Mio padre è sempre stato molto pudico, si chiudeva in bagno a chiave per fare la doccia e mi ricordo che quando da piccolo mi mettevano in vasca a fare il bagno con lui, si teneva le mutande. Alla soglia dei 40 anni posso dire di non aver mai visto il pene di mio papà. Fino a 14 anni ho sempre pensato che questa fosse la prassi di ciascun genitore. Il mio migliore amico delle scuole medie si chiamava Giorgio e abitava non molto distante da casa mia. Si era trasferito con la famiglia da poco: la madre era di Brescia e il padre se non ricordo male norvegese o belga. I suoi si erano conosciuti in villeggiatura ed era stato amore a prima vista. Tornando a Giorgio lui era più alto di me, più carino di me con i suoi capelli chiari e gli occhi azzurri e più precoce di me visto che sapeva già molto sulle donne nude grazie ad alcuni giornalini porno trovati in un fosso vicino casa. Un giorno mi invitò a casa sua proprio a guardare questi giornaletti, "così ci seghiamo" mi disse. Sono arrivato a casa sua e la madre era al lavoro mentre il padre era andato dal meccanico. Siamo andati in camera sua e lì tirò fuori da sotto una pila di libri due giornalini con in copertina due donne a figa al vento un po' pelose. Io ero a bocca aperta visto che non avevo mai visto una figa così da vicino (se in un film c'era un nudo o una scena di sesso mio padre o mia madre giravano canale tanto per capirci). Cacciò subito fuori il pistolino e comincio' a scappellarselo di fianco a me e io, su sua insistenza, feci lo stesso. Devo dire che Giorgio mi superava anche nelle dimensioni del pisello, anzi credo che le mie attuali dimensioni fossero quelle di Giorgio a 14 anni :-) . Gli occhi erano fissi su quelle fighe, su quei pompini, su quelle inculate su carta: io ero sul suo letto con i pantaloni e le mutande giù , mentre lui si era tolto tutto ed era solo in maglietta. Ci stavamo masturbando quando si aprì la porta della camera. Mi ricordo ancora il senso di vergogna che provai alla vista di suo padre. Giorgio continuando disse: "già a casa?" Il padre entrò nella stanza, si avvicinò e prese dalle mani del figlio il giornalino. Lo sfogliò e poi lo ridiede al figlio che non aveva smesso un attimo di segarsi mentre io in fretta e furia mi ero già rivestito. "Sai che mamma non vuole che tu faccia queste cose così liberamente in casa. Cerca di fare presto" gli disse con quel suo italiano stentato ed uscì dalla camera salutandomi.
Mi ricordo ancora che appena usci il padre, Giorgio sborro' su una biondina dalle grosse tette e poi si rivestì come se niente fosse. "Andiamo a giocare in giardino ora?" mi disse ed uscimmo all'esterno. Non c'era stato nulla di perverso e morboso quel giorno, suo padre si era solo comportato come probabilmente era stato abituato in Scandinavia dai genitori: era solo meno bigotto di mio padre che ancora oggi, quando si fa la doccia, si chiude in bagno a chiave.
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