Passeggiare per le vie del centro in cerca di regali in primavera, é una tortura per me. Le ragazzine fanno a gara a chi si sveste di più con il bel tempo, a chi mostra più carne e queste quattro non facevano eccezione.
E quello che sto per raccontarvi é iniziato, appunto, un pomeriggio di inizio stagione primaverile di quattro o cinque anni fa, andando in un centro commerciale per comprare un portatile a mio fratello che avrebbe compiuto gli anni, avrebbe iniziato da lí a poco anche l'Universitá e questo mi sembrava il regalo piú azzeccato. Guardai tra le offerte di un noto negozio di Elettronica e mentre cercavo il miglior rapporto qualitá prezzo, non potei non notare quattro ragazzine, probabilmente anche loro studentesse, che non avevano nulla da invidiare a delle modelle. Vestite, anzi svestite come se fosse giá estate, con le gambe di fuori coperte da gonne microscopiche che lasciavano ben poco all'immaginazione. Sopra erano altrettanto "scoperte" da magliettine e canottiere aderenti. Non potevi non notarle, erano davvero belle! Pensai "qualche anno di meno e avrei fatto carte false per scoparmene almeno una". Ma come diceva sempre mia nonna, "dovevo sistemarmi" e mettere la testa a posto, trovandomi una brava ragazza con un lavoro e la testa sulle spalle. Quindi dopo una prima occhiata a loro, che non nascondo mi provocó un'erezione, tornai al compito primario: l'acquisto.
Mentre continuavo a cercare il Computer perfetto, notai che anche loro mi osservavano. Abbassai lo sguardo e sorrisi da solo: era una bella sensazione essere ancora oggetto di sguardi alla soglia dei sette lustri, specialmente con delle ragazzine molto giovani. Poi una di loro si fece coraggio, si avvicinó a me e disse:
«Senta, mi scusi?».
«Prego, mi dica» gli risposi.
«Ho visto che Lei sembra interessato all'acquisto di un PC e sicuramente ci capisce piú di noi, non potrebbe darci una mano? Dobbiamo fare un regalo».
É partita così la nostra amicizia: io che facevo la parte del quasi bello e impossibile (il nuoto e la palestra come sempre davano i propri frutti) loro la parte delle ragazzine svampite, ed in poco tempo, tra una chiacchiera e l'altra, ci scambiamo i contatti di qualche Social Network, in modo tale che io potessi contattarle non appena avessi trovato un PC per le loro tasche. In altre parole quella fu la scusa per agganciarmi. Giá, perché furono loro a volermi rivedere per prime.
Ed é iniziato tutto un mese dopo esatto, in una una tarda mattinata.
«Chase, ho un problema a casa. La mia famiglia é fuori, ed io Martina, Roberta e Federica volevamo passare il pomeriggio qui tra film, birra e pettegolezzi tra noi donne. Ma il Satellite non funziona. Ti prego, aiutaci. Una serata senza film non é una serata degna di essere chiamata tale».
Mi dice Elettra, la mia preferita, peccato la differenza di etá, altrimenti...
«OK, arrivo. Oggi sono di riposo, prima di fare altro, passo da voi» gli rispondo.
Dopo un'ora sono a casa sua. Suono il campanello e ad aprire é proprio Elettra. Era soffocata in una gonna aderente ed un reggiseno che sembrava un costume.
«Giri sempre cosí per casa?» gli faccio notare.
«Fa caldo, che pretendi...» mi risponde sorridendo.
Lascio cadere il discorso, anche perché le altre non erano "svestite" da meno, sarebbe stata una battaglia persa parlare di abbigliamento consono per certe situazioni con loro. Cerco di sbrigarmi a trovare il problema del segnale satellitare, ed una volta sistemato, provo ad andar via.
«Aspetta Chase, dove vai? Resta con noi» mi dice afferrandomi un braccio Elettra.
«Devo andare e se questo era uno scherzo, ti avverto che sono incasinato oggi...» gli rispondo.
