Avevo conosciuto Paolo alle superiori, fin dal primo anno siamo stati buoni amici e abbiamo condiviso molte avventure. Di certo una delle cose più caratteristiche fu la lotta.
Fisicamente molto diversi, io alto verso il metro e novanta, lui che a fatica superava il metro e settanta, io magro, lui possente.
In seconda superiore, durante l’ora di educazione fisica, grazie al nostro professore che si faceva i cazzi propri, la nostra classe era sparsa per le palestre del complesso. Dividevamo infatti quelle zone con due licei e un istituto di ragioneria, quindi le ragazze erano ovunque. Tuttavia io e Paolo che giravamo cazzegiando, trovammo uno di quei grossi materassi un un magazzinetto isolato. Il materasso era dietro un cumulo di tappetini e non ci avrei nemmeno fatto case se non fosse che Paolo, preso male dal wrestling che girava in tv in quel periodo mi sfidò.
Iniziammo il nostro combattimento, che a differenza del wrestling era più un corpo a corpo… riuscivo a malapena a contrastare la sua forza grazie alla mia altezza ma i combattimenti si susseguono con la regola che chi veniva schienato perdeva.
Dopo nemmeno un minuto, presi dal combattimento nemmeno ci eravamo accorti che ad entrambi il cazzo era diventato così duro da scoppiare..
Che dire, con l’esperienza di adesso sarebbe stato tutto diverso ma allora il solo sospetto di cercare quel tipo di contatti era da froci e tutti mostravano il nostro artificiale e immaturo machismo.
Lottammo altre volte ma poi smettemmo, entrambi immagino con la consapevolezza che la cosa faceva ribollire il sangue più di quanto vogliamo ammettere.
Dopo i 18 anni, grazie anche a internet che iniziava a rendere più semplice i contatti, volli approfondire quel lato della mia sessualità sconosciuto ma che, complice i ricordi delle lotte sul materassone, mi avevano portato a immaginarmi in contesti di piacere con un altro uomo.
La vecchia chat irc per quanto inefficiente mi porto a conoscere due persone. Il primo un ragazzo passivo con una storia tristissima, dichiaratosi gay era stato cacciato dalla famiglia e viveva in periferia. Lo incontrai tre volte, sempre nel ruolo di attivo perché come ripeto, ammettere che quello a cui tendevano le mie fantasie di masgturbatore potesse diventare reale offende il mio machismo.
Il secondo uomo invece fu un adulto di circa 40 anni, anche lui gay ma in questo caso attivo. Ormai erano mesi che ci pensavo e avendolo trovato a pochi km da casa mia fu considerato come un segno del destino.
L’incontro fu … doloroso, per l’agitazione ero contratto e la penetrazione fu una tortura, ma una porta era stata aperta (non solo quella anale…) e l’eccitazione di quel secondo incontro mi porto a rivedere quell’uomo spesso negli anni a venire.
Tuttavia, la mia vita rimaneva sempre la solita, etero alla luce del sole, sfortunato in amore sebbene qualche conquista rosa iniziavo a portarla a casa.
E proprio grazie al tema casa, convinsi i miei a cedermi un appartamentino appartenuto ad una zia che davano in affitto.
Mi stabilii di li a poco, ormai avevo 23 anni, un lavoro che iniziava a dare i suoi frutti e volevo la mia indipendenza, quei 50mq erano il mio regno e mi misi a sistemarli, imbiancatura, mobili etc…
proprio in questa fase l’amico Paolo si fece sempre presente, aiutandomi in tutto. Lui era dalla terza superiore invischiato in una relazione con Laura, una nostra compagna di classe che ormai aveva più il sapore del matrimonio decadente che di una relazione tra ventenni.
Paolo era con me quando mi portarono la camera da letto, mi aiuto a montare, letto, armadio, comodini e quando tornammo nella stanza da pranzo/soggiorno era rimasto solo il materasso. Lo guardammo entrambi in silenzio per qualche secondo, poi ci fissammo e disse, “Lotta?”
Mi misi a ridere e scherzare sul fatto che l'avrei distrutto, lui salì sul materasso e mi mando un gesto di sfida… sali anchio e iniziammo una lotta di prese, spinte strette, e come allora in un istante avevamo i cazzi gonfi...io sentivo il suo nei nostri contatti e lui sicuramente avrebbe sentito il mio.
A differenza della palestra però indossavamo dei jeans e una forte erezione quando lo si ha nella posizione sbagliata è qualcosa di tremendo.
iniziammo infatti ad aggiustarcelo nei momenti di tregua, ma all’ennesimo riposizionamento dissi quasi senza pensare… “coi jeans è un disastro, mi spappolo le palle e la cintura si conficca nella carne...”
