Quella sera Salvatore tardava, si erano fatte le 23 ed ancora non avevo sentito bussare, temevo che Lucia si fosse pentita di avermi concesso il marito e gli avesse vietato di venire. Tendevo l’orecchio per sentire se nell’appartamento affianco stessero litigando. Speravo ardentemente che non litigassero, a quell’ora il vociare si sarebbe sentito in tutto il palazzo e non volevo che tutti sapessero di me, sarei passata per la solita troia che voleva rubare il marito alla moglie legittima. Certo non potevo andare io a bussare per chiedere perche’ quella sera Salvatore non fosse ancora venuto. Ero in agitazione e mi torcevo le mani per i nervi, mi ero profumata, truccata, avevo indossato la combinazione piu’ sexy che avevo, mi ero fatta addirittura due clisteri per farmi trovare pulita e avevo pure deodorato la fessa e quello stronzo non veniva? Verso mezzanotte sentii i colpetti convenuti alla porta, volai ad aprire, era finalmente lui. Quando mi vide i suoi occhi brillarono, “quanto sei bella” mi disse e mise il suo volto fra i miei seni rigogliosi stringendo con le sue grosse mani le mie chiappe. Mi sollevo’ come un fuscello con le mani a coppa sotto il mio culo mentre io gli allacciavo le braccia al collo e mi porto’ in soggiorno. Chiusi la porta e gli chiesi il perche’ del ritardo, aveva forse litigato con Lucia? Era questo che mi premeva sapere in quel momento, ne sarebbe andato della mia reputazione e forse pure del mio matrimonio se Lucia cominciava a sparlare in giro di me. Lui mi tranquilizzo’, mi disse che era rimasto a far compagnia alla moglie piu’ a lungo quella sera e che Lucia se ne era andata a letto, quindi lui poteva rimanere con me fino a quando avessi voluto. Lucia mi aveva preso in simpatia e mi considerava quasi una sorella minore. Sapeva che ero sola per quasi tutta la settimana e questo per una giovane donna non era bene. Quindi un po’ di compagnia mi avrebbe giovato e a suo marito pure avrebbe fatto bene un po’ di distrazione, tanto lui comunque non le avrebbe fatto mancare nulla, era capacissimo di soddisfare due donne. Che donna stupenda doveva essere questa Lucia pensai, forse l’avevo giudicata male quando con uno sguardo cattivo mi aveva spalancato le gambe in faccia! Ma ora era giusto passare a cose piu’ piacevoli disse lui ma prima mi chiese se per favore potevo prendere un grosso batuffolo di ovatta , impregnarlo di olio d’oliva e tenerlo a portata di mano. Sorrisi pensando ai suoi propositi per quella notte e all’uso che intendeva fare di quel grosso batuffolo, pertanto corsi ,o meglio volai , in bagno a prendere l’ovatta ed in cucina ad impregnarlo d’olio. All’epoca di questi fatti non esistevano ancora le creme-gel specifiche che esistono ora, si utilizzava quello che si trovava in casa e l’olio di oliva, oltre che salutare e mediterraneo, era perfetto per l’uso che volevamo farne e decisamente meglio del burro, che pure qualcuno usava, ma che finiva per impiastricciare tutto. All’epoca della mia giovinezza noi donne venivamo inculate ne’ piu’ ne’ meno di oggi, anzi forse molto piu’ di oggi e spesso anche da padri, zii e fratelli. Non e’ che la nostra condizione sia poi cambiata di molto o in meglio. Ma era tabu’ parlarne, si faceva ma non si doveva dire, nemmeno alla piu’ cara amica si confidava di avere il culo rotto. Per i benpensanti la sodomia coniugale o sulle donne in genere ufficialmente non esisteva ma, in realta’, era il migliore e piu’ usato anticoncezionale delle coppie sposate ed era praticata molto dalle ragazze che, pur volendo provare le gioie del sesso, non volevano perdere la verginita’ o rischiare gravidanze indesiderate, almeno fino al momento in cui decidevano che i tempi erano