sostituisce il precedente racconto in quando cambia il nome di un personaggio, personaggi inventati e di fantasia, ogni riferimento a fatti è persone e puramente casuale. Capitolo 1.

Olga, mia madre, aspirò una boccata di fumo dal sigarino More. Si toccò la mammella destra, il capezzolo si eresse per l'eccitazione, sapeva cosa rischiava: se si veniva a scoprire che lei andava e letto con il figlio sedicenne avrebbe subito, sulla pubblica piazza. Torture mai viste. Conosceva la pena: la prima gli avrebbero bruciato con la fiamma di un saldatore a gas la carne dalle mammelle, delle natiche, dei polpacci poi con delle tenaglie avrebbero strappato la carne abbrustolita e dopo sulle piaghe avrebbero colato l’olio bollente. Sapeva bene che il carnefice si sarebbe divertito a farla urlare. Ma l'idea del rischio però faceva diventare la sua fica come una fontana. Era il suo sogno proibito: chiavarsi il figlio comincio a toccarsi di nuovo la mammella destra poi la sinistra, si mise il sigarino in bocca e comincio a titillarsi i capezzoli con forza facendo uscire il latte. Poi, con un gesto frenetico, buttò il sigarino nel portacenere e si toccò il grosso clitoride diede un grido e sburrò. Si doveva far l'amore con suo figlio ma il rischio era troppo grande ma questo rischio la eccitava. L'idea che rischiava di ululare dal dolore, sulla pubblica piazza, mentre la sua carne veniva straziata con le tenaglie roventi e l'olio bollente, la eccitava come una puttana. Era ancora una bella donna aveva 51 anni con un culo notevole, due gambe favolose, due seni abbondanti (della sesta misura) e sodi per la sua età con due aureole molto larghe, segno che gli piaceva farseli succhiare, con dei grossi capezzoli che quando eccitati si ergevano come due piccoli cazzi da tré centimetri, bastava toccargli le mammelle e Olga aveva l'orgasmo. Poi un'altra cosa che faceva arrapare, di questa donna, era la voce calda e arrochita dalle sigarette, perché a Olga piaceva fumare oltre che chiavare con gli uomini. A Olga piacevano gli uomini di colore perché avevano un grosso cazzo specialmente quando gli sfondavano il culo e i ragazzini di sedici anni. Questa fu la ragione dei suoi guai con la giustizia. Si era diventata una ossessione quella di fare l'amore con suo figlio. A volte lo spiava sotto la doccia oppure quando andava a pisciare e si sgrullava il grosso cazzo. Anche suo figlio sarebbe stato messo ai tormenti sulla pubblica piazza lei questo lo sapeva l'avrebbero torturato per primo davanti a lei. Lo avrebbero fatto sedere con il buco del culo sul palo con la fiamma di un saldatore Il carnefice gli avrebbe abbrustolito i capezzoli e la cappella del cazzo quindi con una tenaglia si strappava la carne bruciata e dopo avrebbe versato, con il contagocce di ceramica dell' olio bollente sulle piaghe. Aveva già assistito, una volta, ad un supplizio del genere sulla pubblica piazza si trattava di un Transessuale che era stato beccato mentre faceva un bocchino ad un ragazzo in un vespasiano, il ragazzo era riuscito a scappare il Transex invece il giorno dopo ululava con tutto il fiato che aveva nei polmoni, sulla pubblica piazza, torturato dal carnefice. Olga conosceva il trans una volta aveva partecipato con lei ad numero a tré con un cliente si chiamava Alessandra Cat, un bellissimo transessuale mulatto di 23 anni alto un metro ed ottanta con due tettone con capezzoli da quattro centimetri ed un cazzone nero di venticinque centimetri. Olga aveva goduto come una troia mentre il cliente la chiavava nella fica e Alessandra Cat gli rompeva il culo con il suo enorme cazzone nero. Poi Alessandra Cat lo aveva sfilato dal suo culo e glielo aveva messo in bocca. Olga aveva pulito perbene, con la lingua, il cazzone nero della sua merda e poi gli aveva fatto un bocchino con ingoio. Alessandra Cat dopo qualche minuto gli innaffiava le tonsille con la panna di cazzo. Durante la tortura il trans mulatto era svenuto tré volte ma Il carnefice lo faceva rinvenire con i .sali d'ammoniaca e riprendeva a torturarlo strappandogli delle urla disumane. Olga nel vedere le tremende torture inflitte al trans era terrorizzata ed eccitata durante il supplizio aveva fumato quasi un pacchetto di sigarini More dopo il supplizio era corsa a casa a spararsi un ditalino. Tutte le volte che pensava al supplizio di Alessandra Cat risentiva le urla del transessuale e quello odore di carne bruciata con il saldatore poi altre urla tremende quando con una tenaglia il carnefice strappava la carne bruciata di Alessandra Cat poi versava l’olio bollente sulla piaga l'odore diventava più acuto e le urla del transessuale non avevano più nulla di umano. Tutte le volte che pensava a Alessandra Cat che urlava sulla pubblica piazza, mentre gli straziavano e bruciavano la carne con il saldatore, le tenaglie e l'olio bollente, doveva masturbarsi.



