E’ già giovedì, 6 giorni dalla serata della sfilata tra i camionisti.
In questi giorni ho sentito sempre Luca che mi assicurava che le offerte stavano arrivando e che dovevo curarmi il più possibile per non far brutta figura. Io ero curiosa di sapere le cifre, ma lui mi disse di non preoccuparmene tanto non me lo avrebbe detto fino che non tornavo dall’appuntamento.
Mi disse poi che all’outfit ci avrebbe pensato lui come da richieste del cliente, io dovevo solo rilassarmi e farmi bella.
Così feci, passai la settimana a stare attenta sul cibo, nell’idratare la pelle, nel fare doccette anali al profumo di miele e nel depilarmi continuamente.
Venerdì mattina Luca mi chiamò come previsto dandomi appuntamento al casolare alle 16.
Un misto di euforia ed eccitazione scorrevano in me mentre con il mio motorino raggiungevo il casale.
Arrivai e Luca era dentro ad aspettarmi con svariate buste, aveva fatto shopping su dettagli del cliente.
Mi baciò strizzandomi il sedere, io sorrisi e presi le buste.
“C’è tutto?”
Lui: “Anche di più!”
Andai in camera curiosa di vedere cosa dovevo indossare, è la prima volta che non scelgo io l’outfit quindi ero anche un po' agitata.
Aprii le buste e feci un sorriso, mi piaceva tanto quello che vedevo.
Un vestito bianco, simile ad una casacca lunga con la gonna fino le ginocchia, un po' scollato, con una cintina in pelle nera semplice.
Le scarpe, un decoltè classico nero con tacco vertiginoso.
Per la prima volta un reggiseno imbottitissimo nero in pizzo, dello stesso pizzo del perizoma.
Reggicalze a clip con calze nere con una fantasia a fiocco che sale dalla caviglia fino metà coscia.
Una parrucca color rosso rame con capelli lisci con una coda già fatta fino poco sotto le spalle.
Una borsetta piccola nera, giusto per i documenti e cellulare.
In più un pacchetto piccolo da scartare.
Lo aprii, c’era un plug anale con un diamantino esterno poco più grande di un mandarino, di quelli che si indossano dentro il culetto e resta fuori solo il diamante, finto naturalmente ????.
Mi piaceva quello che vedevo, moltissimo.
Mi vestii con calma specchiandomi più e più volte.
Era strano indossare il reggiseno ma mi dava quelle forme in più che mi mancavano, ora avevo un po' di seno seppur minimo.
Era eccitante.
Andai al bagno a truccarmi.. ero una gran gnocca.
Indossai il plug, presi la borsetta e andai da Luca che mi aspettava sul portone.
Disse: “sei uno schianto..! questo è per te.”
Aprì una scatola blu di raso e all’interno c’era un collier della swarovski con abbinato un braccialetto e degli orecchini a clip, stupendo.
Sorrisi felicissima, li indossai.. ora ero perfetta, mi sentivo una vera donna.
In macchina durante il tragitto ero felice e sorridevo a 36 denti, non facevo domande, tanto Luca aveva già detto che non mi poteva dire ne la cifra e non sapeva nemmeno l’aspetto del cliente, mi disse solo che si chiamava Antonio e mi avrebbe riconosciuto lui.
Poco prima di arrivare Luca prese una bomboletta piccola dallo sportellino dell’auto e mi disse: “E’ uno spray al peperoncino, usalo se ti senti in pericolo e chiamami subito. Io resterò comunque nei paraggi.”
Lo presi, e lo misi in borsa. Ora il sorriso stava scemando, mi assaliva un senso di angoscia mista ad eccitazione e capii che non ero vestita da donna ne stavo andando ad una festa, ma ero una escort, una puttana e dovevo lavorare.. e mi piaceva.
Luca mi riportò in quel piccolo parco da picnic dove mi aveva fatto sfilare la settimana prima, scesi dall’auto e ci salutammo con un semplice “ci sentiamo dopo”.
Lui andò via.. ora si che ero terrorizzata. Non c’era nessuno ad aspettarmi allora mi sedetti e nel mentre stavo per prendere il cellulare, vidi una macchina lampeggiarmi da lontano.
