Era passata una settimana da quell’orgia a casa di Cosimo. Vittorio se ne era scappato, indignato e con le lacrime agli occhi. Giacomo se ne era andato subito dopo e adesso era sparito. La polizia era andata a casa di Cosimo, dove aveva trovato soltanto lui e le due ragazze. Nessuno sapeva dove fosse Giacomo. Non lo aveva detto a nessuno. E nessuno riusciva a rintracciarlo. Il telefono non era reperibile da quando aveva stuprato sua madre. Consapevole della gravità di ciò che aveva commesso, aveva distrutto l’apparecchio, che era stato ritrovato davanti alla sua abitazione. All’inizio si era ipotizzato che le persone che avevano fatto del male a Margherita avessero potuto farlo anche a Giacomo. Pur sapendo di mentire – e per salvare le apparenze – suo padre disse che probabilmente Giacomo aveva difeso sua madre dai malfattori e che loro si erano vendicati. Chissà, forse lo avevano ucciso, forse era scappato e non voleva farsi trovare. Fece anche un annuncio in televisione ai giornali locali, pregando Giacomo di ritornare a casa. Margherita era rimasta sul divano, in silenzio, con suo marito Armando che le aveva messo una coperta addosso per proteggerla dal freddo, giacché era nuda. Alla domanda “chi è stato?” la donna non rispondeva, aveva gli occhi vitrei, fissi, non proferiva parola. “Dov’è Giacomo?” nessuna risposta, nessuna reazione. Era arrivata l’ambulanza, era arrivata la polizia, erano arrivati i parenti, erano arrivati i vicini e curiosi. Si era creata una folla in quella casa. Non si capiva cosa fosse successo. Ovviamente iniziarono tanti pettegolezzi, tra cui il più assurdo che la signora Margherita si fosse drogata o avesse assunto qualche psicofarmaco. Sia polizia che infermieri avevano mandato via tutti, perché non c’era bisogno di tutta quella gente, la quale poteva essere deleteria all’ammalata e anche alle indagini. Quando la casa si era sfollata, era arrivato anche Vittorio, con le lacrime agli occhi e aveva raccontato tutto. Armando, il padre di Giacomo, era un uomo sui sessantadue anni circa, con i capelli un po’ lunghi e incanutiti, più alto rispetto al figlio. Ascoltò incredulo, a tratti offeso, ciò che aveva raccontato Vittorio. Eppure gli agenti non avevano trovato Giacomo a casa di Cosimo. Lui stesso non sapeva dove fosse finito. 


Delia e Stella erano a casa di Cosimo. Quest’ultimo si sentiva tranquillo: le due donne che lui amava e che lo amavano – perché Delia in qualche modo lo amava ancora – erano lì con lui e quel mostro di Giacomo non c’era. Lui lo aveva accontentato e la polizia non lo aveva arrestato: cosa aveva da temere adesso? Anche se aveva detto a Cosimo che doveva essere lui a nasconderlo, alla fine se ne era scappato ed era come se fosse svanito nel nulla. 


“Mi ami ancora?” domandò Cosimo, mentre abbracciava Delia nel letto. 


“Sì” rispose lei “ma amo anche Giacomo. Io vi voglio entrambi. Che male c’è?”


“Nessuno” disse Cosimo “ma Giacomo è pericoloso…”


“La colpa è di questa società, lui ha ragione: se non fosse per quegli idioti dei genitori, tu e Stella potreste tranquillamente stare insieme…chissà dov’è, poverino”


“Sì, d’accordo, ma poteva evitare di stuprare sua madre. Adesso è un pericolo per noi, ci metterebbe nei guai. Se si fosse risparmiato questa cosa, avremmo potuto vivere davvero tutti e quattro felici e contenti”.


“Davvero?” domandò Delia sorridendo teneramente “ti sarebbe piaciuta una relazione così?”


“Ma certo!”


Delia lo baciò sulla fronte “lo sapevo che eri speciale”.


In quel momento arrivò Stella, mezza nuda, con tre tazze di caffè sul vassoio, che tutti e tre bevvero a letto, mangiando pane e marmellata, mentre fuori pioveva a dirotto. Cosimo baciò in bocca a sua sorella, poi baciò in bocca alla sua fidanzata. E le due donne si baciarono con la lingua toccandosi le tette e la fica. Cosimo ebbe un’erezione all’improvviso. 


“Quanto vi amo” disse.


“Fammi vedere quanto ci ami” disse Stella continuando a baciare Delia e mettendo le mani sul cazzo del fratello “ah ah ah, ci ami davvero tanto a giudicare da quanto ti si è indurito!”


Stella gli ficcò la mano nelle mutande, facendo uscire il cazzo, afferrandoglielo in mano e iniziando a masturbarlo. Lui si girò verso di lei mettendole le mani sul culo e palpandole le chiappe. 


Delia, che era lì vicino, si avvicinò a Cosimo e lo baciò in bocca, con la lingua, chiudendo gli occhi.


Cosimo, posto al centro del letto, usò entrambe le mani per masturbare sua sorella e la sua fidanzata, mentre loro lo masturbavano a turno. Ora cominciarono a leccarglielo. Delia lo manteneva e Stella lo leccava. Ora Delia lo masturbava e Stella, allungandosi sul letto, mise il piede in faccia e poi in bocca al fratello, che glielo annusava e glielo leccava. Allo stesso tempo, Delia si era chinata su di lui prendendogli il cazzo in bocca. Era bellissima abbassandosi su e giù con la testa ricoperta di capelli tinti di rosso, la lingua che leccava il cazzo di Cosimo tra le sue labbra carnose. Era completamente nuda e Cosimo le poteva vedere il culo dallo specchio dell’armadio. Era un culo bellissimo. Ripensò al fatto che quella era la sua fidanzata, ma l’aveva toccata un altro, ripensò all’orgia della settimana prima, al fatto che persino il fratello omosessuale era stato trascinato in un rapporto etero e incestuoso. Il cazzo gli si drizzò ancora di più. Delia smise di succhiare e, continuando a fargli una sega, si avvicinò al volto del suo fidanzato e lo baciò in bocca, leccando anche il piede di Stella. Quest’ultima cambiò posizione e mise la fica in faccia al fratello, il quale subito iniziò a leccarla, infilandogli la lingua dentro. La fica di Stella era mezza rasata e mezza pelosa. Cosimo amava leccarla, gli piaceva anche leccare i peli. Delia, da dietro, leccò il culo della cognata e anche un po’ di fica e, nel farlo, la sua lingua incontrava quella di Cosimo. 


