Era sabato sera, mi truccai, mettendomi un po di matita nera intorno agli occhi, il mascara e un po di rossetto rosso. Mi pettinai i lunghi capelli biondi lasciandoli sciolti e mi infilai il mio vestitino. Era un tubino nero lucido con le maniche lunghe a retina sottile, nere anche quelle. Misi le scarpe, una giacchetta e uscii senza farmi sentire. 


Avevo 16 anni ed era la mia prima festa. Incontrai Anna, che mi aspettava vicino casa. Durante il tragitto le dissi 


- ci sarà anche Alessandro? - 


- penso di si... come mai? Hai paura di non divertirti senza di lui Vik? Ahaha - 


scherzò lei prendendomi in giro. Ale era da ormai un mese che ci provava con me, alto biondo e con gli occhi azzurri, simpatico sì, ma non era il mio tipo. 


- No, dico davvero, non lasciarmi sola ok? -


- Tranquilla Vittoria, è solo una festa -. 


Mi chiesi come Anna potesse essere così tranquilla, a be certo, lei non aveva un ragazzo che la mangiava con gli occhi. 


Una volta arrivate lasciammo le giacche all entrata e andammo nella sala principale. La musica era già alta e le luci  colorate si alternavano senza alcun ordine, era il caos più totale. Cominciammo a ridere e saltare, senza fare caso a chi ci circondava, poi ad un tratto vidi Alessandro che mi guardava, abbassai gli occhi cercando di fare finta di nulla, ma lui si stava avvicinando. Come per farlo apposta Anna mi disse allontanandosi


- scusa Vik, devo salutare una persona -


- No aspetta, ti prego! -


Ma era troppo tardi, era già andata via.


- Ei Vik! Ci sei anche tu! -


La voce di Ale alle mie spalle mi fece accelerare il battito del cuore


- Ciaoo - 


Salutai cercando di esdere gentile. Cominciammo a ballare, non potevo andare via e lasciarlo là, mi sarei sentita troppo in colpa. 


Dopo 15 minuti abbondanti che ballavamo gli dissi che avevo sete e così mi offrì un cocktail, io lo bevvi senza pensarci troppo ed improvvisamente tutto cominciò a girare. Mi sentivo come stordita e vedevo tutto sfuocato.


Sono sicura al 100% che ci avesse messo qualcosa dentro per fargli fare questo effetto. 


Tornammo a ballare e stavolta ero più sciolta, mi muovevo più sensulamente, guidata dalle sue mani sui fianchi. Mi tirò verso di sé e strusciò il viso sui miei capelli, poi sentii le sue labbra sul collo ed iniziò a baciarmi la pelle.


Io ero confusa, non capivo cosa stesse succedendo, ad un tratto vidi di sfuggita, tra tutta la gente, Luka. Era un ragazzo alto e dalla corporatura magra, aveva i capelli castano scuro, tutti spettinati e un cappello che gli copriva la fronte. Vestiva sempre con magliette e pantaloni larghi, fumava e se ne fregava abbastanza della scuola e anche delle ragazze, almeno...di me. Mi guardò e i nostri sguardi si incorciarono per un istante, poi se ne andò sparendo tra la folla. 


Quanto avrei voluto che fossero le sue braccia a stringermi in quel momento. 


- Vik, andiamo, qua c'è troppa gente - mi sussurrò Ale all orecchio trascinandomi via dalla sala.


A malapena mi reggevo in piedi, salimmo al piano di sopra e non c'era nessuno. Alessandro mi guardò negli occhi, era serio, mi mise una mano dietro la testa e mi tirò verso di sé cominciando a baciarmi. La sua lingua tiepida non mi lasciava respirare, indietreggiai andando a sbattere contro un mobiletto. Senza esitare il ragazzo mi prese le cosce e mi tirò su, facendomi sedere sul comodino. Con una mano tra i miei capelli mi teneva la testa ferma, mentre con l'altra mi toccava ovunque. Ad un tratto mi tirò la testa indietro e cominciò a baciarmi il collo, mentre sentivo che entrava sotto il vestito. 


- fermo, aspetta! - 


Provai a dirgli


- cosa stai facendo! Fermati! -


- zitta troia. Lascia fare a me - 


Mi sussurrò mordendomi piano l'orecchio. 


Mi veniva da piangere, chiusi gli occhi, sentivo le sue dita sulle gambe e poi sempre più su. 


- fermo, ti prego! - 


Dissi disperata, poi, improvvisamente mi lasciò ed io riaprii gli occhi. 


- Coglione, ti ha detto basta - 


Era Luka. 


- Fatti i cazzi tuoi, non vedi che abbiamo da fare? - rispose secco Ale guardandomi. Io ero rimasta immobile, seduta sul mobiletto, con  le lacrime agli occhi. Luka si avvicinò ad Ale fino a che non gli fu praticamente davanti e lo guardò negli occhi con fare di sfida 


- ti ho detto di sparire, testa di cazzo - 


Ringhiò e poi con un destro gli colpì la faccia, facendogli uscire sangue dal naso. Alessandro si pulì sulla manica della maglia e mi guardò come se mi volesse uccidere


- non è finita con te, chiaro dolcezza? -


- vai a fotterti qualcun'altra stronzo - disse gelido Luka facendolo andare via. Poi si girò verso di me e mi guardò con quei suoi profondi occhi scuri, era bellissimo.


- stai bene? - 


Mi chiese dolcemente, io scossi la testa, lui si avvicinò e mi prese in braccio, portandomi via. 


Uscimmo e ci allontanammo dalla festa. 


- Vuoi che ti accompagni a casa? - 


- no, i miei non mi possono vedere così...-


- abito qua vicino, ti porto da me - 


Disse, come se non fosse accettabile una qualsiasi obiezione. 


Una volta arrivati a casa mi portò in camera sua. Cavolo se mi girava la testa, un po per quello che avevo bevuto un po perché ero con Luka. Mi fece scendere e riappoggiai i piedi a terra, ma non mi aveva lasciato, continuava a tenermi i fianchi. 


Ci guardammo intensamente negli occhi per qualche secondo che mi parve interminabile. Volevo baciarlo e anche lui mi guardava le labbra, non so come mai si trattenesse, ma ad un certo punto scosse leggermente la testa e fece un mezzo sorriso di rassegnazione, non capii subito cosa significasse.


Un istante dopo mi mise velocemente una mano sul collo mentre con l'altra mi teneva la vita, e mi spinse contro il muro, cominciando a baciarmi.


Ecco, quello era un bacio, uno di quelli che ti toglie il respiro ma non perché ti soffoca. Ci baciammo per quasi un minuto poi lui si staccò e asciugandomi le labbra con il pollice mormorò 


- sei ubriaca, non posso farlo - 


Lo guardai dal basso verso l'alto e annuii


- puoi - 


Bastò quella parola che lui mi girò  e mi spinse verso il letto. Si tolse la maglietta senza smettere di guardami negli occhi e mi venne sopra, sentivo il calore del suo corpo sul mio.


Ero sua.

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Categorie: Etero Prime Esperienze