La crociera avanzava infrangendo la calma del mare che si stendeva sotto di essa. Era salpata solo da qualche giorno e Marco e Mariateresa si stavano godendo la lor luna di miele. La loro non era una semplice stanza o cabina. Alloggiavano in una suite dotata di moltissimi comfort, ivi compreso idromassaggio.
Il viaggio che avevano iniziato li avrebbe portati lungo molte delle coste del nord Europa, per poi rientrare in Italia in poco meno di venti giorni. Cosa più importante, facevano l'amore ogni volta che potevano, o che ne avevano voglia.

Era il primo Venerdì della loro crociera quando si separarono. Mariateresa disse a Marco che si sarebbe concessa un paio di ore nella spa. Per tutta risposta lui decise che avrebbe esplorato alcune delle attività che la nave metteva a disposizione dei passeggeri. Girolonzò una mezzo'oretta prima di trovare il casinò interno della crociera. Finì nei pressi di un tavolo in cui un gruppo di signori un po' attempati giocavano a poker. Indugiò finché uno di loro non lo notò e lo invitò a sedersi. Non si fece pregare ed iniziò a giocare e a rompere il ghiaccio. Antonio, Vincenzo, Armando e Diogene erano tutti over 60 e facevano parte di uno di quei gruppi di pensionati che tramite le agenzie di viaggio partecipavano a viaggi in comitiva.
Marco passò un paio di ore tranquille e spensierate. Decise che nei giorni seguenti, se avesse avuto tempo avrebbe fatto volentieri ritorno al tavolo del poker. E tra una sauna o una spa di Mariateresa, una scesa a Terra a visitare qualche città, nei giorni seguenti fece spesso tappa fissa al poker.
Di quando in quando c'erano anche altri o altre del gruppo dei primi quattro, ma lui maturò rapporti più saldi solo con loro. Un giorno casualmente li trovò a chiacchierare di sesso, scopate e cose affini. A quanto pareva la terza età non rappresentava un ostacolo alla loro vita sessuale, e Marco rimase impressionato delle vicende che questi si raccontavano. Addirittura Diogene di vantava di essere stato non molto tempo prima con una ventenne.

“Certo” diceva “puoi contarci. Più sono giovani più me lo addrizzano. E se proprio ho qualche difficoltà, giù la pillola blu e te le trapano tutte”

Marco era realmente esterrefatto, ma qualcosa si accese in lui. O meglio, riaccese. Ormai era quasi rassegnato a non veder mai coronato il suo sogno di vedere sua moglie utilizzata come strumento del piacere da un gruppo di estranei. Non era mai riuscito a spiegarsi perché, ma l'idea che questi estranei fossero dei vecchi, gli faceva venire un cazzo così duro, che avrebbe potuto sfondare l'ano di sua moglie alla prima infilata.

“E tu Marco? Che ci racconti? Ti stai godendo la luna di miele? Stai rendendo felice tua moglie?”

E nel pronunciare questa ultima domanda fece un inequivocabile movimento del bacino che si spinge in avanti e indietro.

“Ehm, sì certo. Direi che nessuna notte sta andando sprecata!” E sorrise.

Poi d'impulso fece loro una domanda.

“Avete mai fatto sesso di gruppo?”

Al tavolo ci fu un lungo momento di silenzio. I quattro signori si guardarono l'un l'altro un po' interdetti.

“A dire il vero...”

Quel che emerse da quella conversazione fu che nessuno di loro aveva mai avuto quel tipo di esperienza ma che ognuno di loro non avrebbe avuto nessun problema a farne una del genere. E sempre durante quella conversazione, quel giorno, Marco confessò la sua fantasia di vedere sua moglie prepotentemente sbattuta davanti a lui. Così, man mano che quella conversazione procedeva, Marco da una parte, e loro dall'altra, si venivano incontro su un'intesa che avrebbe beneficiato a tutti loro insieme, a “discapito” di Mariateresa.
Tra quelli che sedevano a quel tavolo si creo una oscura e perversa intesa.
Ora l'unico pensiero di Marco era come convincere sua moglie; sapeva che questa era la sua unica, grossissima chance, ma non poteva certo uscirsene con “sai che i compagni di poker vorrebbero scoparti? E io vorrei tanto guardarvi?”

Lei era molto timida e queste cose le facevano storcere il naso solo a parlarne. Sì perché lui aveva già avanzato proposte di questo tipo in precedenza. Ma la risposta era sempre stata invariabilmente la stessa: “no, non voglio, mi vergogno tantissimo”.

Il pomeriggio seguente Marco tornò a giocare a Poker con Antonio, Vincenzo, Armando e Diogene. Disse loro che aveva organizzato tutto sul come procedere, e che avrebbero solo dovuto aspettare qualche giorno.