Capitolo 2.


Olga si svegliò. Sempre lo stesso sogno. Sognava di vivere nel medioevo e di essere torturata lei e suo figlio con le tenaglie roventi e l’olio bollente dopo che erano stati sorpresi a fare l’amore. Poi perché sognava sempre di questo transex mulatto chiamato Alessandra Cat. Da quando aveva visto una sua foto, con il suo grosso cazzone nero, si era eccitata. Sognava di fare un’orgia con suo figlio e questo trans. Ma sapeva che correva il rischio che se scoperta si faceva un paio d’anni in qualche carcere speciale dove c’era una disciplina severa e dove le nerbate sul culo erano la prassi. Quella mattina si alzò dal letto fece la doccia, suo figlio, un ragazzo di sedici anni, era già uscito, da quando si era trasferita a Roma suo figlio usciva spesso gli piaceva farsi inculare dai transessuali o meglio se erano travestiti di colore per via del grosso cazzone che avevano sotto la minigonna un paio di volte era stato sorpreso dalla polizia che faceva l’amore con un transessuale poiché era minorenne e la legge proibiva i rapporti sessuali ai minorenni quando veniva arrestato lo portavano negli scantinati della questura e dopo avergli bagnato il petto con acqua e sale lo picchiavano con delle palette di plastica strappandogli delle urla tremende. Quanto al transessuale subiva lo stesso trattamento con aggiunta di un peperoncino nel culo.
Lei invece si divertiva con gli amici di suo figlio tutti ragazzini di 15/16 anni, ma non disdegnava le ragazzine che a volte suo figlio portava in casa. Erano madre e figlio bisessuali. Olga aveva fatto inculare il figlio a quattordici anni dal suo uomo, un marocchino con un cazzo da 25 centimetri. Fu una scena unica Olga con la sigaretta in bocca mentre si toccava tette e il suo uomo che si inculava suo figlio davanti a lei. Olga aveva sburrato quattro volte. Olga spense la sigaretta cominciò a titillare i capezzoli del figlio che veniva inculato dal suo amante, poi il suo uomo tolse il cazzo dal culo del figlio e lo mise in bocca ad Olga la quale, con la lingua, pulì il cazzo sporco di merda e poi cominciò a succhiarlo fino a che la grossa cappella erutto un litro di sburro. Olga lo bevve tutto senza perdere nemmeno una goccia. Ora c’era da soddisfare il figlio, Olga prese in bocca il grosso cazzo (19 centimetri) di suo figlio e cominciò a fargli un pompino poi gli mise a cavalcioni e lo prese tutto nella fica dopo cinque minuti si accorse che il figlio stava per sburrare si tolse il cazzo dalla fica e se lo mise in bocca una altra bevuta di sburro poi Olga ebbe il suo orgasmo la sua fica sembrava una fontana.
Quando pensava a questo fatto si arrapava come una puttana. Cominciò vestirsi per uscire: minigonna cortissima in pelle nera e camicetta scollatissima gialla in organzino lucido, sotto niente reggipetto, infatti si intravedevano le aureole con i grossi capezzoli delle sue tettone, un perizoma e sandali con tacco a spillo di 12 centimetri, si mise una goccia di profumo un accenno di rossetto sulla sua bocca carnosa poi si accese un sigarino MORE che erano la sua passione in quanto la facevano tanto puttana aprì la porta e usci fuori, doveva arrivare verso San Lorenzo, non era molto lontano da dove abitava lei al Pigneto.






