La mia vita sessuale, e stata fortemente influenzata da mia madre. Dal momento in cui mi rivelai a lei come femmina, dato ne porto nche l'aspetto, almeno nei connotati, lei mi accetto' nella mia condizione al femminile. Una complicità quella con mia madre,molto particolare. Ad essere sincero pero' non tutte le volte che facevo l'amore riuscivo a coinvolgerla, vivevamo in due citta' opposte, io Milano, lei Veneto, e l'unico mezzo a tenerci sempre unite tra chilometri di distanza, era ovviamente il Telefono. Tranne quelle poche e rare volte in cui lei veniva a trovarmi, o ero io ad andare a trovare lei. I viaggi che potevamo fare per incontrarci qualche volta l'anno erano rari, e ci azzardavamo a muoverci solo in belle stagioni come la primavera o l'estate. Fu proprio in una di quelle rare occasioni, che presi il treno per andarla a trovare una mattina di agosto. Non avendo un mezzo mio per spostarmi, mi affidai al classico treno, prendevo il treno di rado per spostarmi, motivo per cui se usavo dei mezzi come il treno, erano eccezzioni particolari come questa.


 



Quella mattina, cercai di evitare la ressa del weekend, dove la gente sicuramente si sarebbe mossa per le vacanze, e preferivo isolarmi sui vecchi scompartimenti delle carrozze di un tempo ancora in uso a quell'epoca, senza avare rompiscatole davanti o accanto, come invece accade oggi con i vagoni unici aperti, a poltroncine affiancate o una difronte all'altra. Ho sempre preferito viaggiare con quei vecchi treni a scomparto, ne scelsi uno vicino alla coda del treno, di solito sono abbastanza vuoti, dato che la gente preferiva salire sulle carrozze di testa, o nel mezzo. Faceva caldo gia' di buon mattino, proprio per questo non mi ero poi coperto molto, Indossai a malapena una T-shirt nera scollata davanti a V, senza maniche stile canotta, degli Shorts in Jeans sgambatissimi, che di solito usavo mettere d'estate o nelle stagioni primaverili, dei sandali a zeppa con i lacci sulle caviglie stile schiava, truccata leggermente, i lunghi capelli sciolti tra schiena e spalle, un paio di occhiali da sole scuri, e l'immancabile zainetto con all'interno il necessario per il viaggio tra cui, portafoglio, walkman con cuffie, cellulare, ritocchi per il trucco, preservativi, e altre cosette che mi sarebbero servite all'occorrenza. Mi sistemai dentro al vagone vuoto, (il treno era quasi in partenza, e fortunatamente non vi erano molti passeggeri), tirai le tendine ail lati della porta scomparto, mi sedetti sul sedile accanto al finestrone a gambe accavallate, indossai le mie cuffie, e avviai la musica del mio Walkman, attendendo la partenza. Mentre il treno serrava le porte e iniziava lentamente a muoversi dalla banchina della stazione, notai gente attendere su altre postazioni distanti dalla mia. Mi rallegrai, del fatto che molte di quelle persone, non avessero preso il mio stesso treno.  


 


Mi stavo già rilassando ai raggi del sole scottanti, che che filtravano dalla grande finestra del mio scomparto, quando ad un tratto la porta si apri', qualcuno scosto' le tendine, e mi trovai nello scomparto quattro ragazzoni alti e magri di colore. Erano neri come il carbone, o almeno due di loro lo erano, gli altri due erano mulatti. Stoppai la musica in cuffia, mentre uno dei due neri chiese in italiano stentato se erano liberi i posti a sedere, a malincuore accennai un consenso con la testa, senza proferire parola. Potevo dire addio al mio viaggio tranquillo e solitario mi dissi tra me. I quattro presero subito posto con i loro ingombranti zaini, chissa' che si portavano dietro, due si sedettero davanti a me, i due piu' scuri di pelle, gli altri due mulatti, invece posarono i loro culi a poca distanza dal sedile dove mi ero accomodato. Iniziarono subito a schiamazzare ad alta voce nella loro lingua che non comprendevo, e notai che piu' volte tutti e quattro a turno, mi lanciavano delle strane occhiate. Forse per com'ero conciata, magari per il mio aspetto femminile, mi avevano come spesso ancora oggi accade, scambiata per una Trans, o forse erano dei ladri che aspettavano solo il momento di derubarmi. Allertato da quest'ultima ipotesi, ho agguantato lo zainetto tenendolo ben stretto.


