Mi chiamo Laura e per il mio compleanno dei diciotto anni, alcuni miei amici scemi mi hanno regalato un buono prepagato presso un centro di massaggi e terapie orientali per un trattamento completo di tutto il corpo.


L’idea del massaggio non è male. Si tratta di una trovata originale, rispetto ai tipici regali che si fanno di solito per i compleanni. La fonte del regalo, invece, mi ha insospettito fin dall’inizio per ben due motivi:


Primo; quegli “amici” non è che li conosca così bene. Sono uscita diverse volte con loro nel corso dell’ultimo anno. Il loro difetto è che sono piuttosto immaturi nel comportamento e non danno una grande impressione di affidabilità; ma non è che si possa conoscere profondamente  qualcuno che incontri una volta la settimana.


Di fatti, mentre mi consegnavano il buono, hanno certi sorrisi come se ci sia un qualcosa di cui ridere e che non sono a conoscenza. 


Sul momento ho semplicemente pensato che si stessero immaginando me con indosso solo un asciugamano che mi faccio massaggiare da un uomo e chissà quale altra fantasia.


Secondo; se ne dicono talmente tante sui centri di massaggi cinesi che personalmente non so se siano tutte leggende, bufale o chissà cosa. La grafica del buono, a vedersi, sembra professionale e sono quindi propensa a dargli una possibilità.


Qualche giorno dopo il regalo, mi reco presso il centro indicato sul buono che si chiama “Fior di Loto”. Il centro si trova in una stradina secondaria dietro un bar situato su di una via molto trafficata della periferia della mia città.


Il posto è un po’ desolato. Questo è un quartiere artigianale dove ci sono poche abitazioni e tanti capannoni e officine. Avventurandomi nella stradina secondaria noto lo squallore del posto.


A differenza della via principale che è un po’ spartana; con la sua strada, il marciapiede, qualche parcheggio ma niente siepi o alberi o altri elementi decorativi. Ci sono edifici e recinzioni; ma è tutto ben tenuto e non c’è sporcizia in giro.


Nel vicolo, invece, c’è solo la carreggiata con l’asfalto tutto divelto  senza marciapiede e per terra ci sono residui di rifiuti buttati via da qualche tempo. L’inizio della mia avventura non è di certo incoraggiante.


Giunta di fronte al centro, riconosco l’insegna; che è uguale al logo stampato sul buono. Qui le cose migliorano un po’, con la facciata dell’edificio intonacata di nuovo e l’ingresso con uno sfarzoso tappeto di benvenuto, circondato da mote piante in vaso.


Mi faccio coraggio ed entro. Dietro un bancone posto in una piccola anticamera c’è un uomo dai caratteristici tratti orientali. Non chiedetemi se è un cinese o di un’altra etnia perché non saprei distinguerli.


- Buongiorno. - Mi saluta il tipo dandomi il benvenuto.


Io rispondo educatamente e poi gli mostro il buono sperando che mi sappia indicare i vari servizi cui potrò usufruire.


L’uomo sembra riconoscere il buono e il suo sguardo s’illumina, come quello di un qualcuno che capisce una cosa complicata o inaspettata.


- Mi ricordo, l’ho consegnato io a un gruppetto di ragazzi per fare un regalo di compleanno… - Dice il cinese.


- … tu sei Laura, vero? -


Caspita i miei amici gli hanno pure detto il mio nome.


- Si, non immaginavo di essere così famosa. -


- Non ne facciamo tanti di questi buoni. Mi ricordo dei tuoi amici erano spassosi. - Risponde il tipo.


Sorrido; posso solo immaginare la scena; in fondo sono dei tali buffoni a volte.


- Questo è un buono per massaggio completo di tutto il corpo con olio e aroma terapia… - Spiega il tipo.


Caspita quanta roba penso stupita.


- … servizi extra ed è compresa anche la doccia per lavarsi dall’olio, così i vestiti non si sporcano. -


Addirittura? Sembra una cosa ben pensata.