Lui rise dicendo, “o così o in mutande”... io mostrai che indossavo dei boxer neri in lycra belli aderenti. Lui invece mostrò dei mutandoni bianchi che sicuramente 2 decadi prima dovevano essere attuali…, comunque senza aspettare cenni mi sfilai i pantaloni e rimasi in boxer, lui fece lo stesso...finalmente potevo osservare la sua virilità, la crescita lo aveva lasciato di statura bassa, ma la massa fisica era cresciuta ancora. doveva far parte di quegli uomini il cui genoma era più vicino a quello degli orango tango che degli scimpanzé…
Inoltre le sue mutande seppur buffe smettevano di ispirare simpatia grazie al notevole rigonfiamento che contenevano.
ci lanciammo di nuovo in nuovi scontri, la sensibilità del suo cazzo su di me divenne fortissima, potevo distinguere la forma della cappella quando mi si premeva contro con forza.
Dal canto sui inizio a mettere in gioco posizioni e tattiche per battermi schiena a terra o pancia a terra, con lui sopra ad immobilizzarmi.
Se fossero stati veri incontri sarei stato un perdente deludente, in quel frangente invece la carica di emozioni nella stanza continuava a crescere.
Dopo quaranta minuti eravamo sudati fradici e io allo stremo, al suo ennesimo assalto non riuscii quasi a fare resistenza e finii faccia giù, col suo pacco schiacciato con forza tra le mie chiappe.
Non era la prima volta che me lo spingeva li in mezzo e io sebbene ostentassi una volontà di combattere, mi godevo quella pressione calda..
Proposi un break per prendere fiato e bere un po d’acqua..l’aria nella stanza era densa di odori, sudore certo ma anche eccitazione e testosterone..
“Cos’è, sei stanco?” mi sfotte Paolo, io risposi…”si e poi ho bisogno di 5 minuti, ormai il mio culo sta prendendo la forma della tua cappella a furia di farmi mettere sotto…”
Era un azzardo ma le sue pressioni non me le ero inventate… Paolo esplose in una risata subito dopo. Si tolse la maglietta, ormai un cencio zuppo di sudore , io feci lo stesso per vedere fin dove si arrivava.. io sono peloso, nella norma ma pesolo, Paolo era quasi orso, tranne la schiena, , il torace, braccia, gambe erano coperte da pelo scuro..
“comunque, complimenti” dissi mandando un ammiccamento in direzione del suo pacco. “Laura (la sua ragazza) deve fare una bella fatica a farsi scopare…
Lui si guardò il cazzo, duro come se non avessimo mai smesso, e disse “ma figurati, a parte i primi anni ormai non si fa più nulla, quella è tutta chiesa”. “E come fai per il sesso” dissi.
“Ci si arrangia ...soli” rispose quasi indifferente alla cosa.
Dopo un istante di silenzio gli dissi, “Dai, torniamo di là che ve diamo di arrangiarci assieme…”
La frase detta così poteva significare solo una cosa, dovetti ammettere dopo che ero stato bravo a metterla giù così. Senza dire nulla di diretto, gli avevo fatto capire che non c’erano solo gli strusciamenti.
Ora eravamo a petto nudo, il boxer e le sue mutande ormai pur coprendoci avevano un atteggiamento scomposto e io iniziai a far qualche gemito un po più intenso quando mi blocca stringendomi il torace in una morsa dalla quale non riuscivo a liberarmi, e in quella posa io avevo le gambe aperte e lui mi premeva il suo cazzo tra le mie palle…
in altre posizioni invece mi immobilizzavano faccia sotto sempre bloccandomi il torace, e impedendomi di respirare bene, in quei momenti calcava con forza tra le mie chiappe , io con la scusa di svincolarmi aprivo le gambe e asseconda i suoi movimenti contro di me rendendo la cosa uno strisciare veramente molto intimo.
Appena mi lascio ero talmente eccitato che rimetendomi in ginocchio sul materasso, viso a viso con lui dissi…” Paolo qui se continuiamo così ci ammazziamo solo di fatica” e senza aspettare mi abbassai verso le sue mutande, sfilai fuori il cazzo e me lo misi in bocca.
Paolo rimase interdetto, fece un movimento quasi per intercettare la mano ma poi non mi fermo.
