Pochi minuti dopo, sedemmo al tavolino in dotazione del piccolo patio, della casetta.
Spruzzai, sulle nostre gambe, un po’ d’olio contro le immancabili zanzare.
– Restiamo fuori cinque minuti, vuoi? – Disse mio marito con insolita dolcezza.
– Apro per far passare un poco d’aria, magari evitiamo di lasciare il condizionatore in funzione. Assentii, abbandonandomi al buio fresco; reclinando il capo sussultai per la visione che mi si parò davanti agli occhi. Il cielo era talmente pieno di stelle da farti temere che potesse caderti in testa da un momento all’altro. Tony tornò fuori, aveva scartato un piccolo vassoio.
C’erano delle paste di mandorla e di pistacchi, comprate il pomeriggio in una panetteria. Si accorse che guardavo le stelle…
– Stupende vero?
– E’ una cosa che non avevo mai visto, sai? Sono milioni… guarda, a destra: sembra un fiume di luce… Tony sorrise, tranquillo: – Sai cosè? – chiese?
– In che senso? Non penso sia una Costellazione, no? E’ troppo lunga… insomma non lo so! – Protestai bonariamente.
– Quella è la tua Galassia, gioia… è la Via Lattea.
– Cosa? Ma non era una grande spirale?
– Sui libri di scuola, certo. – Tony rise della mia ingenuità. –Ma tu ci sei dentro, dentro la spirale, alla fine di uno dei lunghi bracci… mi spiego?
Ci pensai un po’ su, poi capii e mi adattai a tanto splendore. La mia mente si spostò su un altro argomento; mi venne da chiedergli cosa si erano detti il fusto della tenda, prima. Ma mio marito aveva altre intenzioni e non fui certo io a fargli cambiare idea… Tony era rimasto in piedi, si era posto alle mie spalle, e aveva iniziato ad accarezzarmi il collo, le spalle e gli angolini della bocca: un gesto cui non sapevo resistere.
Si fece più vicino, abbassò il pantaloncino e mi accostò alla guancia quel suo spesso e odoroso salame. Cominciò a passarmi il glande sulla guancia, dall’orecchio al collo, era leggermente bagnato, Tony doveva essere eccitato già da un po’. Aggirò la sedia e mi offri il pene eretto.
Lo presi delicatamente per i coglioni e me lo misi in bocca con molto piacere. Mi sarebbe piaciuto fosse durato di più! Mi sarebbe piaciuto stendermi, supina sul tavolo, col suo cazzo dentro, mentre guardavo il firmamento. Incurante della possibilità che ci vedessero. Ma Tony pompò con decisione, in pochi minuti era pronto e palpitante, non ebbi cuore di fermarlo.
– Vienimi in bocca, – riuscii a farfugliare e poi ripresi a succhiarglielo, di prepotenza. – Sicuro? – Disse lui tremante. – Non ti da fastidio? Grugnii qualcosa a bocca piena, per fargli capire che avrei ingoiato. Non lo facevo spesso, ma quella sera desideravo qualcosa di molto forte. E Tony, senza più freni, sborrò nella mia gola. La vacanza cominciava veramente bene.
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