Pomeriggio ore 17 circa, vado a prenderla in stazione, baci e lacrimucce come ogni volta che ci vediamo, i suoi occhi sorridono e brillano di eccitazione, la abbraccio forte forte e sento i suoi seni premere contro il mio petto, è fine estate siamo ancora vestiti leggeri. Ho giacca e cravatta ma è un proforma per lavoro, visto che ho anche fatto giri per clienti. Per oggi il mio giro è finito e mi posso dedicare a lei, è la prima volta che passiamo la notte assieme. L’hotel che ho scelto è fuori città, non ho trovato nulla di comodo vicino alla stazione , ma siccome domani andremo in veneto , va bene così. Nel tragitto dalla stazione all’hotel , mezz’ora circa, non ha fatto altro che pastrugnarmi l’uccello da sopra in pantaloni, così ho guidato a cazzo duro, la troietta è piuttosto arrapata mi pare! Non che io sia da meno , anzi! Mi ha messo la mano sulla patta appena saliti, ha aperto la cerniera e ha posato la sua manina sui miei slip, palpando il cazzo e facendomelo crescere, poi avrebbe voluto farmi un pompino mentre guidavo ma la ho fatta desistere perché eravamo in città ed era chiaro, ci avrebbero visto tutti. Così si è limitata ai palpeggiamenti. Io ovviamente ho ricambiato per quello che potevo, strusciandole la figa da sopra i jeans: la sentivo umida e calda pregustavo la notte che avremmo passato assieme colma di passione, lei gemeva , smaniava, voleva che mettessi la mano sotto, dentro le sue mutandine già bagnate ma guidando non potevo anche se avrei voluto, così premevo forte sul grilletto e più premevo più lei mi stringeva il cazzo fin quasi a farmi male. Arrivai quasi a farla godere ma sicuramente è andata su di giri parecchio, anche senza venire. Così arriviamo all’hotel, io a uccello duro (che mi sono coperto con la ventiquattrore) e lei a figa bagnata e gambe larghe, i jeans leggermente umidi proprio lì, cercando di coprirsi con la borsetta, visto che aveva una tracolla dove era il necessario per la notte (cioè spazzolino e dentifricio , che altro sarebbe servito?) Ci danno la chiave della stanza e saliamo con l’ascensore, una telecamera ci proibisce di continuare a toccarci e lei in un orecchio mi dice : ti farei un pompino qui, mentre saliamo! Con il rischio di essere visti appena le porte si aprono! Arriviamo nella stanza arrapati persi, mi libero della giacca e della cravatta (finalmente) e mi preparo a saltarle addosso , ho una voglia matta di mangiarle la passera! Ma , sorpresa…la stanza ha un poggiolo con il parapetto in cemento sovrastato dalla solita ringhiera di metallo, ovviamente di fianco ci sono altre stanze che posso vedere quello che succede, basta sporgere la testa. Lei apre la finestra scorrevole e va fuori appoggiandosi , spingendo indietro il culo inguainato dai jeans e dimenandolo come a un palese invito. La seguo e mi metto dietro di lei, il mio cazzo già duro preme contro la stoffa e si fa sentire tra il solco delle sue natiche, abbranco le tette da sopra la camicetta a scacchi e le pastrugno ben bene , lei geme soddisfatta mentre le slaccio il reggipetto e mi riempio le mani delle sue tette slacciando anche i bottoni. In pratica lei è con il busto fuori dal poggiolo con la camicetta aperta e le zinne tra le mie mani, tutti potrebbero vederla! Siamo al quarto piano basta alzare la testa che si vede tutto. Lei è eccitatissima dalla situazione anche perché dalle stanze attigue si sentono rumori che fanno presumere che qualcuno possa uscire improvvisamente e vederci in ciò che facciamo, le prendo i capezzoli tra i polpastrelli e stringo forte, lei caccia un urlo, lo ho fatto apposta per vedere se esce qualcuno! Intanto continuo a spingere con l’uccello duro tra le sue chiappette sode, insomma è una situazione da sbavarsi addosso, tra eccitazione e paura di essere visti. Qualcuno deve aver notato le manovre dal