LA ZOCCOLA SI ECCITA ALLA SCOPERTA DEL FIGLIO PORCO
E' scioccata ma anche un pizzico intrigata e per questo ha in viso una smorfia di combattuta sofferenza. Io approfitto del suo disorientamento e la palpo tra le cosce da sopra i leggings, lei mi afferra il polso come per fermarmi, ma si limita solo a tenermi stretto il polso mentre si piega in avanti. Ne approfitto per portare l'altra mano sul suo culo prendendo a palparglielo sfacciatamente davanti al figlio. Le abbasso i leggings e lo mostro ad Antonio. E' bello morbido, sporgente e largo, le dita affondano nella pelle mentre lo invito a fare altrettanto, a tastare il culo della madre.
"Dai dai toccaglielo... Hai visto che gran troia che è, no? Le piace un sacco prendere il cazzo e visto che tuo padre non la soddisfa più tocca a te pensarci."
Antonio è sempre più eccitato. Ora che ha la madre davanti, in una posa oscena, piegata e col culo di fuori poi, dà di testa come un matto. Non riesce a crederci: dopo averla spiata per anni, ed essersi segato di nascosto un'infinità di volte, adesso si trova col cazzo duro fuori dai pantaloni e il favoloso culo della madre, soffice e sporgente, a pochi cm!
Sa che ormai non c'è più nulla da tenere segreto, per tutto il tempo che ha portato avanti il desiderio di scoparsi sua madre ha sempre creduto di voler sprofondare sottoterra se l'avessero scoperto. Adesso invece che è venuto a conoscere di quanto troia lei sia gli è montata una rabbia pari a quella di un innamorato tradito e alzandosi di scatto dalla sedia (che si rovescia sul pavimento) le piazza le mani aperte sul culo e prende a palparglielo mentre la insulta.
"Sei una troia... Fatti toccare... Fatti toccare mamma, uhm che culo che hai! cazzo com'è morbido! Papà è un coglione a non starti attaccato tutto il tempo... E così ti sei fatta l'amante che ti tromba come fossi una gran troia, eh? E perfino in casa ti fai sbattere come una cagna! cazzo che zoccola sei, papà deve saperlo quanto è porca sua moglie!".
Amalia, che aveva ascoltato e subito tutto senza opporre reazione, sussultò all'ultima affermazione del figlio.
"No, tuo padre no! non deve saperlo, mai!".
IL TORBIDO RICATTO
Era proprio quello che volevo sentire e subito sottolineai la cosa: "Certo che se lo venisse a sapere lui sarebbe un disastro, ti sbatterebbe fuori di casa, dopo averti riempito di legnate. Ti rimanderebbe a Napoli e lo verrebbe a sapere la tua famiglia, e in poco tempo tutto il quartiere, quanto sei troia! E tu questo non lo puoi permettere, vero?", dissi ad Amalia che ora, più che fare resistenza afferrandomi il polso, si era letteralmente addossata al mio braccio, mentre le stringevo la fica con una mano e con l'altra le palpavo il culo assieme ad Antonio, poi ripresi: "...faresti di tutto pur di far restare la cosa segreta... o meglio, 'ti' faresti fare di tutto! Vero, mammina vogliosa?". Amalia deglutì, aveva capito che depravato giochetto avevo in mente ma non mostrò quella disperazione e rabbia che mi aspettavo, la porca era eccitata all'idea che il figlio fosse lì e partecipasse alla cosa. Sta troia era così infoiata che accettava il fatto che il figlio la scopasse! Allora lasciai la presa sulla sua fica per poterle così abbassare i leggings aderenti e stavolta glieli sfilai del tutto, abbassandomi e levandoli da sotto i piedi, poi le feci poggiare le mani sul piano della scrivania.
Amalia era come stordita e disorientata tra il fatto di essere stata scoperta dal figlio; le prove del suo adulterio che scorrevano sul computer (con tanto di audio fatto dai suoi gemiti e mugolii) e l'essere in procinto di farsi chiavare proprio dal figlio. Appariva come impotente e consapevole di essere preda dell'irresistibile sua stessa voglia di cedere al massimo della depravazione. E così, ubbidiente ai movimenti che le facevo fare, si ritrovò piegata a novanta gradi, appoggiata alla scrivania e con le tette che pendevano (la zoccola aveva indosso la maglietta leggera ma non portava il reggiseno) proprio davanti allo schermo dove scorreva il filmino di noi due che scopavamo.
IL FIGLIO LA FA PAGARE ALLA MADRE SCOPANDOLA...
