Scritto il 26 luglio e pubblicato il 27 luglio 2011



Ieri, 25 luglio 2011, appena parcheggiato l’auto e mi avvio verso lo studio radiologico dove devo fare una radiografia, per arrivarci bisogna percorrere una viuzza chiusa.
Mi dico “Che bella figa! e anche l’amica che è con lei non è assolutamente male.
Mi colpisce di lei il tacco della scarpa molto alto ed il portamento sculettante. Mi attirano anche le gambe leggermente abbronzate. Lei ha una maglietta nera aperta sul davanti che fa vedere le mammelle sode e grosse ed il solco del seno che le divide. Il colore nero contrasta piacevolmente con la pelle. I pantaloni sono aderenti e neri, arrivano ad un centimetro dal ginocchio.
Lei è bassa ma molto proporzionata; l’amica ha dei jeans che valorizzano ed espongono un culo un po’ largo ma interessante e, dal solco nei leggings posteriore tra i glutei, capisco che indossa in minuscolo perizoma forse a stringa e che lascia intuire sia minuscolo quanto un francobollo a coprire l’entrata della figa. Era da tempo che non vedevo una ragazza così proporzionata e bella.
Vedo le due amiche arrivare sulla porta dello studio e suonare il campanello. Non risponde nessuno. Allungo la mano, abbasso la maniglia della serratura e la porta si apre. Rivolto a loro con voce suadente “Forse si apre così!”
“Chi lo poteva immaginare?” mi risponde una di loro.
“Nessuno” rispondo “ Io ho provato e mi è andata bene”
“Però ora tocca prima a noi” mi fanno.
“Certamente! Non voglio passare davanti solo per un’apertura di porta”
Entriamo e attendiamo la chiamata che tarda parecchi minuti.
Quando sento chiamare il mio nome mi avvicino all’accettazione e per onestà studiata “Ci sono prima io! Non vorrei che per un’apertura di porta perdessi il turno”
“Non sono stato io a volere passare avanti; sono stato chiamato”
Il viso alla più carina le si imbroncia un po’ e fa una smorfia di disappunto.
Vengo chiamato per radiografia e mi trovo con una bella ragazza sui trent’anni nella sala.
Quando esco, lei è sempre lì con l’amica.
“Non siete state chiamate? Avevate prenotato la visita?”
“Si avevamo fatto tutto ma abbiamo capito male ed ora ci ritroviamo ad aspettare tra un paziente e l’altro. Lei piuttosto quando ha prenotato?”
“Io ho prenotato venerdì scorso e non ho trovato difficoltà ad essere inserito nella lista di oggi”
Lei accavalla le gambe come gesto di disappunto e mette la sinistra sulla destra.
Belle gambe! Le fisso perché hanno qualcosa di magnetico che mi attira e, anche se lo distolgo, lo sguardo finisce sempre lì.
Osservo le braccia nude e sulle spalle mi accorgo che ha maglioncino corto di cotone bianco con la finitura delle maniche ricamata. Le labbra della bocca sono ricoperte da un rossetto non lucido di colore nocciola molto intonato con quello della pelle.
Cerco un gioiello su di lei ma non lo vedo e mi sembra strano che non abbia neanche un gioiello.
Mi sembra strano che in una giovane donna, che si considera bella, non ce sia uno.
Lei si muove e controllo se porta orecchini. No, neanche quelli. Sono deluso ma allo stesso tempo affascinato dalla sua figura.
Gli occhi scuri sono due spie che guardano intorno. I capelli neri tagliati fin sulle spalle e con una riga a dividerli sulla testa le danno un’aria di ragazza sicura di sé.
Noto anche una bella forma di naso, non grande e molto ben fatto.
Valuto l’età in 30 o forse 32 anni, non di più.
“Con chi scoperà? Chi sarà il fortunato?”
Azzardo un inizio di dialogo.
“Abitate fuori città?”
“No, abitiamo in via Monti. È un po’ lontano da qui e quindi ci siamo arrangiate con l’auto sua.
“Sono indiscreto se chiedo perché siete qui?”
“Io sono qui per una radiografia al torace, la mia amica per una panoramica alla bocca”
Poi i nostri discorsi divagano sul tempo e sulla situazione politico economica dell’Italia.
Nella sala d’spetto non ci sono altre persone.
La mia bella si chiama Daniela. Scopro il nome perché la radiologa la chiama anche per nome.
Lei si leva dalla sedia e sparisce dietro la porta della sala radiografica e prima che la porta si chiudesse sento dire “Sei l’amica di Daniela?”
“Si, e tu dovresti essere Simona!”
“Piacere di conoscerti. Daniela mi ha parlato di te tante volte”
L’altra ragazza di cui conosco ora il nome, solleva il volto dal giornale che leggeva e fa un sorriso ed un gesto di mano alla radiologa.
Fin qui niente di strano e particolare.
Esce Daniela ed entra Simona.
La porta invece di chiudersi, forse perché non spinta bene o forse per volontà, rimane socchiusa e tende lentamente ad aprirsi non molto ma permette di veder l’interno della sala.
Inutile dire che si vedevano chiaramente le apparecchiature.
Sento anche i dialoghi.
Simona dà del tu alla radiologa il cui nome è Manuela e quest’ultima la mette subito a suo agio ed in confidenza.
“Saresti tu l’amica del cuore di Daniela!”
“Si, dovrei essere io. Lei mi confida tutto e so chi sei. Lei me ne ha parlato molte volte. Sei una tipa interessante”
“Simona, dovresti spogliarti per poter fare la radiografia toracica”
“Devo togliere anche il reggiseno?”
“Si, così vedrò per la prima volta il tuo seno. Daniela mi dice che le mammelle non ti cadono”
“Sì, vero! Ho il bel dono di natura che stanno su da sole, ma le aiuto a stare su se no un bel giorno me le ritrovo alle ginocchia.
“Scusa se te le tocco. Ecco! Così va bene. Appoggia i capezzoli alla parete. Ecco così, brava! Bravissima!”
Il tocco non era stato normale. Manuela aveva palpato le mammelle come le si palpa ad una vacca e Simona aveva lasciato fare, poi la radiologa ha chiuso per pochi attimi la parete divisoria fra la zona in cui sta l’operatore e la zona invasa dai raggi X e poi “Hai un seno magnifico. Come fai a tenerlo così bene?”
