Qualcuno mi chiede ancora se si tratta di una storia di fantasia o una storia vera. È una storia verissima! E spero che non mi venga più chiesto.


Mi viene anche chiesto come è cominciata. Un ordine cronologico degli eventi.


Eccolo!


Prima cosa, dovete fare mente locale, anche se molti di voi non erano nemmeno nati, parliamo degli anni 80. Quindi, niente cellulari, internet eccetera. Le tv locali trasmettevano i primi film porno a notte fonda. Il porno era soprattutto diffuso nelle edicole in appositi settori e in qualche cinema a luci rosse diffusi nelle grandi città.


I bar in compenso erano molto più affollati che ora, ed erano un importante punto di ritrovo.


Quando Anna passava a passo sicuro davanti al mio bar le discussioni tra i maschi, dai quattordici ai ventitré anni, si interrompeva. I sussurri dicevano: “Ragazzi passa la puttana” oppure “ecco la pompinara” e anche “quella scopa con tutti…là da a tutti ragazzi…e se va male vi fa solo un grande pompino”.


E qualcuno aggiungeva: “si…ma vi svuota le palle! Le piace a sborra a quella troia!”. Ma una frase mi colpì particolarmente:” e va ancora alle scuole medie!”


Le presunte (che non si rivelarono affatto tali) esagerazioni arrivarono a dire che il trattamento minimo della ragazzina fosse un bel pompino e che fosse sufficiente metterle la mano sul pacco perché lei non riuscisse a tirarsi indietro.


Io inizialmente non credetti interamente a questo. Ma ovviamente, mi sbagliavo. Già donna a tredici anni, alta metro settanta con i tacchi era effettivamente imponente, culo alto e formoso ma anche bei fianchi. Poco seno, ma visto l’età ci poteva stare. Viso ovale, occhiali, capelli e occhi castani e occhiali.


Labbra sensuali e un viso perennemente imbronciato che la rendeva ancora più troia.


Comunque questo era ciò che si diceva al suo passaggio. Ero consapevole che il gossip tendeva a gonfiare gli eventi, mi dissi che magari ci fosse della esagerazione in tutto questo.


Un episodio però mi insinuò un dubbio. Un frequentatore dello stesso mio bar, non eravamo della stessa compagnia, ma lo conoscevo bene. Un mio coetaneo.  Era un porco, ma non millantava. In un mondo di cacciapalle del tipo “mi sono scopato quella” o “mi sono inculata altra”. Lui no! Anzi ironizzava su questi improbabili scopatori.


Quindi quando descrisse ciò che sto per dire, io fui particolarmente attento.


All’epoca non era inconsueto trovarsi la sera o le domeniche pomeriggio in ampi parcheggi. Anche compagnie diverse. Ci si mischiava un poco e capitava di dividersi verso mete diverse.


Non era quindi inconsueto abbandonare qualche auto poco distante, le portiere aperte e autoradio accesa con un “libero accesso” a chi voleva sedersi per chiacchierare o ascoltare un poco di musica.


Ovviamente le chiavi rimanevano in tasta al legittimo proprietario! Aahaha.


Era una sera. Quando Anna si sedette sull’auto “abbandonata” del tipo. A fianco del conducente. La consueta aria imbronciata e pareva nel suo mondo ascoltando della musica.


Il mio coetaneo la vide e pensò bene di raggiungerla. Si sedette al posto guida senza rivolgere alcuna attenzione alla troietta, la quale non si scompose.


Ovviamente il porco era ben consapevole della nomina della ragazzina zoccola. Nel frattempo, a quanto detto sopra le si era aggiunto un nomignolo che non la avrebbe più lasciata: la Regina dell’ingoio!


Il porco con una mano armeggiava amplificatore e con altra tirò fuori il cazzo iniziando a menarselo. Sempre senza rivolgere alcuno sguardo alla troia! Come se lei non ci fosse!!!


In compenso sentiva il respiro della precoce puttana che si faceva corto dall’eccitazione.


A quel porco fu sufficiente darle un piccolo invito sulla spalla e la puttana si gettò sul cazzo e non lo mollò finché non gli aveva spillato fino all’ultima goccia di sborra, per poi pulirlo accuratamente!


Il tutto senza rivolgergli la parola! Dopo un paio di decenni avrei scoperto che tutto questa era estremamente verosimile!


Fino a quella domenica mattina che arrivò anche la mia occasione!


 Come di consueto, io e il mio migliore amico dell’epoca stavamo parlottando con un gruppo di ragazze per organizzare il pomeriggio. Il mio amico aveva da tempo un particolare feeling con una tipa e pareva ricambiato.


