Tutto avvenne nello spazio di pochissimi istanti.
Attendevo di capire che intenzioni aveva il ragazzo.
L’ennesimo sussulto del suo cazzo mi avvisò dell’arrivo del secondo schizzo, che io già
pregustavo interminabile come il primo (merce rara … pensai) ma lui non affondò nella
mia bocca come credevo.
“Vuole proprio sborrarmi in faccia il porco!” mi dissi… e sinceramente l’idea non mi
dispiaceva affatto, considerando l’effetto eccitante che mi aveva provocato il primo
schizzo.
Rimasi così a bocca spalancata e occhi chiusi, in attesa che fosse lui a scegliere tra
finire di imbrattarmi il viso oppure soffocarmi di sperma.
Gli istanti passavano interminabili e di conseguenza mi aspettavo uno schizzo ancora
più vigoroso del primo.
“Aaaahhh!”. Il gemito di Katia mi fece trasalire. Spalancai gli occhi e vidi che il ragazzo
l’aveva penetrata. Ma solo il glande era dentro la sua vagina. Il resto del pene faceva
bella mostra di se all’esterno della sua fica.
Le pulsazioni del cazzo che eruttava sperma all’interno erano evidenti
Non so come e perché ma mi ritrovai con la bocca ad un centimetro dalla vagina, proprio
mentre il ragazzo ormai esausto ritirava il bacino.
Non gli lasciai nemmeno il tempo di uscire e iniziai a leccare la vulva di Katia, fradicia di
umori dovuti alla sua eccitazione e allo sperma che piano piano iniziava a fuoriuscire.
Mentre il ragazzo tornava a spingere anche il suo membro nella mia bocca
Poi mi sollevò delicatamente il viso e iniziò a baciarmi, facendo suo buona parte del
liquido che avevo raccolto.
Prima di congedarsi definitivamente mi leccò il viso ancora una volta, raccogliendo parte
di quel che restava del suo primo schizzo.
Mi fissò negli occhi e sorridendo mi disse “grazie!” con un tono e una gentilezza che non
dimenticherò mai.
Io non potei che ricambiare il suo grazie con un sorriso smagliante, mentre con l’indice
raccoglievo quel po' di sperma che mi aveva lasciato sul viso, per poi succhiarlo con fare
malizioso in segno di riconoscenza.
Intanto, alle mie spalle gli affondi di Morice si facevano sempre più rapidi e insistenti. Mi
chiedevo quanto ancora avrei resistito senza venire.
Stavo giusto scambiando uno sguardo di complicità con Francesco (cercavo
costantemente la sua approvazione e trovarla era per me altrettanto appagante)
quando…
“Votre petit ami aime-t-il le prendre dans le cul comme vous le faites?” … la domanda che
Morice rivolse a Katia mi colse di sorpresa. Forse non ricordava che anche io so il
Francese. Fatto sta che feci finta di niente in attesa della risposta di lei.
“Je vous ai déjà dit que nous sommes deux petites salopes avec les mêmes goûts! "
rispose Katia fra il serio e il faceto…. “Et puis ... pourquoi ne pas lui demander
directement?”. Immagino che Katia intendesse ricordargli la mia capacità di
comprendere perfettamente il suo idioma ma lui per tutta risposta mi apostrofò nel suo
pessimo Italiano, facendo corrispondere ad ogni parola un affondo più deciso del suo
cazzo nella mia vagina…
“Ti…piace…anche…nel…culo… piccola?”
Ancora una volta, il mandingo sapeva il fatto suo. L’eccitazione dei colpi mi fece uscire
dalla bocca un repentino “Ouiiii !!!”.
“Si…inculami col tuo cazzone nero…!”
Mi pentii quasi immediatamente di aver pronunciato quelle parole. Non nego che sperai
non avesse capito almeno la frase finale. In fin dei conti avevo avuto la mia prima
esperienza Anale poche decine di minuti prima, con un signore di mezza età, certamente
dotato ma non su questi livelli.
Ma ormai il dado era tratto.
Morice uscì dalla mia vagina e iniziò a leccarmi ed insalivarmi il culetto.
Capii che questa volta, diversamente da quanto successo poc’anzi nell’altra stanza, non
era previsto alcun lubrificante e mi augurai sinceramente che la saliva dell’uomo potesse
essere un altrettanto valido sostituto.
Poi, tutto ad un tratto, realizzai che eravamo al centro dell’attenzione di tutti gli avventori
della sala. Gli “attori” (con noi sul letto) e gli “spettatori” al di là delle tende, erano
completamente attratti ed eccitati dal nostro terzetto.
Probabilmente il botta e risposta intercorso fra noi non era passato inosservato ed ora
tutti erano curiosi di vedere come sarebbe andata a finire. Una diciottenne alla prima
esperienza che si facevo sodomizzare da un fuori quota assoluto! Non capitava tutti i
giorni.
Katia aveva probabilmente colto la tensione che l’eccitazione e l’ansia per quello che
stava accadendo mi provocavano. Sentii le cosce che mi tremavano e lei doveva
essersene accorta. Iniziò a leccarmi la fica a fondo e ad accarezzarmi delicatamente.
Stavo godendo … e in quel momento di pura incoscienza desideravo quell’obelisco di
carne dentro il mio culo.
Francesco mi si avvicinò all’orecchio e premurosamente…”sei sicura di volerlo?”.. mi
sussurrò.
