Junior
Il fatto che Margie abbia chiesto a Patrizia di incontrarsi in privato per parlare di un argomento delicato è quanto meno strano, considerata l’immensa intimità che da sempre c’è fra le due e che ha sempre consentito loro di raccontarsi anche le verità più scabrose e difficili da tirar fuori persino con chi ti è da anni compagna di follie di ogni genere; il fatto poi che le abbia chiesto di vedersi a casa sua, dopo che passano intere giornate a lavorare a stretto contatto di gomito, ha reso la cosa ancor più intrigante. Quindi non è con animo sereno che Patrizia va a casa di Margie, bussa ed aspetta che le vada ad aprire. “Ciao, Patrizia, grazie di essere venuta.” “Ma sei scema? Credi che anche per un attimo io abbia potuto pensare di non venire? Che diavolo succede?” “Niente di preoccupante, ti assicuro; ma è qualcosa in cui le persone con qualche esperienza che io conosco e con cui posso parlarne siete sostanzialmente tre: Mario, il padre naturale di mio figlio, quel maledetto tuo zio tuo e mio grande amore da sempre, ma senza speranza insomma, che da diciotto anni ha fatto perdere qualsiasi traccia; sua madre - e tua nonna - che da qualche anno è dispersa nei mari del sud e non si fa più viva e ci lascia senza il fondamentale sostegno della sua disinvolta immoralistica lucidità; oppure tu, che sei l’unica che mi sia rimasta vicina e con cui posso ancora parlare.” “E’ il sesso, l’argomento scottante … ?“ “Si; ma non un sesso, come dire?, normale.” “C’entra Nicola, tuo marito?” “No; e stavolta, nonostante i rapporti di estrema chiarezza che abbiamo, neanche a lui posso parlarne, perché i termini del problema sfuggono assolutamente alla sua visione della realtà.” “Cavoli!!!! Ti decidi, allora, a dire di che si tratta?”
“Per dirla in breve, si tratta di Mario.” “Porca miseria: Mario Senior, mio zio, o Mario Junior, mio cugino? Non dimenticare che nella tua vita, adesso, comunque la giri, ce ne sono due.” “Si tratta di mio figlio … “ “…. E allora? Ti sbrighi o mi fai partorire qui senza neppure avere fatto sesso?” “Ti ricordi che gran parte della nostra vita è derivata dalla tua richiesta a tuo zio Mario Senior, di spiegarti un po’ di sesso? Bene, adesso - a situazioni ribaltate - sono io che devo chiedere a te come devo comportarmi con mio figlio Junior che è in piena crisi ormonale, ha una vitalità sessuale così intensa che viene spontaneo paragonarlo a suo padre e, per colmo di sfortuna, pare che si sia innamorato di me.” La risata scatta sonora ed automatica. “Niente di nuovo sotto il sole. Cosa potevi aspettarti dal figlio di uno come Mario Senior, che per decenni ha avuto rapporti incestuosi con sua madre, ha svezzato al sesso più spinto, prima me, la nipotina sua coetanea, e poi Oriana, la sorella più vecchia di lui di venti anni. Anche i nostri illuminanti testi suggeriscono che questo giovanotto (Junior ha ormai più di diciotto anni) è cromosomicamente predestinato a fare sesso con tutte le donne di famiglia, a cominciare da te, la sua mammina che lo ha fortemente voluto ad ogni costo, nonostante le condizioni assurde; se lo è coccolato come il peluche da tenere con se anche quando va in bagno per i suoi bisogni fisiologici; lo ha fatto crescere all’ombra del suo amore ma anche dei suoi odori corporali, insomma ne ha fatto una protesi di se; ora è naturale che il giovanotto sia convinto che la sua appendice sessuale sia destinata ad entrare perfettamente nel sesso di mamma che peraltro conosce bene, visto che con lui non hai veli.”
“Tu che faresti, al mio posto?” “La risposta è facile: se, evidentemente, hai avuto segnali precisi che le sue tempeste ormonali si sono già trasformate in meravigliosi amplessi o masturbazioni con eiaculazioni le cui tracce hai trovato in tutti i suoi indumenti, allora io, la cuginetta vagamente ninfomane, dimentico di avere un marito, ignoro totalmente il padre putativo del mio maschietto (perché quel maschietto adesso diventa anche mio, sappilo!) dribblo inelegantemente (come ho fatto per una vita intera) la mia insostituibile amica e madre dell’ex pargolo, ora puledro da svezzare: insomma, mando al diavolo tutto il mondo e avvio una storia di sesso con Mario Junior da fare arricciare il naso a mezzo mondo; e se a qualcuno gli rode, si gratti.” “Allora sarà bene che tu sappia che io ho già sperimentato la capacità sessuale di Junior e che so già che ha raggiunto e superato in ogni senso il livello di suo padre.” “Che diamine stai dicendo? Come l’avresti sperimentato?” “I nostri investigatori hanno scoperto, assolutamente per caso, che l’Agenzia …, della quale mi servo qualche volta per le mie esigenze sessuali che conosci, ha ingaggiato da qualche mese un giovane bull molto promettente e che, ironia della sorte, viene considerato l’erede di the king, vale a dire di suo padre, anche se la cosa non è ancora chiara per tutti.” “Cavoli. Allora non è solo il caso del buon sangue che non mente, ma anche di un colpo di fortuna spaventoso.”
“Puoi dirlo. Immediatamente ho fatto in modo di prenotarmi, con certe avvertenze e precauzioni. Mi è costato tantissimo obbligarmi alla passività, lasciarmi possedere da lui per una notte intera e sperimentare tutto quello che può fare nel sesso; ancora di più mi è costato non dire nemmeno una parola per tutto il tempo, per non tradirmi in nessun modo. Ancora più doloroso è stato verificare che io lo amavo con tutto il corpo e con tutta l’anima, esattamente come accadeva con suo padre; e lui era invece quasi un automa senz’anima. Rispetto a suo padre, ha meno empatia con la partner e diventa immediatamente efficiente e meccanico: se ne frega delle emozioni e bada soltanto a reggere il più a lungo e il più disinvoltamente possibile. Insomma, una vera macchina da sesso. Non so, a questo punto, se credere al suo conclamato amore per me o considerarlo un modo generico di esprimersi; e, soprattutto, non so se essere chiara fino in fondo con lui. Secondo te, che cosa posso fare? “ “Qui la risposta è più delicata. Se ti dico che anche tu, come me, la sua cuginetta Patrizia, ne hai fatte di tutti i colori, ti prego di non ritenerla un’offesa ma solo la base di un discorso che corrisponde a verità. Esaminando tutto quello che abbiamo detto, fatto, combinato e scombinato intorno all’incesto, non puoi fare altro che seguire il cuore: se l’istinto ti suggerisce di rinunciare a qualsiasi remora di qualunque natura, pensa a quel che hai fatto tu; a quello che ancora adesso, a 80 anni suonati, è capace di fare Anna (non a caso, la mamma di mario senior e nonna mia e di Mario Junior); pensa a come trattano i mariti Oriana, la zietta, e Patrizia, la cuginetta di Junior e ti renderai perfettamente conto che la scelta migliore è lasciare le briglie sul collo del puledro che si comporta già da stallone; se hai delle remore, lascia il campo e del problema si occuperà la tua amica Patrizia, che poi ti ringrazierà anche, stando a quel che mi dici.”
Poi, uscendo dal tono scherzoso e provocatorio, riprende. “Senti, Margie, chiunque è in grado di capire che il tuo amore per Junior è lo specchio esatto del tuo amore per Senior. Se l’architetto, anzi, il designer internazionale (inchino, per favore!) Mario Rossi comparisse qui all’improvviso, saresti già completamente nuda, a gocciolare ed a sbavare da qualsiasi parte erogena del tuo corpo, in attesa che il Messia ti infilasse nella parte più profonda delle viscere il suo membro maestoso (sperando che sia rimasto tale). Perché negare che questa cosa la vuoi (non dico che la vorresti, dico che la vuoi assolutamente!) anche da Junior, la materializzazione attuale del tuo grande amore? Io sono convinta che fare l’amore con Junior non solo ti farà bene, ma ti assicurerà tutta una serie di benefici effetti che puoi far diventare anche duraturi, fino, se vuoi, a portartelo a letto, tutte le sere, vita natural durante. … Ah, per tua serenità, se ne hai voglia, sfilati le mutandine e masturbati a lungo e per bene: ti si legge in faccia che ne hai un bisogno estremo. … Inoltre, attenzione! Io farò sesso con Junior, anche se dovessi arrivare allo scontro con te; non sarò leale e cercherò di approfittare al massimo della carica sessuale che Senior (ormai è chiaro!) gli deve aver trasmesso coi geni. Se non fosse ancora chiaro, sappi che io sono ancora innamorata di mio zio Mario e che l’idea di fare l’amore con suo figlio, erede naturale sia del suo fascino che del suo vigore amoroso, beh! quest’idea mi stimola molto e mi eccita anche sessualmente. Il problema grosso può essere forse confessargli che ti sei fatta scopare a sua insaputa; ma questo puoi risolverlo solo tu, con la sensibilità e la chiarezza. Temo inoltre che sarai costretta a rispondere anche ad altre domande che non ha fatto ma che sicuramente gli girano per la testa.”
