Quando arrivammo a destinazione – cioè la casa di Patrizia, notammo, sul marciapiede, una coppia che, ad occhio, poteva avere una cinquantina d’anni.


Lui brizzolato, occhiali scuri, con un accenno di pancetta, lei rossa, seno prorompente, culo abbondante e fianchi larghi.


L’uomo che si era proposto a noi, in montagna, sceso dalla sua auto, si avvicinò ai due, parlottò affabilmente poi fece loro cenno di attendere e venne verso di noi.


“Sono due miei amici ai quali ho telefonato mentre stavamo venendo qui – ci disse – ho pensato che, per un’orgia, più gente c’è e più ci si diverte”


“Ottima idea – intervenne Patrizia – tra poco arriva anche mio marito così noi donne avremo almeno due maschi a testa!” e rise di gusto.


Esauriti i convenevoli di rito con la coppia, entrammo in casa e Patrizia non esitò neppure un istante e ci guidò in camera da letto.


Notai subito che era una camera arredata per “giochi di letto”; infatti, oltre a stampe erotiche ai muri ed a numerosi “gingilli per signora” di forme e dimensioni diverse, appeso al soffitto c’era uno specchio enorme.


Ci spogliammo in fretta.


E, subito, Patrizia e Debora (questo il nome dell’altra donna) si occuparono dei cazzi eretti dei tre uomini presenti.


Debora si prese in bocca il mio, dato che Patrizia aveva già avuto modo di gustarselo e Patrizia si cacciò in bocca il membro di Pino, l’uomo conosciuto in montagna, mentre Aldo, il compagno di Debora, prese alla pecorina Patrizia la quale, con un crescendo di mugolii, dimostrava di gradire la situazione.


Arrivò, ad un certo punto, Carlo, il marito di Patrizia il quale, evidentemente informato dalla moglie dell’orgia, entrò in camera già nudo e con il pene ben ritto e, vista la posizione di Debora, glielo infilò in figa senza troppi complimenti.


Il primo a godere fu Aldo il quale, dopo aver sborrato, tolse il cazzo dalla figa di Patrizia lasciando colare sul pavimento lo sperma uscito dalla vagina di Patrizia.


Subito dopo fu il momento di Pino a riempire, dalla parte opposta Patrizia che succhiò per bene l’attrezzo dell’uomo, ingoiando con gusto la sborra.


Anche Carlo inondò la figa di Debora che emise un forte gemito di piacere e, così, io non riuscii a trattenermi dal “dovere” facendo ingoiare alla donna il mio sperma; Debora apprezzò la mia sborra e, con fare lascivo, guardandomi, si leccò le labbra.


La serata iniziava bene, ma, ovviamente, un po’ di pausa (soprattutto per me che mi ero già scaricato più volte in giornata …) ci voleva e, così, proposi una spaghettata.


Tutti accolsero con entusiasmo l’idea; Patrizia e Debora si offrirono come cuoche e, così, tutti e sei, rimanendo nudi, ci trasferimmo in cucina.


Le due donne si misero a preparare il ragù per condire gli spaghetti e, per far ciò, si misero al tavolo, l’una a pelare cipolle e tagliare sedano e carota, l’altra a macinare quegli ingredienti e, per far ciò, essendo in piedi, erano chinate sul tavolo, offrendo i loro culetti a noi quattro maschi che non fummo in grado di resistere all’invito e, così, Carlo insinuò il cazzo fra le chiappe di Debora, io fra quelle di Patrizia.


Le due donne accolsero con gridolini di piacere i nostri due cazzi e, anzi, spingevano i loro culi per farsi entrare il più a fondo possibile i membri eretti.


Visto che i culi erano occupati, Pino e Aldo si sedettero a terra, fra le gambe di Debora e Patrizia e cominciarono a leccare le fighe.


Inutile dire che la spaghettata andò a farsi benedire; infatti, non appena io e Carlo ci scaricammo negli intestini delle due donne, subito Pino ed Aldo presero il nostro posto e noi il loro …


Terminate le … operazioni, noi quattro maschietti ci recammo, a turno, in bagno, per darci una rinfrescata.


Il primo fu Carlo che fu raggiunto subito da Debora che volle assolutamente dargli una mano sotto la doccia: il risultato fu che ne uscirono stremati; lui con il cazzo ancora gocciolante e lei che, con un pezzo di carta igienica, si asciugava la figa.


Lo stesso accadde a me che fui seguito da Patrizia che, con la scusa di insaponarmi il cazzo, mi regalò una sontuosa sega che, detto per inciso, fatta con la mano insaponata è una cosa eccezionalmente appagante.


Pino e Aldo entrarono insieme, seguiti a ruota dalle due donne che si chiusero la porta del bagno alle spalle; dopo pochi secondi gemiti ed urla di piacere dei quattro fecero comprendere a me ed a Carlo che le danze erano iniziate.


La notte si preannunciava ancora lunga ed era una faccenda, per noi maschi, che ci incitava a tener duro, anzi a “tenerli duri”.


Anche se, francamente, le forze cominciavano a cedere perché, di sperma, ne avevamo distribuito in abbondanza in tutti gli orifizi di Patrizia e Debora.


Ma, siccome “ogni lasciata è persa” …