Secondo te quanto posso valere?
Domandò all’improvviso Laura senza sollevare lo sguardo dal piatto in cui rigirava svogliatamente la forchetta giocherellando con il cibo. Non ricevendo alcuna risposta continuò:
– Sai Giorgio, quello che ha lavorato con me qualche mese fa…?
Lui reclinò il capo in cenno affermativo mentre afferrava con decisione il bicchiere di vino per portarlo lentamente alle labbra, un gesto studiato per impressionarla. Il suo sguardo era fisso sul viso della donna che si ostinava a non sollevare dal piatto, come se provasse un profondo disagio nell’affrontare quell’argomento nonostante la relativa brutalità nell’introdurlo.
Lei proseguì:
– Ti avevo parlato del suo interesse nei miei confronti e della corte spietata di cui ero “vittima”? – domandò conoscendo la risposta. – Allora non m’interessava… e nemmeno oggi riesce ad accendere la minima fantasia… Ma…
– Ma? – Domandò finalmente lui.
– Ecco… oggi è tornato in sede dopo essere stato fuori per qualche mese ed ha ripreso il suo corteggiamento. Devo dire che la cosa ha il suo lato gratificante poiché disdegna ogni altra mia collega.
In ogni caso gli ho nuovamente fatto capire che non c’erano speranze per lui… allora, disperato, si è detto disposto a pagare i miei favori.
Non ha proprio parlato in modo esplicito ma è stato sufficientemente chiaro in questo.
Lui non dimostrò sorpresa se non inarcando leggermente un sopracciglio mentre Laura sollevava il viso per fissarlo ora che aveva introdotto il discorso che tanto le premeva. Ora che riusciva a vedere gli occhi della sua donna, comprese quanto lei sperava di sentirsi chiedere in quel momento:
– L’offerta in denaro ti eccita, vero?
– Eccitare è un termine non del tutto corretto… diciamo che mi gratifica poiché lo ha fatto senza darmi della puttana. Ho inteso che per lui il mio corpo, soprattutto il mio sesso, abbiano un valore tanto grande da non poter essere ripagato solamente con il suo corpo ed il suo sesso… insomma mi ha fatto capire che vuole compensare il divario con vile moneta.
– Niente eccitazione quindi? – domandò stupito lui
– Beh… ecco… ammetto che la proposta ha smosso qualcosa dentro di me. Ho sempre fatto sesso per il tuo e mio piacere… ma sentirmi offrire dei soldi in questo modo ha spinto il mio narcisismo oltre ogni limite e ammetto un certo perverso piacere…
– Un piacere che vorresti seguire sino in fondo… – affermò lui.
Laura non disse nulla, era indecisa se parlare o attendere la decisione del suo uomo. Intanto lui meditava velocemente osservando lo sguardo di lei che stava diventando impaziente.
“Ti piace essere usata” pensò l’uomo mentre l’osservava.
“Per questo concedi tutto alle mie fantasie, accetti i miei giochi senza nulla chiedere in cambio” continuò a meditare.
“Godi nel sentirti un oggetto di piacere, lasciando agli altri il compito di usarti… in questo modo declini ogni responsabilità nel gioco… tu sei solo il mezzo, non hai problemi se non quello di godere anche tu!”. Lui fissava in direzione della donna trapassandola con lo sguardo come se non la vedesse, poi domandò:
– Vuoi giocare?
Era la frase che nel loro codice avviava un nuovo perverso gioco.
Lei attese un attimo prima di dare l’inevitabile risposta, voleva capire quanto lui fosse disposto a concederle questa volta e quanto trovasse eccitante la proposta. Cercò nei suoi occhi la risposta ma non trovò altro che impassibilità, quindi si decise:
– Sì! – ammise lei
– Giochiamo allora, ma… – non terminò la frase
– Lo farò per te. – aggiunse lei.
Lui l’ammirò per un istante mentre tornava ad interessarsi al cibo nel piatto, solo in quel momento l’uomo s’accorse di tenere ancora in mano il bicchiere di vino a metà strada tra il tavolo e la bocca. Sollevò il recipiente e trangugiò di un fiato il contenuto, quindi tornò a riempirlo mentre pensava: “Puttana!” rivolto alla dolce e sensuale creatura che aveva davanti.
