Sono un sessantenne divorziato da anni. Per un paio di settimane sono stato costretto ad essere ospitato da mio figlio per fare dei lavori nel mio appartamento. Lui convive con una donna di quarant'anni, lui ne ha 35, e lavorano entrambi. Lui a volte sta fuori per lavoro la sera e lei non si fa mancare di uscire anche senza di lui con amiche e colleghe. Così quella sera mi disse che sarebbe andata a cena con due sue amiche e poi al cinema. Lei era una donna molto sensuale che vestiva bene e a volte sexy ma non volgare, ben truccata. Ci salutammo. Avevo tutta la sera libera per fare ciò che da tempo desideravo e aspettavo. Da sempre ho tendenze passive e, quando posso, mi piace penetrarmi e indossare intimo sexy. Aprii il lucchetto della mia valigetta e presi l'occorrente. Indossai le autoreggenti nere già gustando il contatto del nylon sulla pelle, calzai i sandali rossi tacco 12 e feci qualche passo davanti allo specchio già molto eccitato. Tirai fuori anche il cazzone nero realistico in lattice a gli diedi qualche colpo di lingua. Sculettando come una zoccola di strada andai in soggiorno e accesi la tv. Cercai video porno e mi sedetti sul divano a gambe aperte. Passai da grosse sborrate e trans cazzute a traveste mature che si slinguavano in bocca come lesbicone. Succhiavo il cazzone nero e mi toccavo la cazzina moscissima ma che colava per la voglia di porcate. Quando sullo schermo arrivarono le immagini di due neri con in mezzo un maschio maturo. Lui era a cazzo moscio mentre i due, con i loro arnesi da paura, lo prendevano in tutti i modi. Volevo il cazzo dei neri, lo desideravo da impazzire. Lubrificai il dildo, sollevai le gambe e lo puntai sul mio buco voglioso. Mi inculavo da una vita e non fece fatica a entrare, sentivo la cappella che si faceva strada e immaginavo fosse quella dei neri. Lo spinsi lentamente dentro finchè scomparve completamente nel mio intestino. Mi sentivo oscena, aperta, la voglia e il piacere diventavano sempre più inarrestabili. Alzai il volume della tv per sentire i gemiti dei tre maiali. Uno stantuffava il maturone nel culo e l'altro lo pompava in bocca. Ansimavo e gemevo sperando di prolungare il piacere all'infinito. Sentivo arrivare i sintomi dell'orgasmo, volevo trattenermi ma capivo che non ce l'avrei fatta. Mi aprivo il colo a colpi di dildo e mi segavo la cazzina fradicia di umori ma quasi moscia. In quel momento successe ciò che mai avrei potuto immaginare. All'improvviso mi comparve davanti la compagna di mio figlio. Aveva il telefonino in mano e stava riprendendo la scena e urlava.
-Brutto schifoso maiale, che cazzo fai in casa mia?. Sei un frocio pervertito, mi fai schifo. Bastado culattone che cazzo guardi i neri che si inculano? Pure i cazzi neri ti piacciono brutto maiale. Il mio orgasmo era pronto un attimo prima che lei arrivasse e, i suoi insulti, non fecero che agevolarlo. Appena la vidi mi alzai di scatto ma non potei fare altro che sentire la mia sborra che spruzzava, anzi colava fuori dal mio cazzo. Quando vide quella scena ricominciò con gli insulti:
-Bastardo impotente, mi sporchi il pavimento con la tua broda da frocio schifoso. Lo dico a tuo figlio così impari, deve buttarti fuori vestito così, da frocia. Continuava sempre a riprendere la scena. Io la implorai:
-Ti prego non dire nulla a lui, cosa penserebbe di me?
-Penserebbe quello che sei, un verme schifoso, un pervertito.
Mi inginocchiai davanti a lei pregandola e scongiurandola di smettere di riprendere e non dire niente a nessuno. Lei smise di riprendere e posò il cellulare sul divano. Io ero in ginocchio, quasi con la faccia a terra davanti a lei. Mi disse:
-Chiedimi per pietà di non dire niente a tuo figlio e di non mettere il video in rete!
-Per pietà, le dissi, non mettere questo video in rete e non dire niente a nessuno.
Ero a pochi centimetri dai suoi piedi curatissimi e mi accorsi che aveva dei sandali neri con tacco molto alto e smalto rosso. Lei se ne accorse e mi chiese se mi piacessero, io non risposi, aveva campbiato tono, non era più furiosa ma molto decisa, dura, dominante. Mi aveva in pugno. Mi prese sotto il mento e mi sollevò la testa e mi disse di guardarla, appena i nostri sguardi sincrociarono mi diede uno schiaffo da farmi rintronare dicendomi:
-Non permetterti mai più di non rispondermi!-
-Scusami- le dissi.
Mi diede un altro schiaffo ancora più forte dall'altra parte del viso.
-Chi cazzo ti ha permesso di darmi del tu? Scifoso frocio impotente. Mi devi dare del lei, chiamarmi padrona e obbedire in tutto sennò ti rovino!-
In quel momento capii cosa stava succedendo, lei mi aveva in pugno, io non potevo fare niente ed ero diventato il suo schiavo.
-Leccami i piedi e le scarpe verme-
Mi abbassai e lo feci ma lei col dorso del piede mi spinse la faccia in modo così violento da farmi cadere all'indietro.
-Devi rispondere si padrona chiaro? Annuii e risposi. Ero steso per terra e lei appoggiò la sua scarpa sul mio viso, la suola era sporca e puzzava ma leccai fino a pulirla completamente. Mi ordino di slacciarle le scarpe e si fece leccare i piedi per un tempo lunghissimo. Mi infilava tutto il piede in bocca fino in gola, mi stimolava il vomito ma non le importava niente.
Si sedette sul divano, si spogliò completamente nuda e, mentre le leccavo e succhiavo le estremità, si sditalinava la figa.
-Hai lasciato il pavimento sporco, coglione. Pulisci con la lingua la tua sborra. La leccai tutta. Ritornai ai suoi piedi e capii che stava per godere. Le arrivò l'orgasmo ma non forte. Durò poco e parve insoddisfatta. Mi disse che non ero stato bravo, che le facevo schifo e che quello era solo l'inizio. Se ne andò nella sua camera e chiuse la porta. Io ero spossato, stressato,impaurito ma, purtroppo, eccitato. Quello fu effettivamente l'inizio. Il resto ve lo racconterò.
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