Incesto…che parola grossa!
Io e mia cugina siamo nate a due giorni di distanza l’una dall’altra. Da piccole eravamo sempre insieme, giocavamo, correvamo a perdifiato e ridevamo tanto. Diciamo che oltre che cugine eravamo migliori amiche. Abbiamo condiviso le prime cottarelle e le prime delusioni. Sapete com’è…a 13 anni tutto sembra eterno. Quando ti ”innamori” sembra che ti scoppi il cuore nel petto e quando ti lasci…ti sembra di morire. Noi ci raccontavamo tutto e man mano che crescevamo scoprivamo che ci accadevano le stesse cose, le stesse voglie. A volte ci mettevamo nude, insieme, davanti allo specchio per vedere quanto le tettine stessero crescendo. Le sue crescevano, le mie restavano sempre piccole. Ammetto che la invidiavo . In realtà invidiavo tutto di lei, il suo corpo, la sua personalità ma soprattutto il fatto che aveva già avuto un ragazzo e aveva dato il primo bacio mentre io ancora non sapevo cosa si provasse. Non avrei mai pensato ad un incesto tra noi, ero ancora innocente.


Un innocente bacio saffico
Un giorno, mentre stavamo parlando di ragazzi, le chiedo com’è davvero baciare un ragazzo. Così lei si mette a baciare il dorso della sua mano muovendo la lingua sulla pelle e mi invita a fare lo stesso, ad imitarla. Io lo faccio ma dovevo sembrare una deficiente perchè lei si mette a ridere come una matta e mi dice, tra le lacrime, che no, non si fa così. Ci sono rimasta malissimo pensando che ero un’incapace e che mai nessuno avrebbe voluto baciarmi. Mi vennero le lacrime agli occhi e la mia cuginetta, allora, si fece seria seria e mi disse ”dai, ti insegno io!” . Venne a sedersi vicino a me, sul letto, e mi prese il viso tra le mani. Mi accarezzò i capelli e cominciò a baciarmi sulle guance e poi, via via, le sue labbra si avvicinarono alle mie. All’improvviso sentii un forte calore in tutto il corpo  mentre la sua lingua si faceva strada nella mia bocca. Era strano e mi faceva sentire scombussolata, come se fossi sott’acqua senza poter respirare. Dopo qualche minuto si staccò dalle mie labbra e scoppiammo a ridere. “ecco, ora sei pronta!”.


Un doloroso addio
La fine dell’estate dei miei 14 anni coincise con il trasferimento di mia cugina in Svizzera. Suo padre aveva ricevuto un’offerta di lavoro a Lugano che non poteva proprio rifiutare e così partirono. Era come se mi avessero strappato un braccio, la mia amica, la mia confidente, sorella e insegnante di baci mi veniva portata via per sempre. Per il primo anno ci siamo chiamate quasi tutti i giorni ma la vita, si sa, va avanti e anche i rapporti più stretti si allentano. Così, un po’ per volta, le chiamate si diradarono fino a scomparire del tutto. Bacia molti ragazzi negli anni successivi e ogni volta pensavo a lei, al mio primo bacio. Quando scopai per la prima volta con un ragazzo mi ritrovai a chiedermi come sarebbe stato farlo con lei e immaginai di baciare tutto il suo corpo e di infilare la mia lingua nella sua figa come lui stava facendo a me. Si, forse non era carino nei confronti del mio ragazzo, pensare a lei, ma accadde e il mio piacere fu doppiamente forte.


I 18 anni e la cuginetta ritrovata
Per i miei 18 anni mi regalarono una festa. Avevo carta bianca per organizzarla e invitai una marea di gente. I miei ci lasciarono a disposizione la villa e partirono per il weekend. Avrei realizzato la più figa festa in piscina della storia! I preparativi sembravano quelli di un matrimonio ma alla fine tutto era perfetto. Sarebbe andata avanti tutto il pomeriggio del sabato e tutta la notte! I ragazzi arrivavano a frotte e si infilavano in ogni angolo della casa, si tuffavano in piscina e bevevano come disperati. Io chiacchieravo un po’ con tutti e davvero mi stavo divertendo da morire. Poi la vidi, all’ingresso. Indossava un abito chiaro svolazzante, i capelli tirati all’indietro e il suo corpo che si intravedeva in controluce. Portava un piccolo trolley e si guardava intorno. Andai verso di lei, piena di emozioni che mi toglievano il respiro.


“Erika? Che ci fai qui?? Oddio sono così felice di vederti…è passata una vita!” le dissi buttandole le braccia al collo. “Ciao! I tuoi genitori hanno voluto farti una sorpresa ed eccomi qua! Quanto tempo è passato…fatti guardare!” . Si allontanò di un passo e mi guardò, sorridendo con gli occhi umidi di commozione. La guardai a mia volta ed era così bella, da togliere il fiato. Avrei voluto cacciare via tutti e restare da sola con lei. E invece passammo il pomeriggio a ridere e chiacchierare insieme a tutti gli altri. In costume da bagno era ancora più bella e buona parte dei ragazzi le stava addosso sperando di imboscarsi in una stanza con lei. Li vedevo, a cazzo duro sotto i costumi, fare gli stupidi, schizzarla con l’acqua e sono sicura che avrebbero voluto schizzarla di sperma.