“Non devo ribadirti che ti amo anche fisicamente; non abbiamo nessun bisogno di dircelo o di dimostrarcelo. Non ho nessuna intenzione di entrate in competizione con te per la verga di tuo cugino che solo incidentalmente è anche mio figlio. So che sei troppo intelligente per non aver capito che, in realtà, ti chiedevo solo di confermarmi in quella che era già una mia scelta. Forse, stavolta la coscienza che mi rimorde di più è quella che mi ricorda che non sto tenendo fede al patto di chiarezza con mio marito Nicola. Come sempre, a quando ebbe la disgrazia che lo rese impotente, gli ho raccontato per filo e per segno delle mie indagini su Junior, della mia decisione di farci l’amore e della delusione per come si era comportato; ma non gli ho parlato ei miei dubbi e della mia volontà di fare chiarezza con mio figlio (anzi, con nostro figlio, perché lui ha accettato che Mario Senior mi ingravidasse di Junior e che ne assumesse la patria potestà, mantenendo lui solo la paternità putativa) e questo mi provoca profondi sensi si colpa perché lo sto, in qualche modo, escludendo da una decisione importante; perché ho deciso di cercare un’altra confidente (ufficialmente per non caricarlo di una decisione tanto grave; in realtà, perché avevo bisogno della mia solita complice di casini) e perché, naturalmente, ho scelto la migliore ma anche la più problematica. Junior farà, almeno in parte, le esperienze di suo padre e spero che diventi un meraviglioso, affascinante imbroglione come Senior; spero anche che, prima o poi, si incontrino. Stasera sono decisa a fare in modo che Mario Junior dorma nel lettone con mamma, visto che papà Nicola è fuori con Francesco e non torneranno prima di domani pomeriggio. Ti racconterò quello che succederà; quando, poi, ti riuscirà di incartarlo per benino, potrai anche tu essere per lui, parzialmente, la nave scuola che Senior fu per te; e che tu, parzialmente, avrai potere di incidere sull’iniziazione che darò io a Junior. Adesso dammi un bacio, ma di quelli nostri.”
Patrizia ha la vaga impressione che, come sempre, Margie sia stata più brava di lei e l’abbia incartata per bene; ma solo l’idea di succhiare la caramella dolce di un diciottenne arrapato (sperando anche che sia in tutti i sensi erede naturale di suo padre, ben dotato e bravissimo a letto): solo questa convinzione basta a farla godere mentre con Margie si abbracciano strette, si divorano le bocche in un bacio famelico e si strusciamo i pubi alla ricerca del contatto che faccia scattare l’orgasmo. Come puntualmente avviene, non solo per lei che da poco è stata messa a parte della novità, ma anche e soprattutto per Margie che quell’orgasmo probabilmente se lo coccolava già da chissà quanto tempo.
Non è facile affrontare un discorso come quello che Margie deve fare a Junior; ma le faccende spinose sono il pane quotidiano per lei e, forte di una lunga esperienza, affronta il tema direttamente chiedendo a suo figlio l’origine dei soldi che gli girano in tasca con troppa facilità; mentre il ragazzo cerca di arrampicarsi su specchi impossibili per inventare una risposta, Margie gli ricorda il suo ruolo lavorativo e lo staff di persone che collaborano anche per indagini e arriva a indicare,quasi di sfuggita, l’Agenzia …; Junior a quel punto capisce che non ha scampo, abbandona le impossibili difese e confessa la sua attività segreta. La madre gli risparmia i pistolotti di genere e si limita a qualche suggerimento di vita; quando però Margie gli chiede del suo livello di coinvolgimento emotivo, Junior resta basito; Margie spara allora la bordata. “The king of the bulls aveva una capacità di innamoramento che lo portava ad essere superbo perché ognuna era per lui un grande amore, anche quando non lo sentiva affatto.” “Che ne sai tu di the king e che puoi sapere delle sue emozioni?” “Di the king so per certo che è il tuo padre naturale; le sue emozioni le ho vissute con lui e ne abbiamo parlato a lungo, prima che scomparisse.” A Junior sembra che gli sia caduto in testa tutto l’edificio abbattuto da un terremoto o che sia precipitato in un burrone senza fondo: balbetta, affanna, è stravolto. La mamma deve soccorrerlo per evitare che gli prenda un colpo. “Scusami, non c’era altro modo per cominciare a raccontarti.”
“Aspetta: prima di raccontare tu, fammi chiarire alcuni dubbi che mi assillano da anni. Ora che hai parlato di “padre naturale”, posso capire che io e Francesco siamo fratelli solo per parte di madre, ma non lo siamo per parte di padre; come mai, allora, io che sono il secondogenito ho un padre e un cognome diversi? Sarebbe stato più logico se fossi stato il primogenito. Fai un figlio con uno, ti sposi con un altro e ci fai un secondo figlio; ma, così, la storia risulta ingarbugliata. E’ vero che mio padre era the king perché a letto era una forza della natura? E’ vero che era un grande designer? Dov’è finito? Lo conoscerò mai?” “Piccolo caro, c’è un proverbio cinese secondo il quale una persona normale può fare ad un saggio, in un minuto, tante domande che, al saggio, non basterebbe un vita per rispondere. Tu hai fatto più o meno questo. Cercherò di procedere per logica e cronologia. Cominciamo col dire che tu e tuo padre avete in comune, tra le tantissime cose, la dote di essere due figli di troia. Attento, ho detto troia, non puttana o altro. Tua nonna Anna, madre di tuo padre Mario e grandissima troia, afferma (ed è vero, o per lo meno io condivido) che una troia è chi fa l’amore per passione ed è ammirevole perché la passione è amore; le altre lo fanno per interesse e sono meno apprezzabili perché la venalità, qualunque sia la moneta di scambio, è sempre sinonimo di meretricio: per questo, quelli che fanno l’amore per professione, come te, sono puttani/e.”
“Perché saremmo figli di troia?” “Perché tua nonna Anna e tua madre Margie, dal momento che fanno sesso solo per amore, sono delle troie, ma non si abbassano al livello delle puttane; non hanno remore, non hanno vergogne, non rispettano leggi, ma lo fanno per amore. Tutte e due abbiamo scopato senza limiti, ci siamo scopati persino i parenti, dai figli alle sorelle, dai genitori agli amici, ma solo e sempre per amore. Per questo, Mario Senior affermava sempre che lui non scopava, lui faceva l’amore e, ti posso assicurare, lo faceva così alla grande che tutte eravamo convinte di essere l’unico amore della sua vita.” “Ma tu hai scopato con Francesco?” “Con Francesco!?!? Non ci avrei mai provato per nessuna ragione al mondo; se tocco Francesco, Nicola mi ammazza. Io ho fatto l’amore con te. Anzi, per la verità, tu mi hai strapazzata per tutta la notte ed io, invece, in quella stessa notte, ti ho amato quanto e più di quanto amavo e amo tuo padre, l’unico grande amore della mia vita!” “Hai deciso di farmi impazzire???? Io avrei fatto sesso con te e non me ne ricorderei neppure!?” “Proprio perché non sei tuo padre e non cerchi di conoscere chi viene a letto con te, non ci entri in empatia e, in fondo, non ami neanche il tuo lavoro. Bello, sai, il serpentello che ti sei fatto tatuare sul membro: non deve essere stato facile far lavorare il tatuatore solo quando lo avevi duro! Ah, a proposito, ho visto che ti sono piaciute le stelline che mi sono fatta tatuare sulla natura, in cima e ai lati. Mi pare che le hai commentate abbastanza per ricordartene … “
“Cristo!!!!! Allora eri tu: ecco perché mi sentivo così strano. Maledetto me e la mia imbecillità!” “Perché te la prendi tanto con te stesso? In fondo mi pareva che ti fosse piaciuto!” “Sta’ zitta! Ti odio! No, mi odio, odio soltanto me!” “Perché?” “Come, perché? Da quando ero un poppante ho amato i tuoi seni e non solo perché succhiavo di lì la vita; da quando ero un ragazzino sono stato innamorato del tuo corpo: no, non innamorato astrattamente; io ho sempre desiderato il tuo seno, i tuoi fianchi, la tua natura, io ho sempre voluto entrare dentro di te e diventare una sola cosa con te … “ “Il Margimario … “ “Cosa dici?” “Niente, è il nome che io e Senior avevamo deciso di dare all’androgino che immaginavamo nascesse dalla fusione tra noi due: Margie e Mario che diventavano Margimario.” “Anche questo, lo avete già sognato?” “Guarda che gli innamorati, quelli veri, alla fine sono tutti uguali.” “No, non è vero, perché solo uno, io, poteva essere così stronzo da fare sesso con la donna della sua vita e capire solo tempo dopo che non ha saputo amarla nemmeno un’infinitesimale frazione di quanto doveva.” “Guarda, Junior, che il tempo è galantuomo: noi ne abbiamo tanto, a cominciare da questo momento; e veramente stupido sarebbe adesso sprecarlo, quel tempo, e non usarlo, invece, per fare l’amore, alla grande, come è giusto che sia. Dormi con me, stasera?”
