IPNOSI, PIEDI e PADRONE di agostinogiannelli199@virgilio.it (IO)
Terza Parte


L’ANACONDA.


Sarah ormai era sfinita:
Dopo turbolenze della mattinata e le tensioni col marito, l’unica cosa che avrebbe voluto era andare a letto.
E Invece rimaneva li’, i palmi soffici delle sue mani ospitavano i talloni duri e ingrati della Matrona e la ragazza si chiedeva quali nuove richieste avrebbe avanzato la megera che le protendeva le estremita’ con la scusa degli esercizi di pilates.


La giovane si odiava per la sua incapacita’ di opporsi...
Per il fatto di rimanere li inginocchio e di ascoltare quella Donna imponente tentare di ridefinire i rapporti fra lei il marito con la sua malizia.


Lacrime rabbiose e calde colavano lungo le sue guance pallide mentre non poteva fare a meno di inalare gli umori di piede di Magda, che penetravano subdoli nella sua mente, ottenebrandola ancor di piu’.


“Quest’odore rancido e pungente e’... e’ l’equivalente di un graffio sulla lavagna... “
Pensava la ragazza.
“Per quanto repellente... per quanto odioso paragonato a qualsiasi suono finirebbe col far impazzire chiunque rimanga abbastanza a ...”


-Cara, e’ inutile che piangi... accettalo...-
Disse Magda con odiosa comprensione.


Sarah suo malgrado e a denti stretti continuava a rimirare quel corpo voluttuoso e bruno fasciato nei tessuti aderenti ed elastici di leggings e reggiseno sportivi, quel viso arcigno e dominatore incorniciato dall’elastico sgargiante che non la mollava un attimo...
-Accettare ...?-
Tento’ di concentrarsi, di pensare una risposta mentre i suoi occhi giovani e limpidi finivano per rimanere incollati alle piante giallastre e crostose dell’interlocutrice per l’ennesima volta.


-Non opporti.-


-Ma...-


-Non opporti... e chiudi gli occhi!-


L’ordine perentorio riusci’ li’ dove Sarah aveva fallito da quando l’avvenente Magda aveva messo piede in casa sua:
La ragazza Interruppe immediatamente il contatto visivo con le potenti estremita’ della Matrona e finalmente, penso’ di poter riposare la vista...


-Allora Cara?-
Chiese beffarda Magda.
-Li vedi ancora vero Cara? Sotto le tue palpebre... loro sono ancora li’...-


Come i negativi di una brutta foto, le estremita’ della Matrona le pulsavano davanti, anche al buio, e nella sua mente, un desiderio subdolo premeva perche’ aprisse gli occhi e proseguisse la contemplazione della potente Magda e dei suoi piedi nudi.


-Oddio... si! Non riesco a... non voglio...-


-Certo che non riesci! I miei talloni sono forti e sono impressi nella tua debole mente!...
Ah!
La figlia del grande architetto ha i piedi di Magda nel cervello!-
Rise la Matrona trionfante.


Sarah atterrita e sconfitta stava per arrivare al suo punto di rottura...


-Riapri gli occhi avanti!-


-Magda... cosa... cosa posso fare...-


-Nulla Cara!-
La Donna spavalda comincio’ ad addolcire il tono.
-Rimarranno sempre li’... notte e giorno, a letto o alzata... quando quello smidollato di Marco ti terra’ con dolcezza fra le sue braccia tu penserai alle mie piante ruvide.
Se dovessi andarmene, se dovessi lasciarti... rimarrai a guardare il vuoto pensandomi col batticuore...-


-Io... non... -


-Su... su, non piangere...-
Una delle estremita’ della Matrona comincio’ a protendersi verso il viso della ragazza...


-Posso aiutarti e voglio aiutarti!-


-Si’... ti prego Magda...-


-Io ti guarirò ma ci vorra’ tempo, non voglio andarmene ed essere la causa di... di un divorzio!-
La parte carnosa del piede della Donna sfioro’ il naso di Sarah che finalmente perse la testa:
La giovane lascio’ che il suo viso sprofondasse nell’arco sicuro di quel piede morbido e imponente, inalando languida senza piu’ nessuna inibizione...
-Nello stato in cui sei non penseresti ad altro.
Guardati.
Sei ridotta a una salvietta.-


-Lo so... io voglio... voglio che tu mi aiuti...-
Disse Sarah tenendo gli occhi chiusi e strofinando il suo viso liscio fra i calli aridi della Matrona.


-Allora dovrai obbedirmi senza esitazione!-


-Si’... si’ certo!-


 


 


Marco si sentiva combattuto.
Ci pensava mentre consumava il pranzo in un bar vicino allo studio.
Aveva cominciato a provare, sulla via per andare a lavoro, una sorta di sensazione di sollievo e fiducia.
Tutto questo nei confronti di Magda.
Nel modo in cui la donna aveva posto il problema e poi il rimedio mentre avevano parlato dello strano comportamento di Sarah.
Di come aveva rassicurato facendo capire che con la sua guida avrebbe calmato le turbolenze domestiche con cui lei, assolutamente, non c’entrava.
Ma capiva bene che quello non era altro che un meccanismo subconscio ingannevole.
Marco non era ancora sicuro delle intenzioni dell’ospite,ma non si faceva illusioni a riguardo:
Magda era una donna scaltra con una personalità capace di imporsi e che attivava in chi le stava intorno una naturale propensione a lasciarsi andare.
A fidarsi.
Dubitava che la Donna avesse davvero a cuore Sarah come aveva insistito quella mattina.


Il riverbero del televisore del bar rimandava la scena di un documentario in cui una piccola scimmietta veniva fagocitata viva da un’anaconda.


Marco disgustato distolse lo sguardo fino a che, al termine della sequenza, non apparve il primo piano di un bonario professore dalla folta barba trascurata canuta.
-Contrariamente a quello che si crede, l’animale finito fra le spire del predatore non lotta mai fino allo stremo...
Ma anzi, relativamente presto, una sorta di messaggio subconscio, lo porta a lasciarsi andare a una fatale e sonnolenta... rassegnazione.-
Spiegava l’uomo affascinato.
-Insomma si attiva un comando recondito, che a dispetto di tutte le nostre credenze finaliste CI ricorda semplicemente un concetto fondamentale assai piu’ potente di qualsiasi volontà di vita... un concetto che ci ricorda che noi siamo cibo.-


Il giovane marito si alzo’ turbato e in preda a un brutto presentimento si accinse a tornare a lavorare sperando che il tempo passasse in fretta e che sarebbe tornato presto.


CONTINUA...