Cari lettori, come sapete sono tantissime le confessioni che mi arrivano dai Amiche ed Amici del web. Spesso, ispirati da un mio racconto, ritornano col pensiero alle loro avventure e decidono che, tanto piacere e tante emozioni meritano di essere condivisi con tutti noi, avidi e appassionati di letteratura erotica. Bene spero che il racconto di Orsobruno sia eccitante per voi come lo è stato per me.


 


La mia prima esperienza sessuale è avvenuta con mia sorella, avevo 12 anni, facevo la seconda media e mia sorella tre di meno.


Sin da piccoli, ci piaceva scoprire ognuno il corpo dell’altra, vederci nudi e toccarci anche se non avevamo assolutamente alcun istinto sessuale, era una cosa piacevole che praticavamo lontano dagli occhi dei nostri genitori.


Ma poi con il passaggio in prima media, mi sentivo già grande, avevo scoperto la masturbazione vera e propria, quindi erano venuti meno i giochini con mia sorella, potevo praticare questa attività piacevolissima senza alcun aiuto, inoltre mi sembrava di vivere situazioni troppo intime per condividerle con chicchessia.


Passavo quindi diverso tempo in bagno a smanettare il cazzetto fino a raggiungere quella scossa che mi impediva di andare avanti, perché la sensazione era troppo forte per poter continuare. Non riuscivo ancora a cacciare lo sperma e questo non mi permetteva di avere un orgasmo completo; ma comunque quella “scossa” era troppo eccitante per non cercare di provare nuovamente tale sensazione. Inoltre, insieme a mia sorella avevamo scoperto nell’armadio dei miei genitori alcune riviste porno e vedere quelle scene mi faceva provare un’eccitazione incredibile, mentre mia sorella era solo curiosa riguardo alle immagini e, a volte, mi chiedeva spiegazioni su cosa volessero rappresentare, però non sembrava che la cosa eccitasse più di tanto.


Approfittavo delle rare occasioni in cui rimanevo solo in casa, specialmente quando mamma usciva brevemente per fare la spesa e mi precipitavo in camera dei miei, per prendere una rivista ed andare in camera mia a farmelo in mano.


Dopo alcuni mesi, iniziarono ad uscire dal mio cazzo le prime gocce di sborra e riuscii finalmente a raggiungere dei veri e propri orgasmi. Spesso, quando mamma era fuori, non chiudevo nemmeno la porta della mia camera, tanto mia sorella se ne stava quieta, in camera sua, a giocare con le bambole ed io potevo stare sdraiato sul mio letto e segarmi in santa pace.


Un giorno subito dopo che mia madre era andata via, come al solito mi ero sdraiato sul lettino, avevo abbassato i pantaloni della tuta ed avevo iniziato a toccarmi, quando all’improvviso entrò mia sorella, dicendo:


“Ah, ti ho beccato!”, io sorpreso e spaventato ho subito fermato la mia sega, ma sono rimasto con il cazzo in mano, in fondo non mi vergognavo di farmi vedere nudo davanti a lei. L’anomalia stava nel fatto che lei non mi aveva mai visto impegnato in questa nuova attività, così intima e sentivo un po' di vergogna.


Lei si è avvicinata decisa ai piedi del letto e ha detto:


“Lo sapevo che lo facevi: è proprio come nei giornali di mamma e papà!”


A quel punto, senza alcun tentennamento, si è abbassata i pantaloni del pigiamino e poi le mutandine, per offrirmi la visione della sua piccola fica liscia e senza peli.


Nella penombra, quel semplice pugnetto di carne rosea, quella piccola, impercettibile, ruga che formava il suo spacco, mi sembrò una visione paradisiaca e la mia eccitazione mi fece pulsare il sangue nelle tempie.


Il cazzo, lungo e sottile, non ancora definitivamente formato, si fece rigido, come una bacchetta di legno, e sembrava voler esplodere; anche alle palline provai una misteriosa sensazione di tiro, come se una mano invisibile avesse deciso di staccarle dall’inguine.


Senza più alcuna capacità di controllo ripresi la sega, ma questa volta, la presenza di mia sorella che mi vedeva col cazzo in mano, l’oscenità della situazione proibita, mi diedero ben altro che il semplice piacere di sempre... la mia eccitazione era mille, percepivo anche la libidine di lei, che era pur sempre una bambina, nel suo sguardo fisso sul mio pesciolino duro.


Dopo poco, come capita a chi conosce il sesso vero per la prima volta, spontaneamente cercai qualcosa di più, mi spingeva il desiderio naturale. Allora mi sono alzato e mi sono posto in ginocchio sul letto, abbastanza vicino da poterla toccare, ma lei mi ha detto, quasi spaventata:


“No, non ti avvicinare sennò me ne vado! Però continua... io ti guarderò”, allora mi sono seduto sul bordo del letto ed ho continuato una lenta ma sofferta masturbazione, mentre la mia sorellina guardava affascinata.


Pur se in maniera impacciata, spontaneamente si toccava le grandi labbra della piccola fessa e poi iniziò a sporgere il bacino in avanti, per mostrarsi meglio, per esibirsi davanti a me. Ero ormai al parossismo, vedevo la figa, vedevo le sue piccole dita che indugiavano; la lieve rugiada ialina che mandava riflessi ipnotici, in risposta alla luce del mattino, che entrava dalla finestra.


In poco tempo ho raggiunto uno dei più indimenticabili orgasmi della mia vita. Sono venuto, finalmente, come un vero maschio, con spruzzi violenti e alternati che non potevo controllare mentre si spandevano per la stanza.


Un paio di schizzi roventi hanno colpito la sua manina, lei non se l’aspettava e, per qualche secondo, è rimasta come imbambolata, sconvolta nel vedermi sburrare. Poi si è un po’ ripresa, il suo respiro era lievemente affannoso, probabilmente anche lei aveva perso un po’ il controllo di sé, impreparata a conoscere tanto intenso piacere.


Ha alzato la sua mano verso il viso per studiare meglio le gocce di sborra e ha detto:


“E’ calda, molto calda!”


Avemmo appena il tempo di ricomporci che sentimmo la chiave girare nella serratura della porta, era la mamma che stava rientrando. Con un fazzoletto di carta mi sono asciugato il cazzo ed ho pulito velocemente per terra, tutte le gocce cadute. Mia sorella trepidante è corsa in bagno a lavarsi la mano, intanto la voce di nostra madre ci raggiunse:


“Ragazzi dove siete? Sono rientrata!” e noi avevamo il cuore in gola, ravvisando nel suo tono, un che di accusatorio. Eravamo ancora molto piccoli e convinti che, alla mamma, non si poteva nascondere nulla.


Eravamo terrorizzati, quella prima volta, e sicuramente convinti di averla scampata bella e imponendoci la tacita regola di non provarci mai più. Ma il sesso, si sa, non ammette ragioni, quando la natura chiama non si fa che aspettare l’occasione opportuna, e così accadde, in giovane età, a me e alla mia sorellina.


Da quel giorno, appena se ne presentava l’occasione, i nostri toccamenti infantili ripresero, ma con sempre maggior consapevolezza, intenso piacere e infinita malizia.


Orsobruno

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