Capitolo 3.

Aspirò profondamente una boccata poi sculettando cominciò a dirigersi verso la fermata del tram, la minigonna o meglio la zerogonna che indossava era alta 25 centimetri sopra il ginocchio per cui quando si chinava si vedeva il buco del culo e quando sedeva si vedeva lo spacco della fica Poi ebbe un ripensamento: rientrò a casa si tolse il perizoma così sotto la camicetta e la zerogonna era nuda. Diede una occhiata allo specchio alla sua fica depilata. Si Olga si passava la ceretta sulla fica aveva scoperto che godeva di più, sentiva meglio il cazzo che la svangava, poi dopo una brutta notte passata in Questura, dove per farla parlare gli avevano strappato i peli dalla fica facendola impazzire dal dolore, così aveva deciso di depilarsi oltre che le ascelle la fica.
Tornò di nuovo in strada e si accese un altro MORE e si mise a caccia di pischelli aveva voglia di fare all’amore. Rientrò a casa più tardi, gli era andata male stava per agganciarne uno, un pischello di 14 anni con un bel pacco ma vide da lontano una gazzella dei Carabinieri, peccato perché il pischello era un bel moretto e aveva un grosso pacco.
Ma non poteva correre rischi se i Carabinieri la fermavano oltre alle botte che avrebbe ricevuto in Caserma poteva essere denunciata e farsi un paio d’anni in qualche Istituto di Correzione (*). Ricordava ancora i sei mesi fatti, trent’anni prima allora era ragazza, in una Casa di Disciplina vicino Sorrento, quando abitava ancora a Napoli, aveva subito delle torture tremende. Per ogni minima mancanza veniva picchiata sul palmo delle mani con una riga di legno, si chiamavano le spalmate venivano inferte con una riga lunga 40 centimetri, larga 6 centimetri e spessa 4 centimetri . Il minimo della punizione erano 20 spalmate ma si arrivava anche a 200 spalmate. Per le mancanze più gravi vi era la cinghia di cuoio sul culo il quale veniva preventivamente bagnato con acqua e sale in modo da non lasciare segni. Olga ricordava quando fu sorpresa a fumare di nascosto (nelle case di disciplina il fumo era proibito e le pene severissime per non parlare se una donna veniva sorpresa a masturbarsi o se due donne venivano sorprese a fare all’amore allora la punizione veniva eseguita in un apposito scantinato insonorizzato per non far sentire le urla) la punizione fu severa: prima dovette stare due ore in ginocchio con le mani sotto le ginocchia, esattamente la punta delle dita, poi ebbe 100 spalmate e 20 cinghiate sul culo.

(*) Erano dei carceri particolari per donne traviate vi era una discipline feroce e punizioni corporali. L’Istituto più tremendo il cui nome faceva tremare le puttane era “LA CASA DI DISCIPLINA”Che si trovava vicino Sorrento in località Bonea di Vico Equense era retto da un certo Tom un impotente che godeva nel torturare le donne sessualmente esuberanti.


apitolo 4.

