Mi piacerebbe poter rendere, con le parole, l'erotismo di Francy, una signora così fine e delicata, che arrossiva per un nonnulla. I suoi occhioni celesti sempre come stupefatti, il suo sorriso dolce e i modi gentili. 


Era così carina e a modo, che la corteggiai, ma senza troppa convinzione, pensando che la conquista sarebbe stata lunga, e che alla fine, così educanda, seppure era stata sposata, non faceva presagire niente di particolarmente eccitante.


Ma era piacevole, uscirci a cena, essendo una conversatrice brillante, e colta. E poi mi invitò a cena a casa sua, e mangiammo, bevemmo un po' e chiacchieravamo piacevolmente e così fu quasi normale baciarla, spogliarla, e lei si lasciava fare, ma giuro, nonostante fosse bella, facevo fatica a eccitarmi.


Così passai dai baci alle leccatine ai seni e scesi, cercando nella sua fica concentrazione e motivazione e lei fremeva, tenera e silenziosa, aprendosi come un fiore. E ancora non provavo quella voglia urgente di fotterla, ma a quel punto solo un dovere da adempiere.


Quando si volse, mettendosi in ginocchio sul letto, senza guardarmi e con voce roca disse "ti prego mettimelo nel culo". E giuro, rimasi shockato. E come un ebete dissi "come?" 
"inculami, mettimelo nel culo... ti prego... "


Oddio, aveva un culo perfetto, e un buchino roseo. Pensavo di faticare, lo bagnai con le dita insalivate, più volte e lo sentivo cedere, morbido e lei spingere. Quando appuntai il cazzo, che era diventato duro e gonfio, se lo prese con poche spinte e da quel momento la signora scomparve, diventando una troia che a voce roca invocava di essere sfondata.


Letteralmente: "sfondamelo porco... rompimi il culo... spaccamelo fammi male trattami male aprimi il culo fammi piangere stuprami..."


Incredibile. Fu la prima di una serie di inculate favolose, ovunque capitasse. Perché con lei bastava accennare al suo culo per farla fremere e metterla in posizione. 


Era incredibilmente erotica la trasformazione. L'essere angelico lasciava il posto a un demone scurrile e voglioso. Godeva con il culo, squirtava, più la sbattevi forte e più godeva.


Francy. Dio benedica le femmine come te.


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Oppure Elenoire, piccola, una cascata di capelli ricci, una rocker intraprendente, motociclista e sempre in giubbotto di pelle, che per fare dispetto al compagno di allora, che l'aveva tradita, era andata da un tecnico di qualcosa, elettrodomestici o elettrauto, non ricordo, che nel giro delle amicizie del marito aveva fama di avere un cazzo asinino. Era entrata nel suo laboratorio e gli aveva detto: "girano voci che hai il cazzo grosso, è vero?" 


E quello, sconcertato, aveva risposto un po' gradasso: "certo... se non fossi la moglie di .... te lo dimostrerei..."


"Ecco, proprio perché sono la moglie di ... sono venuta da te ... me lo metti nel culo?"


Quello non ci credeva, si guardava intorno, come se fosse su scherzi a parte, ma chi poteva fare uno scherzo del genere? E ce n'era voluto del bello e del buono per convincerlo che faceva sul serio. 


Lei convinta e decisa era andata in farmacia, comprato un lubrificante anale, se lo era spalmato, e allargato con le dita, e quindi in macchina con il tipo, glielo aveva fatto venire duro, che quello ancora non ci credeva e poi si era messa sopra e se lo era infilato nel culo. Era venuto quasi subito. 
Poi voleva rifarlo, ma lei no, era solo una curiosità gli aveva detto. Una tantum.


Le chiesi se ce l'avesse veramente grosso...e lei disse che si, era lungo, grosso, si, ma che non aveva sentito nessun dolore. E quello comunque non era niente di che: aveva solo il cazzo grosso. Non ci fai niente col cazzo grosso se non c'è un cervello dietro.


E poi dopo era andata dal marito e glielo aveva detto: mi sono fatta inculare da.... alla faccia tua, cornuto. E vaffanculo.


Era pazza Elenoire. DIvertente, giocosa, scatenata a letto e piena di strane idee tipo quella di usare la sborra per i capelli, convinta che facesse benissimo.


Anche lei godeva con il culo, ma dovevi entrarle in testa, e non solo nel culo. 


 


Lory invece era stretta e stringeva e incularla era difficile. Invece di "spingere" teneva. E così è complicato, nonostante i lubrificanti. Perché un po' di dolore è bello, fa parte del rito dell'inculata, essere aperti, cedere, fare spazio. 


Ma una sera a una festa si cantava e si ballava e uno con la chitarra suonava stornelli, e tutti finivano inevitabilmente a parlare di culi, inculate e cazzi nel culo. Una specie di messaggio subliminale, penetrato facilmente grazie all'alcool, al sonno, agli ormoni della gente che balla e si diverte.


A casa, piano terra con giardino, lei appoggiata alla finestra, i vicini a pochi metri, e da dietro la inculai con una facilità come se non facesse altro ogni giorno. E parlava con i vicini, di lato, e io dietro, nel buio della stanza, non visto, le ho scopato il culo per mezzora buona, e era così largo e aperto che uscivo totalmente e senza indirizzarlo, solo tenendo le natiche aperte, rientravo fino in fondo...


La tenevo lì, inchiodata in qeul gioco perverso che evidentemente le piaceva tanto da non sottrarsi, fino a che non le venni dentro, e poi, non contento lo tenni così, fino a quando non fui in grado di liberare una lunga pisciata.


Allora, dopo, dovette scappare in bagno. 


 


 


 


 

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Categorie: Confessioni
Tag: Culo