Prosegue il racconto di Laura


 


Ero eccitata dal primo momento in cui avevo visto quella distesa di cazzi giovani sulla spiaggia. Mi era balenata l’idea di imboscarmi con uno di loro già da un pezzo. Samantha e Marta sanno che io e Mario (mio marito) non siamo una coppia conservatrice, abbiamo fatto molte esperienze insieme, ma questa sarebbe stata la prima volta da sola e completamente alle sue spalle. Ma non ci feci troppo caso.


In quel momento ero completamente nuda e sudata, insieme a un ragazzetto carino e con uno dei piselli più graziosi che avessi mai visto. Era esattamente proporzionato al resto del corpo. Ma, cosa più importante, era lungo circa il doppio di quello di Mario… Quando mi sarebbe ricapitato?


- Allora, il bagno è di là - indicò Giacomo - io ti aspetto qui in camera -


- Se vuoi puoi venire, non ti mangio mica - Dissi sorridendo.


- Pensavo volessi un po’ di privacy - Rispose.


Inarcai un sopracciglio e con voce provocante dissi: - Ci siamo visti nudi per ore, non mi distuba fare la doccia insieme - Voltai le spalle e, sculettando, mi avviai lentamente verso il bagno.


Avevo aperto la cabina della doccia per entrare, quando sentii chiamare il mio nome.


- Allora mi hai raggiunto - Sorrisi a Giacomo che era sulla soglia del bagno.


- Ti ho portato un asciugamano - Porgendomi un telo bianco.


Eravamo ancora tutti sudati e pieni di sabbia.


Tornai indietro sui miei passi, lo raggiunsi, gli tolsi l’asciugamano dalle mani e lo buttai in terra.


Lo baciai, mentre passavo le mani prima sul petto umido e increspato, poi tra i peli dell’addome e infine sul pacco.


- Qualcuno non vedeva l’ora - Sorrisi a bassa voce.


Il pisello era già a mezz’asta e mi trovai quasi impreparata. Ero abituata a quello di Mario e questo cambio di misura mi spiazzava. Ci astavamo baciando, ma mi staccai. Volevo baciargli il cazzo. Mi accovacciai, afferrai l’uccello con una mano e misi in bocca prima una, poi entrambe le palle. Non lo avevo mai fatto, non mi era mai venuto in mente. Sembrava di stare in un video porno.


- Oh sì.. - Ansimò Giacomo.


- Adesso togliamo un po’ di sabbia dal cazzo - Sorrisi.


Sputai due volte sopra l’asta e con la lingua passai la saliva per tutto l’uccello, come un pennello sul muro.


Giacomo cominciò ad accarezzarmi il viso e la testa, mentre dava piccoli colpetti con il bacino per infilarmelo tutto in bocca.


Misi le mani dietro il suo culo, lo strinsi e portai il volto tutto in avanti, fino a toccare, con il naso, il suo ventre. Il pisello di Giacomo superò le tonsille e raggiunse la cima della mia gola. Dopo qualche secondo lasciai la presa.


- Ti è piaciuto? - Chiesi sorridendo, con fili di saliva ancora attaccati al cazzo.


Giacomo era in un’altra dimensione, rispose affannosamente: - Nessuna della mia età lo fa - Risi prima io, poi lui insieme a me.


Il suo uccello era viscido, era un tutt’uno di saliva e liquido preseminale. Avrei continuato a succhiarglielo per ore, ma temevo che se lo avessi toccato anche solo un’altra volta, sarebbe esploso.


Mi alzai.


- Sei la più fica tra le tue amiche - Disse mentre mi scannerizzava con gli occhi.


- Loro sono maestrine, io ci tengo un po’ più all’aspetto fisico - Commentai - ora toglimi tu la sabbia, se no mi uccidi quando me lo infili dentro - Dissi divaricando le gambe.


Giacomo si inginocchiò e affondò la lingua tra i peli rossicci della mia fica.


- Vai così - Dissi miagolando, mentre mi mordevo il labbro e mi stringevo un seno.


Averlo tra le gambe mi eccitava da morire. La differenza di età mi faceva sembrare così grande e superiore. Tiravo i ricciolini di quel ragazzetto fino a sentire urletti di dolore mentre mi leccava e succhiava la le labbra.


Venni e mi bagnai completamente in mezzo alle gambe.


- Tirati su, dai - Ordinai.


- Andiamo in camera? - Chiese.


