La storia che sto per raccontarvi non è inventata.
Ho conosciuto mio marito un anno prima che ci sposassimo. Avevo avuto altre esperienze con uomini fino ad allora. Ero famosa per tirare certi pugnettoni nelle serate in cui ero in vena, che ancora adesso la mia mano se la ricordano e rimpiangono in parecchi. Quante schizzate ha fatto fare a quelle bel capocchie gonfie e rosse, che non aspettavano altro di esplodermi sul vestito, con la sborra che colava dal cazzo fin sulle mie dita, avvolgendole di un appiccicaticcio calore. Sparo bocchini e pugnette selvagge fin da quanto frequentavo il liceo, dai quindici anni, per essere precisa. Non è stato mai difficile avere attorno degli uomini desiderosi di venire a letto con me, il bidello ne sa qualcosa: in bagno l'ho pompato diverse volte.
La sera del matrimonio allogiammo in un albergo non molto lontano dal paese. dopo una veloce doccia ci mettemmo a letto. Cominciammo con i preliminari che durarono alcuni minuti. A me piace torturare i cazzi e quello di mio marito non faceva eccezione. Ho le unghie lunghe e tutte le volte, anche contro la volontà di lui, gli ficco il mignolo nel buchino del glande, facendo su e giù, allargandolo per bene. Lui soffre, si fa male, ma deve sottostare al mio volere di donna sadica. Gli ho provocato diverse infezioni e in quei casi, quando la sborra usciva a fiotti: più che piacere, mio marito provava male ma a me la cosa eccitava e non poco. Tornando alla prima notte di nozze, a un certo punto mi accorsi che qualcosa di strano stava succedendo: l'uccello non voleva svegliarsi. Continuammo a fare del nostro meglio ma senza successo. Amareggiato, mio marito mi disse di essere mortificato, incapace di farmi godere. Un'altra cosa che adoro fargli e fare, è ruttare in faccia. Raccolgo l'aria con la pancia ed emetto dei forti rutti. Potrà sembrre strano, sgradevole, ma i cazzi che ho tirato su con questo sistema non li conto più. Molti di voi che mi seguono e leggono da tempo, che mi hanno anche pagata per fare show in cam con me, sanno di quanto sia brava in queste cose, sono la migliore, di sicuro. Tantissimi hanno speso un bel po' di quattrini solo per farsi una pugnetta mentre mi guardavano in video e mi sentivano ruttare forte. L'indomani ci riprovammo tante volte ma senza ottenere nulla, insomma il primo rapporto dopo sposati l'abbiamo avuto dopo tre giorni. Ho comprato uno strapon, uno di quei cazzoni in lattice che si attaccano alla vita mediante una cintura e mi sono inculata con rabbia mio marito, per punirlo. La merda che gli è uscita dal culo ancora la sto raccogliendo. Dopo le cose si normalizzarono, ma senza eccessi, anzi, al massimo tre volte la settimana, comunque mi ero abituata a quelle cadenze.
Ho accettato la situazione perchè mio marito ha molti soldi e mi fa fare la bella vita. Quando decidi di stare con una come me, però, il cazzo devi tirarlo su a comando e soddisfarmi, altrimenti, sto con te, ma mi cerco qualcun altro che mi ficchi a dovere.