“Molti massaggi e molto sesso”
Manuela si è avvicinata da dietro a Simona e le accarezza i fianchi ancora nudi, si è fermata e le ha sollevato la testa e non parla attendendo che Simona faccia qualcos’altro intanto le mani arrivano alle mammelle, le sollevano e finiscono i movimenti sui capezzoli.
Simona solleva la testa come per guardare verso l’alto, poi si volta e la bacia.
Resto sorpreso e mi chiedo “Queste sono lesbiche?”
A questo piacevole spettacolo mi arrapo. Vorrei almeno farmi una sega ma la decenza e l’essere scoperto con il cazzo in mano mi limita a tenerlo nella sua sede.
Dalla stanza sento arrivare dei sospiri profondi e il classico rumore di labbra bagnate che si uniscono ed anche “Stasera ci vediamo? Hai da fare con Daniela?”
“No, stasera sono libera. Dove vuoi che ci vediamo?”
“Se vuoi puoi venire a casa mia…” risponde Simona.
“Sono calda ed ora come faccio?”
“Se ne hai voglia vai nella stanza del dottore, lui ora non c’è perché viene più tardi, e fatti un bel ditalino, sgrillettati così stasera mi racconti”
Simona si riveste mentre Manuela continua a toccarla e baciarla.
IO mi allontano dalla porta a passi lentissimi e con assoluta indifferenza come se non avessi mai visto o sentito niente.
“Manuela?! Avevamo la porta aperta!”
“Non preoccuparti, non c’era nessuno. Vai nella stanza del dottore e fai quello che abbiamo detto”
L’aspetto di Simona è cambiato. I capelli sono arruffati, il viso è rosso, la maglietta nera è indossata alla rinfusa. Sculettando sui tacchi alti entra nella stanza che le era stata indicata e si chiude dentro.
Io mi siedo su una sedia.
Dopo qualche minuto Manuela viene in sala d’aspetto.
“Ciao. Come va?” Rivolta a Daniela
“Bene. E tu?”
“Vieni che te lo dico”
Manuela prende per mano Daniela e si avviano nella stessa sala dove prima c’era Simona.
Sento dire “Daniela aspetta qui un attimo!” e Manuela apre la porta della stanza del dottore, guarda dentro e da l’ si sentono dei mugolii e profondi sospiri.
È evidente che Daniela si sta smanettando fortemente.
“Brava! continua così.” E Manuela chiude la porta e va da Daniela.
Ora sono solo in sala d’aspetto e la situazione mi è favorevole perché mi consente di avvicinarmi nuovamente alla porta che è un po’ più chiusa della volta precedente ma permette comunque di vedere dentro.
Scorgo Manuela e Daniela che si stanno baciando.
Daniela ha le mani sotto il camice di Manuela e le sta lavorando le mammelle ed i fianchi, l’altra le infila la mano destra tra jeans e la pelle e scende verso i glutei, poi si staccano e Manuela si volta e Daniela ora la massaggia e le palpa sia le tette sia i fianchi. Trova anche modo di aprirle la chiusura dei jeans e la mano sinistra va sul pube mentre quella destra tiene e spreme la corrispondente mammella.
Ora oltre a me nell’ambulatorio non c’è ancora nessuno.
Non posso fare a meno di usare il mio cazzo che è in condizioni di massima erezione e durezza.
Manuela bacia Daniela sul collo e sulla nuca e costei si contorce ma non più di tanto, ansima soprattutto e più che ansimare, nitrisce.
“Stai godendo amore mio? Avevo voglia di vederti e sentirti. Ohh! Quanto tempo!”
“Si continua, non smettere! Dai!”
Una flessione sulle ginocchia in avanti e un respiro profondo con un urlo soffocato indicano l’arrivo ed il passaggio all’orgasmo.
Daniela va davanti Manuela e la bacia sulla bocca.
“Quando ci vediamo di nuovo?” chiede Daniela.
“Quando mio marito va con gli amici. Stasera, per esempio, sono impegnata con lui” replica Manuela.
“Ma dimmi!? State scopando ancora?” le chiede l’altra guardandola fissa negli occhi.
“Certamente! Un uomo come lui non me lo perdo. Aspetta qui che vado a vedere se Simona ha finito”
Io mi sono già allontanato dalla porta. Le scarpe tipo barca con il fondo di gomma mi consentono di non far sentire i miei passi.
In che stato sono?
Beh! Voi cosa direste?
Ero tutto un’eccitazione. Se avessi potuto avrei chiamato Daniela. Sborrare? Si, all’istante forse dentro di lei.
Assorto nei pensieri, da definirsi libidinosi, non mi accorgo di Daniela che si è seduta di fronte a me.
Sento la voce di Manuela “Venga signore! Si accomodi, arrivo subito” e sparisce dietro la porta della ‘stanza del dottore’ da cui esce poco dopo.
I miei pensieri? Tanti e tutti di sesso, sesso sfrenato con tutte e tre le donne.
Manuela rientra e mi si presenta con il camice chiuso.
Mi chiedo cosa potesse aver fatto con Simona.
Esegue la radiografia su di me e mi chiede di accomodarmi nella sala d’aspetto.
Le due ragazze erano di nuovo li. Daniela si stava rifacendo il trucco.
Non so come riprendere il dialogo ma i miei occhi le stanno fotografando in ogni minimo particolare, soprattutto Daniela che mi attrae più di Simona.
“Manuela le ha detto che deve aspettare ancora molto?” Esordisce Daniela.
“Non so” rispondo io “Mi deve dare il referto e la lastra. In ogni caso con voi davanti è piacevole stare qui”
“A dire il vero anche per me nel vedere lei”
Ecco, sono stato colpito e affondato!
Penso: ora sì che si fa sul serio! Questa non me la perdo.
Daniela continua “Che mestiere fa?”
“L’ingegnere”
“Bello! In quale settore?”
“L’acustica. Ho un buon udito” dico con malizia e un attimo dopo si presenta Manuela.
“Signore, tutto a posto. Questo è il referto” e rivolta alle amiche “Voi due passate più tardi verso l’ora di chiusura. Dobbiamo parlare e quando sarà andato via il dottore potremo trattenerci più a lungo”
Usciamo insieme e davanti al vicolo vedo che c’è un bar frequentato da giovani studenti.
Invito Daniela e Manuela che gradiscono ed accettano l’invito.