maturi per incastrare il malcapitato, come, su consiglio di mia zia, avevo fatto io. Io mi ero stravaccata sul divano, lui si spoglio’ gratificandomi ancora una volta della vista di quel lungo e grosso cotechino che gli pendeva fra le gambe e si inginocchio’ mettendo la testa fra le mie gambe. A lungo rimase a godere dell’ odore giovane della mia fessa prima di cominciare a leccarla e a mordicchiarla non trascurando di succhiare la clitoride. Gli venne duro quasi immediatamente, un po’ mi dispiaceva, avrei voluto farglielo drizzare io succhiandoglielo ma non potevo certo lamentarmi che lui avesse una cosi’ pronta e potente erezione. Inseriva la sua lingua nella vagina e la faceva vibrare passando da una parete all’altra , poi ritornava su verso la clitoride per leccarla e succhiarla come fosse un piccolo cazzo. Stavo impazzendo di piacere quando lui senza darmi il tempo di restituirgli il favore con la bocca e spalancando ancor di piu’ le mie gambe, affondo’ il cazzo nella mia fessa aperta come una orchidea carnivora. Mi dava colpi con tutto il suo peso facendo leva sulle gambe e sulle braccia, io affascinata guardavo il grosso cazzo che entrava e usciva dalla mia vagina, riuscivo addirittura a seguirne il percorso nella pancia guardando il mio addome piatto che si gonfiava tracciando la sua ciclopica capocchia che si faceva largo in me. Fra il piacere che mi dava il suo cazzo e la vista della mia pancia posseduta mi scatenai in un primo potente orgasmo avviluppandolo con le mie gambe, tenendolo stretto in me , col cazzo fino in fondo al mio ventre e con la mia vagina che spasimava. Quando gli spasmi si attenuarono lo tiro’ fuori seguito da un getto delle mie secrezioni, mi mise a pecorina e mi penetro’ ancora. Mentre sentivo i suoi potenti colpi in vagina mi accorsi che stava passando il batuffolo di ovatta attorno al buco del culo. Un dito comincio’ a farsi largo nel mio ano e quando fu tutto entrato sentii che dall’intestino quel dito accarezzava il cazzo che mi stantuffava nella fessa. Le dita nel culo divennero prima due e poi tre, le faceva ruotare nel culo in sincronia col cazzo che avevo in fica. Si stacco’ da me e vidi che si ungeva il cazzo, gia’ abbondantemente bagnato dei miei succhi con l’ olio, poi passo’ in cerchio il batuffolo sul mio ano strizzando il cotone per tirarne fuori delle gocce che con le dita spinse dentro di me. Capii che a istanti mi avrebbe impalato. Il cuore comincio’ ad accelerare, un po di timore lo avevo. Appoggio’ quella cappella incredibile al culo; “ tira un bel respiro e spremiti come se volessi andare in bagno” mi ordino’. Conoscevo gia’ quella tecnica, era il modo migliore per aiutare lo sfintere ad aprirsi, io la usavo da sempre. Sentii che stava spingendo e che aveva tirato in avanti il prepuzio per interporlo fra la capocchia e il mio sfintere, cosi’ l’ano si sarebbe aperto per una spinta dal centro del buco verso l’esterno e non solo per una spinta dall’esterno verso l’interno. Una tecnica da professionista della quale mi aveva parlato una sorella di mamma e che avevo cercato di spiegare a mio marito, una tecnica che riduceva di molto il dolore della penetrazione anale , se ben lubrificato e abbastanza predilatato l’ano si apriva rapidamente senza subire traumi. Non gli ci volle molto a entrarmi nel culo, avevo stretto i denti solo una volta per il dolore ma lui si era fermato e aveva aspettato che lo sfintere si adattasse. Solo un paio di volte avevo dovuto chiedergli di fermare la penetrazione e di procedere poi con piu’ delicatezza, era stato quando aveva raggiunto il fondo del retto dove l’intestino curva, il raddrizzare quella curva mi faceva dolere un po la pancia. Poi da maestro