«Scherzo? Di che parli?».
«Non prendermi in giro Elettra... il problema del Satellite erano semplicemente tre fili staccati che ho rimesso a posto» gli rispondo.
Elettra diventa rossa, ma non si perde d'animo e confessa che voleva farmi una sorpresa per tutte le volte che l'avevo aiutata, come per il PC da regalare ad una sua amica.
Onorato di tanto interesse, faccio finta di nulla, come potevo? In fondo la loro compagnia mi piaceva molto, nonostante cercavo di apparire disinteressato, quindi resto in quella casa, un pomeriggio in mezzo a quattro fichette quando mi ricapitava? E poi ero curioso di questa "sorpresa"!
Beviamo birra tutti e cinque. Poi Elettra dice che era arrivato il momento del mio "regalo" e mi chiede di togliermi la maglietta e di sedermi sulla sedia vicino al termosifone. Domando il perché della maglia, ma lei dice che faceva parte del gioco e non faccio obiezioni. Sembrava divertente ed eccitante. Così non appena mi siedo, mi mettono una benda sugli occhi. Fino all'ultimo non dovevo vedere. Dopo qualche minuto mi chiedono di mettere le mani dietro la sedia e poggiarle sul termosifone. Due di loro le sento avvicinarsi ed in pochi secondi mi trovo ammanettato.
"Dove le avevano prese delle manette? In un Sexy Shop? Un parente nelle forze armate?" mi domando prima di parlare.
«Ma... che state facendo?" chiedo.
«Tranquillo, é tutto OK... Fá parte del gioco e della sorpresa... ora ti togliamo la benda, ma non aprire gli occhi fino a quando non te lo dico io» risponde Elettra.
Mi tolgono la benda e rimando la questione della provenienza di quei bracciali d'acciaio aspettando quindi un loro segnale.
«OK Chase... ora puoi aprire gli occhi» mi dice Elettra. Quando li apro non credo a quello che stavo vedendo, erano tutte e quattro di fronte a me, Elettra, Martina, Roberta e Federica, tutte... tutte completamente nude!
Ci sono diversi secondi di silenzio da entrambe le parti e mentre cercavo di formulare un pensiero, le osservo attentamente una ad una.
Elettra per me é la più bella di tutte. Una mora da un metro e settanta, lunghi capelli leggermente mossi e due tette formose. Ma quello lo immaginavo da un pezzo, con quelle magliette aderenti era facile prevedere lá sotto due bombe esagerate. Ma viste cosí, sembravano ancora piú grandi. E poi i capezzoli, circondati da due areole piú grandi della norma, almeno un centimetro di circonferenza. La sua fica invece fu una scoperta, me la immaginavano depilata, come fanno oggi quasi tutte le ragazze giovani. Invece era al naturale, nera, non si vedevano nemmeno le grandi labbra. Era perfetta, la mia donna ideale se avesse avuto qualche anno di piú. Non potevo nascondere la mia eccitazione, che era evidente dal rigonfiamento dei pantaloni.
Poi osservo Martina, piú o meno stesso fisico di Elettra, ma con qualche Kg di piú e qualche centimetro di meno in altezza, ma sempre ben proporzionata. Anche lei aveva due belle tette, leggermente calate, probabilmente a causa di una qualche dieta perche notai delle picccole smagliature sulla parte alta, ma erano comunque belle grosse. Anche lei non aveva la fica depilata, ma era meno folta della precedente.
Si metteva male per me, erano passati pochi secondi e giá sentivo il pisello esplodere.
Guardo successivamente Federica, forse la piú piccola del gruppo, in tutti i sensi. Era la piú bassa e la piú magra, lunghi capelli biondi lisci, un piccolo seno che forse non arrivava oltre la seconda ed una fichetta completamente rasata. Mi ricordava le mie prime scopate. Infine squadro Roberta e la cosa che noto subito sono i suoi seni asimmetrici, il destro era leggermente piú liccolo del sinistro e tendeva ad "andare" verso l'esterno, staccandosi cosí dall'altro. Erano davvero eccitanti quelle tette, anche se immaginavo che lei magari per quella "diversitá" ci soffrisse. La fica era depilata a metá, una piccola striscia nera al centro e rasato tutto il resto.