“Resta qui vicino a me…” ansimai, prendendogli la mano.
La tensione eccitata presente in quella stanza si tagliava col coltello.
Tutti, ad esclusione di noi tre, si masturbavano pregustando la scena.
Percepii nettamente al di là delle tende il gemito di una donna che stava già
raggiungendo l’orgasmo al solo immaginare cosa stava per succedere. La cercai con lo
sguardo, mentre Katia e Morice insistevano nel loro lavoro di preparazione.
La vidi. Era là. Rossa di capelli. Ebbi il tempo di pensare (misteri della psiche umana) che
non si trattava di una parrucca, dal momento che anche le sopracciglia erano rosse.
Appoggiata ad una colonna, accanto al suo uomo che si stava masturbando, come lei.
Era una bellissima ragazza, dal seno perfetto incorniciato in uno splendido reggiseno a
balconcino di pizzo bianco. Incrociai il suo sguardo e non potei fare a meno di
interpretare nei suoi occhi un moto di pura invidia. Occhi che, allo stesso tempo,
sembravano dirmi “sei fantastica… continua…godo con te”.
Stava godendo veramente. Si volse verso l’uomo che le stava accanto e … “sto per
venire” gli sussurrò.
Il tono di voce era sommesso ma il silenzio surreale che si era creato nella stanza
(interrotto solo dai gemiti di piacere di altri avventori) mi permise di cogliere abbastanza
chiaramente anche la replica di lui: “anch’io …sto per sborrare”.
La donna, continuando ad accarezzarsi il sesso con la mano infilata nell’ampia gonna al
ginocchio che ancora indossava, si accovacciò repentinamente, in modo tale che il suo
viso fosse all’altezza del cazzo dell’uomo in procinto di esplodere. Continuava a fissarmi
come se volesse condividere con me il suo piacere.
Si. Avvertii chiaramente che avrebbe voluto essere lì con me.
Ricambiai con un sorriso di approvazione. Giurerei di avere anche accennato ad un gesto
di assenso col capo. Come per dire…”si… godiamo… insieme”.
Qualche istante e poi… “Mmmmm”…. “aaahhhhhrggg”. Lei e lui. All’unisono. Due modi
diversi per esprimere l’orgasmo in corso. In entrambi i casi gemiti strozzati, come se non
volessero distogliere l’attenzione degli altri da chi si trovava al centro della scena, ovvero
io, Morice e Katia.
La donna non smise mai di fissarmi, pur socchiudendo gli occhi durante il momento di
massimo piacere.
Anche mentre gli schizzi del compagno iniziavano a bagnarle il viso. Aprì la bocca
continuando a guardarmi.
Sembrava volesse contribuire ad aumentare la mia eccitazione, consapevole che
comunque stava alla base della buona riuscita della prova a cui mi sarei sottoposta da lì
a poco.
E ci stava riuscendo.
Apprezzai il fatto che rialzandosi dalla sua posizione accovacciata, mentre si passava un
klinex sul viso, non se ne andò. Voleva davvero condividere il mio godimento.
Sorridendo, mi fece il segno di vittoria col pollice, come per dire… “ora tocca a te”.
Ricambiai il sorriso. Mi dava sicurezza saperla lì.
Il mio momento era arrivato.
Mi resi conto solo allora che i numerosi specchi posti lungo le pareti della sala erano
strategicamente posizionati, così da riflettere tutta la scena che si svolgeva sul
letto/divano al centro. Giurerei che facevano addirittura un effetto ingrandimento, dal
momento che vedevo distintamente riflesse le nostre tre figure come se fossero
praticamente i nostri alter ego, proprio lì a pochissima distanza da noi. In questo modo
si poteva apprezzare anche visivamente ciò che diversamente si sarebbe potuto solo
immaginare, in base a quanto percepivano gli altri quattro sensi.
Mi accorsi subito che Morice grondava sudore. Era visibilmente eccitato. Lo stesso
denunciava il viso arrossato di Katia che continuava a leccarmi la fica e ad accarezzarmi
il seno. La cosa non fece che aumentare la mia autostima. Non doveva essere semplice
stimolare due soggetti ormai avvezzi ad ogni sorta di perversione.
Ad un tratto il nero sollevò il viso dal mio culetto e posizionò le ginocchia ai lati del viso
di Katia. Poi le allontanò leggermente dalle guance di lei facendo in modo che il bacino
si abbassasse.
“Ci siamo. Sta cercando la posizione per riuscire ad incularmi”. Pensai questo, mentre
aumentavo la pressione sulla mano di Francesco, convinta di sentire l’enorme glande
appoggiarsi al mio sfintere, violandolo brutalmente da un momento all’altro.
Controllavo ogni gesto di Morice nello specchio, per non essere colta di sorpresa
quando avrebbe affondato il colpo.
Invece no. Indietreggiò leggermente col bacino e prese on le due mani la testa di Katia,
facendo in modo che si allontanasse dalla mia fica e appoggiandole delicatamente la
nuca sul letto. Poi si allungò per prendere un cuscino tubolare e glielo pose sotto la
testa.
“Che premuroso …”pensai, presupponendo che altrettanta premura avrebbe usato nei
miei riguardi.
Le mie convinzioni furono immediatamente disattese.
Infatti Morice aggiustò il cuscino tubolare in modo tale che stazionasse all’altezza del
collo di Katia (fra la nuca e le scapole) così che il viso di lei fosse leggermente rivolto
all’indietro, oltre che verso l’alto.
