Una mano più dura  



Nei giorni successivi quell’indagine, ricordo che ebbi una reazione inaspettata. Forse era dovuto al fatto che avevo impiegato un sacco di tempo a cercare risposte senza un coinvolgimento in prima persona, forse avevo stimolato troppo le corde di alcune mie perversioni, forse avevo lasciato un vuoto dentro di me che necessitava di essere colmato con risposte certe.  
Fatto sta che presi di mira Marco, costringendo tutta me stessa a dedicare le mie forze fisiche e mentali per spremerlo e tirargli fuori qualcosa che non mi aveva ancora mostrato. Ricordo che decisi di auto invitarmi ogni sera, a casa sua, e passare le notti da lui con delle intenzioni ben precise: far emergere tutte le sue perversioni. Gli dissi esplicitamente che in quel periodo avevo solo voglia di scopare, e gli mandavo mail costantemente, con in allegato immagini mie nuda mentre mi masturbavo. Questa cosa, mi rivelò successivamente, lo rendeva confuso perché, sì di fatto si eccitava moltissimo, ma non capiva mai se provasse più eccitazione o disagio per l’avere a fianco una donna come me, così lussuriosa. Poi gli dicevo esplicitamente di procurarsi dei porno a noleggio, a suo piacimento. La cosa non lo convinceva quasi mai, allora subito presi iniziativa anche su questo punto. Mi facevo trovare a casa ogni sera con almeno un paio di dvd noleggiati, pronti alla visione sul suo lettore dvd e da guardare assieme mentre ci eccitavamo. Ci eccitavamo tanto, ma notavo in Marco sempre quel velo di stupore, un eccessivo stupore... Dai suoi occhi, sembrava che quei video non li volesse vedere. Ma il suo cazzo era sempre eccitato e quindi non trasmetteva mai un’idea limpida di ciò che voleva in quel momento. Volevo fargli capire comunque che in quelle situazioni io mi trovavo perfettamente a mio agio.  



Passai così alla pornografia più spinta. Portai a casa un dvd di una gangbang massiccia, con un’attrice che doveva subire un trattamento più violento della media fruita da Marco. Fu un’esperienza molto strana, che proverò a raccontarti. Gli dissi che sarei rimasta accanto a lui a guardare quel video, di circa 1 ora e mezza, mentre io e Marco eravamo comodi sul nostro letto, nudi e col monitor di fronte a noi. Gli proposi di prendere qualsiasi iniziativa, ovvero continuare a guardare il video, o spegnere e scoparmi, o fare entrambe le cose, o mandarmi via. Ma io da lui volevo massimo coinvolgimento. Quando cominciarono a prenderla di mira, a suon di spinte e prese decise e violente, Marco si eccitò all’istante. Nonostante ciò, cercò dapprima di fissare solo me, provando a baciarmi e distraendosi dalla visione. Poi, dopo diversi miei inviti all’osservazione, ci riuscì ma questa volta focalizzandosi sul video piuttosto che su di me, che ero accanto a lui pronta a fare qualsiasi cosa mi chiedesse. Io lo guardavo, che era lì tutto nudo ed eccitatissimo, ma era sempre alquanto scioccato da ciò che vedeva... Allora io mi avvicinai piano piano al suo cazzo con la mano, sussurrandogli che poteva fermarmi se voleva. Lui non pronunciò alcun verso. Così, lentamente, molto lentamente, cominciai a masturbarlo mentre l’attrice veniva sbattuta a suon di cazzi e insulti. Marco mostrava la sua massima eccitazione anche in questo caso. Di solito succedeva quando lo spompinavo, quando gli davo il culo, e quando lo scopavo con il mio seno stretto al suo glande. Era sovraeccitato anche in quel momento, e dopo una mezz’ora di lentissima masturbazione, mi disse che di lì a momenti sarebbe venuto. Gli chiesi se potevo ingoiare i suoi schizzi dalla fonte. Lui non rispose. Non volli insistere, così lo lasciai schizzare liberamente addosso al suo addome. Emise dei gemiti liberatori, quasi sofferenti. Ricordo che in quegli istanti mi eccitò moltissimo guardarlo in quello stato. In più, quel video mi aveva fatto perdere la testa, ma non volli infierire e stoppai la visione con una scusa stupidissima. Per uscire di casa a fare una passeggiata.  



