“Marco amore sei pronto che dobbiamo andare ?! Mia mamma ci sta aspettando giù e siamo già in ritardo di dieci minuti; lo sai che non le piace aspettare, poi si arrabbia; sbrigati amore dai, non voglio fare arrabbiare la mamma”

“Si, si, sto arrivando ma non m i piace tutta questa pressione che mi mette quella donna !! Ricordati che sei sposata con me e non con lei per cui gradirei un pò di rispetto, da te ma anche da tua mamma. Hai visto come mi tratta di solito ?!”

“Ma amore dai non ti preoccupare lo sai che ti amo, la mia mamma vuole proteggermi, sono la sua unica figlia e tu gliel’hai portata via per cui si preoccupa.
Quando ci siamo sposati ero ancora vergine, lei questo lo sa e adesso teme che tu possa in qualche modo trattarmi male. È protettiva e nient’altro, non ce l’ha con te anzi, le piaci molto.”

“Sarà, ma io non la sopporto. Quando parla di te ti definisce un angioletto puro e casto e questo mi infastidisce perché spetta a me dire se sei pura e casta!!”

“Marco, amore, lo sai che sono vergognosa se parliamo di queste cose per cui vorrei non lo facessimo. Mi vergono molto quando si parla di oscenità. Andiamo”

Marco, Maria Teresa e la mamma Carmela da qualche settimana avevano organizzato una visita presso un monastero sito nei colli della loro regione e ora era arrivato il momento della partenza. Mamma Carmela era particolare felice, conoscere dei veri monaci e avere accesso a tutti i loro manoscritti la affascinava parecchio. Mamma Carmela era una donna sulla sessantina, mora, occhi castani e il viso di una donna che è sempre dall’estetista per farsi iniettare del Botulino.
Abbastanza alta, portamento da Signora, seno molto abbondante (non rifatto) e glutei non tanto sodi ma rotondi e se si considera che spesso porta pantaloni in pelle ci si può immaginare un piacevole culo.
Maia Teresa, l’eterna pudica sposina, è una donna alta e magra, slanciata, il suo culo è piccolino ma sodo e volgare, figa molto pelosa, tettine con dei capezzoli sempre turgidi ed esposti, come biancheria intima tanga, nulla e autoreggenti color carne,
Maria Teresa è una puttana ma ancora non lo sa, qualche segnale lo ebbe in gioventù quando con il fratello e il cugino giocavano ai dottori con lei che segava e faceva sborrare i cazzi dei maschi, ma oltre a quello null’altro fino al matrimonio. La sua famiglia molto religiosa la indusse ad una vita di clausura e castità pubblica, fino al matrimonio con Marco.
Il matrimonio fu una boccata d’aria per Maria Teresa perché oltre a portala fuori casa le diede la libertà di esprimere parte della sue perversioni al marito Marco che fu lieto di scoprire questo lato depravato nella moglie.
Marco infatti non aveva ancora confidato le sue fantasie alla moglie Maria Teresa, cioè di prostituirla, vederla prendere il cazzo di uno sconosciuto nella figa fino a farlo sborrare dentro per cinquanta Euro. Lo sognava da sempre, voleva essere sposato ad una donna capace di fare la puttana per voglia o anche necessità se il caso lo avesse richiesto. Marco sognava anche di ficcare il suo cazzo nel culo di Mamma Carmela, primo perché la odiava e secondo perché convinto che la mamma di sua moglie fosse una gran puttana dal culo rotto.

“Maria Teresa, Marco sono qui, venite… hai parcheggiato vicino all’uscita così siamo più pratici dopo?”

“Si Signora Carmela, ho messo l’auto dove mi ha suggerito. Lei ha rintracciato fratello Rocco per farci entrare in questo monastero?”

“Certo, adesso il fratello Rocco verrà ad aprirci per condurci nella sala manoscritti”

Dopo una decina di minuti e una piacevole passeggiata in un chiostro medievale ricco di fiori, di verde e con una meravigliosa fontana circonda da mattoni di tufo gli sposini e mamma Carmela si ritrovarono in una piccola cappella con una libreria di manoscritti antichi. Con loro il monaco Rocco e altri tre monaci addetti alla libreria tutti sopra i sessanta alti e piazzati. I monaci per via delle fatiche quotidiane legate alla gestione di un monastero sono grandi lavoratori della terra, coltivano e fanno pascolare gli animali provocando conseguenze positive sulla loro struttura fisica e favorendoli alla salute.
Dopo aver identificato dei manoscritti di particolare interesse i monaci li passarono a Mamma Carmela e tutti insieme iniziarono a sfogliarli.

“Mio Dio che pezzo questo manoscritto, la bella di pecora che lo protegge è molto pregiata e le pagine… che carta elaborata, preziosa… non come quella carta spazzatura prodotta oggi. Ma vediamo un pò se ci sono riferimenti a Madre Lucia, una sorella di cui ho letto molto ma con poche fonti, vorrei capire di più su chi era veramente questa donna”

“Signora credo che della persona di cui parla potrebbe tracce in questo manoscritto però non lo so se vuole davvero sapere, Madre Lucia non era per così dire benvoluta dai suoi contemporanei, era una fedele e aiutava a modo suo la causa pur mettendosi in cattiva luce agli occhi degli altri”

“In che senso era benevola dei contemporanei?”