- No - ribattei - Voglio farlo qui - Voltai le spalle, mi chinai di novanta gradi, reggendomi su un mobiletto del bagno.


- Mio marito non mi scopa mai a pecorina, ha il pisello piccolo. O io il culo troppo grosso - Dissi.


Giacomo mi raggiunse: - Hai un culo perfetto -


Sentii una mano appoggiarsi al mio fianco sinistro. Io guardavo il muro di fronte a me, in attesa di essere penetrata.


Con lo sguardo vidi che avevamo lasciato la porta aperta. Ebbi un flash e mi ricordai del perché stavo lì. Nella casa c’era anche Samantha, finita la doccia sarebbe passata da lì e avrebbe potuto vedermi mentre quel ragazzino mi scopava da dietro. Mi eccitai ancora di più.


- Oh… Ahh.. Piano ti prego… - Dissi urlettando, mentre Giacomo metteva la testa del cazzo dentro di me.


Non mi conobbi. Uscì dalla mia bocca una voce che non conoscevo, era tremolante, spaesata e ridicolmente acuta. E poi “ti prego”. Quando mai avevo pregato qualcuno perché mi scopasse piano?


Il cazzo di Giacomo non era largo come quello di Cristian o sproporzionato come quello di Simone, ma era comunque più grosso del pisello di Mario e tanto bastava per mettermi in difficoltà. La mia fichettaa era abituata a misure ben più piccole.


- Ti faccio male? - Chiese Giacomo.


- No - mentii in un primo mento - sì… No, no, vai. -


Giacomo continuò a spingere il cazzo dentro.


- Aaaaah….. - Urlai a voce bassissima. Cercavo di reprimere ogni forma di istinto e di darmi un contegno.


Giacomo faceva fatica a entrare, non tanto per la passerina troppo stretta per il suo pisello, ma perché le mie ginocchia tremavano e si spostavano involontariamente in avanti, come per evitare di farlo entrare. Ma io volevo che entrasse. Volevo che il suo cazzo entrasse e mi deformasse la fica. 


- Spingilo dentro - Dissi a fatica.


Rilassai completamente la pelvi e Giacomo si portò completamente avanti, fino a toccare il mio culo con le sue anche.


- UH -


Il fiato mi si mozzò in gola. I muscoli che aveto disteso poco prima si contrassero allo stremo. Strinsi più forte che potevo i pomelli di un cassetto del mobile a cui ero aggrappata e le mie gambe cedettero.


Feci fatica a riconoscere l’orgasmo per quanto fu intenso. Toccò punti dentro di me che non ricordavo di avere o che probabilmente nessuno aveva mai toccato.


Quell’emozione sparì poco dopo, quando sentii Giacomo sfilare il cazzo dentro di me. Quello che per un momento era diventato una parte del mio corpo, mi veniva tolto e ogni singola terminazione nervosa dentro la vagina vibrava come una trottola.


- Ooooh siihhh - Ansimavo con la pelle d’oca.


Il pisello era quasi fuori, la punta era rimasta tra le labbra, guardavo il muro bianco di fronte e immaginavo il glande gonfio e pulsante fuori dalla vulva, ma ecco che Giacomo spinse nuovamente il bacino in avanti e il cazzo si fece spazio tra le mie ovaie senza chiedere permesso.


- AH! - Urlai con voce acutissima e striminzita.


Le gambe persero nuovamente consistenza. Sentivo il cuore direttamente nelle mani, tanto erano strette ai pomelli. Prima che Giacomo si muovesse nuovamente, inspirai quanta più aria possibile e risollevai le membra inferiori.


Decisi che il riscaldamento era finito, la fica si stava adattando al pisello di Giacomo, le gambe avevano ritrovato solidità. Mi accorsi di avere la schiena ingobbita (che vergogna!), divaricai leggermente le gambe, inarcai la colonna vertebrale e fui pronta a ricevere la carne di Giacomo.


- Sbattimi! - Dissi a voce alta.


Giacomo non se lo fece ripetere, mi afferrò i fianchi, e iniziò letteralmente a colpire il suo ventro contro le mie natiche sode.  


Era un ragazzino, ma ci sapeva fare.


- Ah.. Ah.. Ah.. Ah.. - Squittivo a bassa voce.


