Mio padre mi aveva chiesto un favore quella mattina di portare dei documenti ad un suo amico meccanico che gestiva un'auto officina.


Ci avevo iniziato a fantasticare sopra dalla sera prima su come vestirmi, sapevo che c'erano diversi uomini che lavoravano lì e volevo presentarmi come una puttanella e vedere cosa suscitavo in loro e come avrebbero reagito.


Feci una doccia veloce e alla fine scelsi un vestitino crema, corto, quasi trasparente e sotto solo gli slip, mi guardai allo specchio, i capezzoli si vedevano benissimo e si vedeva anche il perizoma che avevo sotto, niente tacchi sandali bassi e capelli sciolti, poco trucco, solo un po' di fard sulle guance e un rossetto rosso fuoco sulle labbra.


Ero eccitata, mi sentivo mezza nuda e il tessuto leggero del vestito, con i movimenti, mi accarezzava i capezzoli che diventavano sempre più duri e sporgenti.


Arrivai lì davanti ed entrai in officina, c'erano tre uomini che appena mi videro si fermarono e vennero verso di me: “Ciao, come possiamo aiutarti?”


Mi sentivo già i loro occhi addosso, mi guardavano con insistenza e un sorrisetto malizioso e sicuramente con desiderio, chiamarono il capo un signore su una 60ina grosso con delle mani gigantesche sporche di grasso: “Sei la figlia di Alberto? Ma che bella figliola, quanti anni?” 


“19 anni”, rispondo io!


Mi strappa la busta con i documenti dalle mani e la butta su un tavolo senza dargli importanza, sono tutti lì dietro di lui che mi guardano e si scambiano battutine sottovoce ridacchiando.


Il capo mi si avvicina e con una mano mi accarezza una guancia e scende sul collo, io non indietreggio e percepisco un fremito tra le gambe, sento che le mutandine sono già umide e sono molto eccitata.


Lui mi fissa e prova ancora ad accarezzarmi questa volta un braccio sfiorandomi con finta ingenuità il seno. Io gli sorrido! 


“Che bella pelle morbida che hai e che bei bottoncini sotto al vestito. E di certo non è per il freddo, oggi fanno 40°”. Tutti ridono e lo faccio anche io, per ingannare un po' l'imbarazzo. Poi si gira verso uno degli altri uomini e gli dice di chiudere la serranda dall'interno.


All’improvviso cambia espressione.


“Adesso bella puttanella ci divertiamo un po’, che ne dici? Facciamo una bella festicciola solo per noi quattro”.


Non ho nemmeno il tempo di rispondere che frettolosamente in due mi spogliano ghignando, quasi mi strappano il vestito e gli slip di dosso e nel frattempo mi toccano i seni tirandomi i capezzoli e tra le cosce, costringendomi ad aprirle e a mostrarmi.


“È una troietta, ha già la fichetta zuppa, guarda come cola per quanto è eccitata. Come vuoi che la mettiamo?”


Non riuscivo a spiccicare parola, lo volevo, lo avevo immaginato, ma contemporaneamente avevo paura e vergogna.


“Legatele i polsi e le caviglie al carro ponte, la voglio bella aperta. E imbavagliatela, non deve frignare!!”
Presero delle catene e venni legata così ad X con del nastro adesivo sulla bocca. Non sapevo cosa mi avrebbero fatto ma oramai non potevo più fare nulla ero in balia di quegli uomini. 
“Io me la voglio scopare subito” disse uno di quelli, “magari è pure vergine, ha la fichetta stretta stretta” e rideva.


“No, no, tra un po’ ce la scopiamo tuti a turno, ma prima voglio divertirmi a torturarla. Secondo me gode pure la puttana, ha la fica che sbrodola, guardate” disse il capo e tutti a ridere.


Due uomini si avvicinano e prima mi tirano e mi torcono i capezzoli varie volte, poi me li succhiano e li mordono con violenza mentre il capo mi tocca la fica e comincia penetrarmi con un dito, poi due e tre dita. Ha delle mani enormi e delle dita tozze e rozze, me le spinge dentro con forza, le muove come se volesse esplorarmi.


Il quarto uomo mi prende da dietro aprendomi i glutei per cercare il mio buchino, inizia a leccarmi, sento la lingua che entra nell'ano avanti e dietro.


4 uomini che giocano con il mio corpo e io inerme e indifesa, una fantasia erotica che da sempre avevo che diventa realtà, ho il cuore che va all'impazzata, sentono che ansimo, gemo e continuano più forte, comincio a muovere il bacino sempre più veloce assecondando i loro movimenti per permettergli di penetrarmi meglio e finalmente vengo in un orgasmo esplosivo che mi lascia senza forze.


“Ti piace allora!!! Guarda come godi ad essere violentata, sei zuppa. Ora cambiamo gioco, però visto che sei così stretta, ti apriamo un po’ prima”.


Mi mettono dei morsetti sui capezzoli, che erano già belli gonfi e rossi, e sulle grandi labbra per aprirle bene e vedere meglio il clitoride turgido e la vagina invitante.


“Ma che bellina, pensa se ti vedesse tuo padre, magari si ecciterebbe anche lui a vederti messa così” fa uno dei miei violentatori e tutti a ridere di gusto.


I morsetti fanno male, stringono moltissimo, e anche imbavagliata cerco di urlare ma non si sente molto. Il capo si scola quel che resta di una bottiglia di birra e tenendola in mano mi viene davanti.


“Non immagini quanto me lo fai diventare duro, mi fai venire in mente giochi perversi. Sei mai stata scopata con una bottiglia?”