Era nuda dai fianchi in giù, con le gambe bianche e belle tornite tutte scoperte; aveva solo le mutandine, che io tirai pieghettando il tessuto in modo che le si arrotolasse lungo il solco del culo e si infilasse lungo lo spacco della fica. Tirai ancora per farle sfregare contro le labbra che erano gonfie e dilatate dalla voglia che aveva, e lei ondeggiò il culo e sospirò vogliosa. Antonio a quel punto aveva davanti il culo nudo della madre puttana messa a novanta gradi e le labbra sporgenti della fica in bella mostra e riprese a segarsi.
"Oh, dai, cosa ti seghi a fare? Ficcaglielo nella passera a 'sta troia!". Toccai la fica di Amalia sfregandogliela un po', affondando le dita tra la fessa e penetrandola a mo' di stantuffo. Lei ansimò e mugolò ondeggiando sinuosa il bacino per accompagnare il mio muovermi in lei e quando le tirai fuori erano lucide e impregnate di umori. Le avvicinai al muso del figlio dicendo: "Guarda qua! Si sta allagando dalla voglia di farsi scopare... Non hai sentito come mugola? E tu stai a masturbarti? Sei proprio uno sfigato e impotente NERD del cazzo... Ogni maschio degno di questo nome vorrebbe essere al tuo posto e inculare 'sta femmina bella calda e vogliosa!", mi portai le dita sotto il naso annusando con gusto e poi le succhiai assaporando gli umori della lussuriosa MILF.
"Uuuuh che sapore di troia hai, mammina... Senti Anto'," dissi al ragazzo, "...spostati che ci penso io a far godere questa insaziabile cagnetta. Si vede che voi maschi di casa non siete in grado di soddisfare i suoi appetiti, per questo lo ha cercato fuori un vero maschione."
Sperai di averlo punto sul vivo con quelle battute provocatorie, e così fu. Antonio reagì con un no secco e deciso al mio invito a spostarsi e finalmente spinse la cappella del suo cazzo tra le labbra della fica della madre che, a sua volta, reagì con un sospiro voluttuoso. Era ormai totalmente arresa alla voglia di farsi possedere che accentuò lo sporgersi per facilitare la penetrazione, divaricò poi le gambe e scostò le mutande ormai pregne dei suoi umori.
...E LEI APPREZZA E GODE!
La sua fica era oscenamente bagnata e aperta e lei, messa in quella posizione, invitava eloquentemente il figlio a sfondargliela chiavandola come fosse la più infoiata delle puttane. Il cazzo di Antonio le entrò dentro senza difficoltà, lui lo spinse fino alla base lentamente e lo ritrasse ripetendo l'operazione un po' di volte fino poi a penetrarla con un ritmo regolare. Le afferrò i morbidi fianchi per dare più forza alle spinte e lei prese a sussultare ad ogni affondo, con le tette le ballavano pendendo davanti lo schermo.
Era perfetto. Era la situazione che volevo si creasse. Non mi era mai passata nemmeno per l'anticamera del cervello la fantasia dell'incesto tra Amalia e il figlio, però lei era diventata l'ossessione delle mie voglie sessuali, della mia depravazione, e scoprire le stesse voglie in Antonio mi trascinò, con mio grande piacere, in quella morbosa e torbida situazione. Questa donna la desideravo da tanto ed una volta avuta, ed una volta presentatasi un'occasione come quella, non ho resistito all'idea di vederla degradarsi ad un abominio simile: scopare con il figlio!
Adesso respirava velocemente e mugolava mentre il figlio la scopava da dietro. Io ero eccitatissimo come non mai, il cazzo era duro e lungo all'inverosimile e lo tirai fuori. Mi pendeva tra le gambe come un randello, Amalia appena lo ha rivisto lo ha preso in mano tastandone la vigorosa circonferenza. Ha poi iniziato a menarmelo e mentre aveva un'espressione di vera goduria, nel sentirsi penetrata dal cazzo del figlio, ha rivolto uno sguardo di compiacimento verso il mio cazzo, leccandosi le labbra.
"Dillo che lo vuoi in bocca, cagna!", le dissi con tono di sfida.
"Sì... Lo voglio in bocca...", ripeté lei con la voce rotta dall'eccitazione.
"E di' che sei la nostra cagna!", incalzai io.
"Sì... Sì, sono la vostra cagna!" seguì lei ansimante.