“Sucer ma bite petite salope. Mouillez-le bien pour qu'il s'intègre mieux dans le cul de
votre petit ami…” ringhiò. Poi allargò ancora un po' le ginocchia e affondò il cazzo nella
bocca che Katia aveva prontamente spalancato.
Le stava scopando la bocca… con brutalità. Si distingueva distintamente il glande
dell’uomo che le gonfiava la gola ad ogni affondo.
Pensai di aiutare la mia nuova amica ricambiando il servizio di cui mi aveva dilettato fino
a quel momento. Le allargai le gambe che aveva chiuso come reazione al trattamento
(sgradevole?) che stava subendo (o che almeno io reputavo tale). Mi resi
immediatamente conto che sbagliavo. Davanti a me si aprì un fiore rosa, pulsante e
strabordante umori.
Katia stava godendo come se stesse scopando.
Affondai comunque qualche colpo di lingua fra le piccole labbra che sembravano
infuocate, tanto era il calore che emanavano.
Poi tornai a seguire la scena nello specchio.
La saliva di Katia, mista a liquido prespermatico, fuoriusciva copiosa dai lati della sua
bocca.
“Aaaahhhrggg”… il gemito di altri due spettatori a breve distanza l’uno dall’altro si diffuse
nella sala. Non resistendo alla scena stavano cedendo all’orgasmo.
Penso che Morice temesse che mi sarei raffreddata e questo sarebbe stato un problema
per entrambi. Attraverso lo specchio lo vidi chiaramente fare un cenno a qualcuno di
coloro che stazionavano sul letto masturbandosi, ma non capii a chi si era rivolto.
Il mistero fu immediatamente svelato, dal momento che il suo “compagno di merende” si
prese dal posto dove si trovava e venne verso di me avanzando sulle ginocchia.
L’attrezzo di Albert non aveva nulla da invidiare a quello che stazionava dietro di me
pronto ad assalirmi.
Non ci furono convenevoli. Mi prese la testa fra le mani e la spinse verso il suo cazzo.
Iniziò a scoparmi la bocca esattamente come il suo amico stava facendo con Katia.
Subito scomparve in me quel minimo calo di eccitazione che Morice aveva temuto dal
momento che lui e Katia avevano smesso di occuparsi dei miei orifizi.
Con una mano stringevo quella di Francesco, mentre con l’altra masturbavo Albert
quando avevo bisogno di qualche istante per riprendere fiato. In uno di quei momenti
ebbi un ulteriore scambio di sguardi con la rossa che poco prima aveva goduto
fissandomi mentre il compagno le veniva sul volto. Era ancora lì. Mentalmente con me.
Su quel letto.
Ad un tratto percepii le mani di Katia appoggiarsi sulle mie natiche portandole verso
l’esterno.
Il cuore mi balzò in gola.
Tolsi il glande di Albert dalla bocca e guardai gli specchi.
Morice sosteneva con una mano il membro eretto, grondante saliva e umori.
Mi chiesi come avrebbe potuto il mio povero culetto accogliere un siffatto arnese e
inconsciamente mi girai a cercare con lo sguardo lo specchio più arretrato rispetto alla
mia posizione, per vedere come stava il piccolo amico che da li a poco sarebbe stato
violato per la seconda volta nella stessa sera.
L’azione di divaricazione delle natiche da parte di Katia faceva il resto, permettendomi di
distinguere chiaramente il mio buchetto. Si vedeva bene che era ancora praticamente
vergine. Rosa e ben strutturato. Senza alcun segno di cedimento. Un culetto
praticamente vergine.
Grondava ancora della saliva di Morice e pulsava, invitante.
Mi ritrovai a pensare che se fossi stato uomo mi sarebbe piaciuto penetrarlo.
Ma il tempo di pensare era finito.
Morice avvicinò il cazzo al mio culo, mentre Katia agevolata dal cuscino tubolare, ora
posto sotto la sua nuca così da sollevare senza fatica il viso verso di me, riprendeva a
leccarmi la fica.
Nello specchio vidi distintamente quello che stavo anche percependo al tatto.
Morice appoggiò il glande allo sfintere. Ebbi un attimo di paura e strinsi ulteriormente la
mano di Francesco.
In quegli istanti interminabili, mentre continuavo a masturbare Albert ebbi un ultimo
scambio di sguardi con la rossa. Sorridente annuiva e ancora una volta mi tranquillizzo.
Ebbi ancora il tempo di dirmi che era veramente una bellissima ragazza e non mi sarei
meravigliata se di mestiere avesse fatto la modella.
La pressione del glande di Morice fu leggera ma repentina.
Cercai di mettere in pratica la lezione imparata nella stanza affianco all’inizio della
serata: mi rilassai al massimo e spinsi leggermente lo sfintere verso l’esterno. La
perfetta lubrificazione fece il resto.
Vidi (e sentii) distintamente il mio buchetto inghiottire in un sol colpo l’intero glande,
mentre Katia si precipitava con ingordigia a raccogliere lo schizzo di umore che usciva
dalla mia vagina.
Capii che Morice non aveva intenzione di affondare il colpo. Attendeva i miei tempi e la
cosa mi tranquillizzò non poco.
