Irene è una puttana, la mia.
L’ho amata dal primo istante che i miei occhi si sono posati su di lei, l’ho conquistata, fatta innamorare e finalmente oggi sarà mia moglie.
Irene è maestra di scuola elementare, dolce, sensibile e delicata. La sua pelle color latte morbida e vellutata, il viso angelico con un neo vicino al labbro, lunghi capelli castani, occhioni nocciola, tettine piccole ma coi dei capezzoli sempre turgidi e larghi, poi il culetto, a pera, perfetto, prezioso, rotondo, esposto e coperto sempre da mutandine bianche o azzurre col laccetto ai lati per essere tolte facilmente.
È allegra, frizzante, sorridente e sempre ben disposta, un angelo.
Frequenta la parrocchia del nostro quartiere e insegna catechismo ai ragazzi.
L’anno scorso ha rappresentato uno dei personaggi nel presepio vivente che ogni anno a Natale viene allestito nel centro cittadino.
Ama leggere romanzi rosa, i suoi hobby sono principalmente intellettuali e le piacciono i fiori freschi e i koala.
Facciamo lunghe passeggiate tenendoci per mano, chiacchierando per poi cenare romanticamente e addormentarci abbracciati.

Matteo, Marco e Giulio sono i nostri tre amici speciali.
Tutti i fine settimana vengono da noi e restano fino al lunedì mattina vivendo a casa nostra insieme a noi.
Tutti e tre si occupano dei bisogni sessuali di Irene, dandole piacere e godimento in abbondanza, scopandola selvaggiamente, riempiendole la figa di sborra e divaricandole il culo come solo le puttane alla fine della loro carriera hanno.
Si amici, avete letto bene, Matteo, Marco e Giovanni vengono a casa nostra per scoparsi la mia futura sposa.

Passo indietro. Nei primi tempi di convivenza Irene mi confidò di essere ninfomane e che per mantenersi in equilibrio mentale doveva soddisfare tutte le sue necessità sessuali il più delle volte scabrose e molto volgari. La sua famiglia Cattolica non lo sapeva perciò lei ci soffriva molto, solo una sua amica ne era a conoscenza e gli suggerì la terapia. Irene andò per un semestre in terapia ma alla fine si rese conto che oltre a togliergli la voglia di fare sesso la terapia modificava anche tutti gli altri aspetti della sua personalità e questo prezzo Irene non voleva pagarlo quindi smise volontariamente la terapia e cominciò ad organizzarsi con dei sexy toys fino ad arrivare a due suoi amici che la avrebbero accontentata e soddisfatta sessualmente come piaceva a lei fino al mio arrivo.
La delusione nei suoi occhi la vidi subito quando una volta calatomi i pantaloni Irene vide il mio piccolo cazzetto penzolante e sempre moscio. Irene necessita di doppie penetrazioni, godimenti anali, maltrattamenti verbali, qualche schiaffo per essere messa a cuccia ma sopratutto adora il seme caldo nella figa, in bocca e sul viso. In casa veste solo con tanga e coda di cavallo, nella camera da letto abbiamo due grossi peni di gomma attaccati alla parete per permetterle penetrazioni veloci quando ha voglia. Il mio cazzo piccolo e i miei schizzi poveri e chiari sono insufficienti per Irene. Le dissi subito di essere un cuckold, un uomo che gode nell’essere cornuto e compiaciuto del suo pubblico stato di cornuto.
Gioia e amore, un abbraccio lunghissimo tra noi. Ci trovammo, l’educatrice puttana e il cornutone segaiolo.

Sabato mattina quando Matteo, Marco e Giulio hanno suonato il campanello Irene è scattata gioiosa ad aprire la porta. Uno spettacolo.
Tacco, tanga, vestaglia rosa trasparente, rossetto rosso, capelli raccolti con un fiocco bianco (che indosserà anche oggi sull’altare).
Sculetta felice, apre saluta i nostri amici abbracciandoli e baciandoli uno ad uno sulle labbra con lingua e saliva.
Le palpano il culo tutti e tre, volgarmente con le loro manone giganti e rozze, se la stringono a le piantandole la lingua in bocca.
Fisicamente i tre sono tori, nella vita due sono manovali di un azienda edile mentre uno è commercialista.
Senza nemmeno rivolgermi la parola vanno tutti e quattro diritti in camera, nella nostra camera matrimoniale, per iniziare il trattamento alla mia donna.