Junior è frastornato. “E Nicola?” “Calma; lasciami raccontare, preparati a sentire cose inenarrabili che certamente ti potranno spaventare ma che altrettanto certamente ti faranno fare chiarezza. Devi sapere che tua nonna Anna ha avuto una vita travagliata: ebbe una prima figlia, quando aveva circa sedici anni, Oriana, che tu hai conosciuto anche se non la frequenti; poi, dopo altri figli, venne infine Mario, tuo padre, a vent’anni di distanza dalla prima che intanto partoriva sua figlia Patrizia, la cugina che conosci, nata l’anno dopo di tuo padre e cresciuta con lui e con me che ero la sua amica del cuore. Già qui potremmo aprire una parentesi sul king che, mentre esercitava con successo la stessa nobile professione di escort che hai abbracciato anche tu, faceva allegramente sesso con sua mamma e con le disponibili mamme di alcuni amici che, a loro volta, copulavano con Anna che intanto era rimasta vedova, ma sognava anche di fare l’amore con sua sorella Oriana ed era il principe azzurro ideale di sua nipote.” “Pare quasi che tu mi stia suggerendo di fare sesso con zia e cuginetta, oltre ad averlo fatto, incoscientemente, anche con mia madre.” “Se un tuo obiettivo è di surclassare tuo padre, come risulta da certi comportamenti, diventa quasi doveroso. Tieni presente comunque che io, Mario e Patrizia veleggiamo già oltre i quaranta; Oriana è oltre i sessanta; Anna, poi, è al di là degli ottanta. Mi pare che ci vorrebbe troppa gerontofilia per mettere in pratica la minaccia.”
“Di nonna Anna ho un ricordo vivo e bello, ma sono molti anni che non la vedo e non ho mai pensato a lei per un possibile amplesso; ma, con la mia professione, non lo escludo; di Oriana ho una memoria vaga, so che fa l’architetto e che è molto brava; come possa essere a letto, lo ignoro; ma si può sempre rimediare; a te sono più che certo che ti scoperebbe chiunque abbia un po’ di sangue nelle vene; se ricordo bene la “nostra serata maledetta”, tu sei una bomba a letto, e ancora non capisco da dove ti nasca tanta lussuria; per quel che riguarda Patrizia, in abiti da lavoro non desta interesse …” “Ma in discoteca ti sconsiglio di incontrarla: troveresti una anche più brava di me, tra le lenzuola. Comunque, ti presentavo solo il quadro di famiglia per la parte di tuo padre. Per quanto mi riguarda, sin da ragazzina, con Patrizia, ne ho fatte di tutti i colori; ma ci eravamo impegnate a farci sverginare solo dal principe azzurro: per Patrizia, doveva essere suo zio Mario; io non avevo idea. Purtroppo, la stupida animalesca brutalità di mio padre mi fece trovare di colpo stuprata, nel corpo e nello spirito. Non ne parlai neppure con Patrizia. Poi lei mi raccontò che aveva provocato Mario a parlarle di sesso e che lui non solo le aveva spiegato molte cose, ma che gliele aveva fatte anche provare e, strano ma vero, l’aveva anche lasciata intatta a conservare la verginità per un principe azzurro che non aveva capito essere proprio lui. Così chiesi a Patrizia di farmelo incontrare e facemmo l’amore alla grande.”
“Fu allora che mi avete concepito?” “No, prendevo la pillola e questo avveniva almeno sei anni prima che tu nascessi. Subito dopo, Patrizia pretese di essere sverginata da Mario e lui lo fece alla presenza di nonna Anna.” Un lungo sibilo fu il commento di Junior. “Ti ho detto che avrei raccontato cose al limite della credibilità e fuori di ogni decenza. Comunque, dopo quelle vicende, cominciai a lavorare, prima a Bolzano e poi a Roma. Per una serie di felici coincidenze, Mario mi rintracciò a Roma; per la verità, mi ero impegnata molto a farmi rintracciare: me ne ero proprio innamorata e da allora è stato il mio grande amore. Fu allora che decidemmo di avere un figlio, ma dovevano cambiare le condizioni di vita dei due. Invece lui continuò a inseguire il suo successo e mi riempì di corna in tutta Europa, dal momento che girava molto essendo diventato un famosissimo designer. Insomma, l’idea di sposarci e di fare un figlio non funzionò, mi decisi ad accettare la corte di Nicola e ci sposammo.” Vedo Junior molto attento al discorso; ma le sue mani cominciano a muoversi alla ricerca di carezze tutt’altro che filiali; sono costretta a chiedergli di fermarsi, se vuole che continuo il racconto: con quelle stimolazioni, non ce la posso fare. Promette di smettere se gli do un bacio, ma di quelli da innamorati veri. Non può sapere che non aspettavo altro e in meno che non si dica, avevo assorbito la sua nella mia bocca e stavo leccando tutte le papille della sua bocca, mentre strusciavo il ventre sul suo fino a ricavarne un leggero orgasmo.
“Ti amo.” Mi sussurra sulle labbra; gli prendo la testa e me lo stringo sulla bocca quasi a fondermi in lui. “Il matrimonio con Nicola non fu felice. Qualche mese dopo, ebbe un incidente in un laboratorio e, per conseguenza, rimase impotente.” “Diamine!!!!! Ma, tra padre stupratore, grande amore per un figlio di troia e donnaiolo e un marito sfigato a morte, ti è andata proprio male, con gli uomini della tua vita!” “Per questo, ho puntato tutto su mio figlio e non solo ho cercato di averlo come compagno di giochi, come quell’amico che mi è sempre mancato, come sostegno e consulente; ma sogno di poterlo avere anche come amante meraviglioso ed insostituibile almeno fino a quando sarà possibile.” “Sempre, mamma: esattamente come mi hai detto che è stato tra papà e nonna Anna. Io voglio essere in ogni cosa il “tuo” Mario, quello che non ti abbandona e non ti lascia mai nessun vuoto, né in casa e neppure a letto.” “Sta’ zitto, o mi fai piangere. Abbracciami!” “Ok, ma intanto voglio sapere come ve la siete cavata, tu e Nicola, ma soprattutto come sono nato io.” “Nicola è una persona veramente straordinaria, e lo è stato soprattutto in questa situazione. In pratica, disse che si rendeva conto di non potere essere il marito necessario ad una donna calda come sono io; ma disse anche che non voleva perdermi. Suggerì allora un’attività sessuale "con membro interposto” per cui, praticamente, io potevo fare sesso con un qualche bull che avremmo individuato insieme e lui avrebbe continuato ad amarmi come e fin dove poteva, sempre però restandomi vicino durante gli amplessi e comunicandomi il suo amore, in maniera che mentre il bull si limitava a copulare, lui poteva amarmi completamente, anima e corpo, ed essermi sempre vicino.”
