Alle 18.00 è rientrato mio marito. Era proprio sfinito, si è subito buttato sul divano del salone. Volevo raccontargli la mia avventura, ma l’ho visto troppo distrutto, disfatto.
Povero maritino mio, gli ho detto: -“Le conseguenze dell’incontro di ieri con il nero superdotato che ti ha slabbrato il culo ancora non sono passate? ti fa ancora tanto male?”-
No! No! Amore, non puoi immaginare cosa mi è successo!
-Amore caro, cosa ti è accaduto? Mi fai preoccupare.-
No! Non ti preoccupare, adesso ti racconto tutto.

Il mio chef, oggi, siccome mi vedeva stanco, ha deciso di farmi rientrare prima a casa, per farmi riposare e mi ha pregato di passare solo dall’ufficio postale per imbucare una raccomandata. Mentre scrivevo l’indirizzo sulla ricevuta di ritorno, qualcuno ha detto: –“Hallo! Mario, come va? Tutto bene? La signora Helen sta bene?“-
Mi sono girato e chi ho visto? Omar con Abuamar! Sono entrati nell’ufficio postale anche loro per inviare della posta. Mi ha chiesto di aiutarlo a scrivere le ricevute perché non era esperto. L’ho aiutato e poi siamo usciti insieme.
Mi ha ringraziato e mi ha chiesto se volevo mangiare un “boccone” con loro perché era l’ora di pranzo. Mi dissero che avrei visto dove abitavano e che sarebbero stati molto contenti di passare una mezz'ora a chiacchierare con me. Omar era fisicamente imponente, un vero gigante nero. Mi è tornato in mente quando mi ha posseduto con tutto il suo peso sul mio corpo e, quando mi è caduto l'occhio sul grosso pacco che aveva in mezzo alle gambe, ho sentito un formicolio allo stomaco e ho avuto un brivido di piacere al sedere, e non ho potuto rifiutare. Ho accettato di andare da loro ben sapendo che avrebbero potuto fare delle avance e forse io stesso lo speravo. La loro casa non era distante dall’ufficio postale.

L’entrata era direttamente in un grande salone, in cui erano posti due divani ad L con un tavolino basso da salotto. Omar mi ha fatto sedere sul divano assai vicino a lui, mentre Abuamar è andato all’angolo cucina per preparare il pranzo; ho visto poi che ha preparato una specie di frittata con salame e gli asparagi, e una bella insalata con rucola, funghi e schegge di parmigiano.
Omar mi guardava con una strana luce di desiderio negli occhi. Mi ha detto che gli era piaciuto enormemente mettermelo in culo il giorno prima, e che ero stato molto bravo a prenderlo tutto e che gli era piaciuto come sollevavo il culo sotto il suo cazzo per farlo entrare fino in fondo, facendolo godere come un cavallo. Ha detto che desiderava mettermelo di nuovo, ed il pensiero di mettermelo di nuovo lo stava già facendo eccitare come un cavallo.
-Sì! È stato molto bello ed eccitante anche per me...anche perché hai un cazzo stupendo e mi hai preso e sbattuto facendomi godere come una cavalla- ho risposto, guardando intenzionalmente in direzione del suo pacco che diventava ancora più grosso. -"Ti piace? Vuoi che te lo metta adesso?"- mi ha detto toccandoselo. Non gli ho fatto capire che volevo essere subito preso e violentato.
-"Tu hai un bel fondo schiena, hai un bel culo profondo prende il cazzo e lo stringe facendolo godere"- Mentre parlava, con la mano, da dietro alle mie spalle, è sceso ad accarezzarmi le natiche.
Ero eccitao e gli ho perciò facilitato l’accesso della mano fino al mio sedere, sollevandomi leggermente di lato, e lui ne ha subito approfittato per infilarmi direttamente il dito medio in culo spingendoci dentro il dito e la stoffa delle mutande e dei pantaloni.
–“Tu sai quanto sono sensibile alle carezza sulle natiche, e sai che una carezza a mano aperta sul culo mi fa eccitare come una zoccola facendomi desiderare subito di essere inculato”- così mi ha detto mio marito, e poi ha continuato il racconto.