 


Non volevo certo iniziare un viaggio con un furto, continuai a far finta di nulla con la testa rivolta al finestrone, ma tenendoli d'occhio da sotto le lenti scure. Se qualcuno avesse tentato di rubarmi qualcosa, avrei reagito, o gridato aiuto, a chi non saprei, dato che il vagone dove mi trovavo in coda al treno, era quasi deserto. Con il passare dei minuti però, quando il treno già percorreva le lunghe rotaie correndo veloce, iniziai a cambiare opinione su quei quattro. Non so cosa mi fece cambiare idea, forse i loro modi assai scherzosi, o forse la loro troppa aria tranquilla e bonacciona, insomma sembravano tutto fuorche' ladri o malintenzionati. Li osservai bene, e loro osservavano me, fissandomi molte volte credendo non li vedessi da sotto le scure lenti da sole. Molti di questi ragazzoni vengono da lontano e senza una donna con cui fare del sesso, immaginai che avessero visto in me una bella troietta con cui magari fare amicizia, mi facevo dei film in testa, magari nemmeno mi stavano fissando, per togliermi ogni dubbio sulle loro intenzioni, decisi di provocarli, e vedere che succedeva. 


 



A stuzzicare gli uomini, son sempre stato bravo, o brava se vogliamo riferirci a me al femminile, in tanti anni di rapporti con i maschi, ormai sapevo essere sexy e stuzzicante, come una vera donna, non ci misi molto ad attirare la loro attenzione, bastarono pochi gesti, e ben fatti. Con movenze molto sensuali, cercai di scostarmi i capelli dal visetto da bimba, e poi mi misi una mano dalle unghie smaltate, su una coscia, fingendo di accarezzarmela, senza malizia. Vidi una loro timida reazione, e conclusi che avevo visto giusto, il mio istinto da Troia non sbagliava mai in quei casi. Ed ecco la prima reazione che mi aspettavo, uno dei due mulatti seduti accanto, si azzardò a sfiorarmi con le dita una coscia accavallata. Feci la gnorri, fingendo di non aver sentito, aspettai che il tizio ci riprovasse, e un paio di secondi dopo, la sua mano adesso  piu' decisa, si poso' sulla mia coscia, accarezzandola avanti e indietro. Mi voltai e vidi che il ragazzo sorrideva senza parlare, gli altri tre erano in rigoroso silenzio, e osservavano attentamente le nostre mosse, come stessimo giocando una partita di seduzione. 


 



'BELA... BELISIMA...' alla fine sussurro' il tizio, con ora entrambi le mani ora sulle mie gambe. Accennai un sorriso di approvazione, mentre la sua mano ora scendeva dietro per tastarmi il culo, e la sua faccia si avvicinava alla mia. Sentivo il suo fiato sul collo, mentre continuava a palparmi tutta. Ben presto anche gli altri tre si fecero sotto. Il ghiaccio era rotto, mi levai la T-shirt con un solo gesto, era una canotta, non fu difficile farla scivolare via sopra la mia testa, aiutata da quello difronte a me, subito dopo, anche gli shorts scivolarono a terra, restando solo con il bikini da mare che avevo indossato sotto, e alle loro mani, che mi tastavano ovunque. Iniziai a sospirare di piacere, mentre uno mi afferro' il cazzo già duro dentro lo slip del Bikini, me lo estrasse, e iniziò a masturbarmi piano piano. Tolto l'imbarazzo iniziale, eccoli tutti e quattro prepararsi alla scopata che tanto avevamo sperato entrambi. Si abbassarono i calzoni, tirando fuori delle sberle di cazzo mai viste, neri e lunghi come pali. Ne presi in bocca due alla volta, iniziando a succhiarli con passione e avidita', mentre il treno correva veloce, e il sole scaldava lo scompartimento. Quei quattro ragazzotti giovani che magari non scopavano da tempo, mi facevano tenerezza, mi sentivo come una messalina del sesso, venuta in loro aiuto. Mamma di certo non avrebbe approvato cio' che stavo per fare, ma lei ora non era li con me.  Uno di loro mi colpi' in particolare,  era uno dei due neri, si sedette accanto a me, tirandomi per un braccio su di lui abbracciandomi e stringendo le sue lunghe e forti braccia intorno alla mia vita. Prima che il suo bel cazzo duro e lungo si infilasse dritto dentro al mio culetto, mi disse: 'SCUSA AMORE.. NON FARE TE MALE..' Si stava preoccupando di non farmi male. Fu un gesto che fece breccia nel mio animo sensibile, son fatta cosi' mi emoziono per le minime cose.  Gli sorrisi, e gli risposi teneramente scuotendo la testa, come per fargli sapere che non si doveva preoccupare, mi trovai sulle sue ginocchia a sprofondare nel suo bel cazzo che si intrufolava piano nel mio bel culetto liscio e morbido.


