Erano i primi anni '80 e Martina frequentava la quinta del Liceo Scientifico di una città del centro Italia. Non era una di quelle per le quali ci si gira per squadrarle quando venivano incrociate...anzi tutt'altro....era bruna, non molto alta..aveva una terza abbondante ma le sue fattezze erano nascoste da un abbigliamento che poco valorizzava il tutto. Aggiungendo poi un'educazione molto rigida che la resero timida ed impacciata decretarono la sua assoluta emarginazione da parte dei compagni e compagne di classe che la rendevano ancor più infelice. Ovviamente non aveva mai avuto un ragazzo e nemmeno mai baciato uno e ciò la portava ad avere una scarsissima autostima. Tutte le sue energie le riversò nello studio in cui eccelleva e che la resero ancor più invisa al resto della classe che non esitava a prenderla in giro per le sue mise poco alla moda ed a farne il bersaglio di scherzi talvolta pesanti. Aveva una sola amica Lucilla che versava circa nelle sue stesse condizioni: nn bella ma formosetta con un problema di acne che la rendevano ancor più poco attraente per i ragazzi i quali le giravano alla larga. Lucilla viveva con la madre separata ed assisteva impotente all'andirivieni di amanti occasionali della madre. "Mai più con un impotente come te" urlò al ex marito sbattendo la porta quando questi uscì definitivamente dalla sua casa. Lei, la madre, Marta era una donna molto procace e diceva che "voleva recuperare anni di astinenza" come sentì Lucilla confessare da parte della madre ad un amica al cellulare. L'andirivieni di uomini che talvolta scrutavano anche Lucilla la quale si sentiva turbata ma allo stesso tempo eccitata dall'interesse provato per lei, continuò per diversi mesi....addirittura uno una mattina presto sorprese Lucilla in doccia e gli mostrò il suo uccello ben eretto. Lucilla rimase paralizzata alla vista incapace di emettere alcun suono attratta  magneticamente dal corpo atletico muscoloso ma sopratutto dall'uccello grosso dell'uomo. Lui le fece un occhiolino ed uscì dal bagno. Lucilla rimase turbata ed eccitata tutta la mattinata. Non aveva avuto mai un ragazzo neppure Lei ma sul sesso sapeva tutto almeno dal lato teorico...e poi sentiva il lato pratico che la madre praticava quasi giornalmente senza mascherare gemiti e frasi scurrili mentre veniva posseduta dagli amanti di turno. Lucilla era molto affezionata a Martina e le confidava tutto ed anche le sue pulsioni. Il racconto di quella sua esperienza visiva provocò anche in Martina una certa eccitazione...diversa e più intensa di quella che le era capiato di provare vedendo il fisico atletico dei giocatori della squadra di basket della scuola impegnati nei campionati interscolastici. Erano dei bei ragazzi e lei si poteva solo limitare a guardarli ed a fantasticare delle impossibili storie con loro. La novità, per quel approccio da parte dell'amante della madre di Lucilla, fu così dirompente che l'argomento ragazzi e sesso diventò il più importante nelle loro conversazioni. Lo step successivo nella loro maturazione sessuale avvenne con naturalezza e fu il passaggio alla masturbazione ne sentivano parlare dalle compagne in bagno e talvolta l'argomento masturbazione era oggetto di prese in giro da parte delle compagne. Giorgia una compagna di Martina era particolarmente accanita  in particolare nei suoi confronti. Era la più bella della classe, alta e con un fisico prorompente terza che tendeva alla quarta di seno che stava dritto ed un culo scolpito da anni di pallavolo era corteggiata da tutta la scuola. Aveva tutto fisico, bellezza ed in più era la figlia unica di una famiglia ricca. Ma odiava Martina e la prendeva in giro perchè un giorno Lei si era rifiutata di "passarle" il compito in classe di Latino. Un altro che incominciò a bersagliare Martina e Lucilla di battutine anche a sfondo sessuale fu un bidello che entrò a far parte del personale non docente proprio quell'anno scolastico Bebo. Era un 35enne palestrato dai modi molto poco fini che scrutava le ragazze sopratutto dalla primavera in poi quando l'abbigliamento più leggero gli consentiva di mangiare con gli occhi le ragazze che esponevano scollature vertiginose e short molto attillati. Molte ragazze sorridevano ai suoi sguardi morbosi e qualcuna lo provocava anche. Girava una voce non confermata che una ragazza avesse visto il suo cazzo mentre si segava nel suo stanzino ed era veramente grande. Sinchè una ragazza della 5C assai famosa per le sue imprese sessuali decise di testare di persona la veridicità delle voci. Il giorno dell'assemblea di istituto si allontanò dall'aula magna ed andò risoluta verso il locale dove Bebo soleva stare: gli passò davanti e gli fece un occhiolino lo invitandolo a seguirlo in uno stanzino attiguo alla palestra deserta a quell'ora. "E brava Chiara che ha capito quali sono i maschi veri" le disse Bebo afferrandola per i glutei...in breve tempo lei gli tirò giù la zip ed estrasse dalle mutande il membro già eretto "cazzo è enorme" disse leccandosi le labbra ma non scomponendosi più di tanto...del resto una bocca larga come la sua non fece grande sforzo a farlo entrare....e se lo leccò in lungo ed in largo...e poi cominciò la sua opera d'arte per la quale era famosa in tutta la scuola e non solo: il pompino che faceva con foga e passione ed in breve Bebo sentendo che stava per venire le tenne la testa bloccata con il suo cazzone dentro e rovesciò un quantitativo di sborra enorme. Lei riuscì in buona parte ad ingoiare ma un po' di sperma colò fuori. Senza perdere tempo Bebo la costrinse a ripulirle il cazzo e lei eseguì senza fiatare. A questo punto Bebo era eccitato da morire e cercò di spogliarla ma Chiara lo fermò dicendogli "No Bebo adesso non fa devo tornare all'assemblea prima che la Prof. venga a cercarmi. Questo tuo cazzo va poi gustato e gestito con calma per cui me lo voglio godere sino in fondo....se riesci ad organizzare in un posto adeguato e con tutte le comodità sarò tutta tua"..Bebo le disse "Va bene io organizzerò a casa mia però ti avviso sin da adesso ti aprirò anche il culo" Chiara andandosene gli rispose "Sei matto ? così me lo spacchi e mi dovranno mettere dei punti...già ci vorrà del tempo per farmelo entrare nella fica e per abituarmi a quelle dimensioni esagerate." Quel dialogo però fu sentito anche da altre orecchie ed infatti Bebo uscendo si trovò faccia a faccia con la Preside la quale guardandolo fisso negli occhi gli disse "Noi due dobbiamo parlare...vediamoci in presidenza alla fine dell'orario... lei si è giocato il posto lo sa ?" e se ne andò lasciando di sasso Bebo...(continua....)