Finito di spiegarmi i dettagli, il tipo mi accompagna in un corridoio angusto dietro il bancone. Per un attimo mi viene il panico che possa essere lui a farmi il massaggio e questo m’imbarazzerebbe molto; poi da uno stanza sbuca una giovane ragazza e faccio un profondo sospiro di sollievo.


La ragazza, anch’essa dai tratti orientali si presenta facendo un mezzo inchino. Lei indossa un corto camice bianco che non nasconde la sua silhouette.


- Ciao, sono Kumiko, prego accomodati. - 


- Grazie. -


La seguo nello stanzino da cui lei è uscita, il tipo di prima, invece, se ne va via augurandomi una buona esperienza. 


Kumiko è una ragazza mora, dagli occhi color nocciola, alta poco più di me, cioè è una tappa; ma forse è un po’ più formosa penso invidiosa mentre le squadro velocemente il seno. Non riesco a darle un’età precisa; ma non penso abbia più di venticinque anni. I suoi capelli sono racchiusi in una crocchia tenuta ferma con un paio di bastoncini decorati.


La stanza su tre lati è suddivisa da altrettante tende decorate alte fino al soffitto che fungono da separatori. Kumiko mi fa accomodare dietro una di esse e mi fornisce alcuni asciugamani bianchi profumati.


- Puoi usare questi, se ci tieni, io torno tra cinque minuti così puoi cambiarti. -


Che povertà di posto penso mentre mi guardo attorno. Nella mia parte di stanza c’è il lettino da massaggi, una sedia e un attaccapanni. Immagino che dietro le altre tende ci sia lo stesso tipo di arredamento.


Che razza di divisori! Sono separata dagli altri clienti del centro massaggi solo da una tenda.


Sono un po’ titubante all’idea di spogliarmi qui. Questo centro per massaggi è un susseguirsi di alti e bassi. Per qualche secondo penso persino di andarmene. Il posto è veramente ridicolo, tanto valeva piazzare delle tende in mezzo ad un parco.


Mi spoglio rimanendo solo in intimo, appoggio i miei vestiti sulla sedia e mi adagio sul lettino sul quale poco prima Kumiko ha steso un nuovo strato di carta. Mentre aspetto la massaggiatrice, penso a quante siano le probabilità che qualcuno tiri la tenda tanto per dare una sbirciatina all’altra parte. Meno male che non sembra esserci nessun altro.


Quando Kumiko sbuca dalla tenda, non credo ai miei occhi. Se prima era vestita succintamente, ora è quasi pornografica. Indossa una pantomima di una divisa da infermiera bianca totalmente trasparente con calze autoreggente anch’esse bianche. Solo il copricapo è di stoffa normale.


Sotto la divisa, la ragazza, invece, indossa del normale intimo bianco.


- Che cosa indossi? - Domando incredula.


- Non va bene? - Kumiko mi risponde sorpresa dalla mia domanda. 


Io mi sorprendo più del fatto che lei non sia sorpresa.


- Si vede praticamente tutto! -


- Preferisci un costume diverso? -


- Si. - Le rispondo.


- Ne ho uno da cameriera, da hostess, studentessa … - Kumiko, inizia a elencarmi le sue disponibilità.


Scherziamo; siamo in un film porno? Dov’è la telecamera?


- Uno normale non l’hai? - Le domando.


- Scusa … - Risponde Kumiko come se si fosse imbarazzata solo ora.


- … non avevi scelto l’extra in costume? -


Un secco “no”, ecco cosa sto per rispondergli. Poi penso ai miei amici che mi hanno regalato il buono e alle legende che si sentono dire su questi centri di massaggi. Tutto torna dice una vocina nella mia testa.


Cazzo, ci sono cascata in pieno. Ora mi ritrovo mezza nuda seduta su di un lettino con una tipa vestita da attrice porno. Se prima ero a disagio, ora sono davvero sulle spine.


- No, fa lo stesso. - Prima finiamo questa pagliacciata prima me ne posso andare. Voglio proprio sperare che almeno sia brava nei massaggi. In fondo siamo entrambe donne.


