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Conoscevo Alessandra da più di sei mesi, conosciuta in uno di quei locali gay-friendly, o semplicemente tolleranti. Mi incontrai con alcuni amici gay, e con loro si presentò anche questa stangona mulatta, corpo affilato e sguardo pungente, capelli mossi fino alle spalle, dai modi naturali, privi di quella nota goffa e volgare che spesso hanno i trans.

Fu una serata piacevole, qualche birra, due chiacchiere tra vecchi amici e questa nuova conoscenza da cui ero un po' ammaliato, mi intrigava il suo viso delicato ma semplice e il fare da ragazza acqua e sapone. Da lì a scambiarsi il numero è stato cosa da poco, ci siamo rivisti un paio di sere dopo, per una birra, e ancora una volta per un'altra birra, e un po' di sesso.

Io, liberamente bisessuale, senza eccessi né ossessioni, già da anni vago a tempo perso alla ricerca di sensazioni nuove, e tra una fidanzata socialmente accettabile e l'altra ho sempre tentato di colmare le lacune dello spirito attraverso l'esplorazione della mia sessualità. Insomma, non era la prima volta che ero con uomo o una trans, né tantomeno la prima volta che stavo sotto.

L'intesa a letto fu da subito perfetta: a lei piace farsi sbattere forte, fino in fondo, e sentire lo scroto che le schiaffeggia le natiche; e a me piace quando passa al comando e mi spinge giù nella tana del bianconiglio, dove perdo conoscenza e abbandono ogni resistenza. Ci si frequenta ogni tanto e ci si diverte per una notte.

Poi è spuntata Laura, donna, dal fisico liscio e curato, mora corvina, voce un po' bassa e sguardo severo, magnetico, che non cede il passo, lesbica, dice lei. Ha iniziato a uscire con noi in gruppo e poi da sola con Alessandra, costruendo velocemente un legame e una chiara intesa. In genere non sono geloso ma, insomma, qualcosa non mi tornava e la sua presenza costante cominciava a infastidirmi.

E poi ancora una sera ci organizziamo con Alessandra per vederci, lei mi invita a casa sua per cena, situazione che si dichiara promettente. Bello fresco di doccia, un primitivo di Manduria in mano, suono alla porta e... mi apre Laura, sorridente, bicchiere di vino in mano e faccia sorniona:

"ciao...", mi dice
"ciao...", c'è un po' di imbarazzo nella mia voce, "Ale non mi aveva detto che c'eri anche tu..."
"eheheh si -sorride- mi sono auto-invitata, non ti dispiace, vero?"
"No no, figurati, non mi dispiace...ma insomma... mi hai preso in contropiede!"

Mi fa entrare, e chiude lentamente la porta dietro di me, la casa è ben riscaldata e hanno abbassato le luci, "vieni...", mi fa, "è quasi pronto, vuoi un bicchiere di vino?". Accetto e la osservo con cura: scalza, shorts bianchi, perfettamente calzanti su quelle gambe tornite, abbronzate e impreziosite da alcuni tatuaggi, la pancia scoperta perfetta, e il top nero che stringe una seconda di seno autoritaria, il sorriso largo e gli occhi castani evidenziati da folte ciglia. Una piccola dea guerriera, femminile ma decisa, dolce ma letale.

Alessandra si attiene al dress code con degli shorts neri e un corpetto leggero che le sagoma un po' i fianchi. Anche lei con il bicchiere in mano, già brilla prima di iniziare, la conosco bene io. Cominciamo a cenare seduti attorno all'isola della cucina, io a capotavola, Alessandra a destra e Laura di fronte, alla mia sinistra. Beviamo, chiacchieriamo, mangiamo e ridiamo, anche se Laura ha un modo di fare che un po' mi infastidisce, sempre un pelo troppo prima donna, sempre al centro della discussione.

"...e poi...trovo eccitante vedere un uomo che lo succhia ad una donna, voi?"

Alessandra ride, io invece sono in confusione, un tonfo al cuore, e subito il battito impazzisce un attimo, divento rosso, ho un'erezione violenta ma rientro in confusione subito dopo. Balbetto, non riuscendo a rispondere, e lei colpisce ancora:

"dai, non lo pensi anche tu? Io scommetto che a te piace, vero?" e mi guarda dritto negli occhi. Io guardo subito dall'altra parte, ma ormai il danno è fatto, sono eccitato, duro e stretto nei pantaloni, tumtumtum nel petto, rimbomba nelle orecchie, il beato stordimento dell'alcol, e la stoccata finale. Lei si china leggermente in avanti, si porta una mano tra le gambe premendo lentamente sul pube, e mi dice sibillina "sarebbe eccitante vederti farlo...".

