L'avvenimento che mi accingo a raccontarvi è avvenuto nei primi giorni del mese di novembre. Era una domenica e come tutti i fine settimana mi ero dedicata al godimento dei miei numerosissimi amici. Quel giorno però non era particolarmente promettente così presi la macchina e mi recai a catania presso il parcheggio che si trova a ridosso del casello di Giarre dove mi dicevano si potesse incontrar e con facilità..
Arrivai nelle prime ore di un bel pomeriggio d'autunno, Il cielo era di un azzurro splendido nonostante la temperatura non fosse troppo al di sopra dei 10 gradi. Per l'occasione avevo indossato un giaccone al ginocchio che mi permetteva do poter stare solo in intimo sotto in modo tale da poter essere pronta ad ogni evenienza. La cosa a dire il vero non mi era servita solo per quello, ma anche per poter "giocare" durante la strada con gli eventuali automobilisti e.. (ma meglio per la loro posizione sopraelevata).. camionisti che sorpassandomi potevano ammirare il mio intimo che previdentemente io avevo lasciato scoperto per l'occasione.
Parcheggiai in un posto che a mio parere poteva essere strategico per eventuali incontri e mi misi ad aspettare speranzosa e piena di buoni propositi.
Aspettai per circa 10 minuti quando una macchina entrò nel parcheggio con andatura lenta, mentre i due occupanti guardavano a destra e a manca evidentemente in cerca di avventure. A dire la verità non mi sentivo tanto tranquilla così restai sulle mie e, evidentemente non sentendosi incoraggiati, i due andarono via. Passai qualche minuto a rammaricarmi per la mia mancanza di iniziativa, quando sentii il rumore di un camion che arrivava da dietro. Come dicevo prima il pomeriggio era molto soleggiato e io avevo solo un giaccone leggero che intanto avevo slacciato ed aperto. Il camion rallentò e si fermo a direzione dello sportello. Un omone dalla voce rude e decisa affacciò dal finestrino, guardò per qualche istante e poi con fare autoritario mi ordinò di scendere dalla macchina e salire in cabina che: "ho voglia di svuotarmi con una troia come te".
Obbedii senza esitare un attimo, salii in cabina e immediatamente si sfilò i pantaloni lasciando scoperto un cazzo davvero notevole che aspettava solamente di essere preso sino in gola. Mi fece succhiare il cazzo per più di un quarto d'ora spingendolo sino in gola al punto da lasciarmi senza fiato, per poi uscirlo e farselo leccare dalla cappella giù per tutta la sua lunghezza, per poi risalire e infilarlo nuovamente con forza sino alla gola. Andammo avanti così per quasi mezzora quando sentii squillare il suo cellulare. Non capii niente di ciò che divceva in quanto non parlava in italiano (forse era slavo dall'accento), stette a parlare qualche minuto, alla fine chiuse la chiamata, mi disse di mettermi il giaccone e di scendere insieme a lui e di seguirlo. Andammo lungo un sentiero che si apriva ai lati del parcheggio sino ad arrivare in uno spiazzo circondato da alberi. Io non capivo cosa volesse fare, ma lui, forse intuendo la mia apprensione, si premurò di rassicurarmi e che non avrei avuto nulla da temere, anzi, sarebbe stato un pomeriggio che avrei ricordato per un pezzo... roba da troia come me.. così mi disse. Arrivammo allo spiazzo e mi fece sdraiare per terra, mi mise a quattro zampe come una cagna e senza dire nulla mi spostò il perizoma e mi inculò con tutta la forza che poté metterci. Mi scopò per un bel pezzo quando all'improvviso sentimmo dei passi che si avvicinavano verso di noi. Per istinto cercai il giaccone come per coprirmi, ma subito lui mi disse che non era necessari in quanto le persone che stavano per arrivare erano lì proprio per divertirsi con me. Erano in tre, più l'omone del camion quattro, tutti porci arrapati che iniziarono a fottermi senza ritegno alcuno. Mi incularono a turno tutti e quattro e mentre uno di loro mi inculava gli altri mi spingevano il cazzo in bocca. Arrivai a prenderne due alla volta in bocca quando uno dei quattro disse: "vuoi vedere che questa troia come ne prende due in bocca riesce a prenderne due anche in culo", e senza aggiungere altro mi girarono e si misero ad armeggiare con il mio buco già parecchio provato ma allo spesso tempo reso largo ed elastico dalla prolungata cavalcata. C'è da dire che già di mio sono molto elastica dietro arrivando a raggiungere penetrazioni ragguardevoli, ma il calibro dei due cazzi che spingevano dentro di me era davvero esagerato. Sentivo male, ma allo spesso tempo mi sentivo eccitata e realizzata come non mai. a questo si aggiungeva anche la tensione e la paura che altri si fermassero a guardare o che volessero partecipare.. il tutto contribuiva a darmi una eccitazione che non avevo mai provato prima. Continuarono così per un po. alternandosi a due a due nel culo e nella bocca, doloranti entrambe per il ripetuto stress a cui erano sottoposti. Non so quanto tempo passò, so solo che dopo che si furono saziati mi circondarono tutti e quattro. Iniziarono a menarsi avendomi prima ordinato di stare in ginocchio nel mezzo. Iniziarono a sborrarmi in faccia, negli occhi, dentro la bocca, vollero che li ripulissi per bene con la lingua quando alla fine mi fecero distendere a terra a occhi chiusi. Mi dissero di tenere gli occhi ben chiusi quando sentii un getto di liquido caldo che iniziò a bagnarmi e inondarmi dappertutto. Si, proprio così; dopo essersi svuotati le palle di sborra vollero umiliarmi come una puttana svuotandosi la vescica su di me. E' per ripulirti, mica potevi andare senza prima aver fatto la doccia, mi dissero. Stetti così ad occhi chiusi, soddisfatta ma allo stesso tempo piena di vergogna. Loro senza dire una parola si vestirono, salirono sul camion e andarono via, senza nemmeno rivolgermi una parola. Rimasi così non so per quanto tempo. poi, mi alzai, mi misi in macchina e andai via... solo quando mi misi in macchina mi resi contro che, nonostante il cazzo mi fosse rimasto moscio per tutto il tempo, l'eccitazione e il piacere era stato tale che mi ero sborrata addosso senza nemmeno toccarmi. Ecco qual'era il concetto di godimento che avevo sempre sognato e che, quasi per caso avevo trovato in un soleggiato pomeriggio di novembre. Fine.
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