Appena la bocca copri il suo cazzo io fui invaso dal forte odore che trasuda dall'altra e dalle palle poco sotto, era salato e amarognolo, la cappella era bagnata di liquido che non poteva essere certo sudore. Iniziai un lento movimento e Paolo, che si era irrigidito di colpo, iniziò a lasciarsi andare, sentii il suo respiro farsi pesante e le mani poggiarsi sulla mia schiena.
Lo spinsi piano giù in modo che si sdraiano e continuai il mio lavoro. Il cazzo era veramente notevole, si scappellava perfettamente, aveva una forma leggermente curva a sinistra e le grosse venature che lo coprivano erano violacee dalla durata dell’erezione.
L’uomo con cui mi vedevo di tanto in tanto era dotato, Paolo seppur di poco, lo superava.
Ora teneva una mano sulla mia testa mentre con l’altra mi teneva un braccio, io continuavo il mio lavoro accarezzando con labbra, lingua palato e guance il suo cazzo, ormai la saliva dei primi contatti l’avevo mandata giù e ora era quasi insapore…
andai avanti per
un tempo indefinito ma non fu molto, ad un certo punto Paolo iniziò a sussurrare il mio nome...prima piano, poi sempre più forte, quasi allarmato. Non capii finché la bocca non fu invasa da schizzi caldo bollente e un sapore asprigno e inequivocabile.
Paolo aveva cercato di avvertirmi, ma non mi aveva spostato e ora mi stava scaricando tutta la sua eccitazione in bocca.
O aprivo la bocca e la lasciavo colare fuori o...Mandai giù tutto, era densissima, chissà da quanto non veniva...continuai il pompino con Paolo che si dimenava finché mi fece cenno di smettere.
Mi staccai alzandomi in ginocchio… lui mi guardò in faccia, si guardò il cazzo e mi disse, “hai bevuto”.... io feci spallucce…”avevi vinto tu nella lotta...dovevo pagare pegno no?”
Sorrise e si ributto giù a riprendersi, io feci lo stesso, ma con in più il sapore forte del suo seme in bocca.
Passarono parecchi minuti di silenzio, e poi per rompere il ghiaccio dissi…”mi sa che non venivi da un po…” Lui dopo un attimo rispose…”sì quasi due settimane”.
Io due settimane senza farmi una sega non ci stavo da quando mi ero fatto la prima e mi sembrò incredibile….
“Paolo”, dissi.
“mhh ?” rispose lui.
“Voglio provare a prenderlo nel culo” dissi.
Dopo un istante Paolo “non hai paura che ti faccia male?”
Bene non si era posto altri dubbi….”boh finché non provo non so, ma durante la lotta l’idea mi eccitava…”
Ovviamente Paolo non sapeva che era una sensazione che avevo gia provato e volevo che così rimanesse…
Mi sporsi sul suo fianco, pesi il suo cazzo ora moscio e cominciò a lavorarlo con la bocca..
Paolo mollo un mugolio di soddisfazione e non fece altro.. il suo cazzo prese a gonfiarsi in bocca finche non riuscii più a tenerlo dentro tutto, iniziai un pompino di quelli ad effetto sonoro, insomma un po di sciacquettio con la saliva per rendere l’idea della porcata.
La mano di Paolo era tornata nella mia testa…
An un certo punto mi staccai da lui, andai in bagno e tornai con un tubetto di lubrificante.
“Cos’è” disse?
“Lubrificante”, risposi, “lo avevo preso sperando di trovare una donna che volesse fare sesso anale con me, ma si vede che il destino pensava ad altro…”
Era nuovo in effetti, lo aprii e inondai a cappella di Paolo, massaggiandogli poi l’asta affinché ne fosse ben coperta. Me ne misi un po sul buchino….
“Il preservativo disse lui?”
“Paolo, due cose, io non rimango incinta, e poi non mi risulta che nessuno dei due abbia rapporti promiscui”, In questo pur avendone avuti io erano sempre protetti e Paolo era , oltre a me stesso, il primo uomo di cui avevo bevuto la sborra.
Paolo ci penso un attimo, poi si mise in ginocchio e mi si posizionò dietro.