“Perbacco, una scelta difficile e coraggiosa. Ci siete riusciti?” “Se consideri che Francesco ha già ventitré anni e che questo discorso c’è stato qualche anno prima che nascesse, mi pare che i fatti dicano che siamo riusciti a salvare il matrimonio e la mia sessualità che in certe fasi era perfino esagerata.” “Hai fatto molto sesso?” “Moltissimo, devo dire; e senza limiti, anche. A un bull di professione non devo spiegare i particolari.” “No, non c’è bisogno. Ma, poi, Francesco, com’è nato, dallo spirito santo, dal cavolo o dalla cicogna?!” “Da un membro interposto.” “Che significa?” “Scusa, se viene una coppia da te e ti chiede di copulare con lei senza protezione, che fai?” “Se pagano bene, ci sto.” “E se ti vogliono incontrare più volte in una settimana?” “Faccio lo sconto settimanale.” “E che ne sai tu, se hanno scelto la settimana in cui lei è certamente fertile perché vogliono che tu la ingravidi senza saperlo? A parte le facili battute, il membro che mi ha impregnata di Francesco neppure lo conosco: tutto si svolse in maschera, per me e per lui. In pratica, Nicola mi aveva chiesto se ero disposta a dargli un figlio facendomi impregnare in quel modo. Forse sarebbe stata più comoda l’inseminazione artificiale, ma Nicola non voleva sbandierare la sua impotenza ed adottavamo già tutte le precauzioni per non rivelare le nostre manovre sessuali. Così accettai. Ma ad una sola condizione: avrei avuto il figlio per lui ma lui mi avrebbe autorizzato a farmi impregnare ancora una volta ma dal mio grande amore e Nicola gli avrebbe consentito di riconoscere il figlio che sarebbe nato e, se avesse voluto, di frequentarci ed essere lui il bull che mi scaldava il letto, anche in un menage a trois, naturalmente. Nicola fu d’accordo e cinque anni dopo, in occasione di una presentazione a P…, io decisi di farmi ingravidare da Mario: andammo insieme, io e Nicola; lui, dopo aver provocato Mario per capire di che pasta fosse, mi lasciò praticamente nelle sue braccia; dovetti faticare un poco, ma alla fine tornai a Roma già incinta di te; Mario e Nicola si erano spiegati e tutto sarebbe andato come previsto se Mario, all’improvviso, non fosse andato negli Stati Uniti per una mostra e fosse letteralmente scomparso. Questo ti dovrebbe anche chiarire le differenze di atteggiamento che ci sono tra me e Francesco e fra te e tuo padre: Nicola considera Francesco “nostro” figlio, ma con una leggera prevalenza a “suo” figlio; io considero te “nostro” figlio ma vedo anche in te il frutto del mio grande amore per Mario; Nicola è l’uomo della mia vita ed è qui, quasi inamovibile, con i nostri figli; ma Mario è il grande amore della mia vita e di lui ho solo te che considero mio in tutti i sensi possibili; e si spiega quindi perché non oserei mai provocare sessualmente Francesco e invece mi sono organizzata per fare l’amore con te, anche se mi ha fatto molto male registrare che tu mi facevi sesso ed io invece ti amavo con tutta me stessa.”
Junior è sconvolto: per un ragazzo di diciotto anni, per quanto smaliziato dall’ambiente in cui lavora, certe verità picchiano in fronte come bastonate. “Se sono qui, allora, è evidente che Nicola accettò; e questo risponde alla mia prima domanda; ma resta comunque da capire dove sia il mio padre naturale in questo momento, come si sia trasformato, cosa sia diventato, ma soprattutto perché, per diciotto anni, non ha dato nessun cenno di vita e ancora oggi non cerchi di conoscermi o di incontrarmi.” “Ti piacerebbe vederlo, incontrarlo, cercare di capire qualcosa in più?” “Chiaro che mi piacerebbe; non so dirti fino a che punto, se cioè mi basterebbe guardarlo e dimenticare, se voglio solo farmi riconoscere e mandarlo a quel paese, se intrecciare solo un dialogo formale; insomma, non so dirti perché, ma un minimo di curiosità ce l’ho.” “Vedi, la vita è assai strana. Dopo che me ne ero andata a Bolzano, tornai a incontrare tuo padre perché lui qui a Roma aveva una mostra importante che fu poi anche la radice della nostra rottura. Per una fantastica (o terribile) casualità, proprio in questi giorni il designer internazionale Mario Rossi si prepara a inaugurare una grande mostra qui a Roma. Se ne hai tanto desiderio, puoi andare a trovarlo tu da solo, prima della cerimonia, in forma privata; possiamo andarci insieme e affrontare l’incognita di una strana rimpatriata; puoi andare all’inaugurazione, possiamo andare insieme all’inaugurazione. Cosa pensi di fare?”
“Sai dove è la sede espositiva?” “Certo, il mio servizio spionaggio è perfetto.” “Preparati e andiamo ad incontrare il mistero del mio passato. Mamma … anzi no … Margie, IO SONO IL TUO MARIO; il resto è scoria della vita. E, se fosse necessario, mandiamo al diavolo tutto e tutti, ci nascondiamo nella nostra nuvola d’amore e andiamo a mangiarci una pizza a Trastevere.” “… Esattamente come tanti, tanti, troppi anni fa.” “Che dicevi?” “Niente … sognavo un grande amore, forse davanti a me o forse dietro le spalle, o forse tutti e due.” Non è molto facile muoversi in città in alcune ore ed impieghiamo più di mezz’ora per arrivare alla Galleria. Ci fermano e Margie deve fare appello a tutta la sua autorità per ottenere che un commesso si decida a consegnare al “Maestro” un biglietto da visita di mamma sul cui retro lei ha stilato solo la parola MARGIMARIO. Intanto, un anziano signore si è avvicinato “Scusi, ma lei non è la Sirena che molti anni fa ho conosciuto … ?” “Ciao, Hans, ricordi bene sono io la ex sirena di Mario. Come stai?” “Sei sempre bellissima. Peccato che quell’imbecille si sia bevuto il cervello con l’americana. Chi è questo bellissimo giovanotto; mi pare quasi di conoscerlo.” “Ti presento mio figlio, Mario Rossi. … “ “Oh mein Gott … non dirmi che … “ “Invece te lo dico, è suo figlio, ma non ha mai conosciuto suo padre.” “Credimi, ragazzo, io sono stato un adoratore di tuo padre; ma oggi, ti consiglierei di risparmiarti lo spettacolo di un rottame umano. Meglio che ti affidi a qualche foto, se c’è, o ai ricordi di tua madre; lei, come vedi, neanche un vecchio burbero tedesco come me riesce a dimenticarla e a non ammirarla, come è oggi, tanto quanto l’ha ammirata, come era quasi trent’anni fa. Margie, hai bisogno di entrare?”
“No, Hans, volevo solo fare incontrare i due Mario.” “Ecco, il maestro arriva, con la sua sciacquetta!” “Ciao Margie, come va? Jennifer, questa è la mia vecchia amica Margie. Margie, questa è Jennifer, il mio ultimo amore.” “Ciao Mario, scusa se ho interrotto l’attività del grande maestro, ma c’era qualcuno che voleva almeno guardarti in faccia. Mario, questo è tuo padre!” Junior non batte ciglio: guarda quell’uomo che è sicuramente la sua immagine invecchiata al computer; poi si volge alla rossa, la squadra dalla testa ai piedi e sentenzia “Neanche per una fellatio …” “Come ti permetti; si vede che non sai con chi stai parlando!” Junior lo guarda con degnazione. “Sei tu che non sai che stai parlando con the king of the bull: ma quello vero, attuale, non con la larva di un passato di gloria. Margie, c’è una pizza che ci aspetta; poi, nel dopopizza, mi illustrerai quali trucchi non ho ancora appreso di mio padre.” “Scusalo, Mario, ma ha tutti i pregi e tutti i difetti di suo padre, compresa l’arroganza, la sincerità e il grande amore per la SUA Margie. Anche di questo ti devo ringraziare: dei figli in genere si dice che sono il bastone della vecchiaia. Tu invece hai voluto lasciarmi il bastone per la maturità oltre che per la vecchiaia. Ti ringrazio anche da parte di Patrizia che mi ha minacciata di fare largo uso del bastone di famiglia. Ah, tanti auguri per la mostra e scusami con gli amici, ma la sirena te la dovrai cercare … “ “ … e bella come lei non la troverai mai.” Chiosa Hans; stringe la mano a Junior e gli fa l’occhiolino, si inchina per un elegantissimo baciamano a me e ci indica l’uscita.
