Ricordo tutto quello che successe quella mattinata come se fosse stato stamane.


Il ricordo mi eccita ancora oggi anche se sono passati parecchi anni da quella "prima volta".


Si svolse tutto una mattina di primavera, quando per un motivo qualunque (era per dello zucchero), bussai alla porta della vicina di pianerottolo dello stabile dove vivevo.


Avevo 13 anni, in piena tempesta ormonale.


Al secondo tocco del campanello d'ingresso, mi aprì l'uscio la signora "Beatrice" (nome di fantasia per non associare alle vere generalità), una giovane sposina di circa 23-25 anni che da pochi mesi abitava proprio lì vicino a casa mia.


Il marito si occupava di impianti tecnologici e negli anni 70' era il periodo in cui non si fermava nessuno e tutto il lavoro andava come un razzo e di conseguenza anche il marito della signora Beatrice lavorava fuori dall'alba al tramonto.


Torniamo alla mia storia, la signora Beatrice, per altro molto affascinante e con lineamenti molto dolci, mi chiese cosa poteva fare per me. Gli chiesi se avesse potuto darmi un pò di zucchero poichè mia madre era uscita presto e per la colazione mi mancava proprio quello da mettere nel cappuccino. Mi esortò ad entrare in casa e mi fece accomodare nella spaziosissima cucina/soggiorno. 


Dopo avere scambiato qualche parola del più e del meno, mise dentro una tazzina di caffè dello zucchero e volle concludere la conversazione chiedendomi che mestiere avrei voluto fare da grande.


Molto innoccentemente dissi: "il ginecologo".


Con un ammagliante sorriso sulle labra mi disse: "lo vuoi fare per guardare intimamente le donne? per poterle toccare lì?"


Arrosii ed in qualche modo mi vergognavo pure, mi stava parlando di argomenti un pò troppo spinti per quel periodo e la mia età. Capì subito il mio imbarazzo e prendendomi una mano mi rassicurò di avere solo detto quelle parole per scherzo e di non volere prendersi gioco di me.


Anzi, per sdrammatizzare, mi disse: "vieni che ti faccio vedere casa mia, non sei mai stato in tutte le stanze, te le mostro se hai un po di tempo, altrimenti facciamo un altra volta". L'dea che la signora Beatrice avesse parlato in quei termini con me, mi ha acceso quella scintilla che mi ha fatto rispondere immediatamente "si si" e che avevo tutto il tempo che serviva a visitare casa sua.


Mi mostrò tutte le stanze, soggiorno, cameretta, bagni, stanza da letto, senza mai soffermarsi più di qualche secondo proprio sull'uscio della stanza. Mi mostrò anche lo studio, quì oltre la scrivania c'era un comodissimo divano a tre posti, entrò nella stanza e mi chiese di sedermi sul divano. Nel frattempo lei si avvicinò alla finestra ed abbassò l'avvolgibile. Nella stanza pervase una penombra che da sola parlava in maniera inequivocabile. 


Si avvicinò a me e si sedette anche lei sul divano e cominciò a dirmi: "il mestiere del medico è importantissimo e quello del ginecologo lo è ancora di più. Sai cosa fà un ginecologo?"


Risposi di si che si occupava della salute dell'apparato riproduttivo femminile.


Ella allora mi disse se io sapessi com'era fatto e se lo avessi mai visto. La mia risposta fù: "si ma l'ho visto solo sui libri in maniera schematica".


A questo punto la signora mi chiese: "Vorresti vedere com'è nella realtà?"


I miei ormoni erano fuori da ogni controllo, mi stavo eccitando ma nello stesso tempo avevo quasi paura. "Si, mi piacerebbe vedere com'è nella realtà, mi piacerebbe tanto". 


La signora Beatrice a quel punto si distese sul divano supina e mi disse: "Facciamo come al gioco del dottore, io sono la malata e tu il dottore, io dico cosa mi sento e tu mi visiti e se qualcosa non andasse bene  ... allora ci sarò io a guidarti".


Fu come unn invito a nozze, ok partiamo.


"Signora come si sente?"


e la signore Beatrice:"Ho un fastioso prurito al basso ventre e non mi passa"


Io risposi: " Bisognerebbe capire di che si tratta! Ora proprio non saprei". 


e Beatrice: "Dovrebbe visitarmi dottore, senza preoccuparsi di nulla, non ci sono problemi".