Si avvicinò, accostò alla panchina, abbassò il finestrino e disse: “quanto vuoi cara?”
Mi sentii gelare: “vai via non sono mica una puttana, ho un appuntamento!”
Prese e se ne andò..
Non ero a mio agio, ora mi rendevo conto cosa si può provare battere per strada.. io ero fortunata.
Dopo 10 min circa, le 19:20 per l’esattezza, si avvicinò un uomo sulla 50ina, con una completo nero elegante, un po' sovrappeso ma robusto non grasso, castano occhi scuri, fumava ma aveva un bel sorriso, aveva con se delle rose rosse.
Si avvicinò: “Ciao Michela, sono Antonio piacere.. Sei stupenda! Queste sono per te”
“Grazie sono bellissime “ risposi sorridendo “il piacere è tutto mio”.
“Andiamo a cena?” disse lui.
Risposi con un “Si certo, a tua completa disposizione”.
Salì sulla sua mini cooper e mi portò in un ristorante fuori città.
Conoscevo il posto per nome, sapevo che si mangiava molto bene il pesce.
Entrammo, la sala era ancora semivuota e ci fecero sedere in un tavolo quasi al centro della stanza, l’uno di fianco all’altra.
Sentii gli occhi di tutti su di me, e mi piaceva molto.
Una volta seduti ordinammo un drink, per rilassarci un attimo e leggere il menù.
Lui, visto che ero un po' in imbarazzo, prese l’iniziativa: “Sei stupenda stasera, spero ti piaccia quello che ti ho comprato perché ti sta veramente bene”.
Io: “si grazie è tutto molto bello, chissà quanto ti sono costati!”
“Non preoccuparti per una volta una pazzia si può fare, anzi per me è la prima volta in assoluto che pago una escort come te, ma la scorsa settimana su quel prato mi hai fatto morire, considera che mi sono dovuto segare parecchie volte prima di calmarmi”
Io: “Sono felice che ti piaccio, anche tu sei un bell’uomo, complimenti” Sorridendo.
“Hai indossato tutto tutto?” chiese.
“Ti riferisci al plug?” sorrisi “certo che si, cosa credi.. sono molto obbediente”
Sentii la sua mano allungarsi sulla mia coscia destra.. “Brava Michela, e bella”
Tra un discorso e l’altro arrivò la cena: antipasto di mare e spaghetti alle vongole, il tutto accompagnato da del buon vino.
Poi prendemmo un classico sorbetto al limone per dolce, e lì iniziò con le richieste.
Mi prese la mano e se la portò al suo cazzo già in tiro e fuori dai pantaloni sotto il tavolo.
Era caldo, duro e veramente largo.. non riuscivo a chiudere la mano.
“Segami, e guardami”
Lo fissai ammiccando, facendo scivolare la mia mano dalla cappella alle palle con movimenti alternati. Gli piaceva e lo capivo dai suoi piccoli gemiti.
Dopo poco prese il mio sorbetto, lo mise sotto al tavolo e avvicinandolo alla cappella mi chiese di accellerare un po'… tempo 10 secondi sborrò dentro al bicchiere.
Me lo ripose davanti al piatto.. “ora fammi vedere se vali il prezzo”.
Sorrisi, presi il flute lo avvicinai al naso odorandolo, profumava di muschio e limone.
Poi misi in bocca la cannuccia lentamente, succhiando tutto lo sperma di Antonio.
Non ingoiai, lo lasciai sulla lingua, aprii la bocca e ci giocai spostandolo da desta a sinistra davanti ai suoi occhi, assaporandolo per poi farlo scivolare nella mia gola.
Tolsi la cannuccia e bevetti anche l’ultima goccia, ripulendolo con la lingua fin dove potessi arrivare.
“Buonissimo” gli dissi.
Lui mi guardò eccitato e chiese il caffè per 2 e il conto.
“Per me niente caffè, voglio ancora il tuo sapore in bocca, grazie” e sorrisi.
Pagò e mentre stavo per uscire mi fermò dicendomi: “aspetta, saliamo, ho una camera prenotata qua”.
…to be continued
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