Soddisfatto l'afferrai per i capelli ricci e folti e la tirai giù fino a presentarle il cazzo davanti le labbra e lei ha aperto la bocca ed ha preso a succhiarmi la cappella, poi a leccarmi l'asta fino alle palle. Mentre il figlio la scopava da dietro, Amalia mugolava e si muoveva sussultando e mi succhiava golosa la mazza, alternando di affondare il muso nella sacca dei coglioni, leccandoli e ficcandoseli in bocca prima uno poi l'altro.
Era una situazione eccitantissima quanto morbosa, quella mamma troia ed infoiata era uno spettacolo che era un peccato non filmare. Antonio era come in trance, era sudatissimo e stravolto e pensava solo a stantuffare nella fica della madre e lo ha fatto imperterrito fino a che non le è venuto dentro. Amalia, appena se ne è accorta, si è sfilata il cazzo del figlio dalla fica, ha smesso di succhiare il mio e con un moto di fastidio gli ha detto: "No la sborra no, cazzo!". Per fortuna la sua reazione è stata pronta ed il più della sborrata è schizzata fuori, sul culo e le cosce, e colava lungo le gambe della donna, mentre un fiotto caldo lo avevo preso quando il cazzo lo aveva dentro, e delle gocce bianche le uscivano dalle grandi labbra.
L'inconveniente fu subito risolto, lei si tolse la maglietta e a mo' di pezza se ne infilò un lembo nella fica. Quando lo tirò fuori era fradicio di umori, lanciò la maglietta verso la porta.
AMALIA INSAZIABILE, HA ANCORA VOGLIA DEL MIO CAZZO...
"Bene, dopo la metto in lavatrice ma adesso voglio il tuo bel cazzone!", disse sollevandosi dalla posizione a novanta in cui era piegata e mi fece mettere seduto sulla sedia. Spinse via il figlio, allargò le gambe per mettersi a cavalcioni sulle mie e disse: "Anto', adesso guarda come vuole davvero essere sfondata una donna." Afferrò il mio cazzo tenendolo fermo e dritto e piano piano e mugolando se lo impilò dentro la fica. Spingendo, trattenendo il fiato e poi sospirando se lo fece entrare fino alla base. Quel randello di oltre 20 cm le stava davvero sfondando la fregna! Era fantastico poi sentirla e vederla andare su e giù, seduta su di me. Vedevo sul monitor anche le sue grosse tette ballare su e giù e presi a palpargliele e strizzare con immensa goduria.
...E DI QUELLO DEL FIGLIO
Mentre si teneva con le mani sulle mie ginocchia sussurrò al figlio di avvicinarsi a lei, gli prese il cazzo in bocca e se lo leccò e succhiò per bene, gustandosi gli umori della propria fica di cui era impregnato. Glielo spompinò con cura, mentre godeva per il mio grosso cazzo che le stava tutto dentro e la stava sventrando. Glielo leccò e succhiò fino a farsi sborrare in bocca, lasciandosi chiamare troia, puttana e zoccola dal figlio che la invitata a succhiare senza smettere. Stavolta non protestò, si fece schizzare i fiotti di sborra in bocca e poi li buttò fuori facendoli scorrere lungo il muso, il collo, il petto e le tette, facendo colare la sborra lungo il solco tra le mammelle e quando la avvisai che stavo per venire lei si alzò sfilandosi il cazzo. Aveva la fica aperta e slabbrata, tanto la mia verga gliel'aveva allargata. Si mise in ginocchio in mezzo alle mia gambe aperte e prese a smanettarmi il cazzo, mentre si sporgeva di più per averlo proprio davanti la faccia. E così liberai una marea di sburro che le inondò il volto e colando, dalla fronte, le guance e le labbra, le fece diventare la faccia una maschera perlacea di sborra.
LA MASCHERA DI SBORRA
Antonio filmò col cellulare sua madre che sorrideva soddisfatta, con una maschera di sburro in faccia e poi anche il petto e le tette tutte imbrattate. Una immagine oscena che non mi ero mai neanche sognato di vedere e che mi riempiva di soddisfazione ed eccitazione.
Amalia poi corse in bagno non appena sentì il marito rientrare. Fu lo spettacolo finale vederla correre nuda, con le tette al vento, che ballonzolavano, tutta impiastricciata della sborra mia e del figlio.
Io e Antonio poi ci sistemammo e scendemmo. Arturo aveva portato le pizze e mi invitò a cenare da loro e per un momento fui tentato di accettare, solo per il gusto di osservare i comportamenti di madre e figlio dopo la chiavata e magari divertirmi a stuzzicarli con occhiatine divertite e battutine, poi Monica mi scrisse che sarebbe passata da casa di lì a poco e, conoscendola, sapevo mi sarebbe toccato soddisfare anche lei col mio cazzo.

FINE
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