Mentre scendeva dalla corriera il professor Luca fu avvicinato dall’autista Bruno, uomo brizzolato di mezza età dalla pancia da bevitore di birra e dai modi quanto mai lascivi, il quale, con fare circospetto e dopo essersi assicurato che nessuno potesse sentire gli chiese: “Interessa il video della performance?”. Luca diventò di tutti i colori e a voce bassissima, mentre stava morendo interiormente per la preoccupazione e la vergogna di essere stato scoperto, riuscì a malapena a chiedere: “Come il video …?”.


“Vede professò”, disse l’autista, “da circa un anno la compagnia ha deciso di montare le telecamere sull’ultima fila, che è sempre la più “problematica”, diciamo così. Complimenti, comunque, professò, lei è messo proprio bene. Anche se devo dire che con la ragazzina non avrei problemi neppure io, è veramente una fica spaziale. Certo che quei piedini e quello smalto verde attorno al suo membro eretto sono venuti benissimo. Primi piani spettacolari. E anche con il ragazzo si capisce che si sono divertiti un sacco, anche se si vede meno per via della coperta. Ho fatto fatica a concentrarmi sulla guida. Se vuole, le faccio vedere alcune scene.”. L’autista lo travolse come un fiume in piena. “No, no! Per l’amor di Dio, non voglio vedere nessun video. Anzi … mi diceva che vorrebbe … vendermelo … Ho capito bene?”.


“Professò, intendiamoci, non voglio approfittare della situazione. Se non le interessa me lo tengo io … Per uso personale, diciamo. Garantisco che lo vedrò solo io … al massimo con la mia amante, per scaldare un po’ l’atmosfera, capisce”. “No, no, sono interessato, anzi interessatissimo. Quale può essere il valore di un video del genere?”. “Ma prof., siamo pratici, … Si faccia il bancomat”, disse l’autista. “Come si faccia il bancomat?”, chiese il professore. “Vede, prof., quando arriviamo, aspettiamo che tutti i ragazzi siano stati prelevati dai genitori e quant’altro e poi lei va al bancomat più vicino e fa il prelievo massimo consentito (500 Euro professò?), poi dà a me i soldi e io le consegno il file con il video che trasferisco sulla chiavetta che lei mi darà”, spiegò Bruno. “Ok si può fare”, disse il professore, che aveva temuto molto peggio, “ma chi mi garantisce che lei non trattiene una copia?”. “Professò lei mi offende, ha la mia parola d’onore e di quella si deve accontentare!” “Va bene”, disse poco convinto il professore, e raggiunse di corsa la scolaresca, che stava prendendo d’assalto l’autogrill.


“Luca”, appena entrato il prof. si sentì chiamare dalla collega Elena, con la quale condivideva la responsabilità delle classi, “Guarda che Gioia e Bianca si sono chiuse nel bagno degli uomini con dentro Giacomo …. Vai tu a farli uscire, perché io non so cosa fare!”.


Entrando nel bagno notò Federico e Luana che sgattaiolavano fuori con aria soddisfatta dal bagno dei disabili, che si trovava in mezzo tra quelli degli uomini e quelli delle donne. “Che avete combinato voi due?”. “Sapesse prof.”, gli rispose la ragazza, avvicinandosi moltissimo e leccandogli voluttuosamente l’orecchio, per poi scappar via più velocemente possibile, seguita da un Federico quanto mai rosso in volto e stravolto come se avesse corso i 400 metri.


Il prof. entrò nel bagno e notò che due uomini di mezza età si erano appostati in piedi sui water nei due bagni adiacenti a quello in cui erano chiusi i ragazzi per avere la migliore visuale possibile di quanto stava accadendo all’interno e si stavano segando.


Capì di dover intervenire immediatamente e urlò: “Uscite immediatamente, altrimenti butto giù la porta”. “Un attimo prof.”, gli rispose Gioia, mentre Bianca e Giacomo smettevano di ansimare rumorosamente, come avevano fatto sino a quel momento, e poi si mettevano a ridacchiare. “Su prof., la aspetti un attimo, qui siamo quasi alla fine”, affermò uno dei due uomini, “il ragazzo stava finendo di chiavare la biondina da dietro, mentre la morettina lo accarezzava e gli metteva la lingua dappertutto. Certo che le studentesse ai miei tempi non gli erano mica così!!! Beati i ragazzi di oggi. Maremma mia, che fisici prof. Le ragazze sono due pezzi di fica da montare tutte e due subito”.


Il prof. ribadì che dovevano uscire subito.