Sento gemiti, urla, parolacce, rumore di schiaffi e qualche colpo sul muro provocato dal letto che sbatte. Sbatte come la mia donna che si prende tre cazzi contemporaneamente sul nostro lettone accogliente.
Dopo qualche ora finisco le faccende domestiche e decido di rilassarmi sul divano, nudo, segandomi un pò, sui gemiti della mia futura signora.
Mmmmm che bello, godo molto, mi tocco le palline e penso a Irene di là con tre tori che se la montano per sfogare il cazzo e liberarlo dalla sborra accumulata durante tutta la settimana.
Mi alzo e vado a spiare.
Irene è legata sulla X, Matteo la frusta nel culo mentre Marco e Giulio le danno il cazzo in mano. Irene urla quando la frustata arriva al contatto ma allo stesso tempo espone avidamente le natiche.
Viene slegata e di peso gettata sul letto.
Matteo davanti, Irene apre la bocca e accoglie l’uccello grosso di Matteo che glielo mette in bocca e inizia a scoparla forte tenendole la testa con la mano. Si muove velocemente e vedo chiaramente che ficca il cazzo fino in fondo alla gola della mia donna. Se la scopa in bocca il maiale. Irene geme, gli occhi le lacrimano e guarda verso la porta, verso di me. Mi vede. Continua nella sua funzione di pompinara e ho come l’impressione che adesso che mi ha visto ci metta più passione. Marco e Giulio se la penetrano nella figa, tutti e due insieme. Mi stanno sfondando la futura moglie i porci. La figa col doppio cazzo Irene l’adora, gode molto perché si sete aperta aperta come piace a lei, dice che è uno dei momenti più belli quando viene montata dai tre maschi arrapati. La pompano di brutto e con quei cazzi di certo le lasceranno la figa larga per almeno due giorni.

Due giorni di amore puro per me, la sua figa è incredibile. Resta larga anche mentre fa la pipì, molte volte quando voglio guardarla mentre piscia e mi accorgo di questo. Il cazzetto di diventa subito duro, Irene ride e si diverte. Di solito la scopo lì, ha la figa così larga che il mio cazzetto durissimo non lo sente nemmeno e mi guarda divertita ridendo chiedendomi se mi piace scopare quella figa di puttana. Inutile dire che sborro subito dentro di lei copiosamente. Mi da un bacino sulla cappellina, succhia le gocce di sborra rimaste e torna a fare le sue cose. Quanto la amo.

Il momento del culo è arrivato. È il mio memento preferito. La mia posizione è sulla poltrona difronte al letto, cosce spalancate, cazzetto duro e mano pronta a massaggiarlo. Gianni è il più dotato fra i tre, il commercialista ha un pezzo di carne lungo grosso e bello fra le gambe e Irene lo vuole sempre nel culo per primo.
Gianni sa che la mia donna adora essere presa con forza, con una certa violenza e vivacia quindi dopo una spennellata di cappella sul suo orifizio più prezioso le pianta il cazzo duro e dritto tutto nel culo. Scopa forte, Irene urla dice parolacce lo insulta, gli dà dello stronzo che è solo capace di fare il maiale poi guarda me e mi urla cornuto impotente piccolo segaiolo. Inizia lentamente quindi a gemere, piano piano la puttana entra in sintonia col cazzo che la stantuffa forte e gode. Geme forte, ringrazia il suo montatore e lo prega di non fermarsi. Gode il mio amore, gode tanto. Garda anche me, sorride e mi manda un bacino prima di prendersi in bocca i due cazzi duri difronte a lei.

Godono come maiali, in due giorni sborrano nella figa della mia donna almeno una volta a testa, una volta in culo, una in bocca e una in viso… quella in viso è per me;

La puttana si prende una dozzina di sborrate ogni fine settimana da tre tori, oggi, finalmente ci sposiamo.
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