A quel punto il mio cervello esplode. Sento un bollore al basso ventre, imprigionato nei boxer, e le orecchie mi pulsano violentemente, il mio battito che aumenta di volume nella testa, e l'aria calda che mi opprime i polmoni e dal nulla una mano prende la mia, la muove all’indietro, e stringo la presa su un bastone di carne bollente, che si irrigidisce sotto la pressione, un sospiro di Alessandra e giro la testa per guardarla, sorpreso del gesto, sbandato, lei sorride e le brillano gli occhi, mi guarda e si guarda il pisello, mi invita.

C'è una tempesta nella mia mente, ed io sono sbattuto dalle onde di un'eccitazione animale. Comincio a masturbarla, lentamente, giù fino in fondo... e su... e giù ancora e su... guardo la cappella che si gonfia come stringo la presa, e sono ipnotizzato, sento un sospiro alle mie spalle e ripiombo nel buio; mi risveglio in ginocchio di fronte ad Ale, mentre la masturbo con decisione guardandola negli occhi e d'improvviso mi lancio sul cazzo e mi spingo la cappella su per la gola; Laura si lascia scappare un gemito, si muove e si mette al mio fianco, ha gli shorts abbassati ed una mano rovista dentro, si china a guardarmi da vicino e mi mette una mano sulla testa, mi prende per i capelli con dolcezza e mi spinge giù, decisa, tanto più il cazzo di Ale in gola quanto più la sua mano si addentra nelle sue mutande.

E' buio totale, mi sento soffocare dal bastone turgido di Ale in bocca, e quella stronza di Laura che mi tiene giù senza via di fuga, mi fa male il cazzo nei pantaloni, gonfio e costretto. Poi molla la presa ed io emergo per prendere aria, sono in ginocchio al capezzale di Alessandra, che si tiene il pisello duro davanti agli occhi sorridendo, e Laura con una mano tutta dentro le mutande e la faccia da teppista tirata per l'eccitazione, ma come la guardo si sfila il dito dalla figa e me lo mette direttamente in bocca, e avvicinandosi mi chiede "ti piace, vero?".

Sinceramente non era possibile resistere ancora, lascio cadere ogni resistenza e faccio cenno con la testa, mentre stringo le labbra attorno al suo dito umido, con quell'odore pungente, "aiutami a levarmi le mutande" mi dice ammorbidendo la voce. Sempre in ginocchio e all'amo di quel dito maledetto mi trascino al suo cospetto e le calo gli shorts fino ai piedi, dal suo pube si sprigiona un profumo inebriante, profumo di femmina bagnata, profumo di guerra. Proseguo quasi tremando, mi aggrappo all'elastico degli slip di cotone rosa e tiro lentamente verso il basso, svelando la passera liscia già bagnata, profumata, proprio davanti al mio naso.

Neanche il tempo di avvicinarmi che Alessandra mi presenta ancora il cazzo sbattendomelo su una guancia, Laura sfila il dito dalla mia bocca, riprende il controllo e mi gira la testa verso Ale. Ora è lei che mi prende la testa e la spinge a sé, è in piedi, io in ginocchio, il cazzo curva fino in gola e mi riempie la bocca e la vista, sento Laura chinarsi e comincia a slacciarmi i pantaloni, li cala quanto basta e mi afferra il pisello da fuori le mutande e infila l'altra mano da dietro, con un dito bagnato diretto subito verso l'ano, lo sfiora un attimo, lo spinge, ci gira attorno e poi lo infila, ed entra come nel burro, io inarco la schiena e Ale mi afferra più forte.

Sono secondi che sembrano minuti, la scena congelata in un'istantanea, io trafitto su due fronti, rigido in ginocchio con la schiena curva e scariche di adrenalina sparate nel cervello, ed è Laura che sblocca la situazione, comincia a muovere il dito dentro, e lo spinge più a fondo ed io lo sento per ogni millimetro mentre sono senza fiato soffocato da Ale che con gli occhi chiusi è determinata a infilarlo tutto fino alle palle.

Poi mi spinge via, con gesto di soddisfazione, sgrano gli occhi, incredulo, per un momento respiro, il glande rosso e gonfio che mi balla davanti, e Laura che ritira lentamente il dito e allenta la presa sul pacco: sono libero, stordito ma libero. Mi guardo attorno e rilasso lentamente, tiro su i pantaloni e mi alzo, ho ancora il cuore a mille e Laura si sta toccando con gesti lunghi e carichi di eccitazione inespressa.