Non esiste nessun dubbio che certe vicende, certe situazioni, certi momenti della vita siano destinati a dimostrare che spesso la realtà supera anche la fantasia più ardita ed è difficile perfino accettare l’ovvietà di quello che succede. Ci pensava Margie, quella sera, mentre quasi correva saltellando come una bambina con la mano stretta a quella di suo figlio Mario Junior, verso una pizzeria da poveracci innamorati, uguale a quella dove si era precipitata, più o meno con lo stesso stato d’animo, quasi venticinque anni prima, con un altro Mario di cui era innamorata come adesso lo era di suo figlio (cioè, figlio di lui; ma anche figlio di lei; insomma figlio di loro due!). La coscienza di caricarsi di una grave colpa (oltre che di un peccato mortale, l’incesto) era più che netta; ma altrettanto netta e determinata era la volontà di riprendersi dalla vita qualcosa che sentiva le era stata sottratta e per la quale aveva lottato coi denti fino a quel momento. Per Junior, la vicenda non era meno drammatica: - incontrando, per la prima volta a diciotto anni e più, il suo padre naturale - aveva appena fatto i conti (e che conti!) con un passato che era stato sempre un mistero per lui, figlio di strane alchimie della vita; ed aveva toccato con disgusto il limite di povertà morale a cui si poteva degradare anche uno come suo padre. A placare in parte la sua profonda delusione, c’era solo un amore smisurato, che lui aveva coltivato sin da quando aveva aperto gli occhi alla vita, che gli era stato faro e riferimento nella sua ancor breve esistenza e che ora si proponeva come un abisso profondo dove rischiava di perdersi definitivamente: ma Junior amava (e non solo filialmente) sua madre Margie e ne era riamato con la stessa intensità, al di là, al di sopra, al di fuori ed anche contro tutto e tutti: avevano appena avuto modo di confessarselo e non voleva più rinunciare, costasse quello che costasse.
Il punto di arrivo di questa corsa folle era segnato in una pizzeria di quartiere, una delle tante al centro di Roma, senza nessun elemento di fascino particolare, ma che aveva fatto avere un sobbalzo a Margie, quando Junior l’aveva indicata come meta possibile della corsa fanciullesca che avevano intrapreso uscendo dalla galleria dove era avvenuto l’incontro - scontro con il suo padre naturale, o, meglio, con la larva di quello che era stato. Dopo anni di seghe e di inutili corteggiamenti a ragazzine inebetite dalla moda; dopo mesi di attività spietata come bull riscuotendo unanimi consensi e ingoiando rabbia e insoddisfazione a go go, finalmente Junior stava correndo per le viuzze della città tenendo per mano la più bella, la più fresca, la più incantevole delle ragazzine che avesse mai sognato di amare: Margie, la sua giovanissima mammina poco più che quarantenne che da qualche ora aveva recuperato i suoi vent’anni e li metteva a disposizione di Junior, il suo bambino, il suo grande amore, l’unica gioia della sua vita. Arrivarono in pizzeria quasi travolgendo il tavolo e sollevando il divertito compiacimento dei pochi avventori coinvolti, loro malgrado, dalla freschezza di questa coppia di innamorati che passava sopra tutte le regole, i buoni consigli e la prudenza per esprimere solo il suo grande, infinito amore. Pizza e birra furono l’ordinazione obbligatoria per giovani innamorati.
Sul finire della cena, squillò il telefono di Margie; era Patrizia, cugina di Junior perché nipote di Mario Senior di cui da sempre era follemente innamorata, ma anche amica del cuore, da sempre, di Margie: naturalmente, voleva ad ogni costo i ragguagli sulla vicenda. Margie le disse subito che erano a Trastevere a mangiare una pizza solo loro due, lei e Junior (e si beccò la prima sfilza di invidiosi improperi); le raccontò dell’infelice esito dell’incontro tra padre e figlio e chiuse avvertendo che andavano adesso verso la loro “luna di miele” (e si beccò la seconda e più dura scarica di gelosissime maledizioni). “Preparati alle corna più calde e innamorate del mondo, non appena la candida cuginetta metterà le zampe sul tuo monumentale amante - figlio. Un bacione a tutti e due. Ciao.” Fu il saluto dell’amica di sempre. “Cosa voleva la mia cara cuginetta?” “Voleva sapere come si era sviluppata la cosa. Sai, da sempre ci confidiamo tutto e anche questa storia non potevo nascondergliela.” “E lei cosa ne pensa?” “Innanzitutto è incavolata perché io ho già fatto l’amore con te e lei non ancora ha neanche tentato di concupirti.” “Perché? Siete in competizione?” “Patrizia è sempre in competizione, con tutto il mondo, ma soprattutto con me; e ci tiene moltissimo a superarmi, a dimostrare che è migliore di me. Ma lo fa sempre senza malizia, con molto affetto. Qualche volta arriva ad infastidire, la sua smania di confrontarsi; ma è così tenera e affettuosa che, una volta fatta l’abitudine, diventa persino divertente gareggiare a chi fa meglio le cose, le più semplici come le più complesse.”
“E questa volta, quale sarebbe l’oggetto del contendere?” “Tu, naturalmente. Ora sa che tu conosci la verità e, quindi, le è più facile regalarti tutto l’amore che in questi anni ha tenuto un po’ sotto traccia per non sconvolgerti con gesti o parole inappropriati; da oggi vorrà almeno le briciole dell’amore che darai a me: lo ha fatto per anni con tuo padre - che è suo zio, non dimenticare - e adesso di certo lo farà con te. Senior molto spesso perdeva la calma e la maltrattava; ma io sono convinto che tenendo presenti il suo bisogno di affetto e la tendenza a un certo esibizionismo, decisamente innocente e non problematico, si riesce ad avere un rapporto con lei assai positivo.” “Mi stai invitando a farci l’amore?” “Potresti anche farlo da bull, come hai fatto con me, e presentarle il conto, alla fine; non avrebbe problemi a pagarti come un qualsiasi giovanotto in affitto; ma se la consideri, come è realmente, una persona della tua famiglia, da amare in nome di questo valore, credo che sarebbe ancora più giusto e forse ti divertiresti anche di più.” Junior mi prende il telefonino, clicca un paio di volte. Ha messo il vivavoce. “Anche questo è un difetto ereditato da tuo padre. Tutto il mondo deve conoscere i tuoi sentimenti.” Mi sorride quasi provocatorio. “Ciao, cuginona bella, sono Junior … “ “Ciao bello; ti prego di non copiare gli standard. Zione era il mio modo di apostrofare tuo padre, che non era solo il mio grande zio, ma anche il mio grande amore.”
“Lo so; per questo ho voglia di conoscerti, di parlarti e di amarti. Anche io sto impossessandomi di tutto quel che era di mio padre; e tu sei una delle cose che ha contato di più nella sua vita, dopo mamma spero. Per questo, stasera vado in luna di miele con Margie; ma da domani cercherò il momento opportuno per verificare quanto amore sai dare quando perdi la testa; ed io, la testa, voglio fartela evaporare, con l’amore che ti darò.” “Intanto, sei sleale. Dopo questa dichiarazione, io innanzitutto devo toccarmi così a lungo da consumarmi le dita; poi, da domattina, devo mettermi in caccia e stanarti finché non sarai mio.” “Va bene, vuol dire che ora ti bacio idealmente in tutti i punti che voglio baciare. Poi, domani, si vedrà. Ciao, bellissima.” “Ciao, maledetto amore mio. Margie, non me lo consumare troppo, stasera, lasciane anche per me; anzi, una, diciamo la terza, dedicala a me. Hai presente il discorso del transfert? Al terzo assalto, immagina di essere me. Io lo avvertirò per telepatia e godrò con te.” “Ciao, bellissima, sei sempre la stessa: per questo ti voglio bene sempre allo stesso modo. Ciao.” “Forte, la cuginetta. E sua madre, come è?” “Ottima architetto, bellissima tardona, ex figona da copertina. Rispetto alla figlia, è più lenta a razionalizzare, anche per questo ha attraversato momenti assai convulsi. Ma è anche lei una persona estremamente interessante e te ne accorgerai presto, quando avrai occasione di frequentarla.”