La cena era terminata, il cibo rimasto nei piatti ora s’era rafreddato e non appariva più appetibile, Laura si sollevò dalla sedia ed iniziò a ripulire la tavola portando verso il lavandino le stoviglie in perfetto silenzio, sentiva che nell’aria c’era una certa tensione e temette d’aver passato quel segno invisibile che divide il gioco di coppia dall’infedeltà fine a se stessa.
Non sentì il suo uomo avvicinarsi e la sua voce giunse improvvisa alle spalle.
– La tua domanda iniziale è ancora senza risposta. – le fece notare lui.
– È vero. – ammise lei – Quanto posso chiedere? – domandò senza voltarsi.
Lui non rispose ma le passò il bicchiere riempito di vino sino all’orlo.
– Non versarne neppure una goccia! – ordinò
Lei trattenne il contenitore con due mani mentre lui infilava lentamente una mano sotto la corta gonna palpandole i glutei.
– Quanto puoi valere? – si domandò a bassa voce continuando a palparla come per valutarla meglio.
– Dimmelo tu! – lo pregò lei con voce roca dall’eccitazione mentre si piegava sul lavandino.
Lui le sollevò la gonna in vita scoprendo il magnifico sedere delineato dalle sottili linee nere del perizoma. Infilò un dito sotto il filo centrale e scese giù verso il pube per poi tornare su verso la “T”. Infilò tutta la mano sotto il sottile tessuto quindi si domandò ancora una volta:
– Quanto puoi valere? – formulò queste parole solo per se stesso.
Con un colpo secco strappò via il perizoma.
Lei sussultò per il dolore poiché le si era infilato tra le labbra della vagina.
– Non versarne una goccia! – disse lui alludendo al bicchiere di vino che teneva tra le mani.
Laura trattenne il gemito di dolore e sollevò il sedere aprendo leggermente le gambe offrendosi.
– Sei un lago qui sotto, la voglia cola dalla tua fica insaziabile… – notò lui mentre scorreva con un dito le intimità della donna.
Il massaggio lenì il dolore dello strappo procurandole al contempo una fitta di piacere. Laura abbassò il capo e attese. La mano del suo uomo la costrinse ad allargare di più le gambe e lei obbedì speranzosa, voleva essere presa con violenza e sentiva che lui era carico al punto giusto. Infatti, fece appena in tempo a percepire il membro puntato contro la vulva che se lo ritrovò completamente dentro, spinto con una foga che dimostrava una certa ferocia.
Laura gemette ed inarcò il corpo reclinando il capo all’indietro, scosse il bicchiere e rischiò di farlo traboccare.
– Tienilo fermo, non deve caderne una goccia! – le ricordò lui
Laura serrò con ancora più forza il bicchiere mentre lui si muoveva fuori e dentro di lei sfruttando tutta la lunghezza del membro. Era un impresa disperata trattenere il liquido nel contenitore, lui la penetrava con dei possenti colpi di reni che la spingevano sempre più contro il mobile della cucina, tanto intensi da impedirle di prendere parte attiva all’amplesso. Quella carne che si muoveva così impetuosamente nel ventre le procurava intense fitte di piacere. Per quanto dilatata e lubrificata dall’eccitazione percepiva chiaramente ogni centimetro di penetrazione. Finalmente lui rallentò, forse per riprendere fiato o per gestire il proprio piacere e non esplodere subito. Laura n’approfittò per modificare la propria posizione e riuscire a sistemare il pube in modo da “sentire” meglio il suo uomo. Ora riusciva a contrarre come desiderava gli addominali ed i muscoli pubici, ogni penetrazione generava sempre più intense fitte di piacere in tutti e due.
– Chiedi quello che vuoi… ma chiedi molto! – Disse lui in un rantolo
– Quanto? – Domandò con voce ancora più calda lei.
Lui per risposta spinse penetrandola completamente quindi rimase fermo a godersi le ritmiche contrazioni interne del corpo di Laura prossimo all’orgasmo.
– Con questo corpo puoi chiedere quanto vuoi…
Il chiaro complimento e le spinte regolari che premevano il pene sul collo dell’utero fecero partire l’orgasmo di Laura. Sospirò inspirando a pieni polmoni quindi si lasciò godere con l’unico pensiero di non far cadere il bicchiere di vino che teneva tra le mani. Lui assecondò le ondate di piacere muovendosi lento dentro di lei resistendo a fatica alla tentazione di lasciarsi andare.
