Le risatine tra loro erano palesemente rivolte al suo indirizzo e la cosa lo infastidiva non poco.
Giacomo sapeva perfettamente di non essere il tipo di uomo che attira l'interesse delle donne per cui, quel modo di ridacchiare tra di loro, gli faceva pensare di essere oggetto di scherno e non certo di qualcos'altro.
Giacomo era una persona gentile ed estremamente educata e quindi, complice anche il fatto che conosceva Vanessa, cercava sempre di far finta di nulla.
Vanessa, non brillava certo per la bellezza. Era piuttosto appariscente, l'abbigliamento non era "da troietta" ma il trucco si. Minuta ma con le forme al posto giusto, non era il suo ideale di bellezza ma comunque, in qualche modo, la trovava arrapante da morire.
L'amica invece, vista varie volte nel bar a chiacchierare con lei, rappresentava in pieno il suo ideale di bellezza. Appena ventenne, giunonica, un sorriso di quelli che ti fa pensare che da qualche parte un dio esiste, pelle chiara ma non bianchissima, una folta chioma riccia e fulva, seno prosperoso che sfida la legge di gravità, insomma una dea.
Quella mattina, passando davanti al bar come al solito, si sentì salutare da Vanessa che, tanto per cambiare era intenta a chiacchierare con la sua amica.
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Di solito la mattina c'era il marito e Vanessa si occupava del bar solo nel primo pomeriggio.
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Giacomo decise di prendere un caffè e si accomodò al bancone vuoto.
Puntuali iniziarono le risatine sommesse delle due amiche che, questa volta, fecero saltare i nervi al povero Giacomo.
Stizzito disse: <>
Stava per andarsene quando sentendo la risposta gli si fermò per un tempo incalcolabile il cuore.
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La bocca spalancata, gli occhi sgranati e il cuore che lentamente riprendeva a pulsare, Giacomo era proprio l'immagine dello sfigato per eccellenza.
Non sapeva che dire, rimase sospeso a mezz'aria tra lo sgabello e il bancone cercando di tradurre in una lingua a lui conosciuta quello che aveva appena sentito ma l'unica parola che riuscì a pronunciare fu un groviglio gutturale di vocali prolungate che provocarono una gran risata di Vanessa.
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disse Vanessa.
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fu la risposta dell'amica, mentre trascinava verso il retrobottega il povero Giacomo che continuava a farfugliare vocalizzi interrogativi.
Proprio in quell'istante entrò una cliente che voleva caffè e brioche.
Quando Vanessa li raggiunse non credeva ai suoi occhi.
Giacomo stava scopando, con foga inaudita, quella stupenda valchiria che gemeva e sobbalzava ad ogni colpo che le infliggeva quell'improbabile stallone da monta.
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disse Vanessa.
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fu la laconica risposta dell'amica.
Giacomo perentorio si rivolse a Vanessa:
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Vanessa scoppiò in una risata che sapeva di stupore, ma anche un pò di paura, al constatare che quell'uomo mite e gentile si era trasformato in un despota autoritario.
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le disse l'amica, mostrandole il marmoreo culo leggermente dilatato ed il volto disteso per l'orgasmo appena provato.
Vanessa non aveva nessuna intenzione di farsi scopare, voleva solo provare il piacere di "dominare" un uomo che palesemente la desiderava. Sapeva benissimo come la guardava Giacomo e immaginava quali fossero i suoi desideri più reconditi. I programmi con l'amica fidata prevedevano solo di fare un pompino ad un uomo impacciato che se ne sarebbe venuto con due leccatine e che avrebbero potuto "utilizzare" ogni volta che desideravano.
Giacomo spazientito, si avvicinò a Vanessa e la prese con decisione ma senza forzarla, la fece piegare su una catasta di casse d'acqua sussurrandole all'orecchio
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Vanessa come in trance, si fece calare i leggings mettendo in mostra un culo da urlo. In quel momento Giacomo comprese cos'era che le faceva risultare quella piccola puffetta arrapante da morire. Quel culo a mandolino sodo e pieno stava li in bella mostra e lui, come nei suoi più reconditi desideri, finalmente ci si tuffò andando a suggere prima il nettare dalla figa per poi lambire il buco proibito. Sentì i glutei contrarsi al contatto con la sua lingua e la voce sommessa di Vanessa che diceva che lei non lo aveva mai preso nel culo e che non voleva essere sverginata.
<<...dovrai solo dire di NO.>>
Detto questo riprese a leccarla, alternava piccoli tocchi con la punta della lingua a grandi lappate che partivano dal clitoride e terminavano alla fine della piega delle natiche. Quando sentì che poteva osare, iniziò ad insistere con la punta della lingua andando a forzare l'ano che nel frattempo si era rilassato. La cosa sembrava provocare un bel pò di piacere a Vanessa che si lasciò andare a gemiti sommessi.
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Le fece il verso l'amica.
Giacomo, che stava per scoppiare, decise che aveva preparato a dovere il culo di Vanessa e rivolgendosi all'amica disse:
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L'amica non se lo fece ripetere due volte e si fiondò a riempire di saliva il cazzo di Giacomo che divenne duro come il marmo.
Come puntò la cappella turgida al buchetto inviolato di Vanessa senti le dure chiappe contrarsi e così, d'istinto, le mollò un sonoro schiaffo a mano aperta sull'esterno della natica destra di Vanessa
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Vanessa eseguì ubbidiente e Giacomo, con un colpo deciso di reni, penetrò per circa metà lunghezza del suo pene in quel culo arrapante, che tanto aveva desiderato.
Vanessa lanciò un urlo
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seguito da un sospiro sommesso
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Giacomo, preoccupato, uscì dolcemente e chiese:
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fu la risposta secca di Vanessa
L'amica ridendo a crepapelle disse:
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Da quel giorno, Giacomo, ogni volta che sente dei sorrisetti tra due amiche, drizza le orecchie... e non solo quelle..
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