Ripresi in bocca il cazzo di Albert e mi presi un pò di tempo per valutare le sensazioni
provocate da quel grosso coso dentro il culetto. Percepivo i muscoli dello sfintere
rilassarsi. Si stava rapidamente adattando a quel corpo estraneo. Il senso di stiramento
delle pareti dell’ano scomparve quasi immediatamente. Il glande di Morice era già
diventato un ospite gradito.
“Mmmmmm”…. l’ennesimo gemito di piacere da parte di uno spettatore (mi eccitava
essere considerata l’attrice principale di questo strano cortometraggio erotico) era
quello di una signora di mezza età, accomodata dietro le tende. Godeva, nel vedere una
giovane pollastrella inculata da un negro. Probabilmente ricordava i bei tempi andati in
cui era lei al mio posto.
Mano a mano che i secondi passavano diminuiva la tensione che mi aveva dilaniato fino
a poco prima. Allentai la presa della mano di Francesco proprio mentre Morice,
inaspettatamente, indietreggiava il bacino uscendo dal mio culetto.
Potei ammirare nello specchio il mio buchino che dopo un istante di totale divaricazione
si richiudeva.
Non potei non emettere un gemito di piacere che provocò l’approvazione dell’assemblea.
Qualcuno si lasciò scappare un sussurrato “brava!” seguito a ruota da un “sei fantastica!”
pronunciato da qualcun altro e accompagnato da un cenno di battito di mani.
Dallo specchio vidi anche Katia che, mentre allentava la pressione delle mani sulle mie
natica, inarcava il collo allungando la nuca oltre il cuscino tubolare come se volesse
guardare dietro di se, mentre spalancava la bocca.
Anche lei conosceva alla perfezione ogni particolare del gioco.
Il pene dell’uomo riaffondo nella sua gola e la stantuffo a fondo alcune volte, per poi
riemergere nuovamente, completamente irrorato di saliva.
Le mie natiche tornarono a divaricarsi sotto l’azione delle mani di Katia. Ero pronta per il
secondo assalto.
Lasciai per un attimo la mano di Francesco, giusto il tempo per prendere con entrambe
le mani le natiche di Albert e tirarlo verso di me mentre ingoiavo il suo cazzo.
Il messaggio gli arrivò forte e chiaro. Avevo capito (e lui con me) che il suo glande,
quando mi spingeva in gola con la giusta dose di brutalità, mi eccitava da impazzire ed
era quello che mi serviva per procedere senza tentennamenti nel mio percorso di
perversione.
Ero consapevole del fatto che Morice stava per affondare il colpo perché, alcuni istanti
prima, mentre stavo per avventarmi sul cazzo di Albert, avevo dato un’ultima occhiata
allo specchio e avevo visto il glande già puntato verso il mio buchetto.
L’ulteriore pressione verso l’esterno delle mani di Katia sulle mie natiche e la sensazione
della carne liscia che si appoggiava sul mio orifizio, confermavano che era arrivato il
momento del secondo assalto.
Mentre Albert continuava con foga a scoparmi in bocca, presi nuovamente la mano di
Francesco ma non sentii la necessità di stringerla. Ero sufficientemente eccitata e
tranquilla.
Questa volta il glande si fece strada di prepotenza, senza attendere che fossi io ad
accompagnarlo dentro di me. Ma ero comunque pronta e lo lasciai entrare senza
opporre resistenza.
Mi presi un momento per respirare e non fui sorpresa nel vedere dallo specchio Morice
eccitato che guardando l’amico: “cassons cette petite salope!” ansimo. “Si …sfondiamola
questa troietta!” rispose di rimando Albert, in un Italiano molto migliore dell’amico.
Lo scambio fu immediatamente accompagnato da un’esclamazione di approvazione
dell’intera sala. I vari “Yesss”… “Yaaaa” … “Ouiii” di consenso che riuscii a percepire mi
fecero capire che l’audience era veramente internazionale. E la cosa mi eccitò ancora di
più.
Meglio così, perché Morice non attese l’approvazione dell’amico. Mentre ancora Albert
stava terminando la frase, il grosso cazzo si stava già facendo strada nelle mie viscere.
I “Siii,,,” in varie lingue dell’assemblea accompagnarono la sciabolata che mi stava
letteralmente devastando il culo.
Percepii nettamente il glande liscio che si faceva strada (ripensai ancora una volta con
soddisfazione al clistere che avevo deciso di fare poco prima) mentre l’asta nerboruta e
grossissima mi allargava oltremisura lo sfintere che da parte sua dimostrava
un’elasticità inattesa.
Mi piaceva quello che sentivo.
Morice terminò la sua corsa solo nel momento in cui percepii i suoi testicoli appoggiarsi
sulle mie natiche.
Mi aspettavo iniziasse a cavalcare forsennatamente la sua occasionale puledra e mi
chiedevo se avrei reagito ribellandomi oppure se mi sarei lasciata domare
immediatamente.
Ma si fermò in quella posizione.
Era bellissimo sentirlo completamente dentro di me.
Incuriosita, tolsi il cazzo di Albert dalla bocca e masturbadolo guardai nello specchio il
motivo di questa sosta inattesa.
Lo scroto di Morice, altrettanto imponente quanto il membro, faceva bella mostra di sè.
Talmente voluminoso da ricoprire quasi interamente la vagina a cui stava appoggiato.
Katia era pertanto costretta ad occuparsi di quello piuttosto che della mia vulva.