Kumiko mi fa distendere sul lettino.


- Non ti vuoi cambiare… - Mi dice riferendosi al mio intimo che ancora indosso.


- … si sporcherebbe d’olio. E’ difficile da mandare via. -


Con riluttanza mi slaccio il reggiseno; ma opto per tenermi le mutandine. In fondo ho ancora un minimo di pudore da difendere e poi uso l’asciugamano per coprirmi le parti basse.


Nel frattempo la ragazza accende delle candele profumate e fa partire una gradevole musichetta di sottofondo, poi indossa dei guanti monouso.


La fragranza dell’olio e delle candele si diffonde in poco tempo. Mi rilasso sprofondando la faccia nel buco del lettino da massaggi pensando che almeno la parte dell’aroma terapia fosse vera.


Mentre Kumiko inizia a spalmarmi d’olio e poi inizia a massaggiarmi la schiena, chiacchieriamo di cose banali tanto per rompere il ghiaccio. Mi chiede se è la prima volta o come ho trovato il loro salone. Ci scambiamo qualche battuta sui ragazzi o sulle ultime novità della cronaca. Tra le varie cose vengo a sapere che lei frequenta l’università. Che roba si paga gli studi facendo la massaggiatrice.


Per fortuna riesco a rilassarmi, lei parla l’italiano benissimo e trovo piacevole la sua compagnia. Tutta la faccenda all’inizio mi ha agitato parecchio; ma Kumiko, devo ammettere, è veramente brava e ci sa fare con i massaggi.


In pochi minuti la tensione e lo stress scivolano via dal mio corpo; proprio come le sue mani scivolano sulla mia pelle unta. Riesco persino a dimenticarmi che una tipa vestita da attrice porno mi sta massaggiando schiena e arti compresi.


Sono così rilassata che il mio cervello è come se si fosse disconnesso dal corpo. Il clima che si è creato tra noi due è così gradevole che neanche noto che Kumiko ha rimosso l’asciugamano che mi copre il sedere.


Sono rimasta con solo le mutandine addosso e l’unica cosa cui riesco a pensare è quanto lei sia fantastica. Davvero, è come aver trovato una perla in una porcilaia. Kumiko è talmente brava che non usa solo le mani; ma preme con i gomiti nei punti giusti e mi scioglie ogni singolo muscolo.


Anche quando mi spruzza d’olio il sedere e poi inizia a massaggiarlo vigorosamente penso a quanto lei sia brava. Le sue mani s’infilano sotto le mie mutandine come se nulla fosse e impasta ogni mio gluteo con perizia. Sembra quasi che stia facendo della pasta sfoglia con il mio culo. Ogni tanto il rumore vischioso dell’olio si sente. Cik, ciak. E’ quasi ipnotico, come la musichetta di sottofondo.


- Che bello. - Dico a Kumiko sovrappensiero.


- Sono contenta che ti piaccia. -


Sono contenta anch’io che Kumiko mi stia massaggiando il culo; è così rasserenante che non vorrei che finisse mai…


…aspetta. Cosa cazzo sta massaggiando Kumiko? Il mio culo? E da Quando?


Il mio cervello torna a riaccendersi e mi rendo conto della nuova situazione imbarazzante che è venuta a crearsi. Come sono scema; e le ho pure detto quanto sia bello. Arrossisco e divampo tutta quanta, quando realizzo la realtà della situazione. Come avrò fatto a non accorgermi di quello che sta succedendo?


Insomma, le sue mani sono reali, calde e unte. Il mio culo è dove è sempre stato negli ultimi diciotto anni e non mi sono resa conto che me lo sta palpando da cinque minuti buoni? Come sono messa?


Cazzo, alla fine realizzo che quel massaggio, per quanto imbarazzante che sia, mi piace. Non riesco davvero a credere a me stessa. Mi piace che una donna mi tocchi il culo? Sono diventata lesbica?