Quando Laura riprese un ritmo regolare di respiro si rese contro che lui non era ancora venuto, muovendo sensualmente il sedere domandò languida:
– Non mi vieni dentro?
Lui estrasse il membro da quel luogo accogliente e morbido che era il ventre di Laura, la prese per i fianchi e la fece voltare, quindi la spinse giù appoggiandole le mani sulle spalle. Lei comprese, s’inginocchiò davanti al suo uomo e prese subito il membro tra le labbra. Succhiò mentre lo prendeva sino in gola per poi dedicarsi ad un gioco di lingua micidiale.
Prossimo ad esplodere afferrò i capelli della donna allontanandola dal membro, quindi indicò il bicchiere che aveva perso una buona quantità di vino e se lo fece passare. Con gli occhi dilatati dallo sforzo di contenere l’orgasmo pose il bicchiere davanti al membro, con l’altra mano lo menò per non più di due volte ed eiaculò copiosamente nel vino. Prestò attenzione a non versarne una goccia fuori e fece scorrere la mano più volte per spremere ogni rimasuglio di seme nel bicchiere. Soddisfatto invitò la donna ad alzarsi quindi le offrì il bicchiere.
– Bevi! – ordinò
Laura ammirò il liquido ambrato dove galleggiavano larghe chiazze di sperma, lo portò alle labbra e fissando negli occhi il suo uomo tracannò tutto.
Laura era stanca, spossata dall’amplesso, ma sapeva di non potersi fermare o si sarebbe addormentata con tutte le faccende domestiche da terminare. Sistemò la gonna e tornò al lavello mentre lui richiudeva la patta dei pantaloni.
– Questa quando te la sei inventata? – domandò alludendo al coito nel bicchiere.
Lui non replicò non conoscendo la risposta, certe idee si presentavano alla mente improvvise senza lasciare il tempo di comprendere la loro genesi. I suoi pensieri erano già andati oltre e domandò a lei:
– Quando intendi venderti? – utilizzò quel termine con l’intenzione di colpirla.
Laura provò un fremito di piacere, poteva essere un rimasuglio del recente orgasmo oppure il frutto del senso nemmeno troppo recondito di quelle parole. Era tentata di rispondere “Il prima possibile!” ma disse:
– Quando vorrai.
– Domani saggia il tuo amico… scopri sin dove è disposto ad arrivare. Ma… vorrei proprio assistere alla contrattazione.
– Vuoi scoprire quanto sono puttana? – domandò lei senza voltarsi come se s’informasse sul menù del giorno seguente mentre, in segreto, pensava: “Non assisterai solo alla contrattazione..”
– Sì!
Ogni volta sei una nuova sorpresa per me.
Laura chiuse gli occhi e lasciò la fantasia libera d’immaginare questa trattativa e l’inevitabile seguito. Solo la voce del suo uomo che l’invitava a raggiungerlo davanti alla televisione la riportò alla realtà, allora iniziò a pensare seriamente al modo di realizzare quel nuovo e promettente gioco.
Il problema di Laura era far combaciare tutto, troppe erano le persone da accontentare in questo gioco. Per primo veniva il suo uomo che voleva giustamente assistere ai preliminari ed al probabile, ma nella mente di Laura sicuro, seguito. Alla base del loro rapporto stava proprio questa libertà di trasgredire senza mai nascondere nulla all’altro per renderlo partecipe sino in fondo. Sino a quel momento, però, aveva sempre giocato allo scoperto, il partner occasionale sapeva tutto sia vi prendesse parte da solo o in coppia. Laura si era preoccupata di non lasciar mai trasparire sul posto di lavoro le sue propensioni sessuali, se aveva deciso di concedere a questo Giorgio una possibilità era perché sapeva che si sarebbe presto trasferito nuovamente. Ma quale reazione avrebbe avuto alla proposta: “Ok te la do ma il mio uomo dev’essere presente”?
Non poteva funzionare.
Laura era dibattuta tra la voglia di giocare ed il desiderio di lasciar perdere per le difficoltà, poi le venne in mente un idea, banale, stupida ma con qualche possibilità di funzionare.