“Architetto anche lei? Spero non designer!” “No, specializzata in edilizia monumentale e di grandi volumi. Tra lei e Senior ci sono stati momenti assai particolari, di profondo amore e di grande odio; dopo decenni di polemiche, di lotte, di grandi passioni, è impossibile capire quali sentimenti prevalessero e quale infine abbia vinto.” “Cavoli; così mi fai pensare ad un’altra tragedia greca, dopo quelle che già mi hai fatto conoscere.” “E direi che non siamo molto lontani. Anzi, passando a noi e lasciando la storia di famiglia, che ne dici di tornare a casa e goderci la nostra luna di miele?” Il percorso di ritorno risulta più agevole perché il traffico si è alleggerito; in una ventina di minuti siamo a casa. Appena la porta si è chiusa dietro le nostre spalle, aggredisco letteralmente Junior, lo schiaccio contro la porta e mi abbarbico al suo corpo come un geco, afferrando a ventosa le sue labbra, innanzitutto, per divorarle in un bacio che mi manda in estasi. È un gran bel fusto, il mio ragazzo, ed io mi ci attacco come a difendermi da tutti i mali della vita, per sentirmi tutelata e protetta. Poi lo accarezzo con passione, su tutto il corpo, spogliandolo lentamente e totalmente; mi solleva in braccio, con elegante leggerezza, e mi porta in camera, sul letto grande, dove mi adagia con straordinaria delicatezza. Impegna un tempo infinito a spogliarmi, perché a mano a mano che scopre lembi di pelle li accarezza appassionatamente, non alla ricerca di una eccitazione in più (non ce ne sarebbe nessun bisogno, a quel punto di esasperata lussuria a cui siamo giunti!) ma per impossessarsi del sapore della pelle, delle emozioni che gli provoca; ed io mi trovo a fare altrettanto mentre spoglio lui con la stessa metodica lentezza.
Ho fatto sesso con moltissimi uomini, nella mia vita, anche per la particolare condizione di impotenza del mio amato marito che ha accompagnato delicatamente, lungo un percorso strano, i “membri in affitto”, per sopperire alle sue carenze rispetto alle mie calde voglie di donna; ho fatto perfino esperienze saffiche; qualche volta ho anche amato, specialmente il mio Mario Senior, che ho accettato con tutti i limiti e i difetti della sua contorta personalità, fino a decidere di rinunciare a lui in cambio del figlio che mi ha dato e che ora, qui, sul mio letto matrimoniale, sta per diventare il mio vero, unico, assoluto, incommensurabile grande amore. Mai, però, mi sono sentita tanto sconvolta ed agitata; è come se in un unico punto si concentrassero tutte le mie sensazioni, i miei desideri, le mie voglie fisiche, i miei sogni, le mie speranze: eppure, ho già passato una notte di fuoco con quest’uomo che è mio figlio (ma lui non lo sapeva) e con lui ho già toccato vette inarrivabili di amore e di piacere; ma lui non partecipava alle mie emozioni, eravamo due mondi che si sfioravano senza conoscersi. Stanotte invece siamo veramente nudi l’uno di fronte all’altra: e non perché ci siamo privati degli abiti, ma soprattutto perché ci siamo liberati delle scorie delle convenzioni, dei luoghi comuni, della società; ma soprattutto perché ci diciamo apertamente e con convinta certezza “Ti amo” sapendo con esattezza quello che sentiamo e quello che intendiamo.
Domani dovremo parlarne a Nicola, mio marito, e forse anche a Francesco, l’altro mio figlio, avuto da uno sconosciuto “membro in affitto” per scelta di Nicola e cresciuto come fosse nostro a tutti gli effetti. Di mio marito, so che capirà e soffrirà, solo in parte, per paura che Junior - come era già stato per Senior - si possa configurare come la vera alternativa d’amore capace di rompere l’equilibrio del nostro rapporto; e toccherà a me convincerlo (e dimostrargli) che Junior è soltanto la realizzazione di un sogno e che in un momento qualsiasi dovrà seguire il suo destino e andare per la sua strada, senza di noi: solo fino ad allora ci ameremo in tre. Di Francesco non so cosa pensare, ma è un uomo intelligente e spero che rifugga dai luoghi comuni; sarebbe terribile se mi dovesse porre davanti ad alternative dolorosissime; ma non rinuncio al mio amore per Mario Junior così come non ho mai dimenticato quello per suo padre.
Mi ricordo perfettamente della richiesta di Patrizia e, verso le due del mattino, quando Junior, dopo lunghissimi preliminari e dopo due aggressivi e meravigliosi amplessi in cui ha dato la sensazione di riversare la sua infinita capacità di amare davvero con tutto se stesso; quando, dopo una lunghissima serie di carezze amorevoli, si accosta per penetrarmi per la terza volta, quasi scherzando (ma non troppo!) gli ricordo la frase di sua cugina. “Questa la dedichiamo a Patrizia?” “Il transfert spetta a te; io non so neppure come si comporta in amore.” “Non è importante. Per il nostro gioco, basta dirle che alle 2, facendo l’amore per la terza volta, abbiamo pensato intensamente a lei. Le basterà.” Mentre raggiunge il suo terzo incommensurabile orgasmo, Junior ha la prontezza di dire. “Sai, mi sembra davvero di godere con una donna nuova. Sarà la suggestione di voi due!” Squilla il telefono: è lei. “E allora?” “Sei una strega. Proprio in questo momento ti abbiamo dedicato l’amplesso più bello della serata.” “Grazie; ne ero sicura; vi voglio troppo bene. Appena possibile, ti ricambierò l’affetto. Buona notte.” Ci guardiamo sbalorditi: razionalmente non è accettabile, ma emozionalmente è meraviglioso.
Passiamo a letto gran parte della mattinata e telefono per assentarmi un giorno: non me la sento di condividere col lavoro il giorno in cui ho trovato l’amore di mio figlio e recuperato le emozioni del mio primo grande amore. Ci fermiamo solo il tempo necessario per mangiare e ritorniamo subito a letto, come due ragazzini avidi d’amore e di sesso che non vogliono perdere un solo momento per timore che possa non esserci un domani. Nicola e Francesco, al loro arrivo, ci trovano così, non proprio in piena copula, ma solo qualche momento dopo che l’ennesimo rapporto si è concluso. Nicola ha immediatamente il quadro della situazione: mi viene vicino, mi abbraccia con affetto e mi stringe forte a sé. “Ciao, amore, ben tornato da noi.” E’ tutto quello che aspettava. Francesco rimane alquanto interdetto e non dice una parola. Si allontana in silenzio, seguito da suo padre.
Ci rivestiamo, io e Junior, e andiamo a raggiungerli in salotto; Nicola deve avere cominciato a parlare a nostro figlio: quando gli passo vicino e, volutamente, lo sfioro, allunga una mano intorno alla mia vita e mi stringe a sé: stento a trattenere le lacrime a quel segnale chiaro di comprensione (forse di complicità), mentre Francesco, con aria complice, dice a Junior. “Non avevamo capito niente nessuno dei due!” E sorridono entrambi; Junior spiega. “Non sai quante spiegazioni assurde avevamo arzigogolato intorno alla differenza dei cognomi. Ma l’idea che papà avesse fatto una scelta così coraggiosa e così pesante non l’avremmo mai sfiorata. A proposito, io continuo a chiamarti papà, nonostante l’evidenza dei fatti, perché per me tu sei e resti il mio papà. Ti dispiace?” Nicola si limita ad abbracciarli. “Siete e sarete sempre i miei figli, al di là di qualunque evidenza scientifica. Con te, però, vale anche l’intesa fatta col tuo padre naturale, prima che sparisse nel nulla.” “Quale intesa? Cos’altro non so e dovrei invece sapere?” “Io sapevo che Margie aveva fatto sesso con te, che non sapevi si trattasse di tua madre: noi non ci siamo mai nascosti niente e non lo faremo mai. Non sapevo però che avessi incontrato Mario Senior e che, dopo, avessi fatto l’amore con Margie. Questo spariglia le carte.” “Non sconvolge tutto? Io pensavo che quando lo avresti saputo, sarebbe scoppiato il finimondo … ?”