 


Gettai gli occhiali scuri sullo zainetto li accanto, e mi lasciai andare ad un gemito di piacere strozzato, mentre il ragazzo mi abbracciava forte stringendomi forse un po troppo, facendomi saltellare su e giu' dal suo bel palo nero, con gli slip del costume scostati da un lato. Gli altri tre amigos per il momento non intervennero, aspettando forse il loro turno, lasciandosi segare con le mani libere. Non temevamo entrasse nessuno, il vagone era quasi isolato, negli scompartimenti avanti al nostro, non vi era nessuno, e sapevamo che il controllore, visto eravamo partiti da poco, non sarebbe passato tanto presto.
Guardai lo zainetto, e pensai a Mamma.. Perché non condividere quel piacere anche con lei? non avrebbe approvato lo sapevo benissimo, del resto lei non approvava mai cio' che facevo, e non era certo la prima volta che mi subivo cazziatoni da lei, ma chissene fregava mi dissi, chiesi ad uno dei ragazzi il piu' vicino allo zainetto, di prendermi per favore il telefonino, quello pensando volessi fare un video o delle foto, scosse la testa dicendo: 'NO.. NO FOTO.. NO VIDEO..'. Gli spiegai che volevo solo telefonare a mia madre, di stare tranquillo non avrei fatto niente altro. Il Ragazzo si decise, e mi passò il telefonino, composi il numero di mamma, sempre saltellando su e giu' dalle gambe del nero che mi teneva stretta a se e mi baciava, scopandomi come un Toro da monta. Attesi gli squilli, Uno.. Due..Tre..quattro..Cinque.. Sei.. al settimo squillo mamma rispose. Iniziai la conversazione sospirando forte, un bel modo per farle capire cosa stavo combinando gia' dalle prime battute. Mamma capi' al volo la situazione... Mi rispose: ' Dove sei, e cosa stai combinando..' cercai di parlare piu' normalmente possibile, ma era un'impresa.. il ragazzo mi stringeva troppo le braccia intorno la vita, facendomi quasi mancare il fiato, e in piu' mi scopava cosi' forte da farmi urlare ogni istante. 'Siamo alle solite vero?' disse poi mamma, 'Ma Quando  metterai la testa apposto, quando bla bla bla bla...' ascoltai Mamma farmi il solito inutile cazziatone, mentre io le godevo all'orecchio, urlando e sospirando di piacere. Quando cercai di parlarle per la seconda volta, spiegandole cosa stava accadendo, il buio calo su tutto lo scomparto, la linea rimase muta, e io continuai a godere con il cellulare appoggiato all'orecchio.