Sentite un pò cosa è successo dopo. Si avvicinava il secondo anniversario del nostro matrimonio. Era settembre. In questo periodo abitiamo nella nostra casa di campagna. Pensammo di invitare amici e parenti  per festeggiare l'avvenimento. Organizzammo una cena.  A un certo punto mi avvicinai al tavolo dove erano posate roba da mangiare e da bere, per prendere un bicchiere d'acqua perchè mi era venuta sete. Mi prese una voglia strana e improvvisa che attanagliò il basso ventre. senza pensarci su due volte, sollevai la gonna, scostai di poco la mutanda e con un paio di sgrillettate secche e precise, svuotai il mio ventre in una squirtata dall'intenso colore grigio perla. Riempì la caraffa dell'acqua, che si mischiò al mio caldo liquido. La diedi da bere a tutti. Quanto fu eccitante. Sentì una voce vicino al mio orecchio che mi diceva di voler venire a letto con me, al posto di mio marito. mi girai di scatto per vedere chi era. Si trattava del figlio di sedici anni di una coppia di amici, anche loro lì per l'evento. Mi aveva visto masturbarmi e scaricare tutto nella brocca. Stringeva in mano il bicchiere vuoto. Glielo riempì e lui, guardandomi negli occhi, bevve tutto d'un fiato. "Ne voglio ancora", mi disse. Lo presi per mano e lo portai in bagno. Ci chiudemmo dentro. Lo spinsi per le spalle facendolo finire in ginocchio. Tirai fuori il pelo. Il ragazzino rimase sconvolto, non aveva mai visto una figa da vicino e non così pelosa. L'odore acre del mio pelo gli fece arricciare il naso. "Attacca la bocca alla figa e vedi di bere tutto quanto, ricchioncello", gli ordinai. Lui eseguì senza batter ciglio. Gli pisciai in faccia, costringendolo a bere fino all'ultimo goccio. "Se hai fame posso cacarti in bocca. Te la faccio scendere dritta giù fino allo stomaco". Il cretino non seppe cosa dirmi. Per destarlo da quell'intonrimento, gli ruttai in piena faccia. Credo che mi sentirono anche nelle altre stanze. Ruttai forte. L'aria che mi uscì dalla bocca non doveva essere delle migliori. Sono una fumatrice, chi è un mio ammiratore lo sa. Fumo molto, è normale per una scrittrice. Mi ricomposi e uscì. Fuori dalla porta trovai un altro a cazzo gonfio che si vedeva bene da sopra i pantaloni. Se ne stava sparando una dopo che ci aveva seguiti. Si trattava del cameriere assunto per il catering.
Il signorino, che conosceva bene la casa capì che essendo estate le finestre della casa erano aperte, così senza far intendere niente a nessuno, girò da dietro e la prima finestra che incontrò, la scavalcò e lentamente senza fare rumore entrò nella stanza da letto dove io mi ero appena spogliata. Me lo vidi presentare davanti. Si tolse i pantaloni. Ne avevo visti di tutte le misure, lo stesso mio marito non era male, ma ciò che in quel momento era davanti ai miei occhi era qualcosa di eccezionale, sia il lunghezza che in circonferenza. Mi avrebbe spaccata. Lui capì che ero meravigliata e mi disse che non riusciva piùa trattenersi. Mi sborrò il vestito. Chiuse la porta, mi butto sul letto e men che non si dica lo sentì tutto dentro. Era talmente grosso che mi parve di vedere quel cazzone turgido muoversi nella mia pancia. Ficcò con tanta rabbia e foga che mi fece malissimo. Mi sfondò letteralmente come meritavo. Mai avevo provato tanto piacere. Appena finito, mi vestì velocemente. Lui uscì da dove era entrato e ci unimmo agli altri. Terminata la serata gli invitati andarono via. Io e mio marito restammo soli e andammo a letto. Al coglione non tirò neppure qualla notte. Mentre aspettavo che sopraggiungesse il sonno, presi la decisione di darmi al porno, non quello professionale, quello amatoriale. Contattai la Centxcento di Alex Magni e mi proposi come loro attrice. Mi presero nella sqadra e da allora girai, in assoluto anonimato, cinque film, tutti ben pagati. So che tantissimi di voi ci hanno riversato sopra litri e litri di sborra, desiderandomi. Solo pugnette vi potete fare su di me, sfigati che non siete altro. Adesso votate il racconto, perchè voglio vincere, me lo merito più di ogni altro e altra, qui. Ne va della mia professione e del mio ego. Fate quello che vi dice la vostra scrittrice dea.

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