Chiacchieriamo a lungo scambiandoci i numeri di telefono e dandoci appuntamento con Daniela, la mia preferita, a venerdì 29 luglio alle 8 di sera per andare in una città sulla costa.
Potevo sperare in qualcosa di più? E mi sono detto “Vedremo venerdì che cosa accadrà!”


Il resoconto del venerdì sera è questo.
Ho chiamato Daniela verso le 18 per chiederle dove incontrarci e lei sorpresissima mi ha detto che non si aspettava la mia chiamata. Non ci credeva, ecco tutto!
Durante il colloquio telefonico inizialmente ha fatto la parte della donna che vuole essere convinta, poi ha ceduto e dal modo in cui lo ha fatto ho supposto che la resistenza opposta all’inizio fosse una messa in scena.
Ho fatto lavare la mia Musa in modo che fosse pulita al massimo per darle una buona impressione e sono andato a prenderla in auto sotto casa sua.
Ho indossato dei pantaloni bianchi di lino, scarpe tipo barca, camicia color grigio perla con il bottone del colletto non inserito nell’asola. Si vedeva in piccola parte la maglia intima bianca.
Lei abita in un complesso edilizio di dieci case a schiera indipendenti. Chi arriva aspetta fuori dal cancello d’ingresso da cui si vede il vialetto pedonale che da l’accesso alle singole case.
Dopo qualche minuto dal suono del campanello vedo da lontano una donna uscire di casa. La osservo venire verso il cancello e mi sembra troppo bella per essere lei.
Mi chiedo chi fosse quel pezzo di figa imperiale che ciondolava sui tacchi alti.
Era lei. Era Daniela.
Gente mia, posso dirvi che era straordinariamente bella e eccitante.
Indossava un vestito leggerissimo di seta leggera quasi trasparente color acqua marina dai toni molto delicati con dei disegni molto tenui. Alla vita una cintura nera alta cinque centimetri con dei brillantini sulla fibbia.
Il vestito era aperto sia davanti che dietro. Sul davanti l’apertura scendeva poco sotto il seno, sul di dietro le spalle erano nude ed anche una bella parte della schiena fin quasi alla cintura. Il colore della pelle risaltava notevolmente. Si intravedeva il reggiseno ma non la mutandina.
La cintura segnava la vita facendo sì che le tette fossero più evidenti.
Il vestito finiva a mezza coscia e nella parte inferiore era plissettato. La leggerezza faceva sì che camminando il vestito fosse solo una copertura pro forma del suo corpo. 
Ed ora vi descrivo la parte inferiore.
Le calze erano grigio scuro ma estremamente velate con una leggera cucitura posteriore che segnava la verticalità dei suoi arti inferiori.
Ai piedi sandali leggerissimi senza zeppa, tacco da 12, finemente allacciati alla caviglia e un passante vicino alle dita del piede. I laccetti dei sandali ricoperti di brillantini.
I capelli neri pettinati benissimo ed un trucco in prossimità delle palpebre davano il tocco finale ad una bellezza fuori dell’ordinario. Labbra della bocca segnate con un delicato colore rosa.
Stavolta alle orecchie c’erano orecchini pendenti fini e lunghi in oro bianco con brillantini veri, vistoso anello d’argento alle dita le cui unghie erano laccate di bianco.
La donna dimostrava veramente buon gusto.
Più di così che cosa si può desiderare?
Per me era il massimo. Avevo visto ed avuto belle ragazze ma Daniela le superava tutte di gran lunga.
“Sei elegantissima”
“Dici? Non ho messo niente di speciale”
“Stasera ti ruberanno. Gli occhi saranno tutti per te”
“Ma dai! Non dire stupidate!
In auto ci dirigiamo verso il mare a circa 50 km dalla città.
Avevo prenotato un tavolo in un ristorante di classe sulle rocce con davanti una delle più famose spiagge della zona che si intravedeva nella penombra.
Il ristorante è di quelli famosi dove si mangia bene. L’arredamento è molto bello. Ci hanno riservato un tavolo ad angolo dove si vede l’esterno ed il porto zeppo di barche e di yacht.
Daniela apprezza le sedie che trova molto comode. Si siede e solleva il vestito in modo che le cosce vadano a contatto con la pelle della seduta.
Questo modo di fare l’avevo letto su Histoire d’O e al tempo mi aveva eccitato non poco.
Mi chiedo se quel libro l’avesse letto anche lei, in ogni caso dimostra che è una donna che sa godersi i sensi e che ha voglia di sentire la sensazione della pelle su pelle.
Durante la cena ha bevuto vino che, debbo dire, era veramente ottimo. Il maître ci aveva consigliato bene.
Durante la cena abbiamo parlato di noi e delle nostre idee, del nostro lavoro. Lei è laureata in Scienze Politiche ed è direttore di banca.
Mi ha detto chiaramente che non essendo una teenager, aveva avuto delle esperienze ma i ragazzi giovani l’avevano delusa sempre perché cercavano in lei sesso e niente altro. Mi ha detto che aveva avuto una relazione con un ragazzo ma si era rivelato una delusione perché aveva scoperto che se la faceva con altre ad ogni occasione e con lei non voleva fare un percorso di vita in comune.
Aveva trovato in uomini, anche sposati, un rapporto orientato al sesso ma più maturo e consapevole oltre ad una maggiore soddisfazione nell’atto sessuale.
Le ho chiesto notizie di Simona e Manuela.
“Manuela è una cara amica. È una ragazza con idee molto avanzate”
Abbiamo parlato di moda e di vestiti, di vacanze, di hobbies, di pettegolezzi cittadini, ecc.
Io non ho fatto nessun cenno a quel che ho visto nello studio radiologico.
Al termine della cena abbiamo passeggiato sul lungomare nella penombra e l’ho presa sottobraccio, lei si è tenuta stretta a me in modo che sentissi il suo corpo.
I suoi fianchi erano asciutti e sodi. Camminava ancheggiando a causa dei tacchi alti. L’ho lasciata per pochissimi secondi e l’ho ripresa passandole il braccio per avvolgerla sulla schiena. Altrettanto ha fatto lei ed io sono salito in paradiso.
“Chi torna a casa stasera? Io no!” mi sono detto.