 


Eravamo semplicemente entrati in una galleria, dove non c'era campo  per telefonare. Ne uscimmo quasi subito, ma la linea era stata interrotta, cercai di richiamarla ma uno dei ragazzi mi tolse di mano il telefonino, infilandomi il suo cazzone in gola. 'BASTA TELEFONO.. ' Mi ha detto. Ho dovuto arrendermi, avrei spiegato a mamma tutto dopo. Il ragazzo nero mi lasciò andare, anche se non sentivo sperma dentro al mio culo, mi tolse dalle sue ginocchia piano, sempre con modi assai gentili, per mettermi nelle mani degli altri tre compari. M fecero mettere piegata a novanta, a gambe larghe con le braccia tese in avanti sul finestrone dove il sole batteva, e in fila indiana mi scoparono unao alla volta a turno, il primo cazzo che ripresi dentro, fu quello del mulatto che mi aveva tolto il telefonino. Mi fece fare un po di stantuffate, per poi lasciare subito il posto al suo amico  mulatto. Anche questo, si fece un po di avanti e indietro dentro di me, poi usci', iniziavo ad sentire dolore al buco ormai bello slargato, ma cercai di rilassarmi e sopportare, l'ultimo fu il secondo nero, che duro' piu' di tutti, e mi ridusse il culo ad una galleria larga e dolorante, prima di allagarmi l'intestino di calda sborra, mentre venivo anch'io, masturbata da quello che mi aveva scopata poco prima.


 


Gli venni sulla mano in pochi secondi, prima che potessi avere il tempo di godere di nuovo, venni riempita ancora nel culo da un'altro, e ben presto tutto lo sperma, ha iniziato a colarmi giu' per le gambe e a terra. Il treno rallentava, segno che eravamo entrati in una stazione, e i quattro si sono sistemati in tutta fretta, uscendo come ladri in fuga dal mio scompartimento, lasciandomi li mezza nuda, con addosso solo il bikini e colante di sperma. Ho richiuso le tendine e la porta dello scomparto, trascinandomi appoggiata ai sedili, le gambe non mi reggevano, e il culo era un fuoco di bruciore e dolore. Cercai meglio che potei, di filarmela in bagno, c'era un bagno proprio dietro lo scomparto, e mi ci chiusi fino a che non mi sistemai meglio e mi diedi una risciaquata veloce. Rimessa canotta e shorts, tornai finalmente nel mio scomparto vuoto, e ripresi posto. 
Il treno ora stava ripartendo,presi in mano il telefonino, e chiamai Mamma per spiegargli l'accaduto, dato ero stata interrotta in galleria. Mamma finalmente dopo vari tentativi rispose, e parlammo un po con toni non proprio simpatici, lei come sempre non era d'accordo che facessi la Troia in quel modo con tutti quelli che incontravo, gli spiegai che  quei ragazzi erano stati gentilissimi e non violenti, che non c'era da preoccuparsi, e che mi avevano fatta godere in un modo incredibile. Ma anche cosi' mia madre non accetto' scuse, ne tantomeno la mia spiegazione, e mi fece la solita lavata di testa con le sue solite manfrine.


 


Ormai le conoscevo a memoria, dopo che ebbe finito di rimproverarmi, le dissi che sarei arrivata da lei verso mezzogiorno, e chiusi la telefonata. Mi dispiaceva non poco che lei non capisse i miei sentimenti, e che non approvasse cio' che facevo con gli altri. Ero riuscita a farla diventare mia complice, ma non ero purtroppo riuscita a farle capire la gioia che provavo nel farmi scopare come una Puttana da tutti. Il pezzo di viaggio che feci dal treno all'autobus fino ad arrivare da lei, non vide evendi degni di essere raccontati, e finalmente quando arrivai sotto il suo palazzo, estrassi il telefonino per chiamarla e annunciarle che ero in salita al suo appartamento. Un'uomo in ciabatte e calzoni corti con una canotta da spiaggia, stava entrando nel portoncino del palazzo dove mi trovavo in attesa dell'ascensore, L'uomo mi squadro' da testa a piedi, poi mi fece un sorriso ed entrammo insieme, rimisi nello zainetto il telefonino. Inutile chiamarla, preferivo salire direttamente da lei al piano a quel punto. Arrivato l'ascensore, l'uomo azzardo' qualche domanda, premette il pulsante di salita, e mi chiese con un sorriso: 'Abiti qui? non ti ho mai vista....' lo guardai bene, era alto circa 1,80 un po corpulento ma non grasso, pochi capelli in testa, viso ben rasato, un po arrossato dal sole preso in spiaggia forse, occhiali da sole sul naso, tornava dalla spiaggia sicuramente mi dissi, perche' era vestito per l'occasione ed aveva ancora un po di sabbia sotto le ciabatte. Gli avrei dato all'incirca sui cinquant'anni piu' o meno. 