Succhiava le palle di Moric,e ingoiandole completamente di tanto in tanto.
Anche le natiche di Morice, nella posizione in cui si trovava, a gambe divaricate e cazzo
sprofondato nel mio di dietro, erano completamente divaricate e questo permetteva di
apprezzare il suo splendido sfintere marrone scuro.
Pensai che in quel momento di così forte eccitazione mi sarebbe piaciuto leccarlo.
Come se avesse ricevuto un messaggio telepatico, Morice allungò una mano ad
avvinghiare la nuca di Katia. Leì capì immediatamente i desiderata dell’uomo e iniziò a
leccargli il buco del culo.
“Ouais ... mets ta langue dans mon trou du cul” ringhiò l’uomo, osservando anch'esso
tramite lo specchio il risultato dell'opera, mentre Katia si affannava a penetrarlo con la
lingua.
Lei per tutta risposta guardò lo specchio strizzando l'occhiolino, soddisfatta.
Poi repentinamente Morice mi sfilò il cazzo dal culo e percepii che si stava alzando in
piedi dietro di me, mentre Katia tornava ad occuparsi della mia fichetta sbrodolante. Mi
sentivo come una guaina alla quale avessero tolto improvvisamente il suo contenuto.
Quando sentii le mani di Morice appoggiarsi sulla mia schiena capii dove voleva arrivare.
Era arrivato il momento di cavalcare per bene la sua cavalla in calore.
Allontanai Albert per poter inarcare al massimo la schiena e allargai ulteriormente le
ginocchia affondando ancora di più le grandi e piccole labbra nella bocca di Katia.
Guardai nello specchio curiosa a mia volta di gustarmi la scena di cui ero protagonista.
Il mio culo svettava imperioso mentre Morice, rialzatosi, sostenendo l’enorme cazzo lo
fissava dall’alto dei suoi quasi due metri di altezza, come se stesse studiando come
affrontare una sfida difficile.
Poi avanzò leggermente. Le due gambe affusolate e muscolose componevano sulle mie
natiche una specie di arco, al centro del quale era pronta ad essere scagliata una freccia
fuori dal comune.
Un’ultima occhiata all’obiettivo come per prendere la mira sul bersaglio. Poi le gambe di
Morice iniziarono a flettersi mentre le sue mani tornavano ad appoggiarsi su di me, ma
questa volta a prendere le natiche in modo tale da allargarle verso l’esterno.
Emisi un respiro profondo così da rilassare l’intero corpo, mentre nello specchio seguivo
il cazzo di Morice che assecondato dalla flessione delle gambe dell’uomo raggiungeva la
meta e iniziava nuovamente il suo percorso dentro di me.
Nessuna sosta questa volta. Lentamente ma con continuità Morice continuò a flettere le
gambe fino a che il suo cazzo non era entrato di nuovo completamente fino in fondo al
mio culo.
La guaina era di nuovo completamente riempita.
Iniziò a cavalcarmi.
Dapprima con movimenti lenti. Il cazzo entrava e usciva completamente dal mio culo. Lo
sfintere si adattava repentinamente, con un’elasticità che continuava a sorprendermi.
Il piacere era intenso. Katia sotto di me faceva il resto.
Poi la frequenza e la velocità dei colpi di Morice iniziò ad aumentare così come quello
degli astanti che cedevano all’orgasmo di fronte alla scena cui stavano assistendo.
Fissai per un istante Francesco al mio fianco.
Mi sorrideva e il suo cazzo turgido stava a dimostrare che era anche lui enormemente
eccitato.
Passavo dagli occhi di Francesco allo specchio in un forsennato andirivieni, per non
perdermi un secondo delle due scene che in quel momento gratificavano maggiormente
la mia vista.
Mi vedevo ondeggiare … avanti e indietro … sotto i colpi di Morice che nel frattempo
aveva fatto dei miei capelli una coda di cavallo, che ora utilizzava come fossero delle
redini.
Un altro colpo… un altro ancora… ancora uno. Costanti e rapidi, uno via l’altro.
Il cazzo scivolava su e giù nel mio culo. Non ne era più uscito dal momento in cui era
iniziata una vera e propria galoppata da parte di Mourice che continuava a ringhiare alle
mie spalle.
Ad un tratto sentii Katia divincolarsi e uscire da sotto di me.
Un rapido sguardo d’intesa. Si posizionò alla pecorina al mio fianco, ma girata nel verso
opposto al mio. Le mani ancora una volta a fare pressione sulle mie natiche in modo tale
da mantenerle ben divaricate. La vedevo riflessa nello specchio.
Bellissima. Fissava con avidità Morice che entrava ed usciva . Attendeva il suo turno.
Non dovette attendere molto. Sentii il cazzo uscire dal mio corpo. Sollevai gli occhi
giusto in tempo per vederlo sprofondare di nuovo, ma questa volta nella bocca di Katia.
Per poi uscirne immediatamente, rituffandosi repentino nel mio culetto.
Avevo visto fare questo in più di un film hard… ma non pensavo sarebbe stato così
piacevole.
Ad un tratto sentii Morice che dopo essere uscito definitivamente dal mio corpo mi
prendeva il braccio, invitandomi a mettermi supina.
Lo accondiscesi volentieri dal momento che a causa della posizione e dell’assalto subito
i miei muscoli iniziavano ad indolenzirsi.