Poi si toglie il top e si mostra in tutta la sua perfezione, due tette sode escono dalla morsa del tessuto e ritornano al loro posto con un movimento flessibile, i tatuaggi le ornano il corpo abbronzato quasi integralmente, seguo le curve fino alla passera, umida e scarlatta, gonfia di piacere e poi scendo ancora verso i piedi nudi per risalire veloce al suo sguardo magnetico.

Si muove e mi supera, mettendomi da parte, sposta i piatti della cena con un unico gesto e sale seduta sul tavolino, per poi spalancare le gambe: "ti piace leccare anche la fica?". Non rispondo neanche, mi libero dei pantaloni e mi chino per sprofondare la faccia tra le sue gambe bollenti, per inspirare avidamente quel profumo denso che ti riempie i polmoni come una colata lavica. Comincio a leccarla affamato, la lingua larga a lappargli le grandi labbra, e con la punta dura affondo, mi accanisco sul clitoride come se volessi divorarlo da dietro le sbarre di una gabbia.

La posizione non è delle più comode, piegato a settantacinque gradi, in mutande, gambe leggermente piegate e mani occupate a esplorare quel corpo fin dove posso arrivare; da dietro due mani grandi e affusolate mi calano le mutande e una lingua che conosco bene si va a piantare diritta nell'ano, e comincia una danza rituale fatta con la lingua, che balla attorno al mio sfintere, entrando di tanto in tanto, senza bussare, scendendo e salendo, e mi afferra il cazzo, ormai libero dalle mutande, mi stringe in una morsa quasi dolorosa, e comincia a mungermi lentamente, un centimetro di lingua nel culo, e completamente scappellato, e Laura che mi afferra per la testa e di violenza mi tira a sé per i capelli, mugugnando per il piacere.

Sono senza fiato, e ho la testa e il cuore e il cazzo che mi scoppia, Laura si stende e porta i piedi sul tavolo, spalancando di più le cosce, Alessandra mi fa spostare i piedi, mi allarga le gambe per passare sotto, scivola davanti a me, e seduta per terra con la schiena sul muro del tavolino mi ingoia il cazzo in un boccone. Quella bocca sa essere come il paradiso, un anfratto caldo e umido, come un massaggio di mille mani sull’asta, e la sua lingua in spasmodica ricerca attorno alla cappella.

Comincio a muovere il bacino poco a poco, piccoli movimenti, testando fin dove posso spingere, e aumento progressivamente una botta dopo l'altra, riempiendomi le orecchie dei mugolii di Laura e i sussulti di Alessandra, spingendo sempre di più, scopandogli la bocca a più riprese, a fondo, schiaffi secchi e decisi, battendo sulla gola, fino a che non mi spinge un dito su per il culo continuando a succhiare aggressivamente, ed io ancora una volta sobbalzo, mi inarco, spalanco gli occhi prendo aria a pieni polmoni ed esplodo, sborro, sborro prepotentemente con un ultimo colpo di fianchi, sborro col suo dito in culo, e lei succhia e ingoia ogni singola goccia.

2
Sono stordito, pestato a sangue, svuotato completamente, traballante, il respiro affaticato e profondo, la faccia umida, il culo pulsante e il cazzo dolorante, mi sento venire meno le forze e mi seggo lentamente, Laura mi guarda da sopra il tavolino, allunga un piede e mi spinge dolcemente sul petto, per farmi stender, poi scende con aria diabolica, senza smettere di guardarmi fisso negli occhi, senza smettere di mettermi in soggezione, si mette a gambe larghe sopra la mia testa e si accovaccia soffocandomi con la fica fradicia.

Le reggo le natiche con le mani, allargandole, mi infilo con la lingua in ogni pertugio, scavo con foga in quel miele inebriante, sotto sforzo, col fiato corto, e Alessandra si sposta davanti a lei, e lei con decisione glielo prende in mano, tira la pelle fino in fondo e fissa la cappella gonfia per un secondo, e poi ci si avventa con le labbra, torcendo il polso e roteando la lingua, con precisione da artista, e muove il bacino avanti e indietro, soffocandomi con la figa e offrendomi l’ano, che continuo a leccare come se volessi scoparla.