 



Risposi che andavo a trovare mia madre, la signora Maria all'ultimo piano. L'uomo sembro' illuminarsi come una lampadina al nome di mia madre, 'Ah si, conosco la signora Maria, ma non sapevo avesse una figlia, 'sorrisi nascondendomi dietro una mano per non farmi vedere. La cabina dell'ascensore, una cabina a spinta dal basso verso l'alto, senza finestrelle e chiusa a quattro mura, con le porte che si aprivano e chiudevano a scomparsa laterale, saliva lentamente un piano dopo l'altro, fino a che, l'ascensore si blocco' all'istante senza motivo.  La luce interna rimase accesa, ma anche provando e riprovando a schiacciare la tastiera dei piani, non si mosse di un millimetro. Un bel guaio dissi... provai ad estrarre il telefonino, ma avevo la batteria completamente a terra, e li dentro non vi era campo. Situazione davvero imbarazzante, l'uomo inizio' ad imprecare contro quelli della manutenzione, mentre io ero quasi stupita della situazione in cui mi stavo trovando.


 


Che fosse un'altro colpo di fortuna come successo poche ore prima sul treno? mi chiesi tra me. Non c'era proprio nessuno che potesse chiamare la manutenzione? o che potesse aiutarci a uscire da li?'  dissi all'uomo, che  era ancora intento a provare e riprovare a far partire l'abitacolo schiacciando e rischiacciando i pulsanti. 'Difficile sai, Oggi e Sabato, qui' a parte tua Mamma non c'e' nessuno, il palazzo e vuoto da molto tempo.. sono andati quasi tutti via.. siamo rimasti in pochi.. e siamo pure a Luglio...' tutto sembrava assecondare una bella avventura, ma temevo che mia mamma prima o poi non vedendomi arrivare, uscisse o ci cercasse. Esisteva pero' anche un lato positivo, forse se mi giocavo bene le carte, qualcosa riuscivo a combinare con quell'uomo. Il culo dopo qualche ora, sembrava tornato in discrete condizioni, il bruciore e i dolori della scopata precedente si erano abbastanza attenuati, e la voglia di rifarmi aprire da quel tizio, mi stava prendendo troppo velocemente. 
Mi rilassai, e consigliai all'uomo di fare altrettanto, per il momento nessuno ci avrebbe liberati, meglio sedersi e parlare per tenerci occupati. L'uomo parve capire il mio discorso, si sedette come me e iniziammo a conoscerci poco alla volta, parlando del piu' e del meno, scoprendo le carte con il tempo.


 


Raccontai all'uomo che ero un Femboy, ovvero maschio ma nato con lineamenti femminili androgeni, lui si espresse' Ah ecco... mi pareva che la Signora avesse un figlio allora...', vidi con gioia, che l'uomo non era uno prevenuto, anzi apprezzava molto il mio aspetto femminile e il mio fisico, tanto che appena mi tolsi la T-shirt canotta visto la cabina iniziava a scaldarsi troppo, l'uomo piu' volte rimarco' i complimenti al mio corpicino femmineo. Anche lui volle togliersi la maglietta restando a torso nudo, con addosso solo ciabatte e bermuda. Gli raccontai che mia madre poco approvava il mio comportamentocon gli uomini, notai anche che piu' raccontavo la mia storia, piu' l'uomo sembrava eccitarsi, e dimenticare il fatto che eravamo prigionieri di un'ascensore guasto. Mi chiese senza vergogna e a botta calda, se ne avevo gia' presi, e quasi gli risi in faccia. Gli spiegai che erano ormai anni che il mio bel culetto veniva sfondato da cazzi di ogni misura e grossezza. L'uomo sembro' ancora piu' eccitato, affondai il colpo raccontandogli dell'avventura in treno di poche ore prima, e ne rimase davvero sorpreso. Il tempo passava veloce li dentro, e anche il caldo si alzava per gradi con il passare delle ore, erano ormai quasi le due del pomeriggio, e pensai che mamma mi avesse cercata piu' volte al telefonino. Provai a quel punto, a buttargli l'amo, e vedere se abboccava come un grosso pesce. Gli chiesi senza vergogna se volesse fare l'amore con me, giusto per far passare il tempo che restava, non sapendo cos'altro fare, gli argomenti li avevamo ormai esauriti tutti, e rimaneva solo poter conoscerci meglio. L'uomo favori' la mia idea, accettando di buon grado la cosa. Era assai sudato come me, avevo ormai i lunghi capelli appiccicati alla schiena e al viso, ma il mio trucco resisteva benissimo sul viso da Troia che avevo. Lo aiutai a togliersi i bermuda o Boxer che fossero, scoprendo che aveva anche un bel cazzo duro e grosso.