Una volta ci avevo provato e mi era anche piaciuto in realtà, pensavo… “beh, cominciamo ora!!!” conclude lui.
Mi penetra con violenza cercando di farla entrare il più possibile, i miei capezzoli vengono tirati sempre di più stretti dai morsetti, sono cosi lubrificata che la bottiglia entra dentro con facilità, tirano di più anche quelli sulla fica che ormai è completamente spalancata e dilatata.


Sento il freddo del vetro dentro di me e la sensazione è quella di essere quasi squarciata. La bottiglia è quasi tutta dentro ora, gemo più forte in maniera incontrollata, sto per avere un altro orgasmo, lo capiscono anche gli altri, e mentre lui continua a scoparmi così, uno prende a pizzicarmi il clitoride sempre più rosso e gonfio, finché non vengo di nuovo con dei forti spasmi, tremando e ansimando.


“Brava cagnetta, come godi bene, il tuo succo goccia dentro la bottiglia. Ti piace essere trattata così, vero? Non ti preoccupare, abbiamo appena iniziato, adesso ti frusto un po’, voglio vedere la tua bella pelle diventare rossa”.


Toglie la bottiglia dalla mia fica e un altro inizia a leccarmi succhiando i miei umori, sembrava che non vedesse l'ora di farlo, con le labbra mi tira il clitoride, ormai sono perennemente eccitata, sudata, desidero essere torturata ancora.


Con la coda dell'occhio vedo che due di loro armeggiano con dei fili. Prendono 4 o 5 cavi elettrici e li legano come fossero un flagello.


“Bene ragazzi, bel lavoro! Allora troietta in calore, fino ad ora hai goduto, vediamo se adesso godi di più mentre ti frusto” dice il capo! 
Mi strappa i morsetti dai capezzoli e dalla fica senza alcuna delicatezza, ma non faccio un fiato. Ora sono sensibilissima in questi punti e lui lo sa bene, mi accarezza con le sue mani enormi e ruvide e mi succhia avido i seni gonfi e il clitoride turgido.


Ansimo ormai senza vergogna, la mia eccitazione si risveglia, non sono ancora sazia di godere. 
La frusta di fili improvvisata schiocca forte sulla mia pelle, sul seno, sulla pancia, tra le cosce, sulla fica. I colpi sono ben calibrati, secchi, la pelle sferzata inizia a diventare rossa.


Ho i muscoli tesi e i capezzoli e il clitoride bollenti che pulsano per l'eccitazione e per i colpi inferti. Poi si ferma, non vuole che venga di nuovo o almeno non subito, mi lascia così. Sono talmente bagnata che i miei umori colano lungo le cosce segnate dalla frusta.


Mi osserva soddisfatto: “ti dona il rosso bambina, ora farai divertire un po’ i ragazzi, vero?”


Poi rivolto agli altri uomini: “bene, ora potete scoparvela tutta come vi pare e piace, ma a me lasciate la bocca!”
Non vedevano l'ora quei porci e a questo punto anche io avevo voglia di essere riempita finalmente dai loro uccelli, che avevo intravisto sporgere dai jeans fin dall'inizio. 
Mi slegano le caviglie affinché possa spalancare meglio le cosce mentre i miei polsi restano ancora legati. A turno mi scopano davanti e dietro contemporaneamente, sono talmente bagnata che i loro cazzi entrano con facilità.


Non lo immaginano e non gliene fregherebbe nulla, ma è la prima volta che vengo penetrata da due uomini insieme, mi sento completamente riempita dai loro cazzi caldi e pulsanti. Sono ben dotati e sono talmente arrapati, che si muovono spasmodicamente dentro di me e io li assecondo perché li voglio ancora più dentro, in profondità.


Mi piacerebbe proprio vedermi dall'esterno, mi sento una puttana mentre vengo scopata in questo modo, ma è questo che mi piace e che mi eccita realmente e intanto sto per venire ancora, per l'ennesima volta. Questa volta l'orgasmo è ancora più intenso mentre anche loro vengono e sento la loro sborra bollente che mi riempie tutta.
Finalmente vengo completamente slegata e mi viene tolto anche il nastro adesivo dalla bocca. 
“Adesso è il mio turno tesoro, fammi vedere come sei brava con quella bocca da puttana” dice il capo, mentre si tira fuori l'uccello dai pantaloni. Il suo cazzo è grosso e tozzo e sembra di marmo con le vene pulsanti e ben visibili. 
Senza nemmeno che me lo dica mi inginocchio davanti a lui e glielo prendo in bocca come una brava schiavetta, glielo succhio avidamente facendo roteare la lingua sulla cappella mentre lui mi tiene la nuca per spingermelo meglio dentro. 
Sento il suo respiro che si fa più affannato e accelero, sta per venire il porco e allora me lo sfilo dalla bocca e lo strofino tra le mie tette e finalmente mi sborra addosso, sul petto e sui capezzoli, ruggendo di piacere. 
“Da oggi in poi quando tuo padre deve mandarmi qualche documento, voglio che me lo porti tu, inventati quello che ti pare per venire. Ho in mente altre per farti divertire! Lasciami il tuo numero tesoro” lo sento dire mentre mi sto rivestendo lentamente. Sono sudata e appiccicosa di grasso e sperma, devo fare subito una doccia appena torno a casa, tanto penso non ci sia nessuno a quest'ora!


Faccio si con la testa e vado via, ripenso a quanto ho goduto e non vedo l'ora che si ripeta di nuovo. 
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