All’improvviso comparve la zoccola! Come un uragano! Non ricordo con quale pretesto ma si presentò con un chiaro ed esplicito proposito: farsi scopare dal mio amico!


Sentii e vidi personalmente le altre ragazze ammiccare tra di loro commentando a bassa voce: “E’ arrivata la puttana!” Questo aspetto non era sfuggito alla zoccola ma non se ne curava minimamente. Non solo. Ogni occasione era buona per far capire che razza di puttana fosse e non si sottraeva nemmeno a parole tanto che a pochi passi da dove stavamo parlando era presente una affollata pasticceria (inoltre era domenica mattino). Non so come capitammo sul discorso dei dolci ma sta di fatto che la precoce zoccola disse a voce alta e leccandosi le labbra (lo fa ancora oggi!): “A me piace tutta la crema! Quella grigia ma anche quella bianca!”


“Che grandissima cagna!” fu il commento delle tipe presenti.


Sta di fatto che lei riuscì a farsi invitare a bere qualcosa nel pomeriggio. Eravamo sulla mia auto, io, il mio amico di fianco, la zoccola dietro e altra tipa che aveva un feeling con il mio amico.


Per tutto il tragitto fu una vera cagnetta in calore, con le mani che si allungavano ad accarezzare il mio amico.


Non le andò bene, perché il mio amico aveva diretto le sue attenzioni sull’altra tipa. Non che non le piacesse la troia ma molto più realisticamente aveva capito che la zoccola avrebbe potuto scoparsela anche in tempi futuri e soprattutto non si sarebbe sputtanato con l’altra tipa.


Quindi al rientro dal bar mi chiese di lasciarlo al parcheggio dove lui e altra tipa avrebbero proseguito per altre destinazioni.


Fino a quell’istante la puttana non mi aveva rivolto quasi nemmeno la parola. Ero io a cercare di intromettermi nel fitto dialogo che aveva avuto con il mio amico. Inutilmente! La puttana mi aveva ignorato, fino a quel momento.


La vacca era palesemente scocciata dall’esito della sua caccia ed era imbronciatissima. Io accesi l’auto in attesa di qualche sua indicazione che non arrivò.


Mi indirizzai per una via che non avrebbe lasciato dubbi a nessuna, figurarsi ad una troia già così scafata: in un bosco dove le coppie, di consueto, le coppie si appartavano.


Nell’assoluto silenzio spensi il motore. Io avevo ventidue anni e la puttana quindici!


Non ero certo inesperto ma, seppur lei avesse la bella nomina di cui ho detto, era sempre una ragazzina e mi persi un attimo nell’approccio.


Fu lei a darmi la sveglia dicendo: “E allora? Cosa siamo qui a fare? Non scopiamo?”


Io accusai il colpo ma feci finta di niente. Ci pensai un attimo (ma vista la risposta avrei potuto pensare di più) e le dissi, con poca convinzione: “Io con le vergini non ci scopo!”


Non so come mi venne in mente! Probabilmente non avevo altre risposte.


La quindicenne puttana mi fulminò con lo sguardo e aggiunse: “Lo sanno tutti che sono una troia!”


Quindi senza aggiungere altro si sfilò i completamente i jeans, con una rapidità che denotava molta pratica. Io, nel frattempo, mi abbassai i pantaloni. Non riuscii a fare altro perché fu la puttana a prendermi la mano e a portarla sulla figa dicendo: “Dai…Infilala!!”


Io avevo ventidue anni e la zoccola quindici ma era lei a tenere il gioco!! E non ero certo alla prima esperienza.


Quella figa non la avrei scordata per decenni. Sfondatissima! Pareva quella di una navigata prostituta!!


“E dai…infilala tutta” mi disse la puttana “e muovi le dita…cazzo...muovi le dita!”


Io ero a suoi ordini! Altro che la verginella!


Quando la cagnetta in calore decise di averne abbastanza di mano mi disse: “E adesso scopami…cazzo aspetti…scopami!”


Con il cazzo di marmo le andai sopra. I miei pantaloni semplicemente abbassati. Non feci in tempo a metterglielo dentro che la puttana mi incitava: “dai scopami…e trattami da troia…cazzo…trattami da troia!”


Io non aspettavo altro. Il turpiloquio spinto era una aggiunta di libidine Quindi: “Sei proprio una puttana…una troia…sei una vera vacca!”


La sua sfondata figa era un lago!!!


