Era trascorso quasi un mese da quell'episodio al negozio. Non avevo più cercato Alessio (Così si era presentato). Certo, mi era piaciuto molto...poi, tornato alle vicende quotidiane pensavo che ok, l'esperienza l'avevo fatta, e poteva bastare così. Semplicemente, rispetto a prima, avevo iniziato ad ordinare delle cosine. Volevo avere un piccolo guardaroba femminile, spesso stavo in casa con vestaglietta, mutandine e pantofole alte, facendo lavori domestici, quando mi andava. Mi eccitavo tantissimo a scartare i pacchi, provare le robine, ammirandomi allo specchio. Non nego di essermi masturbato più di una volta pensando a quel singolare shopping ed a quello che era avvenuto, ma pensavo che non era il caso di replicare, doveva essere una trasgressione e basta. Infatti non gli avevo lasciato il mio numero telefonico, anche se avevo messo in rubrica il suo.

Senonchè, col passare delle settimane iniziai a rendermi conto che masturbarmi non mi bastava più. Così mi capitava di stare con il telefono in mano e la tentazione di chiamarlo...salvo poi desistere e poi pentirmi, e poi ri-desistere. Un vero cruccio, perchè alla fine i miei godimenti solitari nel ricordo del suo odore, del sapore del suo sesso, della sua sborra... erano intensi ma un po' tristi, diciamo così. Finchè un giorno, inevitabilmente, lasciai partire la chiamata.

"Pronto..?". Ebbi un piccolo sussulto nel risentire la sua voce. "Ciao..sono quella tua...ehm... cliente speciale del mese scorso". "Ciaooo, disse chiaramente contento, come stai?". "Tutto ok, dissi io...avevo voglia di sentirti". "Ascolta, sto lavorando", disse, perchè non mi chiami tra una mezz'ora, così posso parlare tranquillo...?. Ho ancora qualche cliente qui". "Oh, certo, anzi scusami, è colpa mia che non ho pensato stupidamente che fossi indaffarato adesso, ti richiamo allora". "Ok perfetto, ma non fare come l'altra volta eh?". "Ah ah, no, tranquillo, a dopo". "A dopo". Lasciai trascorrere un po' più di tempo, mi divertiva tenerlo in fibrillazione. "Rieccomi, sei libero?", "Certo, sto partendo...allora che mi dici di bello?". "Beh..tutto a posto, ma oggi ti pensavo e allora, insomma... ho deciso di chiamarti". "Hai fatto benissimo...temevo non ti avrei più sentita...senti...ti va di rivederci?". "Si...perchè no?...Ma sempre in negozio?" " No, certo che no" disse "Senti...questo weekend mia moglie va via...potresti venire a cena da me, così nel caso telefonasse a casa per qualche motivo mi trova lì e siamo tranquilli...". "Sposato?" "Sì" ,rispose anche con un leggero imbarazzo. "Ma non penso che per te sia un problema" disse. "Ah ah, certo che no" risposi. In realtà la cosa mi faceva piacere. Un po' perchè avevo scavalcato la moglie, o un'altra donna come amante nelle sue gerarchie sessuali, e questo alimentava al massimo il mio narcisismo, ed un po' perchè la sua "clandestinità", unita alla mia, andavano a braccetto, così non mi avrebbe creato eventualmente problemi. Sarebbe rimasto un segreto tra noi due, e questo mi garbava.

Decisi per calze velate e reggicalze bianchi, con un bel perizomino. Un vestitino corto, turchese, fatto tipo centrino da tavolo all'uncinetto, scollato dietro, legato al collo con laccetto che scendeva a fiocchetto dietro. Sandaletti a stringhe come il vestito, a punta, eleganti tacco 12 senza zeppa, che non mi piace...caschetto di capelli lisci platino che stava perfetto con il colore dell'abitino. Mi misi un rossetto di un rosa scuro intonato anch'esso al vestitino, il collarino, tre o quattro braccialetti larghi. Smalto alle unghie en pendent con il tutto...e alla fine mi cosparsi, senza esagerare, di profumo...un poison hypnotique di Dior. Depilata per bene, ovviamente, e con la pelle trattata già da tempo con opportune creme, che l'avevano fatta diventare morbida e liscia. Misi i ricambi in un sacchetto per il ritorno, mi accertai che non ci fosse nessuno, ed uscii velocemente, infilandomi in auto. Iniziava a fare buio.