si era fermato a lungo mentre con una mano mi strizzava una tetta e con l’altra massaggiava delicatamente la clitoride. Che sensazione fantastica stavo provando, il mio uomo aveva invaso la mia pancia ed io ero riuscita a farlo entrare tutto in me. Estrarre il cazzo dal mio culo forse fu piu’ difficile che farlo entrare, mi sembrava stesse strappandomi l’ano e provai un po’ di dolore , quando fu fuori mi disse entusiasta: “ Cazzo ti vedo dentro! Hai l’intestino di un bel colore rosa!” e detto questo, dopo avermi lubrificato ancora, ricomincio’ a penetrarmi. Dopo qualche minuto di queste accorte manovre il suo cazzone entrava ed usciva dal mio ano facilmente, cominciavo ad apprezzare le sue dimensioni ed il piacere che mi davano. Potevo essere autonoma ora, gli chiesi di sedersi sul divano con le gambe allungate, il suo cazzo svettava fra le gambe. Cominciai col sedermi su di lui voltandogli le spalle, avevo dovuto solo prendere il suo cazzone con una mano e puntarlo alla vagina lasciandomi cadere su quel palo che era penetrato tutto ,rapido e magnifico. Poi passai al culo e con la stessa tecnica lasciai che mi penetrasse fino in fondo. Fino alle quattro del mattino il mio davvero instancabile amante mi prese alternativamente davanti e dietro e per un paio di volte ebbi la soddisfazione di farglielo venir duro con la bocca alla quale non manco’ di dissetarsi con il suo abbondante getto di sborra. Fu una notte che oggi, alla eta’ di settantadue anni, ricordo ancora con nostalgia, altre notti di sesso sarebbero venute , qualche altro amante pure, ma quella fu la notte in cui scoprii l’ebbrezza e il paradiso del sesso diventando finalmente femmina vera. Alle quattro del mattino , cominciava ad albeggiare, lui si rivesti’ e mi bacio’ ancora una volta per salutarmi, risposi appassionata a quel bacio come ad un certo punto della notte mi ero scoperta a fare con altrettanta passione. Il bacio e’ forse piu’ intimo del sesso, se riesci a baciare un uomo e a goderne vuol dire che sei veramente sua, piu’ di quanto lo sei mentre ti sta in vagina, si puo’ scopare anche senza amore, ma un bacio.. e’ un apostrofo rosa fra le parole t’amo. Se non si ci ama piu’ non si ci bacia piu’ , e’ il primo indizio che le cose vanno male invece, anche solo per un fatto di salute, qualche scopata ci scappa ancora.
Quello che mi stava succedendo era molto grave, significava che sarei stata completamente nelle sue mani, come accade alle donne innamorate. Era mai possibile che il suo cazzo cosi’ grosso fosse addirittura riuscito a fottermi la testa? Che mi avesse rincoglionita al punto di farmi credere che fosse amore? Con quaranta anni circa di differenza d’eta’? Chiudendo la porta dopo che era andato via prima che il palazzo riprendesse vita, pensai con un po’ di senso di colpa che fra un’ ora mio marito si sarebbe svegliato per andare a lavoro. Era venerdi’, sarebbe stato ansioso di arrivare presto al lavoro per poter tornare prima da me. Non poteva sapere che mentre lui dormiva sicuro di sua moglie , lei si stava facendo fottere ed inculare dall’anziano vicino superdotato, illudendosi pure di esserne innamorata. Ma in definitiva che mi importava? Dovevo andare avanti e pensare a me. L’ importante ora era che prima del ritorno di Giuseppe, mio marito, mi lavassi ben bene dentro e fuori per evitare che sentisse qualche odore strano su di me , che facessi sparire ogni traccia che poteva compromettermi dal soggiorno e che per due o tre giorni sopportassi che il suo cazzetto mi venisse dentro mentre fingevo di godere. Mi sarei rifatta lunedi’. E con questo proposito andai finalmente a dormire, stanca ed appagata.
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