Rientrò a casa in Via Ludovico da Terni, 1, al Pigneto, una casa piccola al pianterreno: ingresso, cucina, camera da letto e un piccolo bagno il tutto molto accogliente. Come entro in camera da letto vide suo figlio e la sua amica del cuore Carolina completamente nudi che fumavano. Carolina era una bellissima mora di 40 anni con occhi azzurri e una carnagione bianchissima che contrastava con i suoi capelli nerissimi, coscia lunga e anche lei una sesta di seno e poiché andava a letto con Olga ovviamente Carolina aveva la fica depilata.

Olga: “Carolina ti ho detto tante volte che non devi fare l’amore con mio figlio. E’ mio il suo cazzo entra solo nella mia fica e nel mio culo”

Carolina: “Olga! Che cazzo vuoi? Non solo ti chiavi tutti i pischelli del quartiere ma sei anche gelosa sei vado a letto con Giorgio! Potremo fare come l’altra volta partecipi anche tu così lo sbocchiniamo insieme”

Olga: “Quella volta è stato bellissimo ma io non voglio che te lo chiavi da sola, Giorgio è mio figlio e solo io faccio merenda con la sua sborra”

Carolina: “Ha proposito ho delle brutte notizie: Ti ricordi di quel ragazzo di 15 anni che abitava in via Balilla a Porta Maggiore”?

Olga: “Certo che lo ricordo, quindici anni ma un cazzo di 23 centimetri, me lo ha messo dappertutto in bocca, nella fica, nel mio culo rotto e poi mi ha innaffiato la gola con un litro di sborra. Ricordo che questo ragazzino faceva spesso l’amore con un trans che lavorava in Via Grandi”.

Carolina: “Appunto è di questo che voglio parlarti: Sandra quel travesta che si chiavava il ragazzino l’ho incontrato ieri pomeriggio e mi ha detto che vuole fartela pagare. Io al posto tuo starei attenta so che questo travesta colombiano è una sadica perversa”!

Olga: “Io non ho paura di quel rottoinculo dal cazzetto piccolo non è degno nemmeno di leccarmi il buco del culo dopo che ho cacato”

Carolina: “Va bene torniamo a Giorgio. Allora perché non facciamo adesso l’amore tutti e tre?

Olga: “Ho un’idea migliore facciamo il gioco della sigaretta al buio ma ci voglio le Marlboro le More non vanno bene”
Carolina: “Ma amore c’è le ho io le Marlboro dai facciamolo questo gioco mi eccita”

Olga: “Lo sai che se perdi e cioè sei ti brucio poi dovrai essere punita con l’introduzione della mia mano nel buco del tuo culo e questo vale anche per te figlio mio ”

Capitolo 5.


Olga si tolse la camicetta e la zerogonna rimanendo completamente nuda poi con la mano portò la sua mammella sinistra alla bocca e si succhiò il grosso capezzolo lo stesso fece con la mammella destra, strizzò i capezzoli fino a far uscire delle gocce di latte. Carolina si alzò dal letto e cominciò a ciucciare la mammella sinistra di Olga poi smise. Olga chiuse la finestra e le persiane poi prese una Marlboro pacchetto di sigarette di Carolina l’accese, anche Carolina e Giorgio si accesero le sigarette iniziava il gioco. Il gioco consisteva nel buio assoluto toccarsi con la brace ardente della sigaretta vinceva il gioco chi non gridava dal dolore. Olga intravide dove si trovava Carolina, la quale aspirando la sigaretta si era resa visibile, nascose la sigaretta nella mano si avvicino e con decisione allungo la mano con la sigaretta accesa, toccò qualcosa perché sentì il grido di Carolina, accese la luce aveva scottato Carolina sulla natica destra Carolina andò in cucina perché fuori gioco adesso Olga giocava con il figlio, spense la luce e riprese il gioco. Si toccarono Olga e Giorgio per almeno un tre volte riuscendo a trattenere l’urlo poi Giorgio cedette Olga gli aveva toccato il buco del culo con la brace ardente della Marlboro e a Giorgio era scappato un grido, Olga accese la luce.

Olga: “Adesso Giorgio e Carolina mettetevi sul letto e allargate lo sfintere perché vi metterò la mia mano nel buco del culo fino al polso”.