E poi mi prende i capelli e viene, trema, frustata dall’eccitazione, mi sbatte la testa sul pavimento e mi inonda del suo piacere, copioso, in faccia in bocca e nel naso, bevo e lecco come un cane assetato, fino a che il flusso scema: lentamente smonta da un lato scivolando anche lei a terra, e rimane rannicchiata, scossa dai brividi dell’orgasmo.

Trema, mugulando, io mi trascino verso di lei appurando che stia bene, ma lei sta benissimo, splendida femmina nel pieno del piacere, sospira mi guarda mi sorride e mi mette una mano sul viso con un gesto morbido, allarga le dita, tese come nel tentativo di abbracciarmi la faccia, per sentire il suo stesso umido sulla mia pelle, per bagnare la mia pelle, e mi scivola giù lungo il viso, sulle labbra, premendo, scende sul mento e mi afferra il collo per un istante, e poi, con guizzo rapido, mi infila tre dita in bocca.

Chiudo gli occhi e mi scende addosso la stanchezza del post-coito, sento le dita in bocca ma sono insipide, le lecco ma non sono convinto. Laura lo capisce, ritira la mano dolcemente, si alza da terra e mi fa cenno di alzarmi, io sono decisamente più stordito di lei e fatico un po’, Alessandra invece si masturba lentamente guardando la scena, il cazzo affilato che non ha perso autorità, la cappella gonfia e pulsante. Laura mi prende per mano e mi accompagna verso la camera da letto, è evidente che conosce casa, quante volte ci sarà venuta senza di me? Mi fa scivolare verso il letto e un po’ mi ci spinge sopra, sdraiato, Ale è al passo e sale subito sul letto, in piedi, mi guarda dall’alto, “tirati un po’ più su” mi dice, e mi metto quasi seduto con la schiena dritta sulla testiera, lei china un po’ le lunghe gambe, si inclina in avanti fermandosi con le mani al muro, e mi infila tutto il cazzo in bocca, spedito fino in gola, e sbatte una due tre volte, tre colpi regolari, tre bastonate sulla carotide, poi lo sfila elegantemente, mi lascia riprendere fiato e mi chiede “e questo ti piace?”, io balbetto, tento di prendere spazio, le dico di aspettare.

Si calma un pochino, fa un cenno di scusa e mi ripropone il glande sulle labbra, lo lascio entrare e stavolta è un movimento lento ma inarrestabile, scivola centimetro dopo centimetro fino in gola, con un leggero arco verso l’alto, un piccolo sussulto a fine corsa.

Laura nel frattempo ha rovistato per qualche minuto il cassetto dei giochi e poi richiuso, segno che aveva trovato quello che cercava; la sento che sale sul letto ai miei piedi, non la vedo perché ho Alessandra davanti che continua costante a pomparmi in gola, dice qualcosa che non afferro, ma la sua mano mi sale lungo la coscia e la sua lingua si avvicina sul mio pisello, al momento un flaccido sacco di carne, una leccata calda, la mano raggiunge la base, stringe intorno, e una grotta umida mi avvolge, brividi, mani e lingua mi massaggiano, e Ale è spinta dall’eccitazione e ricomincia a spingere con foga in bocca, poi un lama fredda mi punge l’ano, è gel, Laura lo sparge sopra il buchino ed entra spingendo il dito medio fino in fondo, un lento massaggio interno, e i brividi lungo la schiena si trasformano in segnali di vita.

Ad ogni giro lo sento indurirsi un poco di più, è un concerto metal di stimoli, a volume crescente, la batteria martellante in gola, il basso sensuale attorno al glande e la chitarra distorta che entra ed esce ripetutamente dal culo, il rumore assordante, il gonfiore dolente, è di nuovo duro, pulsante, nell’abbraccio bollente delle labbra di Laura, torturato da una lingua irrequieta, poi un oggetto di plastica si poggia sull’ano, ed entra senza chiedere permesso, è un piccolo dildo, ha una rotellina dietro, lei la ruota in senso orario e comincia a vibrare di colpo.

E’ una scossa elettrica lungo la spina dorsale, mille watt di potenza nel cervello, ho un fremito, Laura stacca la bocca dal cazzo con uno schiocco, Alessandra invece rallenta e mi disimpegna la bocca, si inginocchia sopra di me, a gambe larghe, il suo scroto sulla mia pancia, inarca la schiena e sposta indietro il sedere, e lo appoggia sulla cappella. Istintivamente mi spingo in avanti per entrare, ma lei si ritrae, una, due, tre volte, ed io che sollevo il bacino sempre più in alto, mentre dentro vibra tutto, poi Laura mi blocca le gambe, e Ale scende ancora, mi tortura il cazzo con il buco del culo, voglio scoparla, voglio sfondarla, ma era tutto programmato, si allontana un secondo e prontamente Laura mi mette il guanto, quindi lei scende a impalarsi di colpo.

