Già pubblicato il 1 Febbraio 2011



“Ciao, hai da accendere una sigaretta?”
“No, non fumo, mi dispiace”
“Posso leggere questo giornale?”
“Si, prego”
Inizia così sulla spiaggia la mia storia con Graziella.
Ci si ritrovava tutti i giorni nello stesso posto e gli interessi erano comuni.
Qualche giorno prima di Ferragosto mi ha detto “Stasera esco con mia sorella Vanna. Ti va di venire con noi?”
Come potevo rifiutare un chiaro invito?”
Chi mi ha invitato era una bella fighetta alta circa 1.68, corporatura asciutta, seno stretto, tette sode e piccole, gambe sfilate e cosce ben tornite, fianchi stretti e glutei poco pronunciati. Il suo viso era lungo ed aveva capelli lunghi e neri. Avevo notato nel vederla arrivare in spiaggia che aveva movimenti agili e delicati; sembrava camminare sulle dita dei piedi.
Non avevo mai chiesto che mestiere facesse.
“Ciao. Ti presento mia sorella Vanna e il fidanzato Giovanni”
“Ti va di andare a cena in un ristorante sul mare? Noi ci siamo già stati e ci siamo trovati bene sia economicamente sia per la qualità” mi ha detto il fidanzato di Vanna
“Certo! Dove lasciamo la mia auto?” chiedo “Oppure andiamo con due macchine così ognuno dopo cena va dove vuole”
Pur avendo un’altra donna, che mi soddisfaceva sessualmente, provare anche con Graziella mi dava una carica in più. In fin dei conti l’altra mia Lei non voleva sentir parlare di presentazione in famiglia e tantomeno di matrimonio o convivenza.
Io ero economicamente indipendente ed ero pronto per mettere su famiglia.
La cena è stata ottima ed anche il vino che sulle donne ha fatto il suo effetto rendendole allegre e tra sorelle si scambiavano messaggi, piccole toccatine con la mano, occhiate che non erano sfuggite sia a me sia a Giovanni.
Al termine della cena una passeggiata sui bastioni del lungomare è stato il naturale completamento ed anche l’inizio di una sera speciale.
Vanna ha detto di voler tornare a casa “Si è fatto tardi, domani, anche se è domenica, ho da fare in casa. Quindi vi salutiamo. Giovanni mi riaccompagna con la sua auto”
Io e Graziella ci siamo ritrovati soli.
“Andiamo in un posto più riservato?”
“Sì, mi piacerebbe andare sulla scogliera”
Arrivati lì, seduti in modo che le gambe mie fossero a contatto con le sue, Graziella mi afferra il viso e mi bacia “Sai, ho voglia di te. Mi piaci”
La risposta è stata un altro bacio con la lingua affondata nella sua bocca sensualissima.
Il leggero chiarore delle luci lontane rendeva visibile il profilo del suo viso e del suo corpo.
Le sue gambe erano già sulle mie, lisce e con la pelle ben curata, nel toccarle ho constatato che i muscoli erano duri e asciutti.
“Mi spoglio un po’ ” mi ha detto.
Il togliersi il velo rosso che aveva messo sulle spalle per proteggersi dall’umidità marina, ha evidenziato i capezzoli lunghi e già duri sotto la sua camicetta leggera a fiori che portava.
Mi ha ripreso con le sue mani e si è avvicinata nuovamente a me spingendo il suo seno contro il mio torace facendomi sentire chiaramente la durezza dei suoi capezzoli appoggiati sulla mia leggera camicia estiva.
Il mio sesso era da tempo in allerta ed ora si è sollevato dentro i pantaloni.
Graziella ha appoggiato delicatamente una mano per testare l’evidente mia eccitazione “Che bello! Lo sento già eccitato. Toccami i capezzoli, ti stanno aspettando”
Non chiedevo di meglio.
Li ho presi tra le mie mani aprendo la sua camicetta trovandoli duri e molto lunghi. Sensazioni bellissime si sono impadronite di me e la voglia di succhiarli è stata la priorità del momento. Guardandoli mi sono reso conto della loro lunghezza non normale “Sono bellissimi e così duri!” ho sussurrato nel restare sorpreso per la lunghezza di almeno tre centimetri e per la loro forma molto appuntita.