Non feci in tempo a stendermi sulla schiena. Katia si avventò sui miei capezzoli
inturgiditi all’inverosimile, mentre Morice tenendomi per le caviglie mi allargava le
gambe. In me che non si dica il suo membro era nuovamente dentro di me.
Il cazzo di Albert, che si era posto in ginocchio dietro la mia nuca, svettava bellissimo e
imponente alcuni centimetri sopra il mio naso. Avanzò leggermente sopra di me. Le sue
cosce statuarie ai lati del mio viso si allargarono quanto bastava a fare sì che la mia
lingua potesse essere comodamente a tiro del suo corpo. Si stese in avanti appoggiando
le mani a lato dei miei fianchi e iniziò ad ondeggiare avanti indietro. Leccavo tutto
quanto mi capitava a tiro. Scroto, asta del cazzo…glande.
Poi risollevò il busto e avanzo ancora qualche centimetro. Il suo sfintere carnoso era li.
Invitante. Iniziai a leccarlo mentre protendevo una mano a cercare quell’asta
voluminosa. Leccavo e masturbavo.
“Mmmmm… “ il guaito di Katia era stato accompagnato da una pressione più intensa del
suo viso sul mio seno. Francesco era dietro di lei e l’aveva penetrata a fondo. Era giusto
che anche lui si divertisse… pensai.
“Maintenant je veux que tu me baises…”. La frase, pronunciata in modo perentorio da
Morice, mi colse di sorpresa.
Albert, all’udire il comando dell’amico si sollevò da me, mentre Morice si stendeva sulla
schiena facendomi un inequivocabile cenno con la mano che voleva dire: “dai… vieni
sopra di me”.
Spostai delicatamente la testa di Katia che oscillando sotto i colpi di Francesco sostava
ancora sopra i miei capezzoli, titillandoli con la lingua.
Ancora uno sguardo di complicità con Francesco e salii sopra Morice.
Presa dalla foga e dall’eccitazione “Mi stai sfidando? Ora ti faccio vedere io di cosa sono
capace…” dissi fra me e fissandolo dritto negli occhi presi a guidare io stessa il suo
cazzo all’interno della mia vagina. Affondai subito il primo colpo senza soluzione di
continuità .. fino a che non sentii nettamente il suo scroto solleticarmi l’inguine e le mie
natiche appoggiarsi alle sue cosce.
Avevo fatto centro. Il nero strabuzzò dapprima gli occhi verso l’alto per poi socchiuderli
in un impeto di piacere.
Iniziai a galoppare.
“Voyons à quel point tu es capable de résister…”.
Quando mi resi conto che la frase mi stava uscendo dalla bocca invece di rimanere solo
nella mia testa… era ormai troppo tardi. Finii di pronunciarla aggiungendo uno sguardo
provocatorio, perché il mio amor proprio non voleva che lui si rendesse conto del mio
imperdonabile errore.
“Tu me défies, salope? " Mi replicò lui. Non replicai ulteriormente ma, supportata dal
godimento che mi pervadeva e probabilmente non permetteva alla mia mente di essere
completamente lucida, continuai a fissarlo in modo tale che si rendesse conto che
accettavo la sfida ed ero anche disposta a rilanciare.
Morice distolse lo sguardo dai miei occhi solo per un secondo per rivolgerlo altrove.
Capii però che si trattava di un cenno d’intesa e mi resi conto altrettanto
immediatamente a chi era rivolto.
Nello specchio esattamente di fronte a me vidi riflessa la figura di Albert che in piedi alle
mie spalle si masturbava lentamente mentre fissava il mio fondo schiena. A rinforzare il
concetto, uno schiaffetto sul gluteo, come per dire: “prego, assuma la posizione”.
Un brivido mi corse lungo la schiena. Ma ormai il dado era tratto.
Non avevo mai praticato una doppia penetrazione reale e non avevo la minima idea di
come avrei dovuto comportarmi. In quel momento fui comunque grata a Francesco per
tutte le volte in cui aveva voluto giocare con entrambe i miei buchini sfruttando qualche
giocattolo.
Morice dovette rendersi conto del panico che mi stava assalendo, perché all’improvviso
il suo sguardo di sfida si fece tenero. Mi prese il viso fra le mani, me l’avvicinò al suo e
mi baciò sulle labbra.
“Tranquilla… vedrai che sarà molto bello…” accennò nel suo solito pessimo Italiano. Ma
in quel momento fu la cosa più bella che potessi sentire.
Con dolcezza, ma senza uscire da me, mi fece coricare completamente sul suo corpo
facendomi capire che dovevo inarcare al massimo la schiena.
Ricominciò a scoparmi ma molto lentamente e senza penetrarmi completamente. Il
piacere di quella penetrazione era intenso.
Per farmi rilassare ulteriormente mi fece appoggiare una guancia al lato del suo petto.
Nonostante gli occhi socchiusi vidi quelli di Francesco che mi guardavano e brillavano di
gioia. Anche questo mi rassicurò.
Katia, pur continuando a godere della sua penetrazione si avvicinò ulteriormente al mio
posteriore trascinandosi dietro Francesco che non voleva saperne di uscire da lei. Si
portò una mano alla bocca insalivando il più possibile il dito indice e quello medio. Poi
con le stesse dita mi accarezzò lo sfintere penetrandolo leggermente.
Gliene fui grata e ricambiai con un sorriso il suo guardo di complicità.