«Non dici nulla Chase?» mi domanda Elettra avvicinandosi a me insieme alle sue amiche.
«Dico che la sorpresa é riuscita molto bene, ma... ma ora toglietemi le manette e finiamola con questa storia» rispondo mentendo a me stesso.
«Vuoi dire che non ci desideri, che non vuoi scoparci? Che non ti piacciamo nemmeno un po'?» continua Elettra.
Ormai le avevo di fronte, cazzo quanto erano belle e piene! Ispiravano sesso da ogni poro. Sentivo il mio pisello pulsare.
«Siete delle gran fiche, lo ammetto, ma abbiamo una grossa differenza di etá, quindi liberatemi cosí me ne vado» concludo non molto convinto.
«Siamo delle grandi fiche? Hai detto che siamo delle grandi fiche? Allora perché vuoi andare via? E poi da quando per voi uomini l'etá di una donna, specialmente se piú giovane, é stato un problema? Siamo tutte maggiorenni, forse... ed io non sono piú vergine Chase, quindi rilassati... anche perché il tuo cazzo qui la pensa diversamente» mi risponde toccandomi tra le gambe.
Giá... non era piú vergine, chissá quanti cazzi aveva drizzato con quel fisico. E mentre parlava, Elettra continuava a massaggiare il mio pisello duro ingabbiato nei pantaloni per dimostrarmi che non si sbagliava. Perché quel gonfiore, quel bozzo, reclamava una scopata. Poi guarda le sue amiche con aria di complicitá e prima che mi renda conto della loro idea, velocemente qualcuna mi slaccia i pantaloni mentre le altre li afferrano da sotto sfilandomeli di colpo.
Il mio cazzo in erezione cerca di farsi strada tra i boxer, ma Federica, la più giovane, mi toglie anche quelli rapidamente. Ora il mio uccello spunta fuori come una molla, dritto e gonfio come non mai. Federica é lì ormai, ed é la prima a toccarlo.
«Ora ci pensiamo noi a Lui...» mi dice poi allontanandosi.
É quindi Roberta la prima provocarmi davvero, i suoi seni asimettrici mi facevano impazzire, si mette sopra di me a gambe aperte senza sedersi sul mio cazzo. Lo sfiora leggermente con la sua fica pelosa, quel tanto per farmelo rimanere dritto, ed inizia a toccarsi le tette davanti la mia faccia. Gioca cosí per diversi minuti, poi si alza per sdraiarsi a terra insieme a Martina. Intanto Elettra e Federica si mettono in ginocchio vicino a me, ed iniziano a massaggiarmi l'interno coscia. A terra le altre due si mettono una di fronte all'altra, aprendo le loro gambe e mettendole ad "X" in modo tale da potersi strusciare la fica una con l'altra.
Era uno spettacolo da infarto. Le vedevo muoversi lentamente senza fermarsi. Il mio cazzo voleva possederle, entrare dentro di loro e dargli quello che stavano cercando: un pieno di sborra!
Ma non posso muovermi, erano loro a condurre il gioco. Elettra intanto continua a massaggiarmi l'interno coscia, ogni tanto si alza e mi struscia le sue tette sul viso. Almeno fino a quando non dà il cambio alle struscia-fica mettendosi al centro della sala. Era il suo turno.
Inizia a toccarsi ovunque, prima le grosse tette, poi la sua fica dannatamente pelosa. Intanto Martina e Roberta prendono il suo posto vicino a me. Una inizia a toccarmi le palle, l'altra alterna il tocco delle palle con il prendere il mio cazzo in mano cercando di farmi una sega. Giá... perché dopo tre o quattro movimenti su e giú, smetteva. Il loro scopo lo avevo capito, era tenermelo duro il piú a lungo possible. Intanto Federica continua il suo massaggio sulle cosce. Stavo impazzendo. Se non mi veniva l'infarto quel giorno, non mi sarebbe piú venuto.