Due giorni dopo chiamò il suo uomo al telefono:
– È per questa sera, dopo cena, da noi.
Tu non ci sei, sei via per lavoro e torni non prima di lunedì prossimo.
Tu sei un mio amico che ho chiamato perché voglio stare tranquilla con uno sconosciuto nel mio letto…
Ahh.. sei un mio amico gay!
Aspettami a casa.
“Troppo contorta, banale, incredibile, inattuabile” pensò lui mentre riponeva il cellulare.
Però quell’assurdità poteva anche funzionare se Laura avesse fatto schizzare gli ormoni del suo amico tanto in alto da fargli perdere la ragione e lei era in grado di farlo.
Giunto a casa controllò subito la disposizione ed il funzionamento delle due webcam e della telecamera digitale occultate in camera, erano sempre pronte a riprendere tutto ciò accadeva lì dentro e servivano anche per verificare la propensione di Laura a giocare pulito. Un semplice programmino poteva attivare la registrazione di spezzoni di filmato al movimento di qualcosa di più grande di una mosca. In fondo non si fidava completamente di lei, la sua voglia di sesso appariva spesso così grande da immaginarla perennemente insoddisfatta.
Il gioco era in pieno svolgimento e l’uomo scacciò quei pensieri per calarsi nei panni dell’amico gay di quella grandissima …. Che era la sua donna. Cancellò anche il termine esplicito e, forse, troppo forte che gli veniva spesso in mente nel descriverla.
Come poteva fare per apparire del tutto disinteressato a Laura ma ammirato dalla mascolinità del suo amico senza per questo turbarlo al punto di farlo fuggire preoccupato?
Questa era la domanda che ora circolava viziosamente nella sua mente insieme ad un dubbio tremendo: se Laura fosse stata a conoscenza delle tendenze bisessuali del suo amico… non è che stesse preparandogli un pessimo scherzo?
Quella donna era davvero capace di tutto.
Qualche minuto dopo le ventidue sentì una chiave girare nella toppa, i due non avevo lasciato troppo tempo alla cena. Laura entrò per prima seguita da Giorgio che le teneva una mano in vita sussurrandole quanto la desiderasse.
– Ciao Andrea! – disse lei rivolta al suo uomo usando un nome di fantasia
– Ciao cara.. era tempo che arrivassi, non c’è nulla di bello in tv e mi stavo annoiando! – rispose lui con la voce atteggiata in falsetto.
– Questo è Giorgio. – disse presentando il giovane amico.
Lui strinse la mano al giovane avendo cura di non stringere troppo mentre gli lanciava un occhiata apparentemente languida ma, in realtà, tesa ad analizzarlo a fondo.
Giorgio cascò in pieno nel loro gioco, gli occhi dell’uomo e la stretta morbida unita ad una voce esageratamente falsata, gli fecero credere alle parole di Laura tanto che tentò di rassicurarlo sulle sue buone intenzioni.
– Tranquillo Andrea! – disse il giovane – Non ho alcuna brutta intenzione nei confronti della tua amica.
– Lo spero.. anche perché sono stufo di doverle fare la posta ogni volta che porta un uomo nuovo in casa.
– Mi spiace che t’abbiamo disturbato.. se vuoi, ora che mi hai visto puoi lasciarci soli! – tentò speranzoso Giorgio
– No, mi spiace ma ho promesso a Laura di restarmene qui buono in cucina.. come un gattino abbandonato.
Laura lanciò un occhiata di fuoco al suo uomo che stava chiaramente esagerando nella sua parte, come gay iniziava a non essere più credibile. Decisa a salvare la situazione nell’unico modo che conosceva si portò contro il ragazzo, gli premette il seno contro e con il viso a pochi centimetri dal suo disse:
– Noi non dobbiamo terminare un certo discorso prima di…?
– Hai ragione… dimmi quanto vuoi? – domandò lui bruscamente riportato alla realtà
– Dipende cosa vuoi tu! – rispose Laura voltandosi per dirigersi verso il divano ancheggiando.
Giorgio dopo aver lanciato un occhiata al presunto amico della donna e notato il suo apparente disinteresse raggiunse Laura.
– In che senso?
– Semplice! Tu dimmi cosa vuoi da me ed io ti dirò quanto voglio per farlo!