La quindicenne pareva una scafata vent’enne e continuava a incitarmi: “Dai porco…dacci dentro…dacci dentro…oggi sono la tua puttana!”


Ovviamente conoscevo la sua nomina, era da tempo la Regina dell’ingoio. Ma la scomodità dell’auto e la voglia di scoparla fino all’ultimo mi fece rimanere in quella posizione finché non sentii che stavo per sborrare.


Quindi ho estratto il cazzo, ho appoggiato sulla pancia e ho goduto. Come un maiale!


La vacca ha allungato le mani, ha raccolto un poco di sborra sulle dita e se l’è portate in bocca pulendole!


E (lo ripeto ancora!) lei aveva quindici anni!!!


Quindi ci siamo ricomposti. Io mi sentii in obbligo di dire qualcosa di scherzoso che la puttana ignorò beatamente.


Le chiesi se avesse desiderato dove essere accompagnata, lei mi rispose un laconico: “A casa”.


Ovviamente io sapevo dove abitava. Durante il breve tragitto non disse una parola.


Quando scese sentii un labile “ciao” mentre la portiera si chiudeva. Solo qualche giorno dopo ci incrociammo sullo stesso marciapiede e la zoccola mi salutò a mala pena!


Un paio di settimane dopo il mio amico mi disse che sarebbe uscito con lei. Lui era più fortunato di me in quanto aveva spesso la casa libera. Passò un pomeriggio intero con la puttana. Riuscì quindi a scoparsela in tutte le posizioni e verificò anche lui quanto fosse golosa di sborra ma, nel suo caso, sborrandole direttamente in bocca.


Dopo qualche mese, io cambiai paese e quindi la persi di vista. Immediatamente dopo conobbi la mia futura prima moglie e mi trasferii in un’altra ragione.


Ma potevo mai dimenticare una puttana simile? Passarono i decenni, mi ritrovai a eccitarmi, mentre scopavo mia moglie, nel pensare a quella incredibile puttana.


Mi chiesi se si fosse sposata. E in tal caso con chi. Mi dicevo che delle due l’una: o l’eventuale marito era un grandissimo cornuto o, in alternativa, un porco che la scambiava con altre zoccole.


In realtà pensavo che non si sarebbe mai sposata. Ricordai che nel paese non era ovviamente l’unica zoccola presente, anche se nessuna era ai suoi livelli. Bene, una di queste puttanelle convogliò a nozze e non mancò di far esibire la foto del matrimonio nella vetrina del fotografo. Ricordo la coda dei maschi a osservare la foto del “sicuramente cornuto” nuovo consorte. Se si fosse sposata anche la precoce vacca sarebbe stato sicuramente lo stesso.


Passarono così due decenni e mezzo. Nel frattempo, mi ero separato, quindi divorziato. E arrivò Facebook. Ero libero ma molto distante dal paese natio. Ricordavo il cognome della puttana. La cercai con poca convinzione e…bingo! La beccai subito.


Sul profilo non appariva alcuna sua foto. Però veniva evidenziato che era sposata e mi chiesi immediatamente chi avesse potuto sposare una puttana simile. Si accennava anche che avesse dei figli e quello ovviamente ci stava. Ma la cosa che maggiormente mi colpì era che risultava ancora residente nello stesso paese! Visti i precedenti da ragazzina lo reputavo molto improbabile, ma evidentemente mi sbagliavo.


Volevo contattarla ma dovevo trovare un modo soft. Non potevo certo dirle “ciao, io sono uno dei tanti che ti ha scopato, ti va di sentirci?”


Le chiesi l’amicizia allegando (dopo averlo ben meditato e studiato) un messaggio del tipo “mi sembra di conoscerti ma non sono sicuro, ora vivo lontano e mi farebbe piacere ricordare i tempi andati nel nostro paese”. Lei parve incuriosita dal mio messaggio tanto che mi inviò un sms in cui mi invitava a chiamarla.


Dopo circa venticinque anni la sentivo!


Bastarono poche parole perché mi dicessi tra me e me: “Caro Luca, sei proprio un coglione! Per decenni ti sei immaginato la ragazzina che avevi conosciuto e ora trovi una donna di mezza età stanca, delusa e affranta. “


Niente a che vedere con la puttana che avevo conosciuto. Mi colpì il fatto che non avesse troppo approfondito su come avessi fatto a trovarla. Si accontentò della mia banale scusa.


Ma voleva parlare e io la feci parlare. Molto volentieri!


Mi disse che a diciassette anni conobbe il futuro marito che arrivava da un altro paese. E fin qui le cose tornavano, infatti difficilmente avevo pensato che uno del paese avesse potuto avere una storia seria con Anna versione ragazzina.