Tenendoci così abbracciati mi ha confessato che Simona era la sua ragazza. Nel senso che Simona era lesbica ed ha specificato che voleva bene a quella ragazza ma i maschi adulti stagionati e di esperienza erano i suoi preferiti.
“Sai Simona mi fa godere ma per i maschi impazzisco. Vuoi mettere un uomo di esperienza, magari sposato, con un giovanotto o con una lesbica? Non c’è paragone!”
“Debbo farti anche io una confessione. Le donne oltre i trent’anni mi piacciono di più”
“Allora io ti piaccio?”
“Questo è sicuro” è stata la mia risposta
Ci siamo fermati su un muretto; lei seduta sopra ed io davanti a lei e, come per riposare la testa, la appoggia sul mio petto. Le tengo le mani e dopo qualche istante la sollevo, lei mi guarda ed io la bacio.
Mi passa un braccio dietro la nuca, mi tira a sé e mi abbraccia, mi tiene la testa con le mani.
“Stasera sarò pazza ma ho voglia di te” e segue un bacio profondo con inserzione della lingua, che dura un’eternità.
L’abbraccio anche io. Sento il suo seno turgido su di me. La bacio sul collo e lei solleva la testa per favorire il i baci e farselo esplorare tutto. Arrivo all’orecchio e lei ansima. Le accarezzo le spalle nude, le scosto il vestito e le prendo le tette in mano senza levarle il reggiseno.
Sussurra un lamento di piacere quasi a scaricare un istante della voglia che ha in corpo.
Passano due coppie di ragazzi. Una delle ragazze si volta e ci osserva.
Non sono preoccupato e neanche lei lo è.
Daniela mi apre la camicia con delicatezza e sussurra “Non devo godere solo io”
Mi bacia sul torace titillandomi i capezzoli che diventano subito duri, ci gioca con la lingua, meli stringe fra i denti e capisco da come fa che è abituata a farlo.
Nel frattempo ha allargato le gambe ed io mi ritrovo in mezzo. Il vestito leggerissimo è salito scoprendo le fantastiche cosce.
La sento spingere il bacino contro di me e la lascio fare, poi le propongo di spostarci da dove ci trovavamo e le propongo “Ti va se andiamo in spiaggia?”
Annuisce positivamente, scende dal muretto con delicatezza e ci avviamo tenendoci abbracciati per la vita.
Ha difficoltà a camminare con i tacchi che sprofondano, quindi camminiamo lentamente. La tenevo per un braccio e lei si teneva ben stretta alla mia vita.
Arrivati in spiaggia ci sediamo. Io mi metto davanti a lei, lei solleva le gambe e metto le mie sotto. Continuiamo a baciarci e Daniela mi mormora “Questo è un lato del lesbismo; le lesbiche si baciano moltissimo per arrivare all’orgasmo”
Capisco che cosa vuole e dove vuole arrivare.
Si abbassa la parte superiore del vestito e a quel punto compaiono davanti a me le sue bellissime e rotondissime tette che sembrano rifatte per quanto sono perfette.
“Toccale come hai fatto prima. Sono tue”
Non mi è sembrato vero. Le ho lavorate succhiando a lungo anche i capezzoli che hanno reagito allungandosi ed irrigidendosi puntando verso l’alto.
L’abito a causa dell’incrocio delle gambe è salito ed i meie occhi hanno visto un piccolo perizoma. Più piccolo di così non si può. Una stringa finissima orizzontale color acqua marina che tiene un triangolino di stoffa bordata di ricami argentati che prosegue tra le natiche per ricongiungersi dietro il bacino.
Le calze sono auto reggenti con una balza ricamata. La loro delicatezza è incredibile; danno la sensazione che non coprire la pelle. É evidente, nonostante l’abbronzatura, la differenza di colore fra la parte inguainata dalle calze e la pelle nuda che prosegue nell’inguine.
Daniela mi ha aperto completamente la camicia, mi ha baciato riprendendo il lavoro interrotto sui miei capezzoli che mi danno sensazioni particolari piacevolissime, ed infine me l’ha tolta.
Ci siamo così trovati praticamente nudi.
Lei ansima ed io sono in preda a un godimento che sta facendo scoppiare il cazzo.
Ho allentato la cintura dei pantaloni e lei ha abbassato la zip infilando la mano per far prendere aria al cazzo.
“Che bello, che grosso!” ed ha dato inizio ad una sega agendo lentamente e delicatamente senza stringere. 
Io, scostando i tre centimetri quadri di stoffa del perizoma, le ho messo due dita nella figa allargandole le grandi labbra e l’ho trovata bagnata e ben lubrificata.
Le dita hanno trovato facilmente il clito già eccitato e duro che non aspettava altro che il tocco delle mie dita.
A quel tocco Daniela è esplosa, agitandosi, vibrando, scuotendosi e contorcendosi, spingendo avanti e indietro il bacino.
Le succhiavo i capezzoli e lei è andata in estasi. Infine una scossa verso l’alto del suo bacino, le mie dita che entrano nella sua figa e contemporaneamente il pollice sgrilletta il clito e lei emette un grido soffocato nella mia bocca: vengoooo!
Mantiene quella posizione per molti secondi per poter continuare a godere e poi sento il suo rilassamento.
D’un tratto si lancia verso di me e si incolla alle mie labbra dandomi un bacio a ventosa con le labbra per ringraziarmi e comunicarmi il suo estremo godimento.
“Ora devi farmi vedere come vieni tu”
Avevo voglia di scoparla ma la sabbia mi metteva in difficoltà. Se anche un granellino si fosse intromesso avrebbe rovinato tutto ed anche per molto tempo, allora le ho proposto di andare in un posto dove stare tranquilli.
“Andiamo in città? Ci stai?” mi propone.
“Dove?”
“A casa mia”
Non chiedevo di meglio.
“ e Simona?
“No, lei stasera e domani è fuori città, rientra il 31 sera”
Che pacchia! Mi posso scopare Daniela per tre giorni ma poi come mi giustifico a casa? A casa che dico? Mia moglie è sempre all’erta ed è attenta alle mie uscite, soprattutto ai miei orari di rientro a casa.
Dirò che a causa del vento non ho potuto fare il lavoro previsto.
Arriviamo a casa di Daniela.
L’interno è bello e arredato in modo molto femminile dove la sensazione di sesso trasuda ovunque ma di oggetti o figure sessuali nessuna. Sono i colori, la disposizione dei mobili, le piccole e grandi cose che le donne amano esporre, i tessuti e di ricami visibili, le tende, i tappeti che danno queste sensazioni.