Mi sono sempre piaciuti i ragazzi e di questo sono sicura. Non ho mai guardato una ragazza con quel tipo d’interesse. Certo alcune sono davvero belle; ma è ammirazione solo dell’estetica; non ci ho mai fatto pensieri lascivi al riguardo.


Sono tutta presa con le mie turbe private che non mi accorgo che Kumiko sta cercando di attirare la mia attenzione.


- Scusa. - Dice la massaggiatrice mentre mi scuote lievemente una spalla.


- Sì, cosa c’è? - Rispondo agitata.


- Vuoi girarti per favore? - Mi chiede dolcemente Kumiko.


- Certo. - Rispondo automaticamente e mi rivolto sul lettino senza indugiare alla sua richiesta così gentile e detta in tono così sensuale.


Sensuale? Che cosa vado a pensare? Lei non è sexy e non m’interessa fisicamente per nulla… 


…vabbè devo ammettere che vestita con quel costume è sexy e c’è un certo non so ché di lei che mi attira.


Ora, però, sono girata a faccia in su, posso guardare più liberamente l’ambiente che mi circonda. Prima vedevo solo il pavimento.


Kumiko è al mio fianco, con quel suo costumino “scostumato”. Mi soffermo a fissare le curve del suo corpo. Prima non le avevo notate a causa dello shock che il suo costume mi aveva provocato. Lei è alta quanto me; ma mentre il mio corpo è magro e asciutto, lei è più rotondetta nei posti giusti senza sembrare grassa. Inoltre ha più seno di me, forse una coppa B; non che ci voglia molto. Che invidia se solo potessi avere un seno come il suo.


Mentre mi perdo ad ammirare il suo corpo, un altro suo colpetto sulla mia pancia richiama la mia attenzione. Kumiko mi sta fissando compiaciuta. 


- Posso iniziare? -


Chissà da quanto si è accorta che le stavo fissando il corpo. Che imbarazzo. 


Imbarazzo? Certo che è una parola “grossa”, dato il fatto che ora sono a seno scoperto e lei si sta preparando per inondarmelo d’olio. 


- Sì, vai pure. - Le rispondo.


Questo si che è imbarazzo! Altro che, quello passato fino adesso. Non posso fare a meno di guardarla in faccia ora, e lei fa altrettanto. Provo a rompere la tensione del momento domandandole qualcosa a caso.


- Che aroma è questo che non lo riconosco? - Perfetto; questa è proprio la domanda ideale per cambiare argomento; poi ne farò un’altra sulla sua professione o sul tempo.


- Mango, ti piace? - Mi risponde Kumiko proprio mentre stringe delicatamente i miei capezzoli.


- Si molto. - Le rispondo; ma non è chiaro dal tono tremolante della mia voce se mi sto riferendo all’aroma o a quello che mi sta facendo al seno.


- E’ il mio preferito, non mi stanco mai d’usarlo. - Kumiko mi prende entrambi i capezzoli e li tira leggermente.


Mi sfugge un sospiro dalla bocca a qual tocco così delicato.


- E’ molto fresco… - Dico la prima cosa che mi viene in mente per non pensare al fatto che una ragazza mi sta toccando il seno.


- … e fruttato… - Kumiko continua la mia frase, mentre le sue mani gentili continuano a stimolarmi i capezzoli.


- … e sensuale. - Rispondo io guardandola dritta nei suoi occhi color nocciola. Tra l’altro siamo piuttosto vicine e riesco ad avvertire il suo respiro caldo che scende sul mio corpo.


Kumiko mi sorride raggiante poi soffia sul mio seno facendomi venire la pelle d’oca. 


Rabbrividisco per un attimo; ma non per il freddo. I miei capezzoli sono così sensibili, dopo che Kumiko me li ha massaggiati, che s’inturgidiscono all’istante e lei continua a soffiare più e più volte mentre mi stringe delicatamente il seno.


Che sensazione incredibile; è come se mi avesse fatto vibrare tutto il corpo con un semplice soffio. Non riesco a trovare le parole per descrivere il piacere che mi pervade tutta quanta.