Appoggio la cappella al mio buchino e inizio a far pressione…
Paolo non sapeva inculare, entro come se si trattasse di una vagina ben trafficata, invece io ero stretto e sebbene sapessi cosa aspettarmi non ero di certo aperto…
scivolo avanti e indietro 4-5 volte, aumentando ad ogni ingresso la profondità.. in pochi secondi il mio canale era pieno del suo cazzo, Sentivo tirare con forza dentro per il tentativo della mia anatomia di adattarsi a quella larghezza. Ora i gemiti e i versi che Paolo mi procurava erano reali e sentiti, la cosa dovette ingoiare perché inizio a premere con forza dentro e a dimenarsi … l’impatto dei miei glutei sul suo bacino producevano il rumore di uno schiaffo ed erano frequenti…
Se alla larghezza mi stavo abituando, anche grazie al lubrificante, la profondità mi causava un certo dolore. Dopo aver percorso tutto il canale anale , la cappella di Paolo si schiacciava contro la parte finale del mio retto, supponevo forzando l’imboccatura dell’intestino.
era doloroso ma non riuscivo a dire nulla a Paolo, mi girai a guardarlo, era rosso in viso, con gli occhi fissi sul mio ano che in quel momento stava ingoiando a forza il suo cazzo.. abbassai lo sguardo verso il mio di cazzo e notai con un certo piacere che un filo lucido e trasparente partiva dalla punta per scendere sul materasso…
Stavo per allungare una mano per farmi una sega, che Paolo mi schiaccio sotto di lui, mi si sdraiò sotto e passandomi le braccia intorno alle spalle mi blocco e inizio a menare dei colpi forti dentro di me...Era eccitantissimo ma dovevo ammettere che se continuava così mi avrebbe massacrato prima del tempo e io volevo che durasse ancora un po… Finalmente le fantasie delle mie seghe di adolescente si concretizzavano...
Dovetti essere sincero e dirgli “paolo...se continui cosi me lo sfondi e non riesco piu a scopare...Per favore ora fammi cambiare posizione”
Lui allarmato disse “in che senso”.
“mi metto a smorzacandela” lo rassicurò temendo che avesse inteso che ora io mi sarei inculato lui…
Annui e cambiamo posizione… nella nuova riuscivo a regolare la forza e la profondità e andavo con calma per dare modo al mio culo di recuperare fiato… non durò a lungo però perché Paolo allungando le braccia mi strinse le mani sulle natiche e inizio a incalzare da sotto aumentando il ritmo. Per fortuna in quella posizione non provavo lo stesso dolore di prima in fatto di profondità, sebbene sentissi la radice del cazzo di Paolo premere contro il mio buchetto.
“Ti piace”? sussurro lui
Annuii subito...e poi aggiunsi “si ma non dirlo mai a nessuno, questa è una cosa solo nostra…”
Stavolta annui lui…
Eravamo lucidi di sudore e la sua resistenza non accennava a diminuire…
Io sapevo che se mi fossi sfiorato il cazzo sarei venuto all’istante e il rivolo di sborra che colava dalla punta ne era una prova...Paolo lo guardava ipnotizzato il mio cazzo, ondeggiare su e giù a seconda dei colpi dati da lui…
Sentivo che non avrei retto ancora per molto il mio caro amico dentro di me quindi mi giocai il tutto per tutto chiedendogli di incularmi a martello.
Può sembrare un suicidio se ti inizia a far male il culo ma e il modo in cui l’attivo si sfoga di più e poi si libera.
Mi misi in piedi, gambe larghe e un po piegate e Paolo da dietro.
Entro tutto in un colpo iniziando a martellare nel basso ventre, gemetti di dolore e la cosa lo rese ancora più appassionato..
Continuo quel martellare costante per diversi minuti in cui ero certo, di essere arrivato al limite.
A un certo punto disse quasi in un singhiozzo…”Sto per venire…”
Mi afferrai il cazzo e iniziai a segarmi, finalmente era la mia luce verde…
Poi Paolo disse, “cosa faccio lo tiro fuori?”
Rimasi perplesso...e poi capii. Paolo era abituato alla sua ragazza..
“Mica rimango incinta io”....
Tanto bastò per convincerlo e dopo poco lo sentii grugnire di piacere mentre avvertivo nitidamente i colpi dei suoi schizzi dentro di me..
Io arrivai all’unisono versando sul tavolo una dose di tutto rispetto di sborra…
Rimanemmo fermi per un po e poi il cazzo di Paolo che aveva iniziato ad ammosciarsi, mi sguscio fuori seguito da un rivolo costante del suo seme che finì un po in terra e un poi lungo la mia coscia sinistra.
“Finalmente” dissi….
“Cosa? “ chiese Paolo..
“La fantasia della lotta e del sesso che avevo da quando eravamo alle superiori...l’ho esaudita”
“Sai quante seghe mi sono fatto pensando di scoparti in quel magazzino?” disse paolo.
Lo guardai a bocca aperta e scoppiai a ridere.
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