Passò qualche giorno, e la crociera in tarda mattinata attraccò al porto di Amburgo. Marco chiese però a sua moglie se le andasse di rimanere con lui e farsi un lungo, caldo e rilassante bagno caldo nella loro vasca idromassaggio. Lei non fece troppe obiezioni. In me che non si dica erano immersi nella vasca e massaggiati da getti caldi e bollicine. Una vera meraviglia! Erano immersi semi sdraiati uno di fronte all'altra, tanto che le loro gambe si incrociavano e sovrapponevano sotto la superficie dell'acqua. Marco iniziò a sfregare le cosce di Mariateresa con il piede, per poi farsi rapidamente strada verso la sua fica nonostante le cosce ancora un po' chiuse.

“Ma quanto sei insaziabile!” e nel pronunciare queste parole aprì le cosce. Inoltre iniziò a muovere il suo piedino verso il cazzo di Marco e a strusciarlo su e giù, su e giù, fissandolo negli occhi.

“Io sarò insaziabile, ma tu mi istighi così tanto! Dillo che ti piace fare il gioco della ragazza innocente ma che la verità è che ti piace da morire prendere il cazzo, soprattutto nel culo”

Mariateresa sorrise e abbassò lo sguardo; non disse nulla. Solo, raddoppiò la dose e iniziò a fare una sega con i piedi a Marco. Il suo cazzo era durissimo e scivolava una meraviglia dentro l'acqua calda.

Poco dopo Marco si alzò in piedi, sovrastandola con la sua altezza e col vigore del suo cazzo.
“Continuiamo sul letto.”
Prese da un mobiletto un lungo nastro nero e chiese a Maria di bendarsi. La cosa li eccitava entrambi. Con la scusa di andare a bere un sorso d'acqua, Marco lasciò Mariateresa sul letto mentre andava ad aprire la porta lasciandola accostata. I suoi ospiti, come da accordi presi in gran segreto, sarebbero entrati senza problema alcuno e avrebbero poi richiuso la porta.
Tornò in camera e la raggiunse. Era bendata, e completamente nuda. Lui aveva mantenuto tutta la sua eccitazione. La sdraiò supina sul letto, e lei si fece condurre, data la sua condizione di cecità. Lui le divaricò le gambe e iniziò a leccarle la figa e a baciarla. Passava ovunque con la punta della propria lingua, e aveva moltissimo piacere nel veder il suo ventre abbassarsi e contorcersi dal piacere, mentre si aggrappava ai cuscini prima, o le metteva le mani nei capelli poi.

Non era passato molto da quando Marco aveva iniziato questa pratica, quando molto silenziosamente i quattro vecchi entrarono. Marco li vide schierarsi intorno al letto e sogghignare guardando quella giovane dal seno moderato ma turgido, con la figa pelosa completamente fradicia dei propri umori mischiati alla saliva del marito.

“Ti piace vero amore? Dov'è ora quella ragazza timida che ho sposato?”
“Sicuramente non qui!” rispose lei “Voglio che mi sfondi, voglio che mi tratti come una puttana da quattro soldi!”
“Ah sì? Vieni qui allora”.

Marco la afferrò per le gambe e la girò prona. Dopodiché la posizionò a pecora. Fatto ciò indietreggiò lasciando il posto a Diocleziano, che già da qualche minuto si era tolto i pantaloni e teneva in mano il suo cazzo sessantenne dignitosamente duro e dritto. Lui iniziò leccandole l'ano, ma fu una cosa breve; passò quasi subito al sodo e iniziò a scopare la figa di quella giovane che avrebbe potuto essere sua figlia.
Mariateresa iniziò a gridare di piacere e ad implorare di non fermarsi.
Nel frattempo Marco si era seduto di fianco al letto e si godeva la scena. Si masturbava lentamente al ritmo del cigolio del letto. Era ammaliato da quella scena. Vedeva il viso di sua moglie contorto dal piacere. Non vedeva l'ora di venire. Anche gli altri signori nel frattempo si erano completamente spogliati.

“Oggi sei veramente devastante” fece Mariateresa.
Marco si avvicinò al suo volto per non tradire la distanza che li separava, e rispose “e non hai ancora visto nulla” Lei gemette sotto i colpi violenti che le venivano inferti.

La situazione cambiò radicalmente quando il primo, Diocleziano, si stese sul letto in posizione supina, e se la prese sopra continuando quello che aveva iniziato in precedenza, ossia scoparla nella figa. Con lui così sdraiato, lei sobbalzava e su e giù, gemendo ad ogni movimento. Si portò poi in avanti, quasi sdraiandosi su di lui, e poggiandosi con le braccia sul letto.

“Continua così mi stai facendo bagnare tutta!”