Lei lancia un gemito profondo di piacere, io una smorfia mista dolore e soddisfazione, ma sono teso nello sforzo di infilarglielo più a fondo possibile, spingo in alto, mi rilasso e spingo di colpo, qualche centimetro più in alto, poi mi abbasso e le sposto le ginocchia, per farcela sedere di peso, a gambe spalancate, col cazzo dritto e le palle appoggiate sulla pancia, mentre lei rotea il sedere oscillando sulla mia asta io le afferro il cazzo e la gola contemporaneamente, e mentre stringo al collo la sego selvaggiamente, fino a che Laura non mi sfila il dildo dal sedere ed io riprendo conoscenza.

3
Mi alzo di scatto che sono ancora dentro e ribalto la mia posizione, Alessandra è giù con gli occhi sbarrati che gode, mi metto in ginocchio, le alzo le gambe e mi lancio in avanti, bastonandola con tutto il peso, piegandola in due, dentro tutto fino ai coglioni, di rabbia, di decisione, lei rantola, le piace da impazzire lo so, mi tiro lentamente indietro e ricasco di colpo trafiggendola ancora, e le infilo la lingua in bocca, una guazza calda, e c’è battaglia, colpisco ripetutamente col bacino, le sue mani mi graffiano, mi tirano, spingo la lingua fino in gola, Laura mi tocca ovunque, poi mi alzo ancora e comincio a spaccarla con una serie di colpi rabbiosi, sempre più profondi, poi le energie mi abbandonando, tiro un lungo respiro e devo rilassarmi, e mi abbandono sul letto, ansimante.

Ma Laura non mi lascia respirare e si avvicina, mi infila la lingua in bocca, leva il condom e comincia a massaggiarmi lentamente, Ale si continua a masturbare veloce, non resisto, afferro Laura al collo e l’allontano, la sua lingua scivola via e ci lega un filo di saliva, la guardo fisso negli occhi, carico di eccitazione, più stringo al collo e più lei serra la presa sull’asta, intuisce che non mi lascio mettere sotto, mi alzo in ginocchio sul letto senza mollarla, poi la spingo via e la lascio cadere sulle lenzuola.

Non ho finito con Alessandra, prendo anche lei per il collo mentre la bacio aggressivamente, la faccio alzare e mettere in ginocchio ai piedi del letto, Laura è già a gambe spalancate che si mena la figa con aria da maiala, spingo giù la testa di Ale che si lancia a leccare avidamente, io assaporo con le mani quel culo sodo, mulatto, sudato, col buco di culo umido e invitante, di colore più chiaro, allargo le chiappe, stuzzico col dito ed lo infilo, stuzzico ancora e mi chino a infilarci la lingua mentre la scappello e la masturbo ripetutamente, ma adesso voglio infierire, infierire duro. Mi rialzo poggiandomi con tutto il peso sulla sua schiena, apro un profilattico, lo indosso, piego le ginocchia quanto basta e appoggio la cappella.

Poi spingo. Lentamente. Esco un attimo e aggiungo gel, entro, più lentamente, il buchetto che si apre al mio passaggio, mi accoglie, centimetro dopo centimetro, lei mugula, non mi fermo, arrivo in fondo, roteo leggermente il bacino, geme sommessamente, due colpi a fondo corsa, e un colpo più forte per sentirla sussultare, poi un attimo di attesa, in tensione, scivolo fuori fino a metà cazzo e mi lancio con forza fino alle palle, gode, incurva di scatto il collo e Laura la riporta giù a leccare, io ripeto, una due tre volte, crescendo in potenza, mi chino e le prendo i capelli e spingo ancora più impetuoso che sento le palle schioccare sulle sue, il cazzo scivola dentro e martello con tutto il corpo, sono stanco, spossato, sudo ansimo e colpisco duro e poi Laura di scatto spalanca gli occhi e mi guarda fisso, feroce, mi afferra per la gola con uno scatto che mi toglie il fiato, mi pianta le unghie nella pelle, mi fermo immobile, mi avvicina a pochi millimetri dalla sua bocca, l’alito sulla faccia e il dolore pungente sul collo, e mi ordina: “scopami”.