Dopo alcuni attimi e ancora ansimare e tre quattro colpi ben assestati si sentì distintamente Gioia dire … “Oh sì, Giacomo, quanto mi hai riempita, per fortuna che prendo la pillola” e Bianca lodare Giacomo: “Bravo, cazzone, poi ti do il premio” e subito dopo: “Usciamo subito prof., abbiamo fatto”.


Giacomo uscì dal bagno tutto trafelato e si allontanò subito, mentre Gioia e Bianca erano tutte sorridenti e si fermarono con il prof.: “Certo che Lei non è molto tempista, prof., se lo lasci dire”. “Smettetela voi due, vi state prendendo troppe confidenze. Siete le mie studentesse, non dimenticatelo”. “Non faccia confusione prof., non siamo sue studentesse”, disse Gioia, avvicinandosi con la bocca a pochi centimetri dalla sua, “E poi, se vediamo un cazzone come il suo, gli diamo tutta la confidenza che possiamo” aggiunse la biondina, per poi baciarlo appassionatamente con la lingua in bocca. Gioia gli mise le mani sulle chiappe e aderì perfettamente al suo bacino, mentre Bianca si avvicinò al suo orecchio e gli bisbigliò “E’ stato il miglior foot job della mia vita. I miei piedini erano tutti sborrati. E anche uno dei ditalini più belli. Le sue dita sono molto più grosse di quelle dei ragazzi. Quando vuole prof. ci riproviamo, ma portiamo anche Gioia, così ci divertiamo di più”.


Gioia continuava a baciarlo, anche perché lui, ormai completamente in confusione, aveva cominciato a ricambiarla e a toccarle il culo senza ritegno, come se fossero soli. Sentiva la pressione delle tette sode di Gioia davanti e di quelle di Bianca dietro. Anche Bianca lo stava abbracciando, tenendolo fermo e gli aveva messo una mano dentro i pantaloni e tra le gambe da dietro, iniziando ad accarezzargli il cazzo, che ormai non stava più nelle mutande.


“Bravo prof., ci dia dentro”, lo incitarono i due guardoni. Solo allora Luca si risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto, si divincolò dalle ragazze e intimò loro a unirsi agli altri senza ulteriori indugi. Le ragazze uscirono dal bagno tra gli applausi e i fischi di ammirazione dei due guardoni, seguite da Luca, ancora confuso dall’accaduto.


Per fortuna i bagni erano al piano di sopra e Luca ebbe il tempo di ricomporsi. Appena mise piede sul piano inferiore fu investito dall’altra accompagnatrice, che lo accolse quasi urlando: “Non voglio proprio sapere cosa stavano combinando quei tre in bagno, ma sappi che ti ritengo personalmente ed esclusivamente responsabile di tutto quello che è successo e che accadrà in questa gita”. Luca cercò di spiegare, farfugliando, che lui accompagnava l’altra classe, ma lei lo interruppe subito: “Lo sai benissimo che tu li conosci meglio di me. Io li ho presi quest’anno. Gli altri anni avevano la Valle, che è andata in pensione. Non mi ascoltano proprio. Tocca a te gestirli”. “E vabbè”, riuscì unicamente a proferire lui. “Ecco un’altra collega bravissima a scaricare sugli altri le proprie responsabilità”, pensò solamente tra sé e sé.


Per fortuna quella era l’ultima sosta e i ragazzi erano esausti.


Le ultime orette di viaggio passarono mentre tutti dormivano.


Solo l’autista era bello sveglio. Mentre rientravano sul pullman, infatti, aveva convocato il professore e gli aveva chiesto: “Professò, che mi dice, la ragazza sarebbe disponibile per un incontro … con me? A pagamento, ovviamente”.


“Ma che dice, è impazzito, non credo proprio! E poi, cosa mi chiede! Che c’entro io”, rispose scandalizzato il professore. “Vabbuò, prof., che dice, lo chiedo direttamente alla ragazza?”, chiosò Bruno. “Guardi, non ne voglio sapere proprio nulla. Anzi mi meraviglio di lei”, rispose Luca, sempre più sconcertato. “Prof., mi scusi, ma si tratta di maggiorenne, vero?”, chiese ancora l’autista. “Certo, certo, ma questo che c’entra, ancora!!!”, fu la replica del professore. “Non si preoccupi, ci penso io”, concluse l’autista.


Poco dopo, Luca vide che l’autista scendeva dal pullman e si metteva a confabulare con Bianca, con la quale pareva scambiarsi il numero di cellulare. Luca fu molto sorpreso, ma decise di non fare nulla. Le troppe emozioni del viaggio lo avevano letteralmente esaurito, era ormai privo di energie fisiche e psichiche. Dormì anche lui fino a destinazione.

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