Era un’estate torrida, di quelle che vengono ricordate per anni.


Avevo deciso di regalarmi un po’ di fresco relax in montagna e partii, di buon mattino, alla volta del Pian della Mussa, in alta valle di Lanzo, dove nasce il torrente Stura.


Non c’era molta gente, ma cercavo un posto ancora più tranquillo ed isolato, così imboccai un sentiero che conoscevo molto bene e, dopo una camminata di mezz’ora, raggiunsi un bosco di faggi.


Stesi a terra un telo da bagno, mi liberai di gran parte dei vestiti, restando in slip e mi stesi sull’asciugamano a godermi il fresco.


Era una sensazione talmente piacevole che mi addormentai.


Non so quanto dormii, ma fui svegliato da una voce femminile: “Scusi, non si sente bene?”.


Aprii gli occhi e, di fianco a me, inginocchiata, c’era una donna in bikini che mi guardava preoccupata.


Non connettevo e glielo spiegai: “Scusi, ma non ho capito …”


“Le chiedevo se avesse qualche problema, … ma vedo che sta benone!” e rise di gusto.


In effetti, vedendomi quella donna seminuda di fianco, mi eccitai ed il mio “arnese” fece capolino dagli slip.


“Ops! … Mi scusi! - mi giustificai - non pensavo che …”


“Ma non si preoccupi! - rispose lei, aggiungendo - anzi, se devo essere sincera mi fa piacere la reazione di … lui, significa che, nonostante i miei 65 anni, sono ancora attraente”


“Beh, attraente è un eufemismo … direi, se mi permette, che lei è proprio una bonazza!”.


Lei rise di gusto e, ponendomi una mano sul ventre, mi disse “Anche lei non è niente male”


“Emh … lei qui è sola?” le domandai.


“Sì, mio marito è dovuto tornare in città per un lavoro urgente e io ho cercato un po’ di relax quassù … Speravo di non trovare nessuno e, invece …”


“E invece - terminai - c’era questo vecchio in mutande …”


“Che mi ha fatta preoccupare - continuò la donna - perché pensavo stesse male”


Oramai eravamo in sufficiente confidenza ed azzardai, tendendo la mano: “Piacere, mi chiamo Toni”


“Piacere, Toni, io sono Patrizia” 


E, invece di stringere la mano che le avevo teso, mi scoccò un bacio su una guancia.


Fu il segnale per il mio attrezzo che, a quel punto, schizzò imperioso fuori dagli slip; feci un goffo tentativo per “coprire le vergogne”, ma Patrizia fu più veloce e lo agguantò con una mano:” Umh … grosso e ben tosto!” disse cominciando a masturbarmi.


Non volli essere da meno e andai con una mano a sganciarle il reggiseno e, quando le tette furono libere, cominciai a succhiarne i capezzoli che risultarono incredibilmente duri.


Lei lasciò fare per un po’, sempre menandomi il cazzo, ma, ad un certo punto, si abbassò e se lo fece scomparire nella bocca.


Assunse una posizione tale che mi facilitò il - come dire? - secondo atto: le sfilai le mutandine ed insinuai il mio viso fra le cosce, scoprendo, con la lingua, una figa bagnatissima.


Aveva un sapore piacevolissimo ed anche il clitoride era di dimensioni ragguardevoli.


Non resistette a lungo e urlò: “Dio, vengoooo!”.


Mi sbrodolò in viso; io stavo per venirle in bocca, ma mi trattenni e ripresi a leccare la figa ed a succhiare il clitoride.


Venne una seconda volta e mi disse: “Ora, tesoro, tocca a te” e si mise a cavalcioni del mio cazzo cominciando a cavalcare.


Era una femmina caldissima, … anzi, una gran porcona.


Le riempii la figa di sborra e lei si calmò, poi, mi si stese di fianco dopo avermi affondato la lingua in bocca: “Grazie, avevo proprio bisogno di una scopata rischiosa” disse.


“Scopata rischiosa - chiesi - e perché rischiosa?”


“Beh, poteva capitare qualcuno di passaggio”


Mi guardai preoccupato attorno e non scorsi anima viva.


“Ti piace esibirti?” le chiesi


“Da morire! Con mio marito, a volte, si va lungo il fiume e io mi metto nuda e, di lì a poco, arrivano pescatori guardoni che mollano la canna da pesca e si prendono il cazzo in mano per segarsi … così mi sgrilletto anch’io mentre mio marito fotografa … godo come una troia in calore”


“Sai una cosa - le dissi - quasi quasi, andiamo a cercare un posto un po’ meno isolato e … ci diamo da fare”


“Mmmmm … sarebbe bellissimo!” 


“Ok. Rivestiamoci e cerchiamo il posto” le dissi.


Ci rivestimmo in fretta e ci dirigemmo verso una radura dove c’era gente che si abbronzava, altri che giocavano a carte, altri ancora che facevano ginnastica.


Allargammo per bene il telo spugna, e ci spogliammo; io rimasi in slip e lei in bikini.


Ma, molto presto, si tolse il reggiseno e si sdraiò accanto a me.


Notai che, qualche maschio, aveva già allungato l’occhio e lo dissi a Patrizia che mi rispose: “Allora tra un po’ ci divertiamo.


E, senza fretta, allungò una mano verso il mio pube, la insinuò negli slip ed agguantò il cazzo che era già duro.


Cominciò a menarmelo … attorno a noi, gli sguardi famelici dei maschietti si accesero e, quasi, se ne poteva sentire la presenza sui nostri corpi.


Per non essere da meno di Patrizia, anch’io insinuai una mano nelle sue mutandine e cominciai a sgrillettarla.


Due uomini si avvicinarono a noi e, dopo essersi seduti per terra, tirarono fuori dai pantaloni il cazzo e cominciarono a masturbarsi.


Dopo una decina di minuti contai una mezza dozzina di maschi che si segavano e sussurrai a Patrizia: “Che ne dici? Invece di limitarci a masturbarci a vicenda, andiamo con un 69?”


Fu un attimo.


Ci liberammo degli slip e lei mi fu sopra, prendendo il mio cazzo in bocca mentre io le leccavo la figa.


Non so quanto durò, ma venimmo quasi contemporaneamente e, mentre riprendevamo fiato, gettai uno sguardo attorno: alcuni si stavano pulendo le mani, altri stavano sborrando.


Ci fu uno che si avvicinò e mi chiese: “Posso fare qualcosa con la signora?”


Mi voltai verso Patrizia che rispose direttamente all’uomo: “Veramente credo che potrei essere io a fare qualcosa per te … “ e rise di gusto.


L’uomo le si accoccolò accanto le agguantò un seno e cominciò a succhiarle il capezzolo.


I guardoni attorno aumentavano e, allora, per evitare che capitasse di lì qualcuno malintenzionato, proposi a Patrizia ed all’uomo, di tornare in città e fare i porcelloni in casa.


La proposta fu accolta con entusiasmo e, dopo esserci dati una sistemata, raggiungemmo le auto al parcheggio e ci avviammo per una nottata di sesso sfrenato.