Non molla la presa, soffocandomi, mi lascia margine per distanziarmi e Alessandra si sfila lentamente, strusciandosi, umido sulla pelle, acido di sudore, l’aria più calda e pesante che mai, l’odore dolce e pungente di fica, non molla ancora ma scivola proprio sotto di me, gambe divaricate, e grandi labbra spalancate bagnate e vogliose, sento il calore soverchiarmi da dietro, Ale è alta e si inarca leggermente per adattarsi col corpo bollente al mio, usa una mano per sfilarmi il guanto e l’altra a guidarsi la cappella sul mio sfintere, poi di concerto Laura mi tira a lei e Alessandra mi ci spinge.

Scivolo dentro con un unico movimento del bacino, penetro nella carne bollente, che mi accoglie zuppa, e come arrivo in fondo sento una presenza arrogante che mi preme dietro, io ancora arpionato, accenno un movimento ma Ale preme controcorrente, appoggia la cappella e comincia a entrare, un po’ a forza, iniziamo un gioco di piccoli movimenti, contrappesi, in equilibrio precario, in tensione, slitto lentamente avanti e indietro, con la pistola puntata alla tempia, il suo cazzo leggermente curvo in attesa di impalarmi, mi tiene alle soglie della sodomia per qualche minuto, poi si allontana, mi lascia freddo e umido sulla schiena, e Laura allenta la presa, e mi riprendo a respirare, cominciando a usare il bacino e tutto me stesso, prima lentamente e poi sempre maggior passione, sudando da ogni poro, Laura sotto ed io sopra con tutto il corpo, piedi a terra e ginocchia piegate e spingo e spingo e spingo...

Ma poi mi sento afferrare: una mano sulla spalla che mi agguanta e le unghie su un fianco, il cazzo duro ma freddo di gel appoggiato sul buco, e subito dentro la cappella, senza chiedere permesso, di forza, e lo sfila e dentro di nuovo, poi un colpo secco ed è dentro a metà, lancio un grido, un altro colpo ed è in fondo, mi lamento più forte, un lungo mugulio sofferente, mi zittisce “sssssh!”, e giù un’altra botta, più forte ancora, un carro armato che mi schianta dentro, mi scuote e d’inerzia affondo nella fica di Laura, che trabocca piacere e mi graffia la schiena, come un animale, avida alza e abbassa il bacino per accoglierne il più possibile, bagnati di sudore scivolo su di lei, incandescente, mentre Ale mi martella rabbiosa il culo fino in fondo fino ai coglioni che schioccano ad ogni colpo e sono brividi feroci lungo la spina dorsale il respiro che manca, pressato schiacciato bloccato subisco l’impeto da conquistadores di un palo di carne che mi apre e mi spacca a ripetizione un crescendo di prepotenza e la domanda insistente “ti piace il cazzo? ti piace il cazzo?” sussurrato all’orecchio esigente di una risposta strozzata in gola in un lamento costante prossimo all’inevitabile esplosione che sta arrivando e si irrigidisce di scatto e conficca le unghie nella carne e l’ultimo colpo e il primo schizzo bollente, sborra calda che mi riempie il ventre, e il secondo abbondante e sono al limite e Laura con noi mi afferra la gola ed esplodo violentemente, lei si contrae, vibra trema e io intrappolato nel movimento costante la riempio mentre sono riempito e strozzato e usato, ogni schizzo una frustata ogni colpo di Ale un punteruolo nel cervello e l’orgasmo potente di Laura che mi spreme e mi munge il cazzo fino all’ultima goccia.

L’intero universo si è espanso e richiuso in un singolo punto istantaneamente. E’ finita, cala il buio.

Mi abbandono su di lei, Alessandra si ritira lentamente, esausta, sfila il glande ancora gonfio, sozzo di sperma, e sento l’ano che rimane aperto, dolorante, come dolorante è la pancia e i fianchi dove le unghie mi hanno trafitto, e la schiena dove Laura mi ha graffiato, sono steso inerme sul suo corpo, ansimo io e ansimano loro, Alessandra si sdraia alla nostra destra ed io faticosamente mi separo da quell’umida unione e mi sdraio a sinistra, supino, guardo il soffitto tentando di respirare normalmente. Poi la sento che si muove, giro la testa e la trovo a guardarmi, “sei un bel cagnolino da monta” mi dice con voce roca, poi cerca qualcosa tra le sue gambe e mi porge due dita unte di sperma, me le infila in bocca e mi bacia con la lingua.
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