Ebbi anche il tempo di dare un’occhiata a quelli che ormai consideravo dei veri e propri
fans. Gli avventori della sala, i cui sguardi di ammirazione e godimento dicevano più di
mille parole. Da quella posizione non vedevo la ragazza dai capelli rossi ma ne
immaginavo comunque lo sguardo: fisso su di me come lo era stato fin dall’inizio di
quell’assurdo gioco erotico.
Albert appoggiò i piedi ai lati del bacino di Morice che continuava il suo lento ma
incessante su e giù senza però affondare completamente nella mia fica, di nuovo
umettata all’inverosimile. Flettè le lunghe gambe appoggiandosi con le braccia ai lati
della mia schiena, mentre Morice afferrandomi per i glutei li divaricava.
Sentii il glande appoggiarsi. Mi rilassai. Entrò.
“Aaahhhrg…”. Il ragazzo (forse uno dei pochissimi single presenti quella sera) sul fondo
della sala… raggiungeva l’orgasmo … fissandomi.
Morice lasciò la presa sulle mie natiche e iniziò ad accarezzarmi dolcemente la schiena,
la nuca e le braccia.
Fermò il suo andirivieni, rimanendo anche lui dentro di me col solo glande.
A quel punto Albert riprese il suo viaggio, mi baciò e mi penetrò. Lentamente ma
profondamente.
Mi aspettavo di sentirlo ritirare il membro, per lasciare spazio a quello dell’amico. Ma
non fu così.
Al contrario, sempre lentamente ma con fermezza, Morice iniziò a penetrarmi a sua
volta. Lentamente… ma continuava ad entrare. Percepivo i due cazzi che si strofinavano
fra loro, separati solo dalla sottile membrana della mia vagina
Ebbi un orgasmo. Intenso. Sembrava non finire mai.
I due ragazzi, probabilmente accortisi della cosa, iniziarono a muoversi aumentando la
frequenza dei loro colpi.
Temevo di perdere i sensi da un momento all’altro… tale era intensa la sensazione di
piacere che stavo provando.
“Sto per venire!!!”. L’erre moscia di Albert mi faceva impazzire e la frase non mi colse di
sorpresa. Percepivo già da un pò che il suo cazzo era pronto per esplodere.
Mi resi conto che se non fosse successo qualcosa entro qualche secondo mi sarei
lasciata andare ad un inopportuno “siiii…. sborratemi dentro!”.
Evidentemente Albert non aveva contemplato questa possibilità e aveva un’idea diversa.
Uscì dal mio culo e si rialzò in piedi.
Katia si liberò in men che non si dica di Francesco. Evidentemente conosceva le
potenzialità di Albert e non voleva lasciarsi sfuggire l’occasione.
Colsi il suo cenno d’intesa come un invito a seguirla. Non me lo feci ripetere.
Memore della sfida in corso con Morice, lo lasciai a mia volta a bocca asciutta, con un
provocatorio "Ne t'inquiète pas ... je reviens tout de suite ... ne fais pas trop froid ...” e
raggiunsi i due.
Katia stazionava sotto Albert, che le scopava la bocca sostenendosi ad una delle
colonnine accanto al letto.
Mi avvicinai e … puntai diretta al suo culetto che avevo avuto modo di apprezzare pochi
minuti prima. Mentre lo leccavo iniziai a masturbarlo mentre il glande restava nella
bocca di Katia.
Mi eccitava da morire l’idea di sentire il cazzo iniziare a pulsare nella mia mano mentre
scaricava sperma in bocca a Katia.
Ma ancora una volta, Albert aveva altri programmi.
“Succhiatelo un po' insieme…”ordinò perentorio, mentre si sedeva appoggiando la
schiena alla colonna.
Un altro sguardo d’intesa con Katia, della serie “facciamolo impazzire… vediamo quanto
regge…” e senza farcelo ripetere iniziammo a lavorarcelo in tutti i modi possibili.
Poi all’improvviso Albert si rialzò in piedi e iniziò a masturbarsi puntando il cazzo verso il
viso di Katia.
Guardavo estasiata la scena in attesa di vedere partire il primo schizzo, ma quando
sentii Albert annunciare “Sborro….!!!” non resistetti e avvicinai la guancia a quella di Katia
fissando il grosso cazzo che iniziava a pulsare davanti a noi.
“Fammi venire nella sua bocca…” mi ordinò Albert prendendomi la mano e facendomi
capire che dovevo masturbarlo io, mentre Katia si predisponeva ad accogliere il prezioso
nettare.
Alla fine avevo raggiunto comunque il mio obiettivo. Il cazzo inizio a gonfiarsi e
singhiozzare nella mia mano.
Pochi istanti e il bianco latte iniziò ad uscire dal prepuzio, riversandosi nella bocca di
Katia che ingoiava con golosità.
Quando il cazzo finì di eruttare Albert si accasciò esausto sul letto.
Katià si volse verso di me e vidi che buona parte dello sperma era ancora nella sua
bocca. Intesi subito che intenzioni aveva. Da li a pochi istanti lo sperma di Albert si
confondeva fra le nostre lingue aggrovigliate.
“Maintenant c'est mon tour…!”. Anche Morice reclamava attenzioni.
Poi rivolgendosi a Katia: “Mais d'abord je veux te baiser aussi…”.
Ma come? Il mio culo non gli era bastato?!