Quel dito mi ha fatto sentire già preso. Un brivido di desiderio mi ha attraversato tutto il corpo e non è sfuggito ad Omar, che mi ha detto, accarezzandosi intenzionalmente il cazzo, che ero una grande checca mangia-cazzi e che voleva mettermelo subito, promettendo di farmi godere col cazzo dentro, e dicendo che mi avrebbe fatto muggire come una vacca sotto al toro, perché quel pomeriggio poteva scoparmi per tutto il tempo che volevo. Avevo deciso che lo volevo. Mi sono guardato intorno, per capire se potevamo farlo subito, Abuamar era ancora impegnato, lui parlava molto poco. Il ricordo delll’enorme cazzo di Omar, insieme alla possibilità che mi si presentava di godermelo di nuovo, a lungo e con calma, ha liberato la zoccola che è dentro di me. Volevo scoparmelo ma non volevo che lui sapesse quanto lo desideravo, ed ho cominciato a sbiascicare la risposta: -“ maaa, a teee, a teee farebbe piacereee prendermi? tu vo-vorresti mettermelooo di nuovoo? Sei già duro ed eccitato? “-

-"Sì... certo, toccalo! Senti come è diventato duro per te! Vuole aprirti il culo e riempirti di sborra! E tu? sei eccitata, vero checca? Il tuo culo è già pronto per ricevere il mio cazzo?"- Mi ha preso la mano e me l’ha portato sulla sbarra di ferro che aveva tra le gambe, l'ho stretta nella mano accennando una masturbazione mentre il mio culo ha subito avuto un brivido di piacere. -"Hai sentito come è duro e vuole il tuo sedere?"- Ancora non mi decidevo a dare una risposta, che ormai era evidente, e allora lui ha interpretato il mio silenzio come una accettazione.
-"Bene checca! Vieni, vieni che adesso ti faccio vedere come godi col cazzo in culo"- mi ha sollevato in braccio come se fossi la sua femmina e mi ha portata vicino all’altro divano che era più riparato e più in ombra, mi ha girato col culo verso di lui e, senza che io potessi minimamente oppormi, ha preso i bordi posteriori dei pantaloni e con un sol colpo li ha strattonati, scoprendomi il culo e, accarezzandomelo, mi ha strappato dei gemiti di piacere che gli hanno fatto capire che ero già pronto per essere  sodomizzato. Sentivo un desiderio incredibile di essere posseduto. Mi ha accarezzata come una femmina, le gambe, le cosce, il culo, le tette, è sceso dalle spalle alle natiche e, passando tra le cosce, con la mano mi ha invitato ad aprire le gambe e poi ha passato la mano aperta sulle natiche andando a tastare il pertugio col polpastrello del medio. Ero cotto, la bocca si era riempita di bava di libidine ed il mio buco era ansioso di essere slabbrato dal mostro di carne che già conosceva. Ha ripetuto la carezza e, arrivato al sedere, lo ha aperto con entrambe le dita delle mani e ci ha sputato in mezzo, proprio sopra il forellino voglioso, mentre io gli facilitavo il compito, piegandomi leggermente in avanti, allargando le cosce e sollevando il culo che vibrava di desiderio... Ha usato il dito per spalmare la saliva non trascurando di lubrificare un poco l’interno, introducendo nel sedere una falange insalivata. Mi ha allargato decisamente le gambe facendomi piegare in avanti nella posizione di una vacca che aspetta di essere montata. Mi aveva preparato e messo in posizione.

Ha sbottonato e abbassato solo la parte anteriore del pantalone, per liberare il mostro che, è balzato fuori, duro e dritto, e sballonzolava a destra e a sinistra, minaccioso come un cobra gigante. Me lo ha messo subito vicino al buco. Mi faceva sentire femmina dicendomi che me lo avrebbe messo piano per non farmi male e eccitava la femmina che è in me accarezzandomi tutta, passandomi delicatamente le mani sulle spalle, sulle cosce e poi di nuovo sulle spalle che sfiorava con una lunga e leggera carezza. Come una femmina tremavo di desiderio, ero una foglia al freddo del mattino. Adesso aspettavo con ansia di essere presa dal mio toro.
Finalmente si è abbassato, piegandosi sulle gambe per seguire la via del piacere, permettendo al suo cazzo di imboccarsi al mio sedere; lo ha forzato a dischiudersi tenendoselo in mano e man mano che la bestia si faceva largo tra le crespe del mio culo, alzandosi sulle gambe, mi infilzava, penetrandomi, e siccome era 20 cm più alto di me, mentre si alzava, essendo agganciato sul cazzo, mi sollevava e mi appendeva, facendomi perdere di diversi cm, il contatto col suolo.
I miei piedi erano nel vuoto restando appeso sul cazzo e, per non farmi perdere l’equilibrio, mi teneva stretto, con i gomiti alle anche e gli avambracci che salivano lungo i fianchi e, sotto le ascelle, facevano passare le dita sopra agli omeri, bloccandomi anteriormente sulle spalle, con l'effetto contemporaneo di mantenermi in equilibrio e tenendomi infilzato sul cazzo mi teneva nella posizione giusta per introdurre i suoi 30 cm.