 


Non me lo feci scappare, e poco mi importava se Mamma non avrebbe ancora una volta capito... mi sarei presa un'altra strigliata, ma me ne fregai proprio. In quel momento pensai solo alla situazione in cui mi trovavo, mi avvicinai all'uomo, mi chinai con la testa sul suo ventre, e prendendogli in pugno il grosso cazzo, me lo infilai tutto in gola. 
Lo succhiai con la voglia di una vaccona, mentre lui cercava con fatica, di levarmi gli Shorts, appiccicati dal sudore, alla fine ci riusci', mi tiro' fuori il cazzo dagli slip del bikini, e iniziò a segarmi piano, mentre io continuavo a ingoiargli il cazzo e farlo gemere di piacere. Il maiale, continuando a godere e gemere, si lascio' fare un bel pompino dalla sottoscritta, seduta stante senza piu pensare ne al caldo, ne alla situazione di prigionia. Lo stesso facevo io, con il suo bel cazzo in gola, chissa' cosa direbbe tua madre se ci vedesse borbotto' poi l'uomo. 'Probabilmente farebbe una delle sue solite sceneggiate' risposi io, 'a lei non piace che faccia queste cose'. 'e un peccato che non capisca', ha ribattuto l'uomo. Mai cosa fu piu' vera, se Mamma avesse finalmente capito la mia voglia di cazzo, forse il nostro rapporto di complicita', sarebbe stato al 1000% invece che solo al 90. Nel frattempo che facevo queste riflessioni, l'uomo si era dato da fare, cercando goffamente di ricambiarmi il favore succhiandomi il cazzo, con un sorriso poi gli ho offerto il mio bel culetto sudato e gia' ben allargato dalla precedente scopata di poche ore prima. L'uomo in effetti si dimostro' molto piu bravo a scopare che a succhiare, mi scosto' da un lato lo slip del Bikini, mi misi in ginocchio contro la parete dell'ascensore, lui mi prese per i fianchi stretti e sudati, e prima di entrarmi dentro si lascio' andare ad un lungo bacio sulle labbra senza lingua, quanto era rispettoso quel signore di cui nemmeno conosevo il nome. In Effetti ci eravamo raccontati di tutto, ma ancora una presentazione ufficiale mancava. 


 