Elettra continuava il suo ballo, la vedo afferrare una tetta e giocarci, la massaggia e schiaccia a tempo. Dopo la vedo masturbarsi, vedo le sue dita entrare nella sua fica e fare avanti e indietro.
Martina invece non smette di toccarmi il cazzo, ci gioca alzandomi e abbassandomi la pelle della cappella. A quei tocchi il mio uccello inizia a pulsare sempre piú, complice anche i delicati movimenti di Martina sul mio pisello.
Posso sentire la sborra salire lungo l'asta, le avrei innaffiate di crema calda finalmente. Ma anche le ragazze si accorgono che sono arrivato, complice anche un mio gemito che lasciava presagire la futura sborrata ed una colata di sperma che esce dal buco della cappella. Sto per venire, lo sento.
Ma Roberta scansa subito Martina e Federica, ed io penso che non vuole che le sporchi con i miei schizzi, ma mi sbagliavo. Quello che fa invece subito dopo mi permette di capire che lei é veramente una macchina del sesso per la sua giovane etá. Afferra con forza il mio pisello di marmo con la mano destra e con il pollice spinge con decisione il frenulo sotto la cappella, intanto con la sinistra mitte due dita tra lo scroto e l'ano, spingendo anche qui con forza.
Sento la sborra che cercave di salire, l'avrei innaffiata di sperma, ma con quelle sue mani, con quella tecnica imparata chissá dove, blocca la fuoriuscita. Sento il cazzo battere nella sua mano come un cuore dopo una corsa, ma non esce nemmeno una goccia di sborra. Poi lo molla delicatamente, lasciando il mio pisello muoversi a tempo, senza sborrare ma ancora pieno di liquido.
«Roberta, toglimi questi bracciali... iniziano a farmi male davvero le palle, devo svuotarle, é da troppo tempo che sono a cazzo dritto...» gli dico guardando le mie palle gonfie.
«Non ancora amico mio, lo spettacolo é appena iniziato, schizzerai la tua sborra quando sará ora» risponde lei.
E mentre inizia nuovamente a massaggiarmi le cosce, a masturbarmi, avvicina il suo volto al mio pisello, tira fuori la lingua e mi lecca tutta l'asta. Parte dal basso e lentamente sale su, per fermarsi all'inizio della cappella, sopra il frenulo. Con la punta della lingua lo stimola pochissimi secondi, quel tanto per far uscire ancora qualche goccia di sperma e riportare il mio cazzo alla massima erezione. Poi appena vede quel principio di sborrata, smette nuovamente. Non voleva rischiare di farmi venire.
Elettra allora continua il suo spettacolo. A masturbarsi davanti ai miei occhi cercando di alzare la posta, la mia eccitazione. Vedo che prende una bottiglia di vino vuota e se la infila lentamente nella sua fica, poi la toglie per poi rimettersela dentro di nuovo. La volevo, il mio cazzo reclamava quel buco peloso, doveva esserci lui lí dentro. Successivamente a quel gioco, leva e togli la bottiglia dalla fica, si avvicina a me. Gambe divaricate sopra di me e se la mette di nuovo nella sua fica. Potevo vedere il cono di vetro entrare dentro e mentre con una mano sfiora il mio pisello, inizia a pisciarci dentro. Stavo morendo, cercavo di spingere lo sperma fuori per svuotarmi, ma il risultato, senza stimolazione, non fu altro che le solite gocce di sborra. Mi arrivano schizzi di piscio addosso, poi si toglie la bottiglia e si mette sopra di me, continuando ad urinare. Una pioggia calda bagna il mio pisello e sento anche un lieve bruciore sulla cappella che diventa rossa. Poi avvicina le sue enormi tette a me, ora posso sentirle perché me le schiaccia in faccia, quasi a soffocarmi. D'istinto apro la bocca ed inizio a leccare prima il capezzolo e poi quella grossa areola che lo circondava. Lei alza le mani ed inizia invece a toccarsi l'altra tetta, inizia a mordere quel duro capezzolo e poi a succhiarlo. Continua così fino a quando non la stringe con forza, schiacciandola e facendo uscire del liquido caldo che mi finisce dritto in faccia. Uno , due, tre... quattro schizzi di quello che sembrava latte, mi innaffiano il viso. Mi piace, qualcosa finisce in bocca e lo mando giú.