Giorgio e Carolina si misero in ginocchio sul letto poi si chinarono allargando le chiappe. Olga si mise due guanti in lattice poi prese della crema nivea e cominciò a lubrificare i due forellini anali di Giorgio e Carolina. Sia Giorgio che Carolina avevano il buco del culo rotto specialmente il figlio dopo che Mohammed, gli aveva rotto il culo aveva un culo sfondato ma non solo anche Alessandra Cat, un trans mulatto dal grosso cazzo nero, aveva fatto l’amore con il figlio finendo di rompergli il culo. Carolina poi nemmeno scherzava. Praticava il coito anale spesso poi durante un viaggio in Brasile si era fatta fare il culo da un noto trans brasiliano di colore una certa Suzana Holmes che aveva un cazzo di 27 centimetri.
Olga introdusse prima due dita nei culi di Giorgio e Carolina, poi tre dita, poi la mano a coppa fino al polso, comincio a muovere lentamente le mani dai culi di Giorgio e Carolina, i quali rantolavano dal godimento, aumento il ritmo sempre più veloce, mano uscì dal culo di Carolina e venne introdotta di nuovo nel suo buco che aveva una larghezza di un 8 centimetri poi ritirò la mano dal buco del culo del figlio, oltre la mano usci anche della merda che Olga pulì con la lingua avidamente poi rimise la mano nel buco del culo di Giorgio il quale con un grido sburrò, anche Carolina ebbe tre orgasmi eruttando dalla fica litri di ciprigna. Olga si tolse i guanti si accese un sigarino More mentre Carolina con le dita gli tormentava i capezzoli e il figlio con la lingua gli succhiava il grosso clito della sua fica.

Olga: “Fatemi godere hooooooooooooooo che bello………..Carolina più forte con quelle dita devi tormentarli i capezzoli……….hoooooooooooooooooooooo……dai Giorgio figlio mio succhia bene il mio clito…………….hooooooooooooooo sto sburrando………….hoooooooo……che bello……………..hooooooooooooooooo Porco Dio …………..”

Capitolo 6.