Mi porta direttamente in camera sua non dandomi tempo di orientarmi.
Si toglie in un lampo il vestito, raccoglie i capelli dietro al testa, accende la TV. La luce della stanza è spenta ma la serranda è sollevata in modo che dalle stecche filtri un po’ di luce dall’esterno ed il bagliore della TV illumina soffusamente la camera.
Nonostante sia praticamente nuda, rimane sui sandali a tacco alto, calze autoreggenti. I gioielli brillano come stelle nella foschia ma sono ben visibili.
Un’attrice porno? No, molto meglio e poi è lì davanti a me in carne ed ossa!
Sale sul letto così agghindata, si mette in ginocchio. Mi aiuta a levarmi la camicia, mi slaccia la cintura dei pantaloni, mi apre la chiusura lampo, tolgo il resto e sono nudo.
Lei è arrapatissima ed io pure. Le tolgo il reggiseno.
Ci baciamo, ci tocchiamo.
Scende dai capezzoli al cazzo. Se lo mette in bocca e lo lavora delicatamente.
Sono in estasi. La voglio scopare e lei lo sa.
Si stende sul letto solleva le gambe con ai piedi ancora le scarpe che alla luce della Tv brillano ancora.
Si toglie il perizoma ed appare la sua figa.
È stupenda! È depilata completamente. Le grandi labbra bagnate luccicano alla luce soffusa.
Mi tira su di sé, la bacio e le nostre lingue si incrociano battagliando nelle nostre bocche.
Mi preparo con l’idea a penetrarla. Daniela sta esplodendo. In realtà è veramente una bomba sessuale che sta dimostrando la sua capacità con lentezza e maestria.
Apre le gambe, avvicino il cazzo alla figa, inizio la penetrazione, lei è bagnatissima. Non parla, mi accarezza le spalle con le mani scendendo fino alla schiena. Mi apre le natiche.
Mentre la penetro lei aumenta la profondità dell’esplorazione con la lingua. Il cazzo scivola nella figa fino in fondo ed incontra l’utero.
Daniela lascia la mia bocca e sospira ed emette gridolini a voce normale.
Ormai è in totale preda dell’estasi sessuale ed io con lei.
La chiavo mentre lei mi accarezza e passa le mani sulla mia schiena facendomi sentire il duro delle sue unghie. Mi sta facendo esplodere, non ce la faccio più. Lei lo capisce e sussurra “Vienimi dentro. Non preoccuparti prendo la pillola e non resterò incinta”
La frase è una sferzata di eccitazione, lo sperma mi sale ed esce andando a depositarsi nella figa.
Continuo a chiavarla e sento il mio liquido abbondante mischiarsi con il suo.
Quando mi riprendo un po’ vedo lei che si porta la mano sulla figa, raccoglie i liquidi mischiati e se li porta in bocca.
“Buoni! Pensi che sia effetto della cena di stasera?”
“Forse! Potrebbe essere! Sarà il vino che hai bevuto” replico
“Ho voglia di venire. Mi fai?”
Non aspettavo altro.
Scendo a leccarle la figa mentre lei continua a toccarsi e sgrillettarsi. Le accarezzo le gambe inguainate e le sollevo sulle mie spalle.
Daniela si dimena, ansima, geme, lancia gridolini, infine apre le gambe a compasso sollevandole per aria, mette i piedi in linea con la linea delle gambe ed urla a bocca aperta l’arrivo dell’orgasmo.
Rimango fermo forse un minuto, non so quanto tempo, poi mi muovo lentamente verso il suo viso.
“Sei bella e brava”
Lei replica “Grazie. Sei stato eccezionale. Com’è che ci siamo conosciuti? Ma perché ti conosco solo ora? Tua moglie che dirà? A me non interessa ma tu come farai a vedermi un’altra volta?”
“Dovrò dirle una bugia come per stasera. In fin dei conti le ho detto che andavo a lavorare ed ho lavorato su di te!”
“Vedi! Con Simona l’amore è fatto in modo diverso. L’uomo sa come prendermi. La donna è fatta per l’uomo”
Mi bacia e la bacio.
“Il tuo sapore si mischia bene con il mio. Sei saporito” mi fa lei ancora arrapata ed io subito, dimenticando che lei è bisessuale, “Hai mai assaggiato gli umori che escono dalla vagina di una donna?”
“Si, l’ho assaggiato altre volte, è buono. Ti dirò di più, ho assaggiato lo spumante con la sbroda della donna.
“Che sapore ha?”
“È superlativo!”
“Allora la prossima volta lo facciamo” e ci siamo ancora abbracciati, scambiati frasi d’amore, complimenti. Ci siamo ancora toccati per conoscere meglio i nostri sessi.
Vista l’ora tarda mi sono rivestito mentre lei si levato scarpe e le calze rimanendo nuda ed ingioiellata. Era decisamente una bella figura.
Siamo tornai a casa tenendoci per mano e lanciandoci molti sguardi senza parlare di n* di sesso e né dei suoi rapporti con Simona.
Sotto casa sua l’ho salutata dandoci appuntamento al mercoledì seguente.
La frase “Chiamami al telefono prima di venire così mi preparo” accompagnata da un bacio con la lingua ha concluso la serata da favola.
Purtroppo non c’è stato il mercoledì seguente perché Daniela mi ha telefonato per dirmi che stava partendo per la Spagna e che mi avrebbe contattato al ritorno.
Al ritorno dal suo viaggio in Spagna l’ho trovata un po’ cambiata, direi migliorata, il suo corpo l’ho visto più formoso e femminile ed io mi sento sempre di più attratto da lei. 
Non ci vediamo a casa sua perché mi ha detto che Simona è gelosa e sospetta che lei abbia un altro amore. 
Io sono sempre attratto da lei, e Daniela, evidentemente, da me. La mia pretesa non è quella di un rapporto vero e proprio ma solo per fare sesso, ad un rapporto duraturo non ci ho mai pensato, sento che con Daniela è un qualcosa ‘carpe diem’ , con lei vorrei giocare e soddisfare quelle fantasie erotiche che fra due amici riescono bene. 