La fine della festa, l’inizio della festa
Verso le tre del mattino cominciarono a levarsi tutti dai coglioni, ubriachi fradici e felici. Beh, almeno quelli che erano riusciti a scoparsi qualche ragazza in un angolo! Tutto intorno era un gran disastro ma dissi ad Erika che ce ne saremmo occupate il giorno dopo. Ora volevo solo starmene con lei e ritrovare quella magia da bambine. La portai nella mia stanza, la stessa che ci aveva visto crescere e che era rimasta identica a come la ricordava…ad eccezione del letto a due piazze che aveva sostituito il letto singolo. Si spogliò per mettersi qualcosa di più comodo e mentre lo faceva io osservavo il suo corpo. Le sue linee era così sensuali. La pelle chiara metteva in risalto gli occhi scuri e i capezzoli grandi che troneggiavano sul suo petto. Il suo seno era così prosperoso che faceva venire voglia di affondarci il viso. Guardavo i suoi fianchi e lo sguardo scese a quella fighetta depilata che sembrava chiamare il mio nome…


Si mise solo un paio di mutandine e una maglietta corta, poi venne a sdraiarsi vicino a me. Credo avesse notato i miei sguardi perchè d’un tratto mi chiese ”ti ricordi quando ti ho insegnato a baciare?”. Abbassai lo sguardo e risposi timidamente di si. “Ci ho pensato spesso sai?” -disse lei- “chissà se le è servito…se ora sa baciare” . In un attimo le sue labbra furono sulle mie. Sentivo il sapore della sua bocca, fresca menta, e aspiravo il suo profumo mentre le nostre lingue si intrecciavano languidamente. “oh si, decisamente sai baciare…”


Scoparmi mia cugina, un sogno che diventa realtà
Tutta la mia timidezza sparì di colpo. Le sollevai la maglietta e la sfilai. Guardavo quei seni pieni e turgidi e finalmente ne assaporai il gusto, la consistenza. Affondai il naso fra quelle tette e succhiavo e leccavo e baciavo mentre lei mugolava sempre più forte. Poi cominciai a scendere con le labbra e la lingua fino alla sua pancia e scostai le mutandine per avventarmi su quella figa depilata che sognavo da tanto tempo. Gliele strappai di dosso e le sollevai il bacino per avere la visione completa di quella cosa meravigliosa che chiamiamo figa. Leccavo e mordicchiavo e più leccavo più lei si bagnava. Adoravo sentirla colare nella mia bocca, sentirla godere più e più volte. Non mi importava del mio piacere, volevo solo farla godere ancora.


Ma la mia saffica cuginetta era di un altro avviso e mi ribaltò sul letto. “E’ il tuo turno…”. I minuti che seguirono furono incredibili, la sua lingua fremeva contro le pareti della mia figa fradicia. Mi afferravo le piccole tette e le tiravo aumentando il piacere mentre la lingua giocava tra figa e culo e le dita si infilavano a fondo nella mia carne. Le dita scorrevano dentro e fuori senza sosta, gli orgasmi arrivavano uno dopo l’altro  e mi lasciavano senza fiato. Sdraiate una sull’altra ci davamo piacere a vicenda, le leccavo il clitoride mentre le scopavo il culo con le dita fradicie della sua figa e lei faceva lo stesso con me. Andammo avanti tutta la notte, terminando, esauste, verso le 6 del mattino seguente.


Un altro addio e una promessa
Dormimmo abbracciate fino alle 2 del pomeriggio e, quando ci svegliammo, ci scoprimmo ancora affamate l’una del corpo dell’altra. “ho solo un’ora, poi devo correre a prendere l’aereo”. Fu un’ora di puro piacere selvaggio. La scopai con le dita, con la lingua e infine col mio vibratore. Lo facevo entrare in lei con un ritmo pazzesco e lei veniva e veniva come la risacca sulla spiaggia. Ad un tratto mi afferrò la mano e tirò fuori il dildo un secondo prima di squirtarmi sul viso. Mi inondò di succo di figa mentre un urlo usciva dalla sua gola. Leccai ogni goccia residua mentre sorrideva felice.


Non mi sono mai piaciuti gli addii. Non sono brava. Lei mi abbracciò forte sulla porta e mentre il taxi arrivava mi baciò con estrema passione. Mi bagnai ancora con quel bacio. Mi disse solo “arrivederci” e sorridendo si allontanò.


Ecco, questa è la storia del mio compleanno e del regalo migliore che i miei genitori potessero farmi. Però mi resta la domanda…scoparmi la mia cuginetta è incesto?


racconto di Matilde 233 


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