“Solo perché non sai quanti bull sono passati dal nostro letto, con mia piena coscienza ed ampia partecipazione. Se tu fossi solo un bull, anzi the king, come mi dicono, erede straordinario di tuo padre; se tu fossi solo quello, non ti prenderei neanche in considerazione. Ma di tuo padre, allora, e di te, adesso, ho una paura fottuta, perché tra voi c’è amore, non semplice sesso. Con Mario Senior avevamo detto che, se non attentava all’equilibrio della mia famiglia, poteva amare Margie come e quando voleva, anche in mia presenza e con la mia partecipazione, nel caso. Per mia fortuna (parlando egoisticamente, anche se ci sono stato male per Margie) il super designer non si è fatto mai vivo. Con te ho la stessa paura, che tu e Margie perdiate la testa e mi lasciate solo, al massimo con Francesco. Se questo rischio c’è,diciamolo subito e io mi organizzo una vita diversa; se questo pericolo è frutto solo delle mie fobie, ditemelo e ci organizziamo un modo di vita che ci faccia stare bene.” E’ chiaro che la risposta compete solo a me. “Nico, stammi bene a sentire. Per me quello che ci siamo promessi vale per sempre. Io ho detto chiaro che Mario Senior è stato il vero grande amore della mia vita, ma quella stessa volta ti dissi chiaro che tu sei l’uomo della mia vita e che non ti cambio per nessuno e niente al mondo. Oggi vale lo stesso discorso. Junior è il mio grande amore, ma il mio uomo sei tu, al di là e al di sopra di tutte le contingenze.”
“Questo cosa vuol dire?” E’ Junior a chiedere. “Vuol dire che vale per te il discorso che Nico fece a tuo padre. Se desideri amarmi anche fisicamente, siamo pronti a dormire nello stesso letto, io tu e Nico, e sono pronta a fare l‘amore con tutti e due contemporaneamente, con le possibilità e i desideri di ciascuno di noi. Se non te la senti e vuoi andar via, la porta la conosci. Se pensi di strapparmi a Nico ed a Francesco per il tuo egoismo, sappi che non ci sto: ho amato e amo Senior da sempre, ma resto con voi perché l’amore per voi è vivo, concreto, quotidiano e può essere anche fisico, se ci state. Il mio sogno d’amore con te, se non sei d’accordo, può continuare a vivere in me come quello con tuo padre.” Per la prima volta parla anche Francesco. “Mamma - bada bene, tu per me sei soprattutto MAMMA, non riesco a vederti come Margie - non siamo più bambini e non ci possiamo permettere il lusso di scandalizzarci di cose particolarmente diverse. Io ti voglio un mondo di bene e questo significa che voglio solo quello che ti può fare bene. Voglio bene anche a papà; anzi, ti dirò che gliene voglio di più adesso che ho scoperto che mi ha voluto ad ogni costo, contro ogni logica, contro i luoghi comuni. Voglio bene a Junior, non solo perché mi è almeno fratellastro, ma anche perché è il mio più grande amico, il compagno di giochi, è la famiglia, insieme a voi.”
“Un momento, qui non si sta mettendo in discussione la famiglia: il problema è solo il desiderio sessuale!” Junior è particolarmente a disagio. “Conosco l’esigenza del sesso e sono felice che voi, papà e mamma, abbiate trovato il modo di praticarlo, nonostante la disgrazia di papà. Qualcosa dentro di me mi impedisce di voler amare anche fisicamente mia madre, ma sono anche invidioso di Junior che invece riesce a possedere nostra madre anche nel corpo. Se vuole tenerla solo per sé, io non accetto e lotterò perché nostra madre sia anche mia; se decide di sparire come fece il Senior, ci starò male ma, dopo averci versato un fiume di lacrime, mi asciugherò gli occhi e andrò avanti. Non so se ve ne ricordate, ma spesso commentava così nonna Anna: lo so, che non ho nessun rapporto certificabile di parentela con lei, ma mi è stata nonna tanto a lungo che sfido chiunque a cancellarla dalla mia vita. Conclusione: qualunque cosa decidiate per voi, io esigo la mia famiglia, mia madre, mio padre e, se possibile, anche mio fratello Junior.” “Francesco, figlio mio caro, noi siamo la tua famiglia e nessuno te la sottrae ; Junior può essere un tantino confuso, ma la sua pasta non è quella di Senior: lui non scapperà, entrerà in sintonia con Nicola ed io non avrò più bisogno di pagare un bull, perché in casa ho the king e, insieme a lui, il marito migliore del mondo.”
Suona il campanello alla porta e Francesco va ad aprire. Intanto, quasi a dare forza ai discorsi, Nicola mi abbraccia e mi bacia appassionatamente, mentre Junior mi si accosta alle spalle e mi fa sentire il vigore del suo amore sulla schiena; mi giro un attimo a baciare anche lui e me li trovo di colpo che mi baciano insieme, su ciascun orecchio, o alternandosi, sulla mia bocca: è chiaro finalmente che l’equilibrio è raggiunto. A rompere, in tutti i sensi, è naturalmente l’immarcescibile Patrizia che si è precipitata, subito dopo il lavoro, a capire come vanno le cose. Per il momento, si intrattiene in anticamera a corteggiare Francesco, che ha scoperto che è proprio “bono” come ama dire lei e al quale si trova a riflettere che non la lega nessun rapporto di parentela, sicché può concupirlo senza neanche incorrere in reati o peccati di sorta. Ma l’obiettivo primario è Junior, che aggredisce immediatamente con un suo bacio a ventosa che tante vittime ha mietuto sulla strada delle sue conquiste amorose. Ma si scontra con l’emulo e fotocopia di suo padre e rischia, ancora una volta, di spaccarsi le corna, quando tenta un approccio più “osè”: dall’altra parte incontra le resistenze più determinate che le opponeva zio Mario e deve cercare percorsi più furbeschi. Si limita allora alle comunicazioni di servizio che erano il vero motivo del suo arrivo e solo con piccoli accenni cerca di fare il quadro della situazione. “Tutto bene?” “Si, meravigliosamente. Finalmente tutti sanno tutto e la nostra vita prosegue felice.”
“E per la povera cuginetta Patrizia che cosa resta?” “Quando avrà deciso chi preferisce tra Junior e Francesco, forse beccherà qualcosa.” Francesco appare basito. “Che razza di discorsi sono questi? Ma pensate davvero di poter decidere la vita degli altri?” “No, figlio mio. Noi semplicemente giochiamo su certe caratteristiche delle persone. Forse è bene che tu sappia che il trait d'union fra me e Junior è proprio Patrizia. Siamo state compagne di scuola dalle elementari ed abbiamo fatto insieme tutte le esperienze, da quelle più belle a quelle più scabrose: siamo state irreprensibili studentesse e ragazzine disponibili che masturbavano i compagni di classe all’ultimo banco, signorine di buona borghesia e profonde esperte di fellato da praticare in ogni dove; per farla breve, ne abbiamo fatto di cotte e di crude; Patrizia era la regina delle discoteche perché riusciva a conquistare un ragazzo nuovo in meno di dieci minuti e poi ci faceva sesso nei bagni; praticavamo prevalentemente coito orale ed anale, per mantenere la verginità che avevamo idealmente dedicato ad un indeterminato principe azzurro. Patrizia però sapeva che il suo principe doveva essere suo zio Mario con cui aveva un rapporto strano, perché sapeva che da sempre lui era attratto dal fondoschiena di sua madre e temeva che, essendo Oriana veramente una bellezza quasi ineguagliabile, il suo sogno sarebbe rimasto sempre inesaudito.”
“Vuoi dire che i vostri rapporti sono stati da sempre ispirati al libertinaggio e all’incesto?” “Usa i termini che ti pare; per noi erano amore e sesso, senza nessuna vergogna, senza giudizi dall’alto. Se consideri che già nonna Anna aveva avuto una vita assai travagliata e che per decenni ha fatto l’amore con chiunque le piacesse, compresi il figlio, la figlia, la nipote, vostra madre e finanche vostro padre, per quel poco che lui poteva,capirai facilmente in che brodo di coltura ci muovevamo. Aggiungici solo che, in tutto questo, Patrizia era smaniosa di primeggiare e puntualmente si trovava a sbattere il muso contro situazioni avverse e forse capirai anche qualcosa di oggi. Comunque, come già ho confessato a Junior ed ora dico anche a te, il fatto principale fu che io venni meno al “patto di verginità” perché fui violentata da mio padre, integerrima figura di cittadino eminente. Se credi, aggiungila al pacco. Non ebbi il coraggio di confidarmi con Patrizia perché c’era in ballo l’onorabilità della famiglia, della città, tutto. Stetti zitta e lei, contemporaneamente, mi fece una rivelazione opposta. Io per formazione culturale professionale, non dovrei credere a quello che sto per dirti. Ma, quasi paradossalmente, mentre io subivo violenza da un parente in vista, Patrizia incontrava suo zio. Tieni presente che noi tre siamo quasi coetanei e loro due erano cresciuti insieme, a carico di Oriana, mamma di Patrizia, perché a quel tempo Anna lavorava come un mulo e si poteva occupare poco del figlio piccolo (venti anni meno di Oriana e un anno più di Patrizia). Insomma, Patrizia e Mario insieme erano cresciuti e avevano fatto tutte le esperienze infantili; ovvio, quindi, che Patrizia chiedesse a lui lumi e dimostrazioni sul funzionamento della sessualità; aggiungici che Mario era già the king of the bulls e diventa chiaro che fu il mentore della nipotina nell’attività sessuale; il paradosso è che, di fronte alla nipotina che sbavava d’amore e se ne stava disponibile, tutta nuda, Mario non toccò il suo imene neanche da lontano, per non correre il rischio di sverginarla fosse anche con un dito.”
