“Vedi? Noi tutte avremmo voluto questo, ma per colpa tua vedi cosa siamo costrette a fare? Non è giusto che sia solo tu a godere di tutto ciò. Anche se una come te non ce la ved...”

Si arrestò. Non concluse la frase.

“Tu e lui l'avete già fatto vero?”

Cristina non rispose. “Oddio vuoi vedere che...” Nella voce di Flavia c'era qualcosa di trionfante.
Tornò immediatamente dalle sue amiche e da Samuele. Disse qualcosa a bassa voce, e per tutta risposta Sara si tolse dalla sua posizione lasciando il posto a Flavia. Questa, volta con le spalle a Cristina, divaricò le gambe e mosse il bacino verso il basso, venendo anche lei penetrata da quel cazzo ancora all'apice del suo vigore. Anche lei come Sara urlava di piacere.

“Oh sì, mi piace come mi sbatti Sami, e mi piace che quella vergine di Cristina ci guardi!”

“No” urlò lui disperato, e fece per scansare Flavia, la quale quasi cadde a terra. Ma un urlo di Cristina lo bloccò: Matilde e Sara le avevano tirato violentemente i capelli.

“Forse è meglio se ti rimetti seduto Sami” fece Flavia. E lui così fece, lasciandole tutta la libertà di tornare a farsi scopare dal suo cazzo.
“Lo sappiamo tutti in questo autobus che in fondo ti piace!”

“Non è così, Cristina non ascoltarla!” Cristina non rispose e Flavia si voltò rapidamente a guardarla sorridendole.

Fu solo dopo qualche minuto che Matilde si separò da Sara e venne a reclamare il suo turno. Flavia si alzò e le lasciò il posto. Ma Matilde prese la mano di Samuele e lo fece stare in piedi, per poi giragli intorno e inchinare in avanti verso il sedile il busto e mettersi a novanta.

“Voglio che mi sfondi da dietro!” il cazzo di Samuele era quasi allo stremo, ma la sua erezione spingeva contro la fica di di Sara.

“Allora? perché ci metti tanto?”

Un sonoro schiocco seguito da un altro urlo di Cristina lo destarono dalla sua irremovibilità. Questa volta le avevano mollato un ceffone.

“Ok d'accordo ma lasciate stare Cristina.” guardò in basso verso la schiena di Matilde “se è questo che vuoi...”

Con la mano si aiutò a trovare la sua fica e vi poggiò sopra la punta del cazzo, facendolo sfregare un po'. Puntò i propri piedi al fianco interno di quelli di lei, e avvertì il tremore delle gambe di lei. Si inchinò e si accostò vicino a lei

“Prima volta anche per te?”

“Sì fece lei” con tono languido.

“Benissimo.”

Si tirò nuovamente su e spinse più forte e irruentemente che poté il cazzo dentro Matilde. Lei cacciò un urlo che di piacere non aveva quasi nulla. Sentiva il suo cazzo invaderla bruscamente, e veniva spinta in avanti da quel movimento troppo irruento. La sua testa era andata a sbattere sullo schienale del sedile e ora non riusciva a muoversi. Era completamente immobilizzata ed assoggettata al ritmo dettato da Samuele, il quale nel frattempo aveva saldato la propria posizione prendendola per i fianchi. Matilde era quella delle tre che stava beneficiando dell'esperienza meno piacevole, ma al contempo era anche l'unica che stava beneficiando della diretta partecipazione di Samuele. E questo in qualche modo la eccitò, tanto che dopo qualche minuto di abituò a quella condizione, fino a quando alla fine raggiunse l'orgasmo.

In tutto questo tempo, ovverosia poco più di mezz'ora, Samuele si era ben trattenuto dal venire. E ora sentiva il proprio cazzo sfinito e con qualche goccia di sperma sulla punta. Gli faceva male perché chiedeva di schizzare, ma lui si rifiutava. Sperava, ora che tutte e tre avevano finito, che se ne andassero e che potesse farselo tornare moscio.
Purtroppo per lui quelle tre non avevano finito. Lo condussero vicino a Cristina e, lasciandolo in piedi, tornarono a spompinarlo tutte insieme. La faccenda durò comprensibilmente poco. Ma per quel tanto che durò, loro furono assolutamente affamate. Lui godette silenziosamente dell'averle lì sotto e finalmente si liberò. Il primo schizzo fu così violento e andò così lontano, che raggiunse Cristina e le bagnò le calze. Inzuppò letteralmente i capelli e i visi delle tre artefici di quell'orgasmo, le quali mentre il suo cazzo scattava in alto per poi riabbassarsi tra uno schizzo e l'altro, erano rimaste con le loro labbra attaccate ad esso. E quando gli ultimi scatti furono consumati e quel che usciva ormai colava verso il basso, se lo passarono un po' alla volta, leccando e pulendo. Alla fine ognuna di loro aveva un po' del suo prezioso sperma sulla lingua. Iniziarono a baciarsi a coppie: Flavia e Sara, Sara e Matilde, Matilde e Flavia, Sara e Matilde. Uno scambio continuo e condiviso di sperma e saliva.
Sara all'improvviso alzò le mani come per dire “aspettate” e si indicò la bocca per segnalare che l'attesa era per l'ingoiare.
Si alzò sotto lo sguardo incerto delle altre, di Samuele e di Cristina. Ma fu proprio a questa che si avvicinò. Tirò giù la zip della sua felpa e le tirò su la maglietta, sfilandola verso l'alto e ammucchiandola nel nodo fatto con la cinta. Poi le slacciò il reggiseno.

Fatto questo Sara si lanciò nell'azione più perversa prodotta da quella serata, sotto li occhi increduli di tutti gli altri presenti.
Iniziò a leccarle il seno, il collo e il viso, spargendo lo sperma del suo fidanzato ovunque.
Flavia trattenne una risata a fatica, e si alzò repentinamente per raggiungere Cristina. Così fece anche Matilde. Si unirono a Sara in quell'azione erotica e umiliante. Il ventre, il seno, le labbra e il viso tutto di Cristina, erano cosparsi di saliva e sperma. Ora a turno le stavano leccando le labbra, sebbene lei cercasse di tenerle serrate.

“Assaggia il tuo ragazzo, dai!”

Cistina era sfinita ed esausta mentalmente, tanto che dopo un po' dovette cedere e lasciò che la lingua di una di loro penetrasse le sue labbra, lasciandole sfiorare le gengive e poi la lingua. Tutte e tre la baciarono e leccarono a turno. E quando ebbero finito si rivestirono e abbandonarono Cristina e Samuele sull'autobus, completamente soddisfatte da quegli amplessi e dall'aver dato una lezione a lui e lei.
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