Non mi feci ripetere due volte quell'invito e mi sedetti vicino a lei all'altezza delle cosce ed allargai quel vestitino tutto d'un pezzo con un unica fila di bottoni sul davanti che si estendeva dal petto al ginocchio. Sbottonai almeno 10 bottoncini ed aprii i lembi del vestito. Sotto di quello non aveva nulla, era completamente nuda, a coprire la sua intimità soltanto i peli pubici neri e copiosi. Provai a sfiorarle le cosce e salire verso l'alto, sul monte di Venere, a quel punto mi disse: "è proprio li sotto che ho prurito, controlli bene, ci vada d'entro". Quelle parole mi fecero innalzare la temperatura ed accelerare il battito cardiaco. La toccai dolcemente, era tutta bagnata, mi disse di entrare dentro e lo feci d'apprima con l'indice ma lei mi prese la mano e almeno tre dita me le fece ficcare dentro con violente avidità. Cominciò a mugolare ed io non stavo più nei pantaloni, mi stava scoppiando.


Ad un tratto mi disse: "Ti piace com'è nella realtà? però adesso devi entrare più in fondo altrimenti ti perdi la cosa più importante".


Ingenuamente io: " E come faccio, non riesco più ad entrare, non posso infilare tutta la mano dentro".


ed ella rispose: "non serve infilare la mano, hai un altra cosa che può andare più in dentro. E' dentro i tuoi pantaloni, abbassali ed entra"


Non potete capire quali folli fantasie erotiche si sono concretizzate all'ascolto di quelle parole.


Ho tolto la mano dalla morbidissima vagina che palpitava ed ho abbassato i pantaloni scoprendo un turgidissimo pene che stava per esplodere. Nel frattempo la signora Beatrice aveva tolto il vestito ed era nuda e seduta nel mezzo del divano con le gambe divaricate ed estrofressa oltre il cuscino di seduta ed offriva un spettacolare vista della vulva completamente aperta e vogliosa. Mi misi in ginocchio di fronte a lei e per la prima volta penetrai una donna, era almeno dieci anni più grande di mè. E' stato bellissimo, un rapporto appagante di quello che fino a quel momento avevo solo immaginato quando facevo autoerotismo. La frenesia avanzava sempre più velocementee la signora Beatrice ha raggiunto più volte l'orgasmo dal momento che si irrigidiva  e poi si rilassava con conseguente gemiti di piacere, era bagnata fradicia. Ad un certo punto cominciai io a velocizzare i movimenti sussultori e penso che la signora capii che stavo per raggiungere il mio primo orgasmo. Di colpo mi spinse fuori da lei, io non capivo. Si girò, si appoggiò sul bracciolo del divano e mi protese il culo, meraviglioso. Mi disse:" bagnami il buchetto ed entra, quì puoi arrivare senza problemi".


Seguii il suo consiglio, mi avvicinai da dietro a lei, e strofinando il glande sulla vulva bagnata, lo ripassavo sul buco del suo ano. Tre volte sono state sufficienti poichè alla terza il mio pene è sprofondato dentro il suo ano. Emise un gemito di piacere ma forse anche di dolore e prese a muoversi in una danza sensuale che dopo poco mi portò ad un orgasmo ipergalattico, la riempii di sperma dentro l'ano e quando tirai fuori il mio pene ne sgorgò una specie di fontanella. L'ultimo gesto che fece fu quello di bagnarsi due dita con lo sperma che fuoriusciva dal buchetto, le portò alla bocca e le leccò avidamente.


"Bravo", mi disse "hai la stoffa del dottore, continua così e se vorrai fare esperienze .. io sarò quì".


Per mè è stato indimenticabile, la prima volta e pure bene. Ancora oggi, quando incontro la signora Beatrice, ormai avanti con l'età, mi dice: "Ti ricordi di quando eri ragazzino??" il tutto accompagnato da un sorriso di complicità che mi ha iniziato al mondo della sessualità.


Ci sono state altre belle cose che ho fatto con la signora Beatrice, se apprezzate quello che fino ad ora vi ho raccontato, vi prometto che continuerò a narrare.


Fremwork

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