piazzale sottostante perchè c’è qualche naso in su, glielo faccio notare e lei ha un forte brivido e lancia un gridolino eccitato, con la mano passa dietro al suo culo e mi tocca l’uccello come per saggiarne la durezza, ne apprezza la consistenza e continua s strusciarsi. Direi che è il momento di prendere in mano la situazione……le slaccio i jeans, lei gira la testa allibita e mi dice : cosa fai? Le rispondo? Ti piace farti vedere è porcellina? E allora fatti vedere come sei! Diventa tutta rossa e si gira di nuovo a guardare la piazza mentre armeggio con bottone e cerniera. Abbasso i jeans fino alle ginocchia, le tocco le mutandine che sono bagnate fradicie e rimetto l’uccello (che è ancora nei pantaloni miei) tra le sue natiche. Altro grugnito di soddisfazione e prendo a toccarle il grilletto, lei lancia un urletto che subito fermo mettendole la mando davanti alla bocca, se no corriamo il rischio che tutti ci vedano! Le tette si vedono da sotto ma la fica no per fortuna. Immaginatevi la scena: lei con i gomiti appoggiati alla ringhiera , camicetta aperta , tette a penzoloni fuori dal poggiolo, reggiseno appeso al collo, pantaloni calati sino alle ginocchia. Arrapante da morire soprattutto perché continuo a sfregare il cazzo tra le natiche e con le mani strizzo i capezzoli. Terribile , da infarto per eccitazione e paura di essere visti. Adesso tocca a me spogliarmi pian piano: via la cintura bottone e cerniera, i pantaloni del vestito cadono per terra, adesso solo la stoppa delle sue mutandine e dei miei slip ci divide, ma provvedo subiro: abbasso le sue mutandine alle ginocchia e le mie fino alle caviglie, adesso il cazzo le sfrega nudo sulla fica gocciolante. Sta impazzendo di libidine, si struscia, si dimena, mugola, sbava ma non può fare altro messa come è può solo sentirmi cado e duro che mi strofino fuori dalla sua fregna. Scopami, mormora, ti prego scopami, chiavami fa qualcosa non ne posso più. Io bastardo rispondo di no , che non è ancora il momento e la tortura continua. La mia mano dal capezzolo va a titillare il grilletto gonfio di voglia sopra la fica guazza di umori, le mi dice ‘bastardo scopami!’ io sorrido e continuo a toccarla, le dita scivolano verso il basso a carezzare le cosce tornite e sentono un rivolo di umori che cola quasi fino alle ginocchia, la troietta gode e io sorrido. Con le unghie graffio dolcemente la schiena strappandole brividi, piccoli schiaffetti sulle natiche tra le quali il mio membro naviga fradicio, duro, violaceo, voglioso, lo punto sul buchetto già lubrificato. Lei , così stimolata spinge indietro e le scappa un ‘si inculami!’ che mi fa andare fuori di testa. Non resisto davvero più neanche io, forzo quel buchetto invitante con la punta e spingo piano piano dentro mei sospira forte, ‘finalmente!’ dice ‘non ne potevo più , adesso sbattimi , porco!’. Io la pompo piano piano , non ci penso minimamente a venire, ma voglio portare lei ancora più vicino ad un orgasmi terribile. Lei è a un passo dall’orgasmo anale portato dalla fortissima eccitazione, si morde le labbra , le dita per non gridare e continua a incitarmi sottovoce: ‘dai stronzo più forte! , bastardo rompimi il culo , pompami! Sbattimi con quel cazzone di marmo che hai.’ ‘Vorresti , troia’ le dico , le sfilo il cazzo dal culo e mi siedo per terra tra le sue gambe (badando a non rompere il vestito), e mi metto sopra i suoi jeans e lo slip così che lei non possa muoversi, e comincio a scoparla con la lingua….credo che questa volta la abbiano sentita, un aaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh urlato strazia l’aria, non se aspettava la porca e in 10 secondi mi scarica in bocca il suo primo orgasmo che bevo con avidità mentre lei si accascia sulla balaustra del poggiolo. …..segue......
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