L'uomo procedette, punto' la sua grossa cappella dritta nel mio buco largo e spinse affondandolo tutto d'un colpo solo dentro fino alle palle pelose. Credo di aver sospirato e lui gemuto di piacere, ma non son sicura, le nostre voci si erano per un'attimo intrecciate, e ne era uscito un unico gemito. Quando inizio' a spingermelo dentro e fuori sempre piu veloce, ho sicuramente sospirato e gemuto sempre piu' forte. Se era vero che nel palazzo non c'era anima viva oltre noi, potevamo lasciarci andare al paicere come volevamo senza problemi che qualcuno al di fuori dell'ascensore ci avesse sentiti.  Continuai a sospirare ad ogni suo colpo, sembrava infoiato, sembrava quel giorno incontrassi solo uomini in astinenza sessuale, davvero una coincidenza assurda. Quella giornata si era trasformata in una giornata unica, e ho benedetto quel viaggio rimandato da troppo tempo, lo avessi fatto prima... nel frattempo il caldo nella cabina dell'ascensore era diventato insopportabile, e l'aria mancava da tempo, ma continuavamo a scopare come maiali fregandocene di ogni cosa ci circondasse, intenti solo a darci piacere. 
Grondavamo sudore da ogni lato, ma continuavamo a fare le nostre porcate come nulla fosse, speravo solo che l'uomo non avesse problemi di cuore data l'eta', ci mancava solo che gli pigliasse un'infarto per le condizioni in cui eravamo, ed ero inguaiata bene. Fortunatamente quell'uomo pareva un Toro infoiato, e nonostante ansimasse forte per la mancanza d'aria, non pareva avesse problemi di sorta, ne fui contenta. Continuava ad aprirmi il culo in due a colpi di cazzo senza mai stancarsi, e poi dicono che gli uomini di una certa eta' non sanno piu' scopare... chi l'ha detta sta stronzata? quel porco mi stava facendo letteralmente morire dal piacere, non mi dava respiro.


 


Sbrodolai poco dopo non riuscendo piu' a trattenermi, e sporcai la parete dell'ascensore, lui invece resistette ancora un paio di minuti, prima di allagarmi il culo e l'intestino di calda sborra. Venne dentro di me con un gemito, tenendomi le mani sulle spalle allungate, mentre si svuotava con piacere. Mi confido' che quella era la miglior scopata che avesse fatto dopo anni, e gli ho creduto sulla parola. Quello che non sapevamo invece, o meglio che presi dalla foga dal caldo, dallo stordimento e tutto il resto, e che non ci accorgemmo della ripresa in salita dell'ascensore, che  miracolosamente si era rimesso in movimento da solo. Quando ce ne accorgemmo, eormai era troppo tardi per sistemarci e ricomporci, del resto chi poteva esserci oltre noi e Mamma nel palazzo a quell'ora? proprio lei, che aveva chiamato dall'alto l'ascensore facendolo miracolosamente ripartire di botto. Non realizzammo ancora la situazione, e restammo imbambolaticom'eravamo fino a che l'ascensore si fermo' al piano, le porte si spalancarono, facendo entrare una folata di aria fresca e pulita, e facendo uscire l'odore acre di sudore misto a sperma, oltre che ad un luminoso fascio di luce solare che ci abbaglio' all'istante. 
La scena fu' mostrata in tutto il suo bel quadretto a chi presumibilmente, era fuori dall'altra parte. Ripresoci dallo stupore, alzammo lo sguardo che avevamo abbassato per la forte luce solare entrata, e la realta' dei fatti ci colpi' immediatamente, la figura di mia madre in piedi con le mani sui capelli che borbottava non so cosa, io e l'uomo ancora li a terra, in ginocchio io con il bikini addosso sudata, stordita dal caldo della cabina, l'uomo nudo abbracciato a me con il suo cazzo ormai ridotto ad un salsicciotto moscio,ancora dentro al mio culetto largo, a terra i nostri vestiti, il mio zainetto, sulla parete destra dov'ero io, gocciolava la sperma che avevo da poco spruzzato, e a terra sotto di noi, una grossa macchia era stata la sperma che l'uomo aveva fatto colare dal mio culo, e si era subito asciugata.


 


Questa era la scena in cui mamma ci trovo' all'apertura dell'ascensore. Non ci furono parole ne da parte mia, troppo stanca e sfatta per trovare anche una semplice scusa, e nessuna parola da parte dell'uomo che si alzo' con il cazzo ciondolante vergognandosi, coprendosi poi subito con i suoi bermuda alla meglio e schiacchiando il bottone che lo avrebbe riportato al suo piano. Ovviamente entrate in casa, corsi subito in bagno a sistemarmi chiudendomi a chiave, mentre mamma sbraitava tutta la sua incazzatura come al solito. Adesso chi la sentiva... scopata da un condomino del suo palazzo, era la fine del mondo almeno per lei, ma non per me, che come al solito vedevo le cose in modo opposto al suo.