Era alle mie spalle e mi scopava in piedi, e quando si abbassava sulle ginocchia, per estrarre almeno 15-20 cm di cazzo, i piedi tornavano a terra, poi inforcandomi a salire sulle natiche, per rinfoderare la sua sbarra, si rialzava sulle ginocchia sollevandomi di nuovo dal pavimento;
ero piacevolmente preda del gigantesco uomo e mi alzava sul cazzo e mi rimetteva a terra, instancabile, in un gioco di estrazione, di penetrazione e di piacevolissime carezze fatte a tutto il corpo, spalle, gambe, cosce, fianchi e persino sui capelli, sulle guance, e sulla bocca in cui inseriva il pollice che io succhiavo da quella checca esperta che ero diventata. Ero la sua vacca.
Il piacere per il mio toro e per me era immenso, tutto ciò che mi faceva mi dava piacere, mi provocava scariche elettriche che mi facevano vibrare strizzando quel palo enorme nel retto; lo stringevo con l’anello e con tutti i muscoli delle natiche, per sentirlo in tutto lo spessore e in tutta la sua lunghezza. Ormai ero preda di un isterismo di piacere che si diffondeva a tutto il corpo facendomi gemere come una troia. Appesa come ero, mi ha portata sul divano. Mi ha fatta inginocchiare, con le gambe aperte, mi ha tirato su il culo, tirandolo all’indietro; ero con le mani poggiate alla spalliera, come se stessi pregando Allah. Il suo membro duro non mi ha lasciato un momento, si è piazzato dentro e dietro di me, piantandosi bene con i piedi per terra per potermi prendere estraendo e affondando tutta la lunghezza dell'enorme membro.
Adesso mi aveva sotto di lui, impalato, (mi sovrastava da sopra), ed aveva la possibilità di estrarlo tutto rinculando per poi reinserirlo tutto, senza appoggiarsi a me, facendo leva, con le mani, sulla spalliera. Lo sentivo rinculare estraendo la mazza che si portava con sé il mio ano, e poi mi inculava affondando i suoi 30cm, con colpi poderosi che mi sbattevano con la testa alla spalliera, nonostante ammortizzassi i colpi reggendomi con le mani.
Mi sovrastava completamente, la sua bocca si allontanava e si avvicinava, ad ogni affondo, al mio orecchio; con gentilezza mi sussurrava che avevo un culo fantastico e che lo facevo godere meglio di una donna, mi diceva che voleva mettermi incinta riempiendomi di sborra e mi chiedeva di stringere le chiappe e di prendermi tutto il cazzo perché ero una checca fantastica e mi voleva far godere tutta come una cagna e diceva che mi avrebbe "incugnata" a lungo, facendomi riscaldare il culo come il cilindro di una macchina.
Il suo torace mi sfiorava le spalle e sembrava che l’unico contatto che ci fosse tra noi fosse la sua verga che, come un pistone,  entrava ed usciva dal mio recettivo e slabbrato "cilindro". Ogni tanto mi dava dei colpi più poderosi che mi facevano sobbalzare sbattendomi sulla spalliera, ma subito mi riprendeva, tirandomi dalle spalle, sul pene come un bene prezioso al quale teneva moltissimo.
Ero ormai una checca folle, alla quale lui stava dedicando tutto se stesso; mi contorcevo sotto di lui, isterico di piacere, danzavo sotto il suo cazzo da gorilla nero, sollevando il culo e andandogli incontro per ricevere i suoi colpi e sentire il contatto del suo bacino sui miei glutei e dei grossi coglioni che mi colpivano le chiappe, facendomi godere come una checca in calore.
Dallo specchio che era sulla parete potevo vedermi sotto di lui, piccolo e bianco mentre lui era nero e grosso come un gorilla, mi violentava e mi possedeva schiacciata sotto il suo corpo; rinculava estraendo la sua mazza e poi la faceva sparire infilandola tutta nel mio culo mentre i coglioni mi colpivano sul perineo aumentando il piacere di essere posseduto. Sembrava un toro. Mi piaceva essere la sua vacca e proprio come una vacca godevo muggendo a bocca aperta sotto i suoi affondi. Mi ha dato un godimento incredibile sciogliermi di piacere sotto i suoi colpi. Per dargli più libidine ho infilato una mano in mezzo alle gambe e l'ho preso per i grossi coglioni che come batacchi di antiche campane, mi colpivano sulle chiappe, allora lui mi ha gridato quanto fossi checca e ricchione. Sì, in quel momento ero una checca, mi ha dato gli ultimi poderosi colpi e poi, prendendomi dai fianchi mi ha tirata con forza sul cazzo, schiacciandomi il culo sul suo inguine per poter ottenere l'affondo totale e scaricare nel retto più profondo un fiume di sborra calda. Si è accasciato su di me, facendomi godere un orgasmo anale incredibile, senza che nemmeno mi fossi toccato il cazzo, che, durante tutto il rapporto, è stato libero di ballonzonare a destra e a sinistra e di tanto in tanto, sotto i suoi poderosi colpi, toccava la pelle del divano stimolandosi come se avessi un rapporto vero col divano.