Da quella posizione, subentrò dietro di lei uno degli altri tre, che la bloccò tenendola ai fianchi, e infilandole a tradimento il cazzo nella figa, insieme a quello di Diocleziano. Una doppia penetrazione che la fece urlare ma che le diede anche la consapevolezza che lei e Marco non erano soli. Si tolse maldestramente e agitatamente la benda per scoprire che osservare la situazione e scoprire che Marco non era sul letto; sotto di lei c'era uno sconosciuto, un anziano, con dei baffoni bianchi. Si voltò come meglio poté e vide che anche dietro, un altro anziano. In più, altri due ai bordi del letto, nudi, con il cazzo in mano, proprio come Marco, seduto su quella sedia e lo sguardo rapito da quel che aveva davanti agli occhi. Mariateresa video come se lo menava violentemente. Questi sconosciuti erano tutti incredibilmente avanti con l'età, un paio erano pelati, e gli altri con capelli grigi. Due erano anche disgustosamente grassocci.

“Che diavolo sta succedendo qui?”

Nonostante la sua perplessità la scena non si interruppe né rallentò. Quei due continuavano ad abusare della sua figa, la figa della moglie Marco, come se niente fosse. Prima allo stesso ritmo, poi alternati, causando un violento piacere accompagnato da una lieve sensazione di dolore dato dall'averla troppo piena. Per lei era la prima volta in quella condizione. I due uomini si sistemarono meglio sul letto e dentro di lei. Ora il secondo non era più in piedi fuori dal letto ma era su inisieme a lei e a quello sdraiato.

“Basta così fermatevi” continuava ad implorare lei.

Ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu un aumentare di quella situazione così allucinante.
Uno dei due uomini si mosse dal fianco del letto per andare alle sue spalle.

“Si fermi, non so cosa ha intenzione di fare, ma la avverto, meglio che non faccia nulla di strano!”

Iniziava ad essere un po' alterata dal fatto che nessuno badasse a ciò che lei voleva. Tuttavia vedere e guardare suo marito che si masturbava in quell'angolo l'aveva smossa. L'aveva smossa in una maniera che non aveva mai provato. Era un nuovo livello di piacere? Ma il fatto di essere abusata, come donna, lo trovava profondamente non dignitoso. Sentiva la propria eccitazione colare sui cazzi dei due vecchi. Ancora bloccata in quella posizione distesa su Diocleziano, Mariateresa chiuse gli occhi cercando di non sentirsi, di non pensarci. Non voleva accettare che in fondo le stesse iniziando a piacerle.

“Vi prego, non...”

Dovette lottare molto con se stessa per non cedere alla situazione che la travolse nei secondi immediatamente successivi alla sua ultima lamentela. Ma il colpo di grazia che la stese definitivamente fu quello inferto dal terzo uomo, l'ultimo che si era mosso, il quale iniziò a strusciare la cappella sul suo ano. Tenne ancor di più gli occhi chiusi sperando che non arrivasse ciò che sospettava (o che forse desiderava). Sentì un liquido colarle dall'osso sacro verso il buco. Era la saliva dell'uomo. Non sapeva come, ma lo seppe con assoluta certezza. E mentre, in aggiunta a questa, era ripreso il movimento dei primi due che le scopavano la figa, la sua tempra fu messa ulteriormente a dura prova. Diocleziano, quello che, dei tre intenti a scoparsela, era sdraiato sotto di lei, iniziò a leccarle i capezzoli che in tutta questa situazione si erano induriti come era solito capitarle. Ormai ogni frase pronunciata da Mariateresa nel tentativo che tutto ciò si fermasse, era scandito dai suoi gemiti di piacere. Marco era in totale visibilio e scattò in piedi continuando a segarsi. Il suo sguardo era letteralmente invasato.
E poi arrivò. Sentì il terzo uomo entrarle delicatamente dentro da dietro. Era più garbato degli altri due. Questo le diete modo e tempo di apprezzare meglio il suo operato. Mariateresa non aveva mai goduto così tanto. Tutti i suoi punti di piacere stavano esplodendo. In un momento di rarissima lucidità pensò fugacemente che non sarebbe mai più stato possibile godere così tanto, e se ne rammaricò. Tre uomini la stavano possedendo, ed altri due si stavano segando con dei cazzi normi. Rimpianse di non poter accogliere anche quei due. Sperò comunque che non l'avrebbero risparmiata. Questo pensiero fu il crollo di ogni sua resistenza. Da lì in avanti, abbracciò totalmente quel che le stavano facendo, tutti. Spinse il busto in avanti e si inchinò iniziando a baciare quel vecchio. La lingua caldissima di lei incontrava quella di lui, mentre giù in fondo veniva letteralmente sbattuta, abusata.
Fu in questo momento che entrò in gioco l'ultimo signore. Venne a mettersi in ginocchio vicino a loro e le schiaffeggiò il volto con il cazzo. Una, due, tre volte. Mariateresa iniziò a dedicargli tutte le attenzioni che fino ad allora aveva concesso solo a suo marito. Il cazzo di quell'uomo era un pezzo di marmo, ma era anche incredibilmente bollente. Succhiarlo era un piacere incredibile. Inoltre si accorse che versava già alcune gocce di sperma. Evidentemente l'eccitazione e la sega fatta fino a quel momento l'avevano portato già un bel pezzo avanti. La scena di cristallizzò in questo modo e vi rimase per un bel po'. Nella stanza il silenzio era spezzato solo da sbuffi, sospiri e soprattutto gemiti di Mariateresa. Ogni tanto i quattro si scambiavano la posizione, e ogni tanto la cambiavano a lei: un po' a pecora, un po' missionaria, alcune volte in piedi appoggiata al muro, con una gamba a terra e l'altra sorretta da uno di loro. La presero in tutti i modi possibili. E cristo, questi quattro avevano un'energia inesauribile. Ad un certo punto addirittura la presero in braccio e la sostennero collettivamente in posizione verticale mentre due di loro, sempre a turno, le scopavano (ancora) culo e figa. Ormai lei era un bagno di sudore ed eccitazione.
A Marco iniziavano a far male le palle per quanto avesse bisogno di schizzare, ma era deciso a trattenersi per il gran finale. Dopo un tempo interminabile i quattro vecchi la deposero a terra. Vedendo la giovane moglie ormai esausta e non in possesso delle forze necessarie ad assecondarli ulteriormente, si presero cura di sistemarla secondo le loro esigenze.