Ora, Delia si mise sul cazzo di Cosimo, che la chiavò nella fica, mentre leccava ancora quella di Stella. La sorella però si girò in modo tale che Cosimo adesso le leccasse il culo e Delia la fica, mentre Cosimo la fotteva. 


“oh sì, oh sì” ripeteva Cosimo e contemporaneamente nella casa risuonavano gemiti femminili di due voci diverse “ah, ah, ah” si udiva alternando. Stella si stancò in quella posizione. Si spostò e si mise dietro a Delia leccandole il buco del culo e piano piano scese con la lingua sulle cosce e poi fino ai suoi bellissimi piedi. Cosimo continuava a dare botte nella fica di Delia, a volte dolcemente, a volte più forte. 


“Ah, ah sì!” gemeva Delia “ti amo!”


Sembrava che non fosse riferito a Cosimo, ma ciò che stavano facendo. Le piaceva sentire il cazzo dentro. Le sarebbe piaciuto ancora di più se ci fosse stato Giacomo a infilarle nel culo il suo bel cazzone grosso e lungo. Ma la lingua di Stella non era stata da meno. 


Cosimo continuava ad ansimare, non le rispose nulla e seguitò a chiavarla.


Stella si posizionò a fianco a lui, baciandolo in bocca e baciando Delia. Quelle due andavano d’accordo soltanto quando scopavano, ma nella vita quotidiana continuavano a odiarsi e scontrarsi. 


Il suono forte della pioggia sembrava stimolarli di più a farsi le coccole e a scopare. 


Ora Stella si abbassò di nuovo, leccando il culo e la fica di lei e contemporaneamente il cazzo del fratello, succhiandogli di tanto in tanto i coglioni che le sbattevano sulla bocca. Cosimo tirò fuori il cazzo dalla fica di Delia e lo mise in bocca a sua sorella che lo leccò con maestria e gli faceva una bellissima pugnetta. Era sempre stata brava a farle, ricordava Cosimo, fin da quando era ragazzina. Stella si alzò da quella posizione e si mise al contrario addosso al fratello facendosi infilare il cazzo nel culo, mentre Delia le leccava la fica. Poi Stella si voltò e si fece fottere la fessa dal fratello. Delia stavolta le infilò tutta la lingua nel culo e, imitando la cognata, la fece scivolare dal culo attraverso le gambe fino ai piedi, che non erano da meno rispetto ai suoi. Cosimo tolse il cazzo dalla fica di Stella e avvicinò le due donne tra loro spingendole con le mani. Stella e Delia si baciarono in bocca, Cosimo si spostò e iniziò a masturbarsi da solo. Le due donne si toccarono reciprocamente le fiche con le mani. Poi iniziarono a chiavare spingendo ognuna la propria fica su quella dell’altra e gemendo di piacere. 


Cosimo le osservava e si faceva la sega, menandoselo violentemente in mano. Le due fottevano e si baciavano con la lingua, intensamente. La loro goduria si vedeva dalle loro espressioni, dagli occhi chiusi e dai loro gemiti. Cosimo posizionò il proprio cazzo in mezzo ai loro visi continuando a segarsi.


“Aprite la bocca, amori miei”.


Le ragazza aprirono gli occhi e la bocca, guardando Cosimo come due assetate di sesso e di sborra. Cosimo se lo menò più violentemente, Stella glielo prese in bocca e glielo rilasciò, finché l’uomo non sborrò in faccia a e addosso a tutte e due. La sborra finì anche tra le loro zizze, che si leccarono a vicenda. Cosimo le baciò sulla bocca a entrambe, nonostante avessero la bocca piena di sborra, sporcando anche le proprie labbra del suo stesso seme. Le due ragazze se lo sputarono in bocca e se lo scambiarono. Poi costrinsero Cosimo a ingoiare il misto della sua sborra e della loro saliva. Si sbatterono sul letto, rilassati e sorridenti e si riaddormentarono, mentre il suono della pioggia li coccolava e si stringevano tra loro affettuosamente. 


Si svegliarono e pranzarono molto tardi. Non uscirono, dato che pioveva molto. Stettero a casa a guardare la televisione, a leggere, a stare un po’ sugli smartphone, a rassettare la casa, finché non fu quasi ora di cena. Mentre Cosimo era ai fornelli, udirono suonare il campanello. 


“Stella, bada un po’ tu alla cena…”


Stella obbedì, mentre Delia era stravaccata sul divano, con i piedi nudi, a guardare una sit-com.


Cosimo domandò “Chi è?”


“Sono Vittorio”.


“Delia, è tuo fratello” disse Cosimo aprendo la porta.


Stella aveva udito un affanno e percepito che Vittorio non portava buone notizie, perciò, spense il gas e insieme, a Delia, si precipitò davanti alla porta.


Vittorio era zuppo d’acqua, affannato e pallido in volto, con un’aria terrorizzata.


“Che succede, Vittorio?”  domandò Cosimo.


“Dovete venire con me, subito…”