- Ti è piaciuto? - Mi domanda Kumiko. Il suo volto è molto vicino al mio adesso.


- Si molto. - Deglutisco mentre non riesco a distogliere, lo guardo dal suo.


Kumiko mi sorride di rimando continuando a fissarmi in volto mentre sta cambiando posizione. Senza mai distogliere lo sguardo dal mio; lei sale sul lettino. Non riesco a capire cosa vuole fare, poi lei si siede cavalcioni sul mio bacino.


Non potrei impedirglielo nemmeno se volessi. Quel suo sguardo così sensuale mi ha come ipnotizzata; mi sento come una topolina di fronte ad un cobra incantatore. Sono in balia del suo sguardo mentre il cuore inizia a battermi all’impazzata.


Quando finalmente Kumiko distoglie il suo sguardo dal mio, lei si toglie il costume trasparente da infermiera e si slaccia pure il reggiseno. Strabuzzo gli occhi restando immobile sul posto. Perché si sta spogliando?


Infine lei, con movimenti molto lenti, si cosparge d’olio il suo seno dai capezzoli rosei e piccoli.


Come prima non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo volto, ora non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue tette che si sta spalmando e con cui gioca sensualmente.


Quando penso che la situazione non possa infiammarsi più di così lei sorride maliziosa e adagiandosi sul mio corpo inizia a strusciarsi molto lentamente. Kumiko usa il suo seno per spalmare d’olio il resto del mio torso, la pancia. Prende persino le mie braccia e le passa tra i suoi seni. 


Che roba! Questo è più che un massaggio. E’ anche uno spogliarello con intrattenimento. Dovrei essere scandalizzata; ma non riesco a pensare ad altro che a lei e a ciò che farà.


Finito di applicarmi l’olio in questa nuova maniera lei si china di nuovo su di me. Questa volta poggia i suoi seni contro i miei e lentamente i nostri capezzoli s’incontrano più e più volte in una sorta di walzer perverso. Com’è caldo il suo corpo.


Arrivati a questo punto, non riesco più a trattenermi. Il mio respiro è affannoso da diversi minuti. Kumiko è semplicemente fantastica e non riesco a credere come lei sia riuscita a intrappolarmi su quel lettino senza il bisogno di nessuna corda o catena.


Se anche volessi, semplicemente non me ne andrei mai. Il mio corpo me lo vieterebbe. 


Nel frattempo Kumiko continua il suo massaggio seno contro seno, ma dopo un minuto d’intenso piacere il suo viso viene più vicino al mio. 


Per un attimo vado nel panico pensando che mi avrebbe baciato sulla bocca. Voglio dire, non sono una lesbica che ha piacere del contatto con un'altra donna. O forse lo sono appena diventata?


Kumiko invece di baciarmi sulla bocca, mi bacia sul collo. Uno, due, tre e più baci che si trasformano in un succhiotto. I nostri corpi nudi e oliati si sfiorano in un’orgia di sensazioni e di profumo al mango.


Ed ecco che il cobra ha sferrato il suo morso e la topolina è rimasta vittima del suo attacco.


Quando lei si rialza, sento sul mio collo il segno del suo morso. Il mio primo succhiotto; e l’ho ricevuto da una ragazza.


Ora Kumiko scende dal lettino; sussurrandomi in un orecchio:


- Ora fai la brava. -


La guardo mentre con movimenti lascivi continua a sfiorare il resto del mio corpo con le sue mani fino quando non giunge alle mie mutandine. Quando le sue mani s’infilano sotto il mio intimo capisco cosa vuole fare e sollevato leggermente il bacino le permetto di sfilarmi le mutandine.


Ora che il cobra ha immobilizzato la topolina inizia il suo pasto.


Ancora una volta Kumiko spruzza un po’ d’olio sul mio sesso e l’interno coscia bagnandomi il pelo pubico e poi inizia di nuovo un massaggio sensuale.