Mi ha risposto “Si li ho fatti io così …… Debbo dirti è che a casa, da quando mi stavo preparando per uscire, ho pensato a questo momento e non vedevo l’ora che tu me li toccassi e aspettavo anche la tua meraviglia. Mi piace che i miei amori me li vedano. Sono una mia caratteristica. Accarezzali, non temere!”
Più li ho accarezzati e più si sono induriti. Lei ha sospirato ad ogni carezza e il suo ritmo ansimante è aumentato ad ogni mio passaggio.
“Guardami, ti piaccio così?”
“Moltissimo!” ho risposto “Non avevo mai visto capezzoli così lunghi e duri” e mentre parlavo li ho toccati ed ho indugiato sulla punta avendo visto che era la parte più sensibile.
“Apriti il pantalone. Voglio toccare le tue parti intime” mi fa lei e subito il mio sesso si è presentato eretto e ben turgido. Graziella lo ha accarezzato lentamente con delicatezza eccitandolo ancor di più la cui conseguenza è stata un aumento di volume.
“Ecco! È così che mi piace il sesso del maschio” mi ha detto.
“Baciami e succhiami i capezzoli. Così siamo pari. Anche a me piace che mi si tocchino” ho risposto.
Graziella mi ha aperto la camicia ed ha esaudito la mia richiesta.
Avvicinandosi ulteriormente, si ha sollevato la gonna, scostato il perizoma e si è masturbata.
“Vuoi che lo faccia io?” ho chiesto.
“No, preferisco che tu mi veda. Me lo farai dopo” e dopo pochi secondi ha ansimato e mugolato. La mano sua si è mossa veloce sul suo sesso e si è sentito chiaramente lo sciacquio dei suoi umori che colare dalla figa.
“Ti voglio dentro. Non resisto” sibila eroticamente.
Detto, fatto!
Il mio sesso ha trovato la sua figa larga, calda ed accogliente. Lei si è sollevata ed abbassata prendendolo fino alla radice. I suoi sospiri di piacere si sono sparsi nell’aria intorno a noi. Ogni tanto una sua mano ha lasciato il mio collo, a cui lei si era attaccata, per scendere a toccarsi il grilletto.
Io l’ho sostenuta affinché non perdesse l’equilibrio e non mettesse termine a quel momento speciale.
Mi ha fatto impazzire di piacere poiché mi ha fatto una sega con la figa che ho sentito calda e profonda. Ho spinto il cazzo dentro di lei fino alla bocca dell’utero dove è terminata la penetrazione.
La situazione mi ha molto arrapato anche perché ci vedeva accoppiati sessualmente e potenzialmente visibili da altre persone.
“Mi vuoi sempre dentro?” ho chiesto.
“Si, vienimi dentro. Voglio sentire il tuo seme caldo uscire dal tuo grosso cazzo che mi sta allargando e che mi fa colare come poche volte. Prendo la pillola così non resto gravida. Toccami il grilletto, vedi quanto è grosso e duro. Guardalo!”
Non ha finito di parlare che le ho spruzzato il mio sperma nella cavità accompagnando l’eruzione con un grugnito soffocato per non dare scandalo pubblico.
Lei ha continuato a muoversi e poco per un urlo non soffocato ho capito che anche per lei c’è stato un orgasmo senza preoccuparsi dell’urlo emesso. Chi lo avesse sentito avrebbe capito che una donna aveva goduto un piacere sessuale.
Dopo essersi ripresa ci siamo baciati nuovamente, poi lei si è levata il perizoma, si è riassettata e ci siamo avviati all’auto.
Durante il viaggio di ritorno Graziella ha aperto nuovamente la camicetta e si è toccata i capezzoli “Ti sono piaciuti?”
“Si. Mi hanno sorpreso. Non me li aspettavo così lunghi. Sono fantastici. Non mi stancherei mai di guardarli. Sanno di misterioso”
“Li ho allungati perché ho supposto che ti avrebbe fatto piacere sentirli così lunghi fra le dita. Ho immaginato che ti potessero piacere e così li ho allungati. Un altro giorno li gonfierò.
“Come fai? Sei una specialista di queste cose?” ho chiesto durante la guida.