– Lo sai che voglio fare l’amore con te… lo desidero dal primo momento che ti ho vista!
Laura lo studiò per un istante poi disse:
– Qui non si tratta d’amore ma di sesso, puro e semplice sesso.
Tu vuoi venire a letto con me e mi hai pregato di farlo sino al punto di offrirmi dei soldi in cambio del mio corpo… ebbene dimmi cosa vuoi farmi ed io ti dirò quanto voglio per concedermi.
– Lo sai cosa voglio…! – disse lui imbarazzato dalla situazione
In quel momento Laura guardò in direzione del suo uomo che la stava osservando attentamente poiché il ragazzo gli dava le spalle; inspirò poi slacciando il primo bottone sul seno disse:
– Vuoi toccare la mia pelle?
Vuoi che ti faccia impazzire succhiandotelo sino a spremere ogni goccia del tuo seme?
Vuoi … scoparmi?
Questo semplice elenco sconvolse i due uomini, per motivi diversi ognuno ne ricavò una forte impressione. Giorgio non si aspettava una richiesta così esplicita, aveva desiderato tanto quella donna che ora non sapeva cosa chiederle, non gli pareva vero di poter avere tutto di lei con un semplice assegno. Il suo uomo, invece, non si aspettava di vederla così determinata quando era normalmente tanto remissiva.
– Ti voglio sino in fondo… – balbettò Giorgio che non riusciva a confessare di desiderare un rapporto completo.
– Per avermi… – disse lei mentre divaricava leggermente le gambe – facciamo… 1376 Euro – buttò la cifra senza curarsi di quanto potesse apparire alta.
Giorgio rimase senza fiato, in fondo temeva di sentirsi chiedere molto di più. Era sicuro che quella di dirsi disposta ad accettare i suoi soldi fosse solo una nuova scusa per dirgli il definitivo “NO”.
La cifra era alta ma lui era disposto a pagarla pur di levarsi dalla mente un’idea fissa.
– Perché proprio 1376? – domandò
– Perché è il prezzo di una cosa che desidero da tempo… a te interessa solo il prezzo.
– E… – Giorgio era profondamente imbarazzato al punto di non riuscire a parlare.
– Pensaci, io vado a prendermi da bere. – disse Laura
La donna si alzò dal divano e raggiunse la cucina dove stava il suo uomo. Si servì un bicchiere d’acqua poi guardò l’uomo.
– Allora? Come ti sembro?
– Sei davvero una puttana… ti stai vendendo bene.
– Grazie!
Allora vado sino in fondo?
– Se lo desideri… sei libera di farlo, ma…
– Ma?
– Se vuoi fare davvero la professionista ricorda: niente baci e… non ti dovrà piacere!
Laura deglutì, poi abbassò il capo e tornò dal suo amico dopo aver preso un profilattico dalla borsetta.
– Eccomi qua… cosa vuoi fare?
– Ti voglio! – rispose lui emozionato mentre estraeva dalla tasca il libretto d’assegni.
Laura sorrise soddisfatta ed appagata dalla cifra che stava scrivendo Giorgio, attese che terminasse di firmare quindi appoggiò sull’assegno il profilattico.
Giorgio osservò il pacchettino quindi lo prese in mano e se lo rigirò per qualche istante indeciso.
– Vuoi farlo senza? – domandò lei
– Vorrei sentire la tua carne contro la mia. – questa frase fece scorrere un lungo brivido lungo la schiena di Laura.
– Aggiungi altri 220 euro e ti prendo senza.
Giorgio non ci pensò un solo istante e staccò un altro assegno mentre l’altro uomo nella cucina ripeteva a bassa voce una sola parola: “Puttana”
– Qualche altro desiderio? – domando lei in piena esaltazione erotica.
– Ne avrei infiniti su di te. – ammise lui
Laura guardò in direzione del suo uomo come in cerca di approvazione poi disse a Giorgio:
– Riprenditi i tuoi assegni e firmane uno solo da 2000… e non ti negherò nulla… nulla di nulla.
– Ti avrò completamente?
– Potrai farmi di tutto, io sarò tua per tutta la notte.
Laura si sollevò in piedi e con poche mosse fece cadere in terra la corta gonna mostrando che sotto non indossava altro.
– Tutto di me! – disse ancora come se fosse necessario un altro stimolo.