“E questo, che c’entra?” “Giovanotto, tua mamma è un’ottima psicologa; ma, anche non lo fosse, basta poco a capire che, nel confronto tra il parente violento e il parente delicato, il secondo assume un valore assai più positivo. Dopo lo stupro, avevo perso il gusto dell’amore e la fiducia nel maschio. Dal momento che ero vicina alla laurea, mi fu semplice cogliere che un rimedio poteva essere far trasferire su di me l’amore e la dolcezza che Mario aveva avuto con Patrizia; fu esattamente così; feci l’amore con lui e, da quel momento, non ho smesso di amarlo, o forse di amare il momento mitico che vissi con lui. Questo fece imbestialire Patrizia che, dopo avere per un lungo periodo meditato una qualche forma di vendetta, arrivò alla determinazione di farsi sverginare, apparentemente senza amore, in realtà soffrendo le pene dell’inferno ad ogni nuovo innamoramento di Mario che, in questo, era uno specialista con il cuore a fisarmonica per incastrarne quante più possibile. L’istinto a primeggiare di Patrizia divenne quasi patologico e, più ancora, si aggravò quando, involontariamente, rivelò alla madre la passione di suo zio per lei e li spinse l’uno nelle braccia dell’altra. Da quel momento, il libertinaggio di Patrizia si è scatenato fino a superare anche quello di Mario Senior che, a mio avviso, è inarrivabile, perché il personaggio è capace di grande empatia, caso per caso, ma non riesce a mantenere fede a nessun sentimento e a nessuna promessa che abbiano un prospettiva più ampia.”
Junior sembra quasi voler prendere le distanze. “No. Io no. Io amo solo te e, se un giorno mi dovessi innamorare di un’altra, te lo direi e ti lascerei immediatamente.” “Faresti benissimo; e spero che tu mantenga quello che hai detto. Non sai quanto può far male e condizionare un’esistenza, il tentennamento in amore. Meglio piangere, asciugarsi gli occhi e riprendere il viaggio che passare la vita a guardarsi indietro.” “Tu quale scelta hai fatto?” “Francesco, perché non lo chiedi a tuo padre: è abbastanza in gamba per dare un giudizio serio.” “Figlio caro, a un certo punto, mentre era nel pieno della sua storia d’amore, Margie decise di sposarmi, vale a dire scelse l’affetto sereno, intenso e duraturo, all’entusiasmo del grande amore senza regole e senza prospettive. Già questo ti risponderebbe. Ma poi ci fu il mio incidente; ci volle forza, determinazione, lucidità e tanto, tanto, tantissimo amore per scegliere la convivenza; come non bastasse, le chiesi di fare un figlio alle condizioni che conosci; ed anche quello fu un enorme gesto d’amore; poi mi chiese di farsi ingravidare dal suo grande amore ed io accettai, anche se tremavo di paura che mi potesse abbandonare; non lo ha fatto ed anche questo è segno di sicuro amore. E, se proprio la vuoi tutta la verità, io mi aspetterei che adesso fossi tu a fare l’amore con mia moglie, non per te, ma perché solo attraverso di te io potrei avere la certezza di fare l’amore con la mia donna; ma non te lo posso chiedere né posso forzarti a farlo.”
Francesco mi guarda negli occhi come non l’ho mai visto fare, mi tende una mano e io la prendo; ci avviamo lentamente verso la camera dove, fino a poco prima, facevo l’amore con Junior; passando, prende con la mano libera quella di suo padre e lo porta con noi. Sto piangendo mentre varco la soglia della mia luna di miele con Nicola, per il tramite di Francesco. E’ un uomo, nostro figlio, ed ha acquisito molti comportamenti del padre putativo; si spoglia con metodo e calma e fa segno a suo padre di spogliare me; mi piacerebbe intervenire ma non oso perché gli sguardi dei due mi fermano. Francesco mi solleva in piedi, accanto al letto, mi abbraccia col vigore della sua possanza fisica e mi bacia con intensa passione. Nicola completa la mia spoliazione e mi si appoggia sulle schiena, carezzandomi tutta dalla nuca ai fianchi, percorrendo con dolcezza tutte le curve del corpo. Francesco mi spinge sul letto e vi sale anche lui; mi dispone supina e aperta a riceverlo, si colloca fra le mie gambe e a malapena riesco a distinguere il suo membro che mi appare notevole; poi la sento, quell’asta, che penetra lentamente nel mio corpo e mi procura fitte di piacere. Nicola si è sdraiato a fianco a me e mi tiene il viso tra le mani, mi bacia con intensità il volto e gli occhi, mi sussurra dolci frasi d’amore; Francesco mi induce a stringere le gambe al massimo, trattenendole dentro le sue: sento la forza e il calore delle sue membra avvolgermi e sollevarmi in una nuvola di sogno.
Non si muove, lascia che il suo membro cresca per l’afflusso di sangue che il cuore pompa; ed io lo sento crescere in me con una voglia intensa che si trasforma in gemiti e parole monche di cui la più frequente è “Nico … amore … amore mio” Mi sembra di essere immersa in un pozzo di piacere che a mano a mano cresce e si riempie; ogni volta che sento il livello di piacere crescere, è un orgasmo che mi esplode, senza muoverci, senza fare gesti più o meno di prassi: è l’amore che muove il desiderio e avvicina l’orgasmo. E questo finalmente esplode, tra le scosse convulse del mio corpo e quelle forti, decise di Francesco che mi inonda utero e vagina fino a riversare il suo orgasmo anche sulle lenzuola; ma, soprattutto, tra i gemiti, quasi urla, di Nicola che gode intensamente, inarrestabilmente, senza che il suo sesso abbia avuto il benché minimo movimento. La nostra felicità si esprime in un abbraccio a tre in cui si perde il senso delle singole membra e tutto sembra fondersi in un unicum assoluto. “Più volte, nonna Anna aveva detto che io e Mario saremmo stati capaci di arrivare all’orgasmo senza neppure toccarci: non era possibile e non può succedere, neanche adesso; non si può godere se non c’è un minimo movimento di vai e vieni del sesso nel sesso; eppure, oggi l’orgasmo l’abbiamo raggiunto senza muovere il corpo, solo affidandoci alle modificazioni dei sessi per la sola pressione del sangue. E’ stato solo il movimento interno dei nostri corpi che ci ha dato l’orgasmo. Sono felicissima!”
Nicola non riesce neppure a parlare, tanto è emozionato; mi bacia delicatamente sulla bocca e attira a sé Francesco per coinvolgerlo nel bacio; lui si schernisce; poi, quasi travolto da un impeto improvviso, occupa la mia bocca con la lingua e mi concede il più lungo, bello, entusiasmante, eccitante bacio della mia vita; mi sento sciogliere di languore e mi abbandono fra le braccia di padre e figlio, amandoli della stessa intensità. Quando riusciamo a riprenderci un poco, emergendo dal sogno che abbiamo appena vissuto (lo stesso per tutti e tre, si vede!), mi viene spontaneo domandarmi dove siano finiti Patrizia e Junior; basta poco a trovare la risposta: la cuginetta non ha perso tempo e la trovo nel lettino di Junior stretta a lui fino a riuscire a starci insieme, nonostante le dimensioni quasi infantili; hanno appena fatto sesso e sono stravolti. “Insomma, ce l’hai fatta a farmi le corna con il mio amore - figlio!” “Ma no! Mi sono presa solo un piccolo assaggio; prometto che non te lo maltratterò mai: a piccole dosi, anche le medicine più amare fanno benissimo; figurati, poi, se si tratta di piaceri infiniti. Io ho già deciso. Il mio amante fisso sarà Francesco, però ogni tanto un giro in giostra con Junior me lo farò per riassaporare, come ho fatto adesso, l’amore di quel maledetto col suo stesso no
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Categorie: Incesti