Discutendo con lei siamo arrivati alla conclusione che giocare col sesso aiuti a migliorarne la visione rendendolo più interessante e, inoltre, aiuti ad uscire dai canoni che la società ci impone rendendo schiave le persone di una volontà che spesso non è la propria togliendo i piaceri più belli della vita. 
Ritornando a noi venerdì scorso Daniela è venuta a trovarmi. 
Mia moglie ha sospettato qualcosa e ha evidenziato la sua gelosia; se avesse scoperto che ero uscito con un’amica sarebbe successo il finimondo. Ho rischiato e venerdì sera verso le 18.30 puntuali ci siamo incontrati nella mia casa di campagna. 
All’arrivo, nel scendere dall’auto, sono rimasto a bocca aperta, sbalordito. Indossava una camicetta di seta semi-trasparente sbottonata al punto giusto proprio sotto il seno, una minigonna nera con spacco laterale che lasciava vedere le curve delle sue gambe. La pelle liscia di un colore chiaro non troppo abbronzato sembrava emanare luce dall’interno. La tonicità dei muscoli era evidente. Scarpe non tanto alte a sandalo con allacciatura alla schiava; a lei piacciono molto le scarpe fatte così.
Entrati in casa si è tolta la giacca e si è seduta su una poltrona mentre aprivo le finestre per far entrare la luce naturale per poterla vedere e godermela con gli occhi. 
Si muoveva in modo molto particolare. Quel suo portamento, quel modo di porsi in quella stanza e la sua figura mi hanno incantato come non mai. 
Solo a guardarla ero eccitato, era estremamente attraente e quel giorno tutte le mie convinzioni e le mie certezze avevano finalmente riscontro. 
Le ho offerto un aperitivo e abbiamo parlato della sua permanenza in Spagna scoprendo che era stata dalla sorella. 
Tra baci e carezze è arrivata l’oscurità ed anche l’appetito; è stato naturale che l’invitassi a cena in un ristorante alla moda da queste parti anche molto frequentato. Il posto assegnato con la prenotazione era in un angolo; un tavolino per due persone molto ben addobbato, cosa che lei ha gradito molto. 
Nell’attesa delle pietanze ho avvertito qualcosa che si muoveva sotto il tavolo. Era il suo piede che mi accarezzava inizialmente la caviglia, poi è salito sulla gamba ed infine, piano piano, fino su tra le cosce. Non mi importava di quello che poteva pensare la gente o se poteva vederci. Quello era un esplicito invito al contatto tra i nostri corpi.
Sorridendo le ho detto “Sei in voglia di carinerie? Lo sai che le tue sono sempre piacevoli e che le aspetto con piacere”
“Ma non mi dire! Credevo che ti dessero fastidio! Volevo vedere fino a che punto avresti resistito alle mie sollecitazioni. Ti sto eccitando?”
“Come lo hai indovinato? Hai i piedi indovini o mi si legge in volto?”
Siamo andati avanti nei discorsi durante la cena di questo passo. 
Finito di cenare, Daniela, senza indugi, mi ha proposto di passare il resto della serata a casa mia in campagna per essere più tranquilli ed avere il massimo dell’intimità. 
Siamo usciti dal ristorante abbracciati, eccitati e strafelici avviandoci verso casa.
Durante il percorso mi baciato e accarezzato aprendomi la camicia, passando le sue mani delicatamente sul petto stuzzicando anche i capezzoli. 
“Stasera ho voglia te. Si vede?”
Arrivati a casa ho spento le luci per creare un po’ di atmosfera accendendo delle candele creando la penombra nella stanza. Ho creato la situazione classica che le donne vogliono per far l’amore.
Le ho levato la giacca e ho iniziato a spogliarla mettendomi alle sue spalle e baciandole il collo, l’orecchio e poi ancora il collo soffermandomi e poi continuando nuovamente, mentre nel frattempo piano piano, sbottonavo la camicetta.
Daniela ha voltato il viso inclinando il collo per essere baciata. Era già arrapata. Con le mani le toccavo il seno sentendo i capezzoli turgidi sotto le mie dita.
Tolta la camicetta, le ho sbottonato la gonna aprendole la cerniera.
Mi sono inginocchiato all’altezza dei suoi glutei, le ho abbassato la gonna e, lentamente, le ho sfilato il perizoma.
In quella posizione mi è stato facile allargare leggermente i glutei e ho pensato che leccarli, facendo esplorare la schiena alla lingua, fosse un piacere sia per me che per lei. Sono arrivato a leccarle anche il suo buchetto posteriore ed ho, poi, proseguito il lavorio di lingua risalendo a leccare e tastare ogni vertebra del suo corpo dalla schiena fino al collo. Arrivato lì ho avuto difficoltà a controllarmi, l’eccitazione era troppa e volevo sfogarmi.
Mi sono seduto su una sedia, l’ho fatta avvicinare traendola a me in modo delicato, in modo da avere i suoi capezzoli all’altezza della bocca.
Con le mani iniziato ad accarezzarle delicatamente l’interno coscia mentre con la bocca le ho leccato e morsicato le mammelle strapazzando con la lingua i suoi capezzoli.
Ho trovato Daniela già eccitata con l’interno coscia già bagnato e quell’odore di figa in calore mi piaceva. Non avrei mai voluto allontanarmi da lei e quel profumo lo volevo respirare sempre, desideravo farla distendere per aprirle le gambe e leccarle la figa come un forsennato.
La tentazione era forte ma preferivo aspettare per gustarmi con calma questa pietanza speciale.
Con le mani le ho introdotto un dito in vagina e le ho titillato il clitoride con il pollice. Daniela ha gradito la mia mano ed il suo lavorio; il mio dito si è mosso bene all’interno della figa già grondante. Ho, poi, estratto le dita e le ho passate su un suo capezzolo ed infine le ho appoggiate sulla sua bocca. Lei ha così iniziato a leccare i suoi umori viscosi e biancastri dalla mia mano.
Le ho rimesso le dita nella figa e stavolta erano tre. L’eccitazione si vedeva e la sua produzione di umori è aumentata. Era ciò che volevo perché sarei potuto andare a bagnare il suo culetto che ho trovato molto ricettivo tanto che lei mi ha permesso di infilare un dito dentro.
Daniela a questo punto ha iniziato ad ansimare e il suo corpo ad imperlarsi di sudore. Da parte mia non sono riuscito più a trattenermi, il cazzo ha cominciato a pulsare, la vena si è gonfiata e la cappella ha raggiunto il massimo della dilatazione.