“Inietto della soluzione salina che poi lentamente viene assorbita. Mi piace sentirmeli lunghi e mi eccita tanto toccarmi la punta. Mi fa colare tanto. Poi ai miei amori piace tantissimo ed io voglio che a voi piaccia vederli e toccarli”
“Come hai imparato a farteli così? Sei stata da un chirurgo plastico?”
“No, me lo ha insegnato un’amica ginecologa con la quale ho avuto un rapporto lesbico. A lei piacevano i capezzoli lunghi e grossi e così ogni volta che ci incontravamo me li faceva come li vedi ora. Pungerli con l’ago della siringa duole le prime volte ma poi ci fai l’abitudine e non senti più niente perché il sottile piacere di sapere che il risultato è di gradimento dell’amante, fa solo godere”
Il mio cazzo a quelle parole ha ripreso vigore.
“Vuoi veder la mia palestra?” mi ha chiesto Graziella.
“Certo! Andiamo!”
All’interno dell’ambiente ho visto vari spogliatoi e nella stanzetta della direzione una porta chiusa, l’ho aperta ed ho visto che era piccola ed arredata con gusto. In un mobile basso con sportelli di legno lei teneva conservati alcuni oggetti e delle bottigliette.
Gli oggetti erano dei dildo e dei vibratori. Le bottigliette erano di soluzione salina che utilizzava per il suo corpo.
“Ora ti mostro come si fa a gonfiare le parti del corpo”
Graziella si è rapidamente denudata mostrando un corpo snellissimo e molto tonico. Si è sollevata i capelli ricci raccogliendoli dietro la nuca diventando più sexy che mai. Avevo voglia di scoparla lì sul momento ma lei, come se niente fosse, ha preso una bottiglietta ed una siringa sterile e si è seduta su una poltroncina davanti ad uno specchio ed ha messo le gambe sui braccioli e si ha toccato le grandi labbra della figa. Poi ha aspirato con una siringa un po’ di soluzione, ha afferrato un labbro, lo ha punto leggermente e, tenendo l’ago infilato, si ha iniettato la soluzione lentamente.
Sono rimasto estasiato ed anche molto errapato, quella pratica sapeva di erotismo spinto.
Il labbro si è gonfiato, diventando turgido, poi ripeté l’operazione sull’altro.
Levato l’ago si è messa in piedi mostrandomi un effetto straordinario.
“Vedi! Sono diventata figona. Mi vuoi scopare? Così come sono ora ti darò molto piacere. Ti sembrerà un’altra figa, non la stessa che hai provato un’ora fa. Mi piace farmi vedere perché, sappilo, sono estremamente esibizionista e godo quando gli altri mi guardano e mi mangiano con gli occhi. Mi sembra di averli dentro in ogni mio buchetto!” mi ha detto felice girando su sé stessa per farsi vedere.
“Sapessi che è bello avere le labbra della figa gonfie. Le sento moltissimo quando cammino perché sfregano sulle cosce e stringono il grilletto facendomi un ditalino. Nei giorni prossimi ti capiterà di vedere che mi fermo improvvisamente. Ecco! Quello è il momento in cui avrò l’orgasmo. Lo faccio apposta. Ecco perché mi gonfio le labbra della figa d anche i capezzoli, hai capito?”
Graziella si è voltata ed ha offerto alla mia vista il suo culetto.
“ora scopami nella figa. Vedrai che piacere per tutti e due!”
Non l’ho fatta aspettare. Mi sono spogliato in un attimo, quasi strappandomi pantaloni, slip e camicia, e la l’ho chiavata senza ritegno fino a venirle dentro dandole una marea di sborra.
Le sensazioni che ho avuto sono state incredibili e ho ammesso che aveva ragione, le labbra della figa gonfie danno un altro senso alla scopata.
Nonostante fossi già stato svuotato, le sono venuto nuovamente dentro facendole colare sulla parte interna delle cosce i liquidi suoi mischiati ai miei.
Lei ha continuato a sditalinarsi davanti a me ed è venuta contorcendosi e gridando il suo piacere.

Visualizzazioni: 1 853 Aggiunto: 2 anni fa Utente:
Categorie: Etero
Tag: Sarde