Lungo la strada mi godetti il mio essere in quel momento...respiravo il mio profumo. Non ero mai uscita di casa tirata da femmina...Coglievo gli sguardi degli altri automobilisti ai semafori, mi ero truccata molto bene, anche gli occhi, mi ero ridisegnata le sopracciglia in modo perfetto e stavo benissimo. Ebbi anche l'ardire di entrare un minuto in un bar tabacchi, acquistai due cose ed uscii...con gli sguardi di tutti gli uomini lì presenti puntati addosso, sguardi che sentivo quasi fisicamente, facendomi accentuare leggermente l'andatura sculettante...mi scopavano con gli occhi...e questo mi dava un piacere incredibile.

Ma come capita spesso, non sempre le ciambelle riescono col buco. Quando mancavano ormai pochi minuti alla mia meta, e già mi immaginavo lo sguardo di Alessio quando mi avrebbe vista aprendomi la porta, lo chiamai per comunicargli il mio imminente arrivo. "Ciao...per fortuna mi hai chiamato", disse lui con voce tesa. "Che succede?", risposi. "No...nulla di grave...solo un imprevisto che proprio non avevo messo in conto...Sta tornando mia moglie con i ragazzi...uno non si è sentito bene ed hanno deciso di rientrare...scusami tanto...dobbiamo rinunciare purtroppo, mi dispiace tantissimo...". Non penso mentisse, il tono era credibile. "Ah...già...non ci voleva proprio" dissi. "Niente...sarà per la prossima volta" dissi. "Scusami ancora, io..." "Ok ok, tranquillo, mica è colpa tua, ci risentiamo...ciao". "...ciao...", disse con tono mogio, e chiusi.

Perfetto...ero a cinquanta km da casa, tirata da troietta fashion, profumata di poison, in giro, e mi sentivo una perfetta deficiente. Mi accorsi, tra l'altro, che si era accesa la spia della riserva. Dovevo quindi fare rifornimento al primo distributore disponibile, per non completare la "serata". Poco dopo ne vidi uno, e deviai. Era di quelli dove ti rifornisci e vai a pagare alla cassa dentro, in quel caso un baruccio dove vidi che c'erano delle persone. Vabbè...già all'andata ero entrata in un bar tabacchi, e mi ero anche gratificata degli sguardi degli avventori, quindi andai. Avevo fatto il pieno, erano una settantina di euro. Entrai. C'era il gestore al banco e due tipi che prendevano il caffè. Mi spogliarono con gli occhi...non so se si erano accorti...ma porsi il bancomat per pagare. "Mi dispiace signorina, ma non c'è collegamento, deve pagare in contanti", disse il tipo. Perfetto, avevo si e no venti euro. Mi prese lo sconforto. "E ora come faccio?" dissi. Il gestore allargò le braccia. Fu allora che uno dei due tipi lì presenti, mi guardò e disse "Se vuole posso anticiparglieli, poi me li può inviare in seguito, le lascio il mio iban. " "Ma...davvero? Lei è molto gentile, mi spiace approfittare...ma stia tranquillo, glieli restituirò Lunedì stesso, devo andare in banca, e le invio il bonifico". "Ma certo, ci mancherebbe" disse. Parlai a tono basso, cercando di femminilizzarlo, ma penso avesse capito perfettamente. Uscimmo fuori, mentre il gestore abbassava la serranda. "Lei è stato gentilissimo davvero, davvero la ringrazio ancora" dissi, rivolgendo anche lo sguardo verso l'amico che era con lui. "Eh...è un generoso", disse scherzando quello. Restammo lì alcuni istanti..era il momento di salire sulle nostre auto, ma nè io nè loro ci stavamo muovendo. Mi resi conto che erano alquanto eccitati dalla situazione, e d'altro canto io stessa, dopo la "buca" di Alessio, non avevo perduto l'eccitazione e la voglia, a lungo accarezzata e adesso disillusa. Ma ero lì con due sconosciuti, per quanto gentili, ben vestiti, curati, di sera tardi ormai, ad un distributore. "Ah...io sono Silvio", "E io Walter", si presentarono. "Piacere...Doriana" dissi.