Daniela si è seduta e le ho offerto il cazzo da mettere in bocca che ha accolto naturalmente e subito mi ha leccato la cappella, poi l’asta, massaggiandola anche con una mano. L’altra sua mano si è dedicata alla figa ed in particolare al grilletto.
Ho resistito bene al suo lavoro di bocca, poi l’ho fatta sedere nuovamente per baciarle l’interno delle cosce trovandomi davanti ad un allagamento. Ero felice e con mia grande gioia mi sono ci sono tuffato leccando come un forsennato la figa e l’inguine. I passaggi della lingua, per altro graditissimi, sono stati accompagnati da mugolii intensi e sospiri profondi.
Finalmente sono arrivato alla figa. Le ho messo le gambe sulle mie spalle e le ho leccato prima le labbra, poi il clito ed infine l‘interno della vagina.
Che sogno! Era quello che avevo sempre desiderato. Mi sentivo appagato e sentivo Daniela eccitata. Sembrava che volesse andare via ma poi si rilassava e si porgeva aprendosi più di prima.
Le ho preso il clitoride tra le labbra e poi, con i denti, l’ho tirato verso di me. Lo tiravo, lo rilasciavo e lo leccavo nuovamente.
Daniela sembrava stesse per venire, lo sentivo, volevo che il suo getto mi arrivasse dritto in bocca e così ho continuato nella mia azione mentre con la bocca spalancata stavo di fronte alla vagina pronto a raccogliere ogni sua goccia del suo nettare.
Infine si è agitata violentemente ed ha avuto uno spasmo violentissimo tanto che a stento sono riuscito a trattenerla così la sua sbroda mi è venuta dritta in bocca.
“Mio dio! Mi hai fatta venire tanto! Guarda quanta sbroda è uscita! Ti piace leccarmela, vero? Sei stato meraviglioso. Io sono stata brava?”
“A me piacciono le donne che spruzzano. Mi piace il loro sapore” le ho risposto guardandola negli occhi.
Finito il getto di sbroda, mentre lei parlava, ho recuperato con la lingua ciò che colava dalle grandi labbra. Poi ho fatto sollevare Daniela, mi sono seduto su una sedia e le ho chiesto di sedersi su di me affinché si si impalasse sul cazzo con la figa bagnata baciandomi per ringraziarmi dell’orgasmo avuto. In questa posizione sono riuscito ad introdurre alcune dita nel suo buchetto posteriore.
Ora con la bocca mi sono potuto occupare dei suoi capezzoli. La posizione era fantastica, il pene e l’azione delle dita stavano sconvolgendo nuovamente Daniela che, oramai senza freni, si è abbandonata alle emozioni ed al godimento che quella situazione le stava procurando. 
Ero eccitatissimo e dopo una penetrazione rapida ho estratto il cazzo per venire e farle vedere che sborravo su di lei. Mi aveva detto che desiderava vedermi venire, mi ha detto che vedere i maschi eiaculare era per lei un desiderio estremo a cui non poteva rinunciare. 
Le ho chiesto di spalmarsi lo sperma sui capezzoli ed al termine finito le ho leccati.
Preso da una forte eccitazione anche se avevo sborrato pochi istanti prima, l’ho presa in braccio e ci siamo trasferiti in camera da letto e, una volta distesi ed abbracciati, ci siamo coccolati e baciati fino ad addormentarci.
Al risveglio ancora in piena notte, ho chiesto a Daniela come fosse diventata lesbica e contemporaneamente etero sessuale.
La nostra chiacchierata è diventata occasione di scherzi maliziosi tra le lenzuola come fa ogni coppia quando si trova nuda a letto. Infine si è messa appoggiata sul cuscino con il mio braccio nudo ad avvolgerla in modo protettivo. Daniela ha sollevato anche le gambe ed ha iniziato a parlare.
“Quando studiavo all’università in una città della penisola sono andata ad abitare ospite di una famiglia. La casa era molto bella e le persone erano benestanti. Non mi sembrava vero che la casa fosse accogliente e ben arredata. Il livello culturale era ottimo e così anche lo stile di vita dei tre componenti il nucleo familiare. Il capofamiglia Piero lavorava come libero professionista, la moglie Giulia era una bellissima donna di 39 anni e la figlia Viviana era una meravigliosa ragazza di 19 che studiava all’università.
Una mattina mi sono svegliata tardi e non sentendo rumori in casa pensai che non ci fosse nessuno. Ho indossato una vestaglia con sotto solo il perizoma.
Nel passare davanti alla camera davanti alla porta della camera di Viviana ho visto che era socchiusa e mi è venuta voglia di curiosare mettendo la testa oltre la porta socchiusa.
Ho visto Viviana sul letto che si guardava allo specchio. Era nuda.
Ho pensato che si stesse guardando il seno.
Lei non mi ha visto immediatamente ed io sono rimasta lì ad osservare il suo comportamento.
Dopo qualche istante ero eccitata e mi sono ritrovata con una mano a toccarmi il clito e l’altra a tirami un capezzolo. La situazione mi intrigava.
Viviana si toccava le tette e tirava i capezzoli. Vedevo che la mano destra andava tra le gambe. Al collo aveva due collane lunghe di perle finte ma molto belle. I capelli color grano erano raccolti sofficemente sulla nuca.
Quando ha iniziato ad ansimare mi sono resa conto che si stava sgrillettando e che il ditalino l’aveva talmente presa che non aveva sentito i miei passi.
Quando si è stesa sul letto per godere maggiormente la parte finale dell’orgasmo, a quel punto mi ha visto ed invece di coprirsi e dirmi di allontanarmi mi ha detto “Entra Daniela, vieni a vedermi. Vedo che anche a te piace guardarmi. Io continuo perché non resisto alla voglia”
Non me lo sono fatta dire due volte. Mi sono stesa al suo fianco e per lei è stato istintivo andare a succhiare i miei capezzoli già eretti e duri.
Mi ha detto “Ti piaccio? Hai mai fatto l’amore con una ragazza?”
“No, mai” ho risposto.