Considerai che memore della sfida in corso stava solo tentando di provocare il mio amor
proprio, facendomi credere che avrei potuto fare di meglio.
Accolsi la sfida. Feci cenno a Katia di stendersi a 69 sopra di me e nel frattempo mi
accomodai il cuscino tubolare sotto la testa.
Mentre stavo per affondare la bocca nella sua vagina mi resi conto che avevo
completamente dimenticato Francesco. Allungai lo sguardo oltre le cosce di quella che
ormai era diventata la mia compagna di merende, almeno per quella sera. Vidi con
soddisfazione che Francesco non aveva comunque perso tempo e si stava consolando
succhiando i capezzoli perfetti della ragazza di Albert.
Affondai la lingua fra le piccole lebbra della vulva di Katia nello stesso momento in cui
Morice affondava a sua volta il colpo nella vagina.
Leccavo in un colpo solo vagina e asta del cazzo. E lo scroto, quando il cazzo
scompariva completamente all’interno della ragazza occupandone completamente
l’ingresso.
Dopo alcuni istanti, così come aveva fatto pochi minuti prima con Katia, Morice mi
sollevò leggermente la nuca, in modo tale da posizionare il cuscino fra nuca e scapole.
Poi fece scivolare il cazzo fuori dalla fica di Katia e lo puntò verso la mia bocca che
avevo prontamente spalancato, per fargli capire che non mi ritiravo certo ora. Me lo
affondò in gola.
Per un attimo pensai di soffocare, perché temevo non avesse intenzione di fermare la
sua corsa una volta arrivato alla giugulare.
Invece, questa operazione mi fece produrre una grossa quantità di saliva, che vidi colare
dal membro quando finalmente si ritirò dalla mia bocca e senza soluzione di continuità
puntò dritto il culo di Katia.
Mi dissi che quel piccolo sacrificio era stato ben riposto e per ricambiare ulteriormente
le attenzioni che lei aveva avuto nei miei confronti mi precipitai a solleticarle il clitoride a
colpi di lingua, mentre con le mani cercavo i suoi seni da accarezzare.
Lo scroto di Morice appoggiato al mio naso e il contemporaneo gemito di piacere di
Katia furono il segnale che il nero era entrato dentro di lei.
Iniziò ad incularla freneticamente.
I colpi del cazzo di Morice andavano all’unisono con i nostri colpi di lingua nelle
rispettive fiche.
Sentii che stavo per godere un’altra volta.
Ma non ero l’unica.
“Sto per venire…” gemette Katia.
“Oui…je viens …sto per sboraré anchiò…” replicò Morice ansimando. Mi obbligai a
trattenere una risata che in quel momento sarebbe stata fuori luoghi (chissà quanti
strafalcioni francesi avevo già pronunciato quella sera).
Poi, la frase che pronunciò Katia scoperchio il vaso di pandora della mia psiche: “Siii
…vieni .. sborrami dentro!....” rantolò con un filo di voce rivolgendosi a Morice.
Le esclamazioni di apprezzamento degli osservatori in sala indicarono che per quanto
fosse stata pronunciata con un sussurro, era stata ben percepita, come stavano a
dimostrare i gemiti di godimento che provenivano dai vari punti di osservazione della
stanza.
Sapevo che lì da qualche parte c’era anche la mia “ragazza in rosso”.
Mi aspettavo di rivivere la scena vissuta all’inizio di quella strana e assurda serata,
quando il membro del nerboruto signore di mezza età aveva scaricato un fiume di
sperma nel culo della moglie e da lì sul mio seno.
“Aaahhhrggg…sborò”… gemette Morice e nel pronunciare quelle parole sfilò
repentinamente il cazzo dal culo di Katia per rituffarlo prontamente nella vagina, dalla
quale io fui costretta a ritirare la bocca per lasciare posto.
A pochi centimetri dai miei occhi…svettava l’asta, perfetta, colore dell’ebano, in tutta la
sua maestosità. Solo il glande era dentro.
Il canale spermatico iniziò a pulsare a più non posso, mano a mano che il prodotto
dell’eiaculazione lo attraversava per fiondarsi nell’anticamera della vagina di Katia.
Sembrava non dovesse finire mai.
Ai lati dell’asta carnosa, laddove il cazzo scompariva nella fica, iniziava a fare capolino
un po' di liquido biancastro a testimonianza della voluminosa eiaculazione appena
conclusa.
Quando Morice indietreggiò il bacino accasciandosi esausto sul fianco, vidi
distintamente la fica di Katia iniziare a pulsare… segnalandomi l’imminenza
dell’orgasmo, testimoniato anche dai suoi gemiti più frequenti e prolungati.
Rimiravo la sua splendida fica contrarsi di piacere, quando all’improvviso un fiotto di
umore biancastro sgorgò come un torrente in piena.
A quella vista sentii un brivido corrermi lungo la schiena e anche il mio corpo prese a
fremere per l’orgasmo incombente.
Il mio sesso iniziò a contrarsi mentre Katia accompagnava le contrazioni con precisi
colpi di lingua.
Ricambiai affondando a mia volta la mia lingua fra le sue grandi labbra … ingorda del
nettare che l’uomo aveva scaricato dentro di lei e che ora l’orgasmo della donna
contribuiva ad espellere.
Dopo alcuni secondi, quasi perdendo i sensi, mi accasciai sul letto spossata e chiusi gli
occhi

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