Mi fa divaricare le gambe mentre le sue mani navigano tra le mie parti intime lasciando dietro di esse una scia di piacere che si allarga sempre più.


Vivo nell’attesa che accada quello che spero che accada; solo che Kumiko è perfida. Ogni volta che si avvicina al mio clitoride o alle mie labbra, le sfiora appena e poi fa una fuga tornando a massaggiarmi lì attorno. 


E’ un calvario, mi sta tentando di brutto. Ogni volta che lei sente che sto per gemere, lei s’interrompe. Continua per un’infinità a tormentarmi il sesso in questo modo lasciandomi più che mai eccitata.


Alla fine rompo il silenzio.


- Puoi farlo? - La imploro.


Kumiko mi sorride maliziosa. Forse stava aspettando solo questo momento.


Lei si avvicina in un lampo alla mia faccia e mi sussurra in un orecchio:


- Che cosa vuoi che faccia? -


- Toccami. -


- Dove? - Mi domanda mentre la sento che continua a muovere la sua mano sulla mia pancia.


- Tra le gambe. - Le rispondo nuovamente sospirando.


- Sii più chiara; devi dire… - Kumiko mi scandisce nell’orecchio quello che le dovrei chiederle:


- … io voglio che tu mi … -


- Io voglio che tu mi … - e meccanicamente ripeto le sue parole come un pappagallo.


- … masturbi. - Lei finisce di suggerirmi la domanda.


- Io voglio che tu mi masturbi. - Ripeto nuovamente la frase per intero.


- Brava. -


Finalmente Kumiko esaudisce la mia richiesta. Le sue mani scendono sul mio sesso e mentre una inizia a tormentarmi il clitoride in tutti i modi; massaggiandolo, tirandolo, pizzicandolo. L’altra mano infila un paio di dita tra le mie labbra facendole presto sparire dentro.


Kumiko è instancabile e mi masturba senza darmi tregua. La vedo accucciata tra le mie gambe e ogni tanto alza la testa per sorridermi. Quando i miei gemiti superano una certa soglia, lei rallenta i suoi movimenti per darmi il tempo di riprendermi e per prolungare il tempo in cui verrà l’orgasmo.


Lei fa questo giochetto diverse volte fino al punto in cui sono di nuovo costretta a implorarla di farmi venire. Questa volta non mi chiede conferma; ma sento che i suoi movimenti si fanno più veloci e le sue dita sprofondano nel mio sesso sempre di più.


Alla fine vengo. Uno spasmo mi percorre tutto il corpo costringendomi a inarcare la schiena sul lettino e a stendere le gambe il più possibile stirando ogni singola fibra dei miei moscoli. Per un solo istante m’irrigidisco tutta quanta. Poi mi rilasso e sento il piacere diffondersi mentre che mi schizza via dalla mia figa.


Guardo di sfuggita la scena mentre squirto inondando la povera Kumiko in faccia. Non riesco a credere che ho combinato un simile macello a quella povera ragazza; poi sento una seconda ondata di piacere e mi parte un altro schizzo e così va avanti per altre tre volte.


Mentre mi riprendo dal miglior orgasmo della mia vita, mi scuso con Kumiko.


- Perdonami; non mi ero mai successo. -


La ragazza ha preso uno dei miei asciugamani e si pulisce la faccia.


Cazzo che vergona.


- Va tutto bene? - Le chiedo nuovamente mentre mi alzo dal lettino.


- Quasi. - Mi risponde laconica Kumiko.


Dopo che si asciugata la faccia, le chiedo scusa nuovamente.


Kumiko mi guarda leggermente seccata.


La vista del suo viso arrossato con i capelli in parte bagnati è fantastica e devo ammettere che è pure eccitante in un modo che non riesco a comprendere.


- Non mi avevi avvisato che avresti fatto una cosa simile. - Protesta Kumiko.


- Non lo sapevo neppure io di esserne capace, scusami. -


- Immagino sia quello che si dice essere soddisfatte del servizio. -


Ha fatto la battuta. Sorrido pure io.


- Non sai quanto. -

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