“Da quando sei qui, non faccio altro che pensarti e immaginare quali giochi fare con te. Toccami, ti prego”
Ho iniziato timidamente e delicatamente a toccarla ed ho allungato la bocca per succhiare i suoi capezzoli, ma lei mi ha sollevato la testa per baciarmi inizialmente sulle labbra, poi le nostre lingue hanno esplorato le bocche incrociandosi e poi sono andate ad raccogliere il sapore delle nostre pelli.
Daniela con una mossa fulminea è scesa dal letto, mi ha allargato le gambe e si è fiondata sul mio clito già eccitatissimo e che non aspettava altro.
La mattina di quel giorno è passata godendo una del corpo dell’altra.
Ecco come sono diventata lesbica, ora sei contento?”
La mano di Daniela durante il racconto è scesa a toccare l’interno delle sue gambe ed percorso in continuazione il tragitto tra la figa ed i capezzoli.
“Ora hai voglia di scoparmi, amore mio?”
“Sì” ho risposto e lei in un attimo si è messa su di me inchinandosi a baciarmi.
Le sue gambe lisce e tiepide si sono appoggiate alle mie nella loro lunghezza. Le braccia dritte sulle mie spalle, le sue mammelle protese verso di me in modo che i capezzoli strisciassero dolcemente sul mio petto. Il suo profumo di donna in calore ha invaso tutto l’ambiente.
Daniela è già molto eccitata, l’interno coscia è già bagnato con i suoi umori e quell’odore mi ha inebriato. Avrei voluto leccarle la figa come un forsennato, la tentazione era forte ma ho preferito aspettare con calma per gustarla alla fine. Lei si è impalata sul mio cazzo ed ha iniziato la sua cavalcata ricca di ululati e penetrazioni lente alternate con altre più lente che non facevano altro che gonfiare il mio sesso fino a farlo esplodere con un getto di sperma dentro la sua vagina, poi, non contenta, si è voltata ed ha messo la sua figa davanti ai miei occhi.
L’ho vista bella come non mai ed il suo profumo è diverso da qualunque altra donna come mai avevo sentito.
Le ho accarezzato i fianchi e lei si è dedicata con le labbra al mio sesso per goderselo in bocca duro e caldo. Lo ha leccato con ingordigia e si ha gustato i suoi umori misti al mio sperma.
Io ho avvicinato le mie labbra al suo culetto ed anche alla sua figa gocciolante.
Salendo con le mani ho introdotto un dito nella figa e subito sono andato a cercare il clitoride per masturbarlo. La vagina ha accolto bene il mio dito che dentro si muoveva senza alcuna resistenza. A quel punto l’ho estratto ed ho passato una parte degli umori sul capezzolo mentre il restante lo messo nelle sue labbra e nella sua bocca. Subito dopo mi sono avventato nuovamente sulla figa ma questa volta con due e poi con tre dita, l’eccitazione è aumentata e si è vista chiaramente, gli umori sono aumentati a dismisura. Ho infine estratto le dita ed ho infilato due di queste nell’ano. Le ho mosse allargando e stringendo e poi ancora le ho allargate e strette ancora ed ancora, spingendole sempre più in fondo.
Daniela ha ricominciato ad ansimare per il piacere ed il suo corpo si è imperlato di sudore che lo ha reso ancora più coinvolgente.
Da parte mia non sono più riuscito a trattenermi, avevo nuovamente voglia di scoparla, il pene era rigido e gonfio come non mai, la cappella aveva raggiunto il massimo della dilatazione.
Ho chiesto a Daniela di sedersi su di me prendendo il mio cazzo nella figa calda ed accogliente.
Lei non aspettava che quella mia richiesta, ha allargato le gambe e, tenendolo il cazzo con una mano, lo ha diretto dentro di sé ululando il suo godimento. Lo ha preso completamente tanto che sentivo l’utero a contatto con la mia punta di carne e lei si guardava perché le mie palle toccavano le grandi labbra. Proseguendo in quel profondo accoppiamento mi ha massaggiato i testicoli con una mano.
In quella situazione resistere alla sborrata è stato difficile ed in breve tempo le sono venuto nuovamente nella figa che, data la grande quantità di sperma, ne è scivolata una parte fuori.
Nonostante fossi venuto il mio cazzo era ancora duro e ne sono rimasto sorpreso.
Daniela si è sollevata e voltandosi rapidamente, con abili colpi di lingua e di mano, è riuscita a risucchiare le ultime gocce di sperma rimaste nel mio sesso lasciandomi stremato. Sono rimasto sul letto esausto ed avrei voluto continuare ma era ora di pensare anche a lei e ricambiare la grande goduria che mi aveva fatto provare.
Allora l’ho fatta sedere ed ho iniziato a baciarle un piede, poi la caviglia. Leccando e baciando andavo avanti. Arrivato all’interno coscia, mi sono trovato davanti ad un mare di umor: era totalmente bagnata e con mia grande gioia mi ci sono tuffato. A quel punto affinché potessi disporre completamente di Daniela, ho messo le sue gambe sulle mie spalle e ho cominciai a leccare prima le labbra, poi il clito ed alla fine sono entrato completamente con la lingua nella vagina.
Era quello che avevo sempre sognato: leccare ore ed ore una vagina.
In quei momenti mi sono sentito appagato ed ho sentito la mia amica eccitata, sembrava che a momenti, volesse sottrarsi alla mia presa ma l’ho tenuta saldamente ed ho proseguito stringendo il clito con le labbra e poi, con i denti, l’ho tirato verso di me. Lo tiravo, lo rilasciavo e lo leccavo nuovamente fino a quando, dai movimenti e vibrazioni, contorsioni di Daniela, ho capito che lei stava per venire. In quel momento ho desiderato che i suoi umori mi arrivassero dritti in bocca e così ho proseguito a sgrillettarla con le dita mentre con la bocca aperta mi sono preparato a raccogliere ogni sua goccia.
La mia previsione era esatta. Infatti non ha tardato a dimenarsi e con uno spasmo violentissimo, tanto che a stento sono riuscito a trattenerla, e mi è venuta dritta in faccia con un potente getto.
Appena finito di versare i suoi umori nella mia bocca ho subito recuperato ciò che mi era sfuggito leccando avidamente la superficie del corpo sul quale si erano depositati.
Stanchi ed appagati ci siamo addormentati uno nelle braccia dell’altro dandoci baci e promettendoci di ripetere l’esperienza decidendo di allargarla al buchetto posteriore.

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Categorie: Etero Lesbo
Tag: Sarde