dietro di lei, Simona. Erano completamente nude, aspettando che lo spettacolo avesse inizio.


“Ti piace davvero, amore?”, chiese Dario ad Anita.


“Da impazzire… Dai, comincia, non farmi più aspettare”.


Allora Dario, senza nemmeno metterci eccessiva prudenza, iniziò. Come se avesse dissolto anche l’ultimo dubbio, si passò un po’ di lubrificante sulla cappella, ne mise un poco sul buco del culo di Luca e glielo spinse dentro. A ogni colpo che sferrava buttava fuori una specie di grugnito di piacere, mentre Luca gli faceva da contraltare gemendo. Simona intanto aveva cominciato a strofinare la mano sulla figa di Anita, che incitava Dario senza staccargli gli occhi di dosso.


“Bravo, amore! Così! Così! Scopalo! Sei stupendo!”, diceva mentre le dita di Simona la facevano impazzire.


“Guardalo bene! - le disse Simona - Guarda come il suo cazzo gli riempie tutto il culo!”


Poi Simona voltò Anita bruscamente verso di sé e la spinse sul letto.


“Adesso, però, mi prendo anche io cura di te…”, le disse, chinandosi tra le sue gambe. Anita lanciò uno strillo e premette la testa di Simona sulla figa.  Simona si staccò e la guardò.


“Sei già fradicia”, le disse.


“Non smettere, ti prego! Mi fai godere troppo…”, le disse Anita.


Dario intanto non la smetteva di sbattersi Luca. Come aveva fatto poco prima, quando Luca avvertì che Dario era davvero in orbita, si staccò e, girandosi verso di lui, lo affrontò di petto.


“Allora? Possiamo dire che ti piace anche questo?”, gli chiese, sorridendo.


Il torace di Dario era lucido di sudore, e così il collo e la fronte.


“Mi piace tutto quello che ti ho fatto – disse – E non ho intenzione di smettere adesso”.


Luca indicò Simona e Anita vicino a loro. Adesso stavano facendo un 69 e Anita, che stava di sopra, leccava Simona con tanta foga da sembrare che le volesse sparire nella figa.


“Che ne pensi della tua dolce mogliettina?”, chiese Luca a Dario.


Dario si prese il cazzo in mano.


Sorrise.


“È una puttana peggio di te”, rispose.


“Voglio ancora che mi inculi”, gli disse Luca.


Dario allora si sdraiò a letto, accanto a Simona e Anita.


“Siediti sopra – ordinò – Subito”.


Luca non se lo fece ripetere.


“È bellissimo”, disse non appena ebbe il cazzo dentro.


“Non parlare, troia – gli disse Dario – Pensa a farti scopare e basta”.


Luca cominciò a muoversi mentre Dario lo teneva stretto per i fianchi. Poi con una mano gli strinse il collo, costringendolo ad abbassarsi su di lui e cominciandolo a trapanare a ritmo sempre più forte.


“Così ti piace?”, chiese ansimando.


“Da morire”, rispose Luca.


“Allora sono bravo a scopare i maschi?”, chiese Dario.


“Sei spettacolare…”, sussurrò Luca in estasi.


Continuarono così per diversi minuti, mentre Simona e Anita, sedute una di fronte all’altra, godevano abbracciate, strofinandosi la figa di una su quella dell’altra. Poi Dario scansò Luca.


“Per adesso con te mi fermo – gli disse – Ma torno dopo”.


Si tirò su dal letto e, restato in ginocchio, strappò Simona da Anita.


“Oh, finalmente pensi anche a me – gli disse Simona dandogli un bacio – Credevo ti piacesse solo incularti il mio love”.


“Stai tranquilla, ne ho per tutti e due”, rispose Dario.


Così spinse Simona a sdraiarsi di schiena sul letto, le alzò le gambe fino a farle appoggiare sulle sue spalle e gli mise il cazzo dentro. Simona si sentì sciogliere in quella penetrazione e si abbandonò ai colpi di Dario, stringendogli il culo tra le gambe. Anita si avvicinò al marito e lo baciò con la lingua, prima che Luca si avvicinasse per portarla via.


“Ho appena dato il culo al tuo uomo e lui si sta pure sbattendo il mio amore – disse Luca ad Anita – Credo che sia giusto che io faccia lo stesso”.


Anita si sdraiò e dischiuse le sue tette giganti.


“Volentieri – disse lei – Prima, però, fattelo carezzare per bene con queste”.


Luca allora affondò il cazzo nel petto gigantesco di Anita, facendosi fare un massaggio spettacolare che quasi lo fece venire. Simona, accanto a loro, dava sfogo a tutto il suo piacere seduta a smorzacandela e si godette per qualche momento lo spettacolo di quella spagnola stupenda, prima che Luca girasse Anita sulla pancia e le aprisse le gambe quel tanto da poterla fottere standole sopra. Appena Luca cominciò ad affondarle dentro, anche Anita si mise a gemere. Poi si girarono su un fianco e Luca continuò a scoparla tenendole sollevata una gamba.


“Ti piace vedere tua moglie che prende il cazzo di un altro?”, chiese Simona a Dario, mentre gli faceva un pompino.


“Mi pare assurdo che lo stia dicendo, ma sì, mi piace da impazzire”.


Simona riprese a succhiargli il cazzo ma dopo alcuni minuti Dario la fece smettere.


“Perché te ne vai?”, gli chiese lei stupita.


“Fammi un favore, adesso a mia moglie pensaci tu”, le disse.


Poi, con un gesto perentorio, staccò Luca da Anita.


“Che fai?”, gli chiese Luca.  