Giorgio firmò l’assegno da duemila euro e lo passò a Laura.
Lei non degnò il pezzo di carta d’uno sguardo, prese la mano del giovane e lo condusse in camera. Nel tragitto ebbe un idea improvvisa, appena varcata la soglia domandò a Giorgio:
– Vuoi che il mio amico ci scatti delle foto?
Potrai tenerle per te…
Giorgio dimostrò un forte imbarazzo all’idea, poi pensò a tutte le volte che avrebbe potuto rivivere quella notte con Laura ed accetto.
– Vedrai, sarà molto discreto. – lo rassicurò
Laura uscì dalla camera dopo aver invitato il ragazzo a spogliarsi e stendersi sul letto, raggiunse il suo uomo che, avendo sentito tutto, aveva già i mano la macchina fotografica.
– Sono stata brava? – domandò lei in cerca di approvazione
– Sei una vera puttana ma lo sai già! – rispose lui secco.
– Non mi avevi mai vista così!
Ora vi farò impazzire tutti quanti…
– Vai di la e termina il tuo “lavoro”. – la incitò lui ponendo l’accento sul termine: lavoro.
– Ho chiesto troppo? – domandò improvvisamente Laura in preda ai dubbi
– Se lo scopi al massimo della tua perversione… non hai chiesto abbastanza.
– Lo farò impazzire… si ricorderà di me e anche tu!
L’uomo infilò improvvisamente una mano tra le cosce di Laura, la spinse su verso la vagina e fece scorrere un dito tra le labbra.
– Vedi di non perdere la testa tu… sei completamente eccitata.
– Sì! – rantolò lei.
Laura tornò in camera seguita a distanza dal suo uomo. Giorgio era completamente nudo e steso sul letto.
– Vedo che sei già pronto… ma ti faccio questo effetto solo con il pensiero? – domandò lei alludendo alla possente erezione che notava tra le sue gambe.
– Non sai quanto ti ho sognata… e quanto mi sono…- ammise lui
Non riuscì a terminare la frase, Laura si era già inginocchiata sul bordo del letto e brandiva il membro di Giorgio con una mano. Lo strinse valutandone la consistenza poi fece scorrere la lingua dalla base sino al glande.
– È questo che sognavi?
Non attese la risposta che già conosceva, baciò dolcemente il glande quindi ingoiò il membro del giovane. Scorse l’intera lunghezza più volte sin che lui non la fermò pregandola di smettere.
Giorgio respirava velocemente ed aveva gli occhi serrati dal grande sforzo di contenersi. Laura era soddisfatta dell’effetto che stava ottenendo sul ragazzo.
– Hei, calmati o vieni subito… Rilassati! – disse mentre si stendeva sul letto al suo fianco. – Ma dimmi… non hai mai sognato il mio sapore?
Laura aprì le gambe in faccia a Giorgio e richiamò il suo viso verso il pube.
– Assaggiami… dimmi se ti piace il mio sapore!
Giorgio non si fece pregare, trasferì nella lingua tutta la tensione accumulata sino a quel momento, riversò nell’inguine di Laura anche il godimento provato grazie alla sua bocca costringendola a gemere di piacere. Lei spostò lo sguardo verso il suo uomo che stava silenziosamente scattando una foto dopo l’altra e si ricordò delle sue parole: “Non devi provare piacere… sei una professionista”
Si domandò se era proprio vero che le prostitute non provassero alcun piacere con i propri clienti ma si costrinse a riprendere il controllo.
– Ci sai fare con quella lingua… avanti, dimmi quanto ti piace il mio gusto! – disse rivolta a Giorgio.
– Meglio di quanto potessi immaginare… sei dolce, non acre come altre donne che ho… leccato. – ammise lui
– Grazie! – Laura sorrise per quel delicato complimento, era avvezza a ben altri commenti durante gli amplessi.
Il ragazzo parve sazio dei suoi umori che copiosi s’erano uniti alla saliva. Laura si sentiva più che pronta, aveva una percezione di dilatazione tale che immaginava di poter accogliere di tutto nel ventre quella sera.
Mentre Giorgio si sollevava per inginocchiarsi tra le sue gambe, Laura afferrò il membro e lo invitò:
– Avanti, fammi guadagnare quei soldi… scopami!