Aggiunse che appena sposati andarono a vivere nella grande città. E anche questo tornava. E che solo recentemente erano tornati al paese natio della zoccola.


Quindi mi fece una confidenza molto importante ai fini del seguito della storia (memorizzate!), mi disse che a suo avviso aveva sposato l’uomo sbagliato. In quel periodo un altro ragazzo la filava con intenti seri. Un certo Maurizio e Anna mi disse che non lo aveva mai dimenticato tanto che la sua iscrizione su Facebook era dovuta a questo.


Alla ricerca di questo Maurizio! Io le chiesi se lo avesse trovato, lei mi disse di sì, ma ora era sposato e viveva a Venezia.


Subito dopo le chiesi come trovò il paese, dopo tanto tempo in cui era stata fuori.


È cambiato tutto!” rispose la puttana “non tanto come paese in sé ma la gente è tutta diversa!”


Avevo intuito ciò che avrebbe potuto essere accaduto. Nessuno, o pochi, si sarebbero ricordati di lei. Anna era un fiume in piena. E io la lasciavo straripare!


Mi confidò che mi chiamava senza far insospettire il marito. Mi chiarì che lavorava “per lui” nel negozio del maritino.


Le chiesi ovviamente come andasse il matrimonio. Mi rispose che era un disastro fin da subito. Avevano due figli già maggiorenni e oltre che dover lavorare in negozio faceva da “schiava” anche in casa.


Il giorno successivo fu sempre lei a cercarmi. Mi disse che era in pausa, a pochi passi dal negozio.


Io cautamente le chiesi se avessi potuto farle una domanda indiscreta. Lei non pose obiezioni.


Le chiesi come andasse a sesso con il marito condendo il tutto con un “è dimostrato che è importante in una coppia”. Insomma, cercavo di non essere volgare ma di dare un tono alla discussione che sembrasse serio.


In realtà ero eccitatissimo e mi dicevo: “Ora sarai anche una brava mogliettina e madre ma se tu sapessi che io conosciuto la tua figa chissà come reagiresti!”   


Sul sesso mi disse che era un disastro! Aggiunse che lui era gelosissimo. E ci credo! Pensai io! Magari gli era giunta qualche voce sul suo passato da zoccola. O forse quella figa già sfondata fin da ragazzina qualche dubbio doveva averglielo fatto venire.


Lei non si scompose ma affrontò il tutto come se fosse un discorso tra adulti. Mi colpì comunque


il fatto che ne parlasse, a conti fatti, con uno sconosciuto. Detto questo non fu volgare. Mi accennò che con il tempo il desiderio era scemato e che fu lei a proporre di ravvivarlo con qualche indumento sexy. Il marito liquidò la faccenda con un “sono cose da troia!” e lei mi disse che sentì umiliata da quel tranciante giudizio e non osò chiedere altro, tanto che oramai, sessualmente, era due separati in casa.


Anna appena poteva mi chiamava, di nascosto dal maritino, ed era quasi sempre lei a parlare.


Passammo così due giorni esatti dal primo contatto. Mi dissi che, alla fine, la avevo cercata con altri stimoli. Poco alla volta mi dissi che avrei dovuto confidargli il motivo anche se questo avrebbe comportato non sentirla più. Immaginate una ex puttana di paese ora sposata, con prole e marito, che lavora in un affollato negozio di paese, e voi a questa dite che la ricordate zoccola, che ve la siete scopata decenni prima e che conoscete molto del suo passato.


La prima cosa che immaginavo potesse fare era chiudere immediatamente il contatto. Detto ciò, mi dissi che avrei corso quel rischio. Cercai di farlo con garbo, in occasione di un sms le dissi. “In realtà, scusa se non te l’ho detto prima, io e te tanti anni fa abbiamo avuto un incontro ravvicinato!”


La sua risposta è immediata: “Quanto ravvicinato’”. La mia contro risposta altrettanto immediata. “Molto ravvicinato!”


Quindi il silenzio. Mi dico che è andata. Non la sentirò mai più. Dopo una ventina di minuti mi arriva un suo messaggio. Lo leggo e sono incredulo. Lo rileggo. Avevo visto bene. Il messaggio diceva: “Allora devo avere assaggiato anche la tua sborra!!!”


Mi dissi che era tornata!! Altro che la mogliettina redenta! Era tornata o forse non era mai scomparsa.


Arrivò un altro messaggio: “Ne parliamo stasera quando sono in vasca”.


E fu da subito un gran delirio.