-“Amore, godere sotto quel toro, è stato qualcosa di eccezionale”-
mi ha detto mio marito, avendomi raccontato ogni particolare del rapporto con Omar.

La cosa non è finita lì, Abuamar, ha finito di sistemare il pranzo, ci siamo vestiti e mi ha fatto sedere vicino a lui, quasi volesse corteggiarmi, tenendomi vicino, come un gallo che protegge la sua gallina preferita. Si vedeva che era eccitato ed ogni scusa era buona per toccarmi e approfittava di ogni occasione, anche se si rideva per una battuta, per toccarmi le cosce o per spingere la mano dietro di me e raggiungere le natiche ed il solco del sedere sollecitandomi il culo, per farmi capire che desiderava scoparmi.
–“A te piacere cucina che ho preparato io?”- Sì! È ottima,  bravo! -“Adesso noi mangiare e poi tu far vedere a me come sai fare i bocchini?”- Voleva assicurarsi che ci stavo a farmi inculare anche da lui. Il suo cazzo non stava più nel pantalone, la voglia di godere doveva essere molto grande. Ho allungato la mano da sopra il pantalone, era già durissimo. Anch’io ormai desideravo prenderlo in bocca, gli ho sbottonato i pantaloni ed ho cacciato fuori una verga dura come l’acciaio.
Lui continuava a mangiare ed io mi sono messo sotto il tavolo tra le sue gambe, le ha leggermente allargate per farmi stare più comodo e avvicinandolo alla bocca ho inguainato almeno metà cazzo leccandolo con la lingua. UUUHHMMMMMMMMMMMM gemeva Abuamar. --"Sei brava a fare i bocchini, checca, tu sei brava più di tua donna"- Lo ingoiavo tutto e lo leccavo come se non avessi fatto altro in vita mia. Passavo a bocca aperta e con la lingua fuori su tutta la verga e mi fermavo a sollecitare il frenulo con la lingua. La mano sinistra del nero, aveva raggiunto la mia testa e mi stropicciava i capelli, come una specie di carezza, e poi mi spingeva la testa sul cazzo ogni volta che io lo ingoiavo inserendolo tutto in gola. Mi ha sborrato in bocca, sembrava un fiume di sborra, in parte è rimasta in bocca ed in parte è caduta a terra, ho ingoiato tutta la sborra che avevo in bocca facendolo per la prima volta in vita mia e mi è sembrato molto eccitante anche perché subito dopo ho ripreso il cazzo in bocca e gli ho permesso di eruttare gli ultimi schizzi direttamente in gola. Mi sono alzato e seduto al suo fianco credendo di averlo soddisfatto, invece straordinariamente il cazzo non si è nemmeno afflosciato, è rimasto duro anche se leggermente più tenero.

Non lo ha messo nel pantalone... col cazzo sventolante, mi ha portato al divano più in ombra e, come aveva fatto Omar,  mi ha girato e scoperto il culo, mi ha aperto le chiappe con le dita delle mani, ha avvicinato la testa del cazzo al mio culo, senza nemmeno prenderselo in mano. Mi sono piegato e gli ho dato il permesso di centrarmi il buco. Prendendomi per i fianchi mi ha dato un sol colpo facendolo sprofondare tutto nelle mie visceri. Era più violento di Omar, mi dava dei colpi di cazzo profondi e quasi dolorosi e mi schiaffeggiava le natiche come se fossi una cavalla da far trottare. Mi stava praticamente violentando quando ad un tratto si è aperta la porta e sono entrati due loro amici di colore. Io mi divincolavo per togliermi da quella posizione vergognosa e vestirmi, ma Abuamar era più forte di me; trattenendomi impalato, mi ha detto di stare fermo, di non preoccuparmi che erano dei loro coinquilini e non avrebbero detto una sola parola in giro. Mi ha rassicurato, mi ha accarezzato le spalle, le cosce, le chiappe, mi ha stropicciato i capelli e mi ha infilato un dito in bocca, infilandolo ed estraendolo come un piccolo cazzo, e poi ha continuato ad incularmi con forza schiaffeggiandomi