Giorgio la guardò negli occhi mentre sentiva il pene venir guidato da Laura, ancora non credeva vero d’essere lì davanti alla donna che tanto aveva desiderato. Allargò lo sguardo e notò il suo viso ispirato che le donava un espressione da vera vogliosa. S’illuse che lo desiderasse al di là del compenso e si lasciò guidare nel suo accogliente ventre. La penetrò accompagnato dalla sua mano, il corpo della donna lo accoglieva senza mostrare alcuna reticenza, solo nei suoi sogni aveva provato una cosa del genere. Laura era calda, umida, aperta. Si ritrovò a spingere per invaderla a fondo. La sentì mormorare soddisfatta qualcosa del genere: “Così… Sì”.
Poi non ricordò nulla se non un altalenante piacere.
Fu lei a riprenderlo per prolungare il rapporto proponendogli un cambio di posizione. Lo fece stendere su un fianco per poi stendersi anche lei dinanzi, di schiena.
– Dammelo! – lo pregò lei.
Giorgio la lasciò fare ancora una volta, si lasciò guidare sino a penetrarla da dietro. Laura pareva gradire in modo particolare quella posizione, gemeva e si muoveva sinuosa alla ricerca di sensazioni sempre più intense. Spalancava le gambe per poi richiuderle, si stringeva il seno tra le mani ansimante.
Il giovane era stimolato dall’interno del corpo di Laura al punto da non riuscire a controllarsi, ma lei godeva troppo per fermarsi. Laura pensava alla frase del suo uomo, alla richiesta di non provare piacere ma era troppo eccitata per limitarsi. Fissò verso l’obiettivo sapendo che dietro c’era il suo uomo e dimostrò tutto il piacere assumendo un espressione profondamente goduta. Solo una forte contrazione di Giorgio le fece comprendere di aver esagerato. Non voleva farlo esplodere subito, desiderava godersi quel corpo di uomo ancora un po’. Poi non considerava “professionale” far venire subito un uomo che aveva pagato quella cifra pur d’averla.
– Hei… non venire subito, voglio ancora farti godere… quello che hai pagato merita molto di più!
Laura fece uscire il ragazzo e gli concesse di riprendere fiato.
– Ora ti vengo sopra… ti piacerà! – disse provocante.
Lanciò un occhiata al suo uomo poi si sistemò sopra Giorgio ancora volgendogli la schiena. Calò sul membro lentamente, consentendo a tutti i presenti di cogliere ogni singolo istante di quell’irruzione. Scese sino in fondo quindi si sistemò prima di prendere a muoversi sopra di lui.
Il membro premeva nei punti giusti e Laura godeva, inarcava la schiena e stringeva forte le gambe per sentirlo meglio. Giorgio stava dimostrando delle doti inaspettate, sapendolo prima non lo avrebbe rifiutato per tanto tempo e, soprattutto non si sarebbe fatta pagare. Ma il gioco doveva continuare.
– Mi hai pagata per farmi di tutto… ma non mi chiedi nulla! – disse lei con la voce rotta dall’emozione del godimento.
– Sei fantastica… sei fantastica! – riuscì solo a dire lui.
– Non hai proprio nessuna richiesta… particolare? – domandò mentre a gambe spalancate scendeva a prendere tutto il membro dentro.
– No.. non ora. – rispose lui al limite.
Laura riacquistò padronanza delle proprie sensazioni, fissò il suo uomo e mise in atto uno spettacolo dedicato a lui. Con gli occhi diceva: “Guardami”, intanto saliva e scendeva lenta sul membro prossimo all’orgasmo di Giorgio che ignaro era diventato un semplice comprimario.
Laura divenne sempre più attrice, si muoveva per il suo uomo ed aspettava che lui scattasse la foto prima di cambiare espressione o muoversi sulla carne del ragazzo. Si sentiva ammirata, adorava percepire lo sguardo del suo uomo addosso, puntò i calzoni all’altezza del pube e notò una vistosa erezione anche in lui. Stava eccitando due uomini, anzi uno lo eccitava solamente mostrandosi. Le piaceva quella sensazione.
Giorgio allungò le mani verso il seno di Laura e lo strinse con forza, al limite del dolore.
– Fermati! – disse brusco Giorgio.
– Sì! – ansimò Laura – Cosa vuoi farmi ora?