Il mobile a cui ero aggrappata non era saldato al muro, prima non me ne ero accorta, ma ora aveva iniziato a dondolare, sbattendo sul muro “…TUM TUM TUM TUM TUM TUM…”. Il cassetto che stringevo, a volte si apriva, per poi richiudersi subito dopo. Mentre era sfessurato, l’occhio mi cade sugli oggetti al suo interno. Qualche straccio, assorbenti e preservativi. Mi venne in mente che Giacomo era senza profilattico. Non mi importava, dal momento in cui prendevo la pillola.


- Ti piace a pecorina? - Chiese affannosamente Giacomo.


- Sì… Ah.. Ah.. Non ti fermare..  - Risposi


Stavamo facendo molto rumore. Io miagolavo, squittivo, muggivo e godevo. Il cassetto continuava a sbattere sul muro “TUM TUM TUM TUM” e gli schiocchi della nostra carne mentre scopavamo si alternavano a tutto il resto.


- Più forte… Ah… Ah.. Ah.. Schiffeggiami! - Ordinai.


“SCIAF”


La mano di Giacomo mi liberò il fianco destro per assestarmi una manata sulla chiappa.


SCIAF-SCIAF-SCIAF


- AH! AH! AH! AH! AH! - La voce era acuta, le cosce tremavano come mai prima d’allora, le ginocchia vibravano e si toccavano, sentivo la schiena richiudersi mentre io cercavo di tenerla inarcata. Divaricai leggermente le gambe e immaginai il suo scroto (anch’esso decidsamente più grande di quello di mio marito) che oscillava mentre mi facevo sbattere.


Giacomo evidentemente stava colpendo i punti giusti.


“SCIAF” - AH! - “SCIAF” - AH! - “SCIAF” - AH! -


Gli piaceva schiaffeggiarmi il culo e a me più di lui.


- Ti piace il mio cazzo? - Affannava Giacomo.


- SI! AH! MI PIACE! AH! - Urlai.


- Come quello di tuo marito? -


- NO! AaaH! LUI... Aaaah - Ansimai. Feci una lunga pausa mentre mi mordevo il braccio - AH! AH! AH! SI CAZZO, AH! LUI HA IL PISELLO PICCOLO! -


Non avrei mai pensato di ridurmi in quello stato, non mi interessavano le conseguenze, mi interessava solo scopare con lui.


La voce di Giacomo mi interruppe di nuovo: - Vengooh… -


- Sborrami dentro! Voglio sentiro dentro! -


Giacomo aumentò il ritmo, i nostri corpi ormai facevano più rumore del muro “FAP FAP FAP FAP FAP FAP”


Mi stava sbattendo così energicamente che il cassetto a cui ero aggrappata uscì fuori dalle guide e crollò sul pavimento. Per fortuna era un cassttino e non mi finì sui piedi.


- Oooooooooh sìììììììì!! - Stava dando gli ultimi colpi e io ero pronta a farmi riempire.


Sentii un primo raggio caldo dentro di me, mentre Giacomo cercava di spingersi sempre più in alto. Avevo perso il sostegno delle mani e le gambe erano diventate liquide, riuscii a fare un passo in avanti verso il mobiletto, lo raggiunsi e mi aggrappai alle sue estremità, appoggiandoci sopra la testa. Per fortuna Giacomo mi seguì rapido e il pene non uscì fuori.


Un secondo caldo fiotto di sborra riempì il canale vaginale.


- AH! AH! AH! AH! CONTINUA CI SONO QUASI! -


Ormai stava venendo e sentivo lo sperma riempire interamente la fica e colare giù nelle cosce.


Il membro di Giacomo era ancora duro e lui seguiva i miei ordini, diventati ormai una preghiera.


- Aaah.. Aaahh.. Mmmmmhhhhh - Morsi il mobiletto a cui ero aggrappata, finché il mio corpo decise di dire basta prima del cervello. La mia gamba destra si piegò involontariamente all’indietro, colpendo qualche parte del corpo di Giacomo, il quale indietreggiò immediatamente sfilando il cazzo fuori dal mio corpo, mollando la presa sui miei fianchi e lasciandomi cadere.


Misi le mani in faccia, ridevo nervosa, mi rannicchiai con le gambe premute verso il corpo e la fica chiusa ben salda. Anche solo distendere le membra mi dava fastidio.


- Tutto bene? - Chiese Giacomo.


Respirai affannosamente dieci volte prima di rispondere: - Mai stata meglio - Poi esplosi in una fragorosa risata


- Ora serve una doccia rilassante - Aggiunsi.


 


Continua...