“Bè, guardi lei stessa”

Il manoscritto in questione non conteneva testo ma disegni, pittogrammi rappresentanti Madre Lucia mentre accudiva uomini soli, viaggiatori vogliosi di una donna da scopare e riempire.
Tutte quelle immagini stupirono lasciando senza parole Mamma Carmela che non si accorse dei tre monaci che si erano tolti la tonaca restando tutti e tre nudi con i cazzi molto grossi e già duri di fuori, erano completamente nudi i maiali.
Marco e Maria Teresa rimasero sbigottiti da quella scena e il seguito fu una sorpresa per tutti.
Marco si avvicinò alla moglie e delicatamente alzò la gonna mostrando ai tre monaci tutte le sue grazie. Figa pelosa e autoreggenti. Uno dei tre maiali andò subito verso Maria Teresa si inginocchiò e con rozzezza e avidità ficco la faccia fra le cosce della moglie di Marco ciucciando e lappando tutta la figa già bagnata fradicia. Marco immobile, eccitato si aprì la zip tirando fuori il suo uccellino e mostrandolo ai presenti, compresa la suocera. Molto più piccolo rispetto al cazzo di ciascun Monaco il pisellino di Marco aveva la punta della cappella già con qualche goccia di sborra per l’eccitazione.

“Fratello mia figlia non si tocca, stia lontano da lei. E tu stupido marito non fai nulla ?! Non vedi che stanno leccando la figa a tua moglia, mia figlia ?! Sei proprio un cornuto allora !!! “

I due monaci bloccarono Mamma Carmela e iniziarono a toccarla come fossero dei camionisti arrapati come porci. Le tettone fu la prima cosa che gli tirarono fuori e succhiandole la sculacciavano facendole sobbalzare tutti il culo. I due porci le strusciavano i cazzi addosso e mamma Carmela cercava di ribellarsi inutilmente.

Intanto Marco si era seduto su una panca e aveva iniziato a segarsi guardando il monaco che si scopava la sua donna. Maria Teresa teneva le cosce oscenamente spalancate e faceva di tutto per prendere fino in fondo il cazzo grosso del monaco che aveva una cappella larga come una lattina. Su e giù su e giù facendole gridare gemiti di piacere e libidine davanti al marito ma sopratutto alla sua mamma.
Una prima sborrata del monaco dentro la figa di Maria Teresa e subito il cazzo nella bocca della giovane sposina per la pulizia delle gocce. Un pompino così caldo e succulento che in un paio di minuti il cazzone del monaco puntò ancora ad ore dodici. Con forza e non curante degli altri il monaco alzò di forza Maria Teresa per leccarle il buco del culo e prepararlo a ficcarglielo tutto dentro.
Così fece e Maria Teresa urlò come non mai.

“Nooooooo sono vergine nel culo mi stai facendo male maiale !!!! Cazzo che male che mi fa questo porco. Amore aiutami ti prego fermalo non farlo continuare guarda cosa mi fa, sei mio marito hai il dovere di intervenire. Ti sto facendo cornuto stronzo vuoi aiutarmi o no???? Ahhhhh che male…. Continua bastardo di un maiale continua che adesso mi piace. Mi stai facendo il culo come una puttana in calore, sei un maiale e tu un cornutone amore mio. Stai lasciando che questo porco mi sfondi il culo e non fai nulla… cornuto!! Ma tu lo sai come si fa a scopare una donna oppure no?! Non mi hai mai fatto il culo perché ce l’hai sempre un pò moscetto ma adesso recupero con questo porco”

Nel frattempo i monaci avevano denudato Mamma Carmela e mentre uno la teneva ferma con le braccia dietro la schiena e la penetrava nella figa col cazzo duro e grosso, l’altro glielo dava in bocca. Si, la puttana di Mamma Carmela si stava prendendo due cazzi grossi davanti alla figlia e al genero. Godeva, era evidente, nonostante si rifiutasse i suoi gemiti e i suoi umori la tradivano. La figa rasata era fradicia tant’è che colava una candela fino a terra.
Quando fu il momento del culo si lasciò andare, oltrepassò la vergogna di quella situazione davanti alla figlia e al genero e si lasciò andare urlando e ringraziando per il cazzo nel culo. I monaci erano veri tori da monta, cazzo grosso, palle piene come pesce noci e una forza di penetrazione devastante. I due monaci stava dilatando il culo di Mamma Carmela come si fa con una puttana da venti Euro.
Arrivarono le prime due sborrate anche per lei, una in figa, tutta dentro e l’altra sul viso, un pò in bocca un pò sugli occhi, la fronte e le guance.
La puttana a quel punto si avvicinò alla figlia che era chiavata nel culo dal terzo monaco, le diede un bacio sulla fronte e iniziò a leccarle i capezzoli esponendo il culo verso i maiali che ce lo avevano di nuovo duro.

La monta collettiva a madre e figlia proseguì tutto il pomeriggio con grande gioia di Marco che si fece quattro belle e copiose seghe guardando moglie e suocera scopate da tre veri tori rozzi e capaci di usare il cazzo.

“Marco, guarda qua !!! Tua suocera è proprio una gran puttana, ha il culo più largo che abbia mai visto. Ma quanti cazzi ti sei presa in vita puttana ?! Sai adesso cosa facciamo, perché non le scopi il culo anche te, non ti piacerebbe ?! Davanti alla figlia sfondi il culo alla madre e magari sborri dentro a questa cagna, cosa dici?”

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