L’offerta senza remore sconvolse Giorgio che non credeva di porle veramente fare di tutto.
– Inginocchiati carponi. – ordinò lui
– Vuoi il sedere ora? – domandò spudorata Laura.
– No! – Giorgio era sempre più sconvolto avendo escluso a priori quella possibilità
– Allora cosa vuoi ora da me? – domandò Laura mentre si metteva carponi sul letto.
– Innanzi tutto voglio sentirti godere… voglio il tuo piacere!
Laura sorrise mentre sollevava il sedere. Ora il suo uomo non poteva negarle di venire avendo ricevuto una specifica richiesta dal suo “cliente”. Non sapeva se Giorgio avesse sentore del loro gioco ma apprezzo questa richiesta.
– Allora prendimi e sbattimi… fammi godere! – disse Laura mentre il ragazzo puntava il membro.
– Poi ti voglio… sì, ecco, ti vorrei venire dentro!
– Riempimi! – rantolò lei mentre lui la penetrava.
Laura assorbì una serie sempre più violenta di colpi, Giorgio spingeva con i reni tutto il membro in lei. Non poteva sapere che quella era la posizione preferita di Laura, o forse lo aveva intuito dal fatto che per tutto l’amplesso lei si era sempre data prendendolo da dietro. Sta di fatto che ora la sentiva gemere sul serio.
Laura era carica, eccitata e fortemente stimolata. Pochi colpi di Giorgio la portarono all’orgasmo. Le urla non lasciavano dubbi, così come le convulsioni del suo corpo. Giorgio stava realizzando il sogno di far godere quella donna, rallentò il ritmo per far durare a lungo quel momento ma si era spinto troppo avanti. Quando Laura lo sentì irrigidirsi e fermarsi lo pregò:
– Avanti… vieni, riempimi, ti voglio sentire dentro!
Senza attendere si mosse lei avanti ed indietro sul suo membro sino a farlo godere. Accolse tutto il seme nel ventre mentre ancora godeva del suo orgasmo. L’ultimo pensiero fu quello d’aver guadagnato quei soldi, poi crollò esausta sul letto seguita da Giorgio.
Riaprì gli occhi solo dopo qualche minuto, si voltò sul letto e cercò il suo uomo nella stanza ma non lo trovò, senza dubbio si era eclissato ritenendo terminato il suo temporaneo ruolo di fotografo. Al suo fianco Giorgio respirava regolarmente con gli occhi chiusi.
Laura lo baciò sulle labbra contravvenendo ad un’altra regola, quindi gli domandò in un orecchio:
– Mi sono guadagnata i tuoi soldi?
– Se sapevo che fossi così ti avrei dato anche il doppio. – ammise lui.
– Grazie!
– Peccato che non ti vedrò più.
– Chissà? – disse lei, poi aggiunse – Come stai?
– Meravigliosamente! – ammise
– Sei sazio di me?
– Ora sì, tra due minuti mi mancherai.
– Alzati! – ordinò lei
Giorgio non capiva le sue intenzioni ma obbedì pensando che fosse venuto il momento di andarsene. Laura, però, lo trattenne e s’inginocchiò dinanzi a lui.
– Cosa vuoi fare? – domandò quasi preoccupato lui
– Non conosco ancora il tuo sapore… consideralo un omaggio!
– Ma non sono pronto!
– Te lo tiro su io… non ti preoccupare!
Laura, con pochi sapenti baci, fece eccitare nuovamente Giorgio che si ritrovò stupito ad osservare la propria erezione sparire nella gola di quella femmina. Laura mise in atto tutto il suo repertorio sul sesso orale e strappò ben presto un nuovo orgasmo al giovane. Rimase immobile mentre lui eiaculava, prese buona parte del seme sul viso e parte lo ingoiò.
Soddisfatta si congedò da lui dopo averlo baciato ancora una volta con il seme sulle labbra.
– Adesso i duemila euro me li sono guadagnati davvero!
A Giorgio rimase impressa l’immagine di Laura che camminava elegante verso il bagno senza voltarsi nemmeno una volta. Non la rivide più se non in quelle foto registrate nel cd che “l’amico” gli mise in mano mentre usciva dalla porta e dalla sua vita.
– Puttana! – mormorò tra se mentre saliva in macchina.

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