Quell’esperienza fu doppiamente strana perché Marco non mi fece capire cosa provava nella sua testa. Ma anche perché probabilmente volevo anch’io finalmente sfogarmi un po’, condividendo la mia pura perversione per le gangbang e il sesso di gruppo. Ed era chiaro che in un qualche modo non ci ero riuscita a pieno, perché nei giorni successivi mollai un po’ la presa, smettendo di insistere troppo con Marco, ma concentrandomi su ciò che volevo davvero io.  
E cosa volevo davvero io? Io volevo riprendere a chattare con Jerk Party.  
Non ti ho detto finora che, nonostante io non avessi fino a quel momento ripreso parola con quei depravati, loro continuavano a scrivermi quasi ogni giorno. Cercavano di capire se fossi ancora viva, quindi era un continuo “Hey”, “Sasha che fine hai fatto”, “Vuoi divertirti ancora un po”, “Ci manchi Sasha”, “Vuoi scambiare foto?”.



E un giorno, finalmente, quella risposta arrivò:  
G- Hey voi.  
J- Sasha! Ci sei mancata tanto!  
I toni confidenziali non esitarono a tornare dopo qualche battuta, riprendendo gli insulti. Ma questa volta, non volevo solo trascorrere quelle notti godendo assieme a loro online. Volevo capire se c’era una vaga possibilità che c’entrassero qualcosa con l’indirizzo collegato a Marco. Non ebbi mai il coraggio di menzionarlo in chat, per il timore di coinvolgerlo. Ma quel giovedì provai a chieder loro questo:  
S- Purtroppo questi giorni non ci sarò. Ma lunedì sera forse potremo riprendere il nostro discorso. Voi ci sarete?  
J- Lunedì è perfetto! E’ il giorno in cui siamo tutti qui in chat.  
S- Cosa farete di bello per me, segaioli?  
J- Ti immagineremo legata a braccia indietro e con un collare, mentre ti trapaniamo il culo a turno... lurida puttanella.



Li salutai con freddezza. Non diedi modo di continuare la conversazione. In verità ero ancora lì a bagnarmi per quelle parole che mi fecero perdere la testa. Avevo superato il fatidico limite oltre il quale i miei istinti prendevano il sopravvento. Dovevo fare qualcosa per appurare se tutto ciò era o no una mera coincidenza. Decisi che, in quel lunedì notte accordato con loro, avrei fatto un gesto del tutto irrazionale.



La mattina successiva mi recai da Marco. Gli scrissi esplicitamente di volergli dare il mio culo, così mi accolse super eccitato e già pronto per l’atto, e scopammo una buona mezz’ora. Doveva andare a lavoro e si fece una doccia. Durante quei minuti, andai nel suo studio e cercai disperatamente qualcosa che poteva servirmi. C’erano una pila di pacchi, tutti accatastati. Trovai il pacco che cercavo, proprio quello indirizzato a Jerk Party. E lo presi con me. Tornai a casa con qualcosa che poteva non significare nulla, o scottare come lava bollente.  
L’idea di rubargli quel pacco mi fu chiara perché Marco non effettuava tutti i lunedì quella consegna, quindi nonostante non avessi un briciolo di prove a riguardo, immaginai che poteva essere normale che Marco quel weekend non aveva ricevuto nulla da consegnare, senza arrecargli alcun sospetto.


 
Il pacco aveva le stesse dimensioni di sempre, lo agitai un po’ per capire il contenuto. C’era senz’altro materiale solido che si agitava, di plastica ma non troppo fragile. L’idea malsana che mi era balenata era la più assurda del mondo: avevo deciso di consegnare di persona quel pacco.


 
Un’idea così assurda quanto eccitante, da lasciarmi la pelle d’oca per tutto il weekend fino a quel fatidico lunedì. Ero convinta di dover fare quella cosa per placare i miei animi, senza la consapevolezza che, se fosse stato tutto collegato, mi sarei immischiata in un guaio probabilmente fuori dalla mia portata. Oltretutto, decisi che l’orario di consegna doveva essere la sera, proprio l’orario in cui il gruppo chat omonimo si collegava con me, all'incirca le 21 di sera. Mentre mi preparavo per la consegna, pensavo che se invece fosse stata una mera coincidenza avrei inscenato un errore di indirizzo. Ma per l’amor di Dio, ogni volta che ci ripenso mi ridico che tutto ciò non aveva alcun senso. 


(continua)

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