"Sei davvero bellissima sai?" mi disse Silvio, avvicinandosi..."Grazie..." dissi. I brividi mi percorsero...e ancora prima di realizzare me lo trovai appoggiato contro, le sue mani appoggiate ai miei fianchi. Intanto anche l'amico era giunto alle mie spalle...e si era appoggiato contro di me. Mi trovai stretta in mezzo a loro. Silvio aveva preso a baciarmi, l'altro, premendo il suo corpo contro il mio, mi passava le labbra sul collo...sentivo il suo pacco duro strusciare sulle mie natiche, l'altro, dalla parte opposta, sul mio. "Ci vedono..." dissi timidamente. Erano infoiati..."Andiamo dietro, tra il baruccio e la siepe" fece Silvio. Ci spostammo...e riprendemmo. Mi aumentavano i battiti...Walter da dietro mi aveva sollevato il vestitino...aveva inserito il suo uccello, durissimo, tra il perizoma e la mia pelle, e si strusciava su e giù sulle mie natiche...tra di esse scorrendo il solco che le separa. Silvio, davanti, sfilato il suo uccello turgido e gonfio, aveva fatto lo stesso, appoggiandolo contro il mio, anch'esso gonfio, e strusciandolo. intanto slinguavo e mi gustavo la lingua che da dietro assaporava il mio collo. Presi in mano i loro membri e li smanettai, continuando a slinguare con entrambi...mi piaceva da morire quella situazione. Vennero velocemente entrambi. " Non mi va di finire così", dissi. Non mi andava proprio, eccerto, a quel punto. "Prendiamo una camera qui al motel", disse Silvio. In effetti c'era un piccolo motel adiacente al distributore. "Va bene..." dissi.

Fatta la registrazione di rito, eccoci in camera. Loro vanno in bagno a turno e si lavano. In quel momento ero diventata la loro puttana. Erano nudi, già di nuovo eccitati, con i loro cazzi belli dritti. Arrivò una bottiglia con i bicchieri. Mi sfilai il vestitino davanti a loro dopo il brindisi rituale...sfoggiando il bel completino intimo che avevo indossato, reggicalze con pizzetti...e tenni le scarpe. Mi piaceva tenere le scarpe tacco alto...mi eccitava di più ancora. In un attimo fummo nel letto. Misero anche della musica minimal techno con sottofondi di gridolini hard..che ci stava benissimo. Iniziai a succhiarli alternativamente, poi ogni tanto mi slinguavo un po' con uno, un po'con l'altro. Non si preoccupavano minimamente di slinguarmi nonostante li avessi già succhiati a lungo..erano veramente due porcellini libidinosi...almeno quanto me. Poi mi fecero sistemare alla pecorina...Silvio iniziò a penetrarmi dolcemente, con tatto, poi aumentando la spinta...fino a farmelo sentire tutto. Nel mentre la mia bocca si prendeva cura del cazzo lungo e curvo di Walter, che scorrazzava tra le mie labbra e la mia gola...mentre lo succhiavo e lo leccavo, uscivo ogni tanto e gli prendevo le palle in bocca, lui mugolava di piacere. Lo stesso faceva l'amico da dietro, il quale dopo aver ormai spalancato a dovere il mio buchetto a colpi di cazzo, emetteva gemiti di piacere "Oooooh, sì, prendilo tutto, così...brava dai, ti sfondoo...". Io mi muovevo avanti e indietro, in modo sincronizzato con i due cazzi. Dopo un bel po' si diedero il cambio. Essendo venuti prima dietro la siepe, per quanto infoiati, ora resistevano..ogni tanto staccavamo un minuto o due, bevendo un sorso di spumante..e poi ricominciavamo.

Poi mi rigirarono, in posizioni diverse...ora saltavo seduta sul cazzo di uno, mentre l'altro mi porgeva il suo davanti al viso oscenamente, fingendo di ritrarsi mentre io, con la lingua di fuori e la bocca aperta, lo bramavo e lo inseguivo come farebbe un assetato nel deserto che trova una fontanella...e poi, raggiunto, lo succhiavo con tutta la mia passione...ora mettendomi sdraiata di schiena con le gambe spalancate, con i due che a turno mi tenevano le caviglie con le mani e mi sbattevano di gran ritmo,mentre io assaggiavo anche con la lingua i loro buchetti alternativamente...il tutto ormai in un'orgia di suoni, odori, gridolini e gemiti corali meravigliosi. Il fiume caldo di Silvio mi inondò totalmente...lo sentii scorre dentro il mio sfintere copiosamente, accompagnato da un rantolo affannoso e potente...a quel punto sborrai anch'io dimenandomi di goduria. Pochi istanti dopo sentii un "Oooooohhhh...siiii"...era Walter, che stava travasando un intenso e lungo fiotto nella mia bocca assetata. Ci rilassammo, io con lo sperma colante dalla bocca e dal buchetto...loro a riprendere fiato distesi accanto a me.

Ci lasciammo scambiandoci i numeri, stavolta...giunsi a casa trasandata, senza cambiarmi. Avevo deciso di lavarmi a casa, perchè volevo fare il viaggio con il loro sapore addosso...mi sdraiai nel letto, il mio buchetto ancora tutto allargato...l'odore del loro succo, ancora appiccicato ovunque..."Mi doccio domani" pensai. Intanto ripensando al tutto ero di nuovo vogliosa. Mi soddisfai un'altra volta, copiosamente, e mi addormentai appagata.
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