In quello stesso istante, piega le gambe e lentamente mette la sua fica finalmente sul mio cazzo, si aiuta con una mano e se lo infila tutto dentro. Entra con facilitá e lo fà scivolare nella sua piú profonda intimitá. Era calda, caldissima ed ovviamente umida. Si muove in senso orario, alternato da qualche movimento a stantuffo. Sento che sto per eplodere, questa volta sarei venuto. Ma come una brava veggente, se ne accorge che sto per godere e sul piú bello si alza lasciando il mio cazzo dritto davanti agli occhi di tutti aggiungendo poche parole:
«Ora é il turno di Federica».
Così la ragazzina inizia la sua discesa sul mio cazzo e mi sembra piú impacciata della sua amica quando cerca di mettersi il mio pisello dentro, avvertendo una certa resistenza della sua fica. Ora la posso vedere da vicino, ed é liscia, rosa e palesemente umida, con due grandi labbra. Sento che sta entrando, ma la sua fica é davvero stretta, ma questo non fa altro che aumentare il mio piacere. Roberta intanto non vuole correre rischi e mentre Federica si muove lentamente sopra di me, lei mette di nuovo due dita sotto le mie palle per non farmi sborrare. "Che intenzioni avevano? Farmi esplodere i coglioni? Non li avevo mai visti cosí gonfi e non ero mai stato cosí tanto tempo a cazzo dritto senza sborrare" penso mentre le palle davvero iniziano a darmi dolore.
Federica continua a muoversi su e giú, sento la sua fica e le sue labbra spingersi sul mio cazzo, schiacciarlo con tutto il suo peso. Pensavo che questa volta sarei venuto, ma fa prima lei. Sento le sue piccole labbra pulsare sul mio cazzo, stava avendo un orgasmo, ne ero certo. Avvertivo anche un liquido sulla mia cappella che ora bruciava. Ed infatti non mi sbaglio, perché sento subito un urlo di piacere. Poi, sudata di piú rispetto alle altre, si sfila dal mio cazzo e si sposta indietro per andare via. Non avrei resistito molto ancora, ma guardando il mio pisello, vedi qualcosa che inizia a spegnere l'erezione: del sangue sulla mia cappella!
Ecco cos'era quel liquido che sentivo, che mi bruciava. Lo sapevo, quella fica troppo stretta e forse poco lubrificata, mi aveva staccato la pelle dalla cappella. Mi aveva lacerato il frenulo.
«Liberatemi... dai... stó sanguinando...» dico urlando.
Ma nessuna sembrava preoccupata ed Elettra dice poche parole per tranquillizzarmi:
«Rilassati Chase... non é il tuo pisello a sanguinare, ma la fica di Federica... lei é... era ancora vergine, ed ha scelto te per la sua prima volta».
Non sò se essere contento per l'onore riservatomi o incazzato per non essere stato avvisato. Se lo avessi saputo... giá, se lo avessi saputo cosa avrei fatto? Te la saresti scopata lo stesso Chase, l'avresti sverginata comunque, non esere ipocrita.
Poco dopo torna Federica, con ancora un po' di sangue sulla fica ed in mano delle salviettine umide. Inzia a pulirmi il pisello, o almeno lo credeva, per me era ancora una lenta masturbazione. Poi avvicina le sue labbra alle mie e fece quello che nessuna ancora aveva fatto: mi bacia sulla bocca. Un semplice e delicato bacio. e mi sussurra all'orecchio qualcosa:
«Grazie Chase».