Olga comincio a sburrare come una fontana dalla sua fica uscivano litri di sugo da allagare la stanza poi diede un urlò:
Olga: “Hooooooooooooooo sto sburrando hooooooooooooooo mi sta scoppiando il
clito………..per Satana come mi brucia la fica stasera devo andare a tutti i costi a una messa nera voglio chiavare e farmi inculare dal demonio Porco Dio ”
Spense il sigarino nel portacenere e tutta nuda andò a farsi la doccia, doveva essere pulita per la messa nera, si insaponò le grosse mammellone, la fica poi si sciacquò per mezzora sotto l’acqua. Dopo fece tre enteroclismi nella fica e nel culo, doveva presentarsi al demonio perfettamente pulita non poteva correre il rischio che qualche residuo della sua merda fosse presente nel suo culo. Si guardò allo specchio aveva 52 anni ma era ancora una donna stupenda con due tettone morbide ma sode con delle aureole grosse, circa 10 centimetri di diametro, i capezzoli poi quando erano eccitati si allungavano di quasi 4 centimetri sembravano due cazzi, le gambe lunghe e perfette con caviglie sottili, per non parlare del culo favoloso grosso e morbido con due chiappe e un buco che si apriva fino a 5 centimetri. Olga andava pazza per il coito anale e godeva come una troia quando gli introducevano la mano nel suo culo. La fica invece era completamente depilata, cosi gli aveva ordinato Satana, oltre per la storia che una volta in un commissariato per farla parlare gli avevano strappato i peli della fica. Aveva scoperto poi che con la fica depilata si godeva di più sentiva meglio il cazzo. Si soffermò a guardarsi il viso una faccia che denotava il vizio e la lussuria, portava i capelli tagliati corti alla maschietta di un colore castano mogano, naso regolare e un bocca carnosa che ne aveva ingurgitato bottiglioni di sperma ma si notava, nel suo viso, oltre che il vizio e la lussuria la cattiveria a Olga piacevano i ragazzini di 16 anni ma gli piaceva anche torturare i ragazzini la sua tortura preferita erano le scottature con la sigaretta sulle zone erogene. Anche suo figlio a 14 anni aveva provato questa tortura mentre faceva all’amore con lei,
Una volta mentre la stava chiavando lei sotto e suo figlio sopra, Olga di nascosto prese il mozzicone ancora acceso dal portacenere e lo spense nel buco del culo di Giorgio facendolo urlare e godere.. Continuò ancora a guardarsi allo specchio stasera avrebbe partecipato alla messa nera avrebbe chiavato con il demonio, il suo demone preferito era Belialh che aveva una cazzo di 32 centimetri con una cappella larga 25 centimetri, era un demone alto oltre due metri che era capace di chiavarla e incularla per oltre tre ore facendola impazzire. Ma il sogno di Olga era chiavare con Satana il principe delle tenebre si dice che Satana aveva un cazzo di 40 centimetri con un cappellone di quasi 30 centimetri. Olga sapeva che fare l’amore con i demoni aveva il suo prezzo, che quando sarebbe morta sarebbe finita all’inferno fuoco eterno sapeva che la sua carne si sarebbe abbrustolita tra le fiamme e avrebbe urlato per l’eternità perché le fiamme dell’Inferno ti ustionano ma non ti consumano la carne si rigenera all’istante ma il tormento è indescrivibile. Immagina ti toccare per sbaglio una fiamma non resisti un secondo e la fiamma di un accendino brucia una milionesima parte delle fiamme dell’Inferno. Olga in questo momento e sono passati molti anni dalla sua morte, sta ululando mentre le fiamme gli abbrustoliscono la carne. La sua carne nelle fiamme dell’inferno si annerisce, diventa sanguinolenta con piaghe tremende poi si rigenerano come se nulla fosse stato poi di nuovo si annerisce etc. tutto questo processo dura circa cinque minuti per poi ripetersi all’infinito perché l’Inferno e ripetizione. Quindi all’infinito tormento indescrivibile ululati e pianti ma anche orgasmi perché la troia viene chiavata e inculata continuamente da altri dannati e altri demoni. Ogni cento anni i dannati però vengono fatti uscire dal mare di fuoco per essere sottoposti a torture particolari che duravano dai duecento ai millecinquecento anni per poi essere riportati a fare il turno dei cento anni nel mare di fuoco. A mia madre avrebbero bruciato la carne delle mammelle, delle natiche, il suo grosso clito (il clito di Olga sembrava un piccolo cazzo quando eccitato arrivava a 4 centimetri) e il suo buco del culo con un saldatore a gas dopo aver, vedi foto, (*).la carne bruciata con veniva successivamente strappata, a piccoli brandelli per prolungare il tormento con delle tenaglie poi avrebbero colata sulle piaghe l’olio bollente. Tutto questo per un periodo, lo stabiliva il Succubo Capo, che andava dai duecento anni ai millecinquecento anni poi di nuovo nel mare di fuoco per cento anni. Ma le torture che si subivano negli intervalli non erano sempre le stesse, ad una amica di Olga una certa Carolina era stata scuoiata viva per trecento anni questo supplizio veniva inflitto da Belial in persona con l’aiuto di altri due demoni: Carolina veniva spellata viva con dei rasoi affilati poi immersa per un minuto in un pentolone di pece bollente dopo l’immersione si aspettava che la pelle si rigenerava si faceva riposare Carolina per dieci minuti e poi si riprendeva fino alla scadenza dei trecento anni poi nel mare di fuoco per il turno dei cento anni. Un transessuale amico di Giorgio un certo Alecat invece venne condannato alla tortura degli scarabei infernali per un periodo di cinquant’anni.
Lo scarabeo infernale era il terrore di ogni dannato si trattava di uno scarafaggio metallico che aveva dei denti affilatissimi e la saliva composta da acido solforico. Si poneva uno o due scarabei per ogni capezzolo, tre scarabei per ogni coglione, due scarabei sulla cappella e altri due nel buco del culo. Gli scarabei divoravano lentamente le zone erogene rilasciando sulle ferite l’acido solforico e strappando ai dannati urla tremende. Questa tortura era, in genere riservata ai transessuali. Il Succubo Capo aveva deciso che la madre di Giorgio doveva provare, non appena finiva il suo turno nel mare di fuoco, la tortura degli scarabei per trent’anni oltre ai duecentocinquanta di saldatore, tenaglia e olio bollente, il Succubo Capo poi aveva deciso per mia madre altri dieci anni supplementari di scuoiamento e pece bollente.