“Voglio ancora il tuo culo – rispose Dario – Rimettiti a pecora”.


“Ci hai preso gusto, eh, stallone?”


“Zitto. Mettiti a pecora e basta”.


Questa volta Dario si mosse con assoluta sicurezza. Si mise alle spalle di Luca, gli aprì il culo per bene e glielo mise dentro con un colpo secco del bacino. Mentre lo scopava, da che era in ginocchio, tenendolo stretto per i fianchi si sollevò su entrambe le gambe in modo che il culo di Luca si alzasse al massimo e che lui glielo potesse infilare il più a fondo possibile.


“Ti piace il mio cazzo?”, chiese a Luca, ansimando.


“Lo sento fino in gola! Sei meraviglioso!”, rispose Luca, tramortito dal piacere.


Simona e Anita stavano ferme a guardarli, una tra le braccia dell’altra.


“Ci crederesti che quello è tuo marito?”, chiese Simona ad Anita.


“Non l’ho mai visto così sfrenato”, rispose.


“Vedrai che adesso comincerà a scoparti allo stesso modo”, disse Simona.


“Magari!”


“Fidati di me”, disse Simona. Poi diede un lungo bacio sulla bocca ad Anita.


“Hai voglia di venire, tesoro?”, le chiese.


“Non devi neanche chiedermelo…”


“Allora siediti con la figa sulla mia bocca”, le disse Simona, sdraiandosi.


Anita obbedì e Simona cominciò a leccarle tutta la figa, facendole al contempo un ditalino profondo. Anita, mentre sentiva che l’orgasmo cominciava a salire, si allungò quel tanto che le permettesse di masturbare Simona con la mano, mentre non staccava gli occhi da Dario e Luca. 


“Sto per venire! – gridò – Sto per venire!”


“Anche io, tesoro! – gridò Simona – Non smettere, ti prego, non smettere!”


Vennero praticamente insieme, urlando in preda a una sorta di stordimento. Mentre ancora il corpo era scosso dall’orgasmo, Anita si sdraiò accanto a Simona e si baciarono con passione.


“Giura che mi scopi ancora! – le disse – Giuramelo!”


Simona aveva affondato il viso tra le tette di Anita e, ancora in preda al piacere, le succhiò avidamente i capezzoli.


“Ma certo che ti scopo ancora, amore! – disse ad Anita – Ti scopo tutte le volte che vuoi”.


Appena si calmarono, stringendosi con tenerezza, rivolsero l’attenzione ai loro uomini.


Ormai tutto il corpo di Dario era cosparso da un velo di sudore e, malgrado avesse il fiatone, sembrava non volere smettere di inculare Luca.


“Tesoro, io vengo tra un secondo – gli disse Luca – Non riesco più a trattenermi”.


Così si prese il cazzo in mano e, data la posizione, gli bastarono appena un paio di colpi per schizzarsi addosso, quasi tutto sulle cosce, lanciando un verso di estasi. Quando si sdraiò sul letto, Dario ne approfittò per rimettersi in ginocchio e riprendere fiato. Luca allora scorse verso di lui e glielo strinse forte, impugnandoglielo alla base. Cominciò a fargli una sega profonda, a tratti violenta, mentre Dario faceva dei versi incomprensibili. Tutto durò meno di un minuto. Poi anche Dario venne, abbandonandosi senza ritegno all’orgasmo.


“Sì, cazzo, sì! – gridò – Fammi godere! Fammi godere!”


Fece una sborrata incredibile e i primi getti colpirono Luca all’altezza del collo. Sembrava che il cazzo non volesse smettere mai di schizzare e Simone e Anita, ridendo come pazze, fecero perfino un applauso.


“Così! Vai così! – urlarono – Ancora di più, ancora!”


Quando l’orgasmo finì, anche Dario si rilassò nel letto e per qualche secondo rimasero tutti a recuperare le forze, senza dire nulla.


“Sono pieno di sperma dalla testa ai piedi – disse poi Luca – Faccio una doccia e torno”.


Anche Dario si alzò insieme a lui.


“Vengo con te, sono tutto sudato”.


Nell’attesa che i due tornassero, Simona e Anita si misero a pomiciare come ragazzine. Poi Luca e Dario rientrarono e si sdraiarono di nuovo sul letto.


“Avete urgenza di tornare a casa?”, chiese Simona.


“Per niente – rispose Dario – A meno che non siate stanchi”.


“Non sia mai – disse Luca – Restate ancora, lo spettacolo continua”.


La festa così proseguì a lungo, fino a mattino inoltrato. Ogni tanto le coppie riprendevano a scopare, scegliendosi indifferentemente e quando facevano una pausa per riprendere fiato o per tirare una striscia, se ne stavano stretti, in mucchio, con i corpi aggrovigliati, appagati, a parlare per conoscersi meglio.


“Ho scopato un uomo”, disse Dario a un certo punto, non nascondendo il proprio stupore.


“E ti senti gay per questo?”, gli chiese Luca.


“Per nulla”.


“Che ti avevo detto?”


“Avevi ragione. Mi sento più maschio che mai”.


Anita diede un bacio a Simona.


“Che serata meravigliosa”, le disse.


Il bacio divenne profondo e le loro lingue si intrecciarono.


“Posso dirtelo? – scherzò Simona – Sei il capo che tutti sognano”.


Anita rise, poi scese lungo il corpo di Simona a cercarle ancora la figa.


Anche Luca cominciò di nuovo a spompinare Dario. Quando si interruppe per un momento i loro sguardi si incontrarono. Dario lo fissava, perso nel piacere.


“Ma se adesso provassi a succhiartelo io – chiese a Luca – sarei sempre etero, vero?”