Ma la festa non era finita. Roberta e Martina si avvicinano, iniziano a toccarsi e poi una di loro si mette a cavallo su di me. Ora il mio cazzo era nella fica di Marrina, due, tre, quattro stantuffate e ci fu il cambio con Roberta. Di nuovo su e giú, su e giú. E mentre lei ha il mio cazzo dentro, l'altra si masturba davanti ai mie occhi. Fanno questo gioco per un bel pó, fino a quando tutte quante si mettono di fronte a me.
«l gioco è quasi finito Chase, dovrai fare un'ultima cosa per noi perché il regalo sia completo. Dovrai chiudere gli occhi, noi ti toglieremo le manette e dovrai riaprirli solo quando te lo diciamo noi. Non cercare di toccarti il cazzo per svuotarlo, lo sappiamo che sei carico. Ma fidati, ne varrá la pena» mi risponde Elettra.
Finalmente questa tortura sembrava finire e decido di dargli retta un'ultima volta. Chiudo gli occhi e aspetto di essere liberato. Qualche minuto dopo una voce mi libera dalla tortura:
«Ora puoi aprirli».
Erano lì, ancora nude, sdraiate per terra e tutte con le gambe divaricate «scegli una di noi Chase... scegli una di noi e svuota le tue palle» conclude Elettra.
Mi avvicino a loro, con il mio cazzo dritto e le palle gonfie come un pallone.
«Allora? Non dicevi che ti facevano male le palle? Metticelo dentro e liberati di quel carico».
Stavolta é Roberta a parlare e mentre dice quelle parole, solleva una gamba e mi dà un colpetto alle palle già doloranti.
«Andiamo Chase... siamo qui" un altro colpo alle palle, ma quello fece esplodere il mio cazzo prima ancora che lo buttassi dentro ad una di loro.
Un primo grande schizzo viene fuori, centrando proprio le tette ed i capelli di Roberta, un'enorme sborrata che sembrava stessi pisciando... poi una seconda lunga schizzata colpisce il divano... stavo sborrando alla grande, come un vulcano in piena eruzione e... senza sfondare una fica. Non volevo che finisse cosí.
Mi getti quindi immediatamente sulla mia preferita, Elettra, con il pisello che ormai viveva di vita propria e continuava a schizzare in tutte le direzioni. Non pensavo che le mie palle potessero contenere tutto quello sperma.
Mi aiuto con una mano e glielo metto dentro quella sua fica pelosa, prima che il mio cazzo smettema di sputare. Poi lo spingo con forza dentro piú volte, doveva arrivargli in gola la mia cappella e la mia sborra. Non só quante volte vengo, ma só che rimango sopra e dentro di lei per un po', nonostante non distingua piú le sborrate dal riflesso condizionato del mio cazzo.
Dopo diversi secondi lo sfilo dalla sua fica, mi sdraio di fianco a loro con il volto rivolto verso il tetto e resto in quella posizione in silenzio per molto tempo. Poi ci alziamo tutti, io con il mio cazzo ridotto ad uno straccio e loro con le loro fiche ancora umide, tranne quella di Elettra, che aveva sulla sua fica pelosa ancora i segni di un'abbondante sborrata che colava fuori dalle sue grandi labbra. Quindi ci dirigiamo verso il bagno per farci la doccia tutti insieme, ma il mio cazzo sembrava non averne abbastanza. Mi sentivo umido tra le gambe, ma non era acqua della doccia, bensì sperma.
Abbasso lo sguardo e metto una mano sul mio uccello che continuava a sborrare senza che io lo tocchi, un fiume di sperma che non si arrestava. Poi alzo lo sguardo, Elettra e tutte le altre non ci sono più. Mi guardo bene intorno ed anche il bagno scompare. Infine tutto intorno a me diventa bianco. Poi nero.
Ora sono al buio, nel letto di casa mia. Sdraiato, sotto le coperte e con il pigiama bagnato. Mi viene da ridere con me stesso.
Avevo sognato tutto!



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