Capitolo 7.

Olga si mise un velo di rossetto sulle sue labbra carnose poi si mise il rossetto anche sui capezzoli e sulle labbra della fica, quindi indossò un pantalone di pelle nera e un reggipetto si accese un sigarino prese la borsetta è uscì. Fuori l’aspettava Samuele, il gran sacerdote di Satana. Quando Olga vide Samuele aspirò una boccata di fumo e baciò Samuele sulla bocca passandogli il fumo. Dopo entrarono in macchina Samuele si aprì la patta dei pantaloni quando Olga vide il cazzo circonciso di Samuele non seppe resistere spense il sigarino e cominciò a succhiare il cazzo di Samuele, fortuna che a quella ora di sera non passava nessuno per Via Ludovico da Terni.

Samuele: “Olga sei propria una grande zoccola. Quando vedi un cazzo non riesci a resistere. Hooo……….Olga sei unica a fare i pompini….brava…così…passa piano piano la lingua sulla cappella. Mi raccomando………….hoooo…..mi raccomando devi bere tutto lo sburro altrimenti sarai punita severamente…hoooooo…………sei una gran puttana……sto venendo……….”

Olga inghiotti la sburro di Samuele fino all’ultima goccia badando di inghiottirlo bene, era
successo, una volta che gli era scivolata una goccia dalle labbra Samuele l’aveva punita
severamente frustandogli il suo grosso culo con la cinghia dei pantaloni. Olga si accese un altro
sigarino con fare voluttuoso e disse:

Olga: “Adesso che ho fatto merenda di sburro possiamo anche andare. Dai che ho voglia di farmi rompere la fica e il culo dal demonio e voglio bere anche il suo sburro”

Samuele mise in moto e andarono in direzione della via Labico, da quelle parti vi era
Villino dove si svolgevano le messe nere per evocare Satana. Olga aveva partecipato a molte
messe nere aveva chiavato diverse con Belialh, con Belfagor e una volta anche con Satana in
persona. Con Satana fu stupendo Olga chiavava godeva come una puttana mentre il cazzo
enorme di Satana (un cazzo di 40 centimetri duro come un marmo con una cappella enorme) gli
rompeva il culo Olga godeva e tirava sputi verso un crocifisso. Dimenticavo di dirvi che a casa
di Olga, esattamente a testa letto, vi era un crocifisso a grandezza naturale. Olga lo usava come
sputacchiera e come portacenere infatti lei godeva a fare all’amore sotto quel crocifisso le
piaceva che Gesù la guardava mentre lei faceva la porca facendosi rompere la fica, il culo e
facendosi sburrare in bocca lei godeva e bestemmiava a volte quando non gli andava di
inghiottire lo sburro lo sputava sul crocifisso.
Questa sera Satana (gli era apparso in sogno la notte prima)aveva promesso ad Olga che
l’avrebbe chiavata assieme a Belialh e a Belfagor. Tre cazzi mostruosi che gli avrebbero
sfondato la fica e il culo. Il problema era bere il loro sburro. Quando un demonio sburra eiacula
almeno un mezzo litro e bisogna berlo tutto di un fiato, guai a farlo cadere per terra erano
punizioni tremende l’avrebbero potuta anche spellarla viva.
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