“Sì bravo così, appoggiala bene al bordo del letto”

Mariateresa era seduta con la schiena appoggiata al letto. Teneva le braccia incrociate sul seno modesto e su quei capezzoli martoriati. L'ano le faceva male. Per un momento due di loro lo avevano scopato a coppia. Ora lì seduta e li guardava, mentre la circondavano, e masturbavano i loro cazzi fradici dei suoi liquidi. Anche se il suo viso era molto serio e con una venatura di contrarietà, li guardava con occhi che lasciavano assolutamente intendere quanto aspettasse il loro schizzo finale. Arrivò poi Marco, a posizionarsi proprio davanti a lei. Ora aveva all'altezza del viso ben cinque cazzi. Grossi, pieni, pulsanti e pronti a inondarla.

Istintivamente chiuse gli occhi e aprì la bocca sporgendo in fuori la lingua. Nessuno dei cinque resistette più di dieci secondi a questa scena. Vennero quasi tutti contemporaneamente. I loro getti furono così copiosi che cosparsero Mariateresa quasi per intero. Gran parte di tutti quegli schizzi colpirono violentemente il viso di Mariateresa che percepì una colata bollente ovunque, sugli occhi chiusi, sul collo, e sulla lingua. Altro andò a finire sul seno e qualcosa anche più giù. Dovette tenere gli occhi chiusi per via di tutto lo sperma che vi era finito su. In questa condizione cercò di raccogliere con le mani tutto lo sperma che aveva sul viso e portarselo in bocca, infilando in questa le dita e leccandole per pulirle. Un'operazione che fece con una malizia inaudita, passando la lingua bene nel mezzo delle dita. Fatto ciò, a tentoni, alla cieca, cercò i cazzi che aveva intorno. Ne afferrò uno per mano e li masturbò, godendosi i loro ultimi attimi di vigore. Sentiva gli altri premerle contro il viso. Ne prese uno in bocca e lo lecco tutto pulendo ogni goccia di sperma. Fece lo stesso a turno per tutti gli altri, lasciando per ultimo quello di Marco, al quale dedicò maggior dedizione e cura. A lui concesse un vero e proprio pompino, massaggiandogli anche le palle. Continuò fin quando lui non le concesse un secondo schizzo in bocca. Mandò tutto giù. Tutto era giunto al termine. Avevano trascorso all'incirca un'ora e mezza di sesso selvaggio.
Gli ospiti si rivestirono e presero congedo da Marco, asserendo cose tipo “ci vediamo alla prossima partita” o “bella zoccola che ti sei trovato”. Marco rispondeva di sì a entrambe le cose.

Mariateresa stentava ancora a credere a quello che fosse successo, sebbene si fosse lasciata andare e avesse goduto come mai. Andò a farsi una doccia per ripulirsi meglio e quando ebbe finito andò a sdraiarsi sul letto vicino a suo marito. Rimasero a guardarsi a lungo senza dir nulla. Alla fine lei spezzò il silenzio con un inaspettato “Niente male”.
Marco la guardò pieno di eccitazione, e le rispose “Domani, stessa ora, stesso posto?”

“Perché non stesso posto, più volte al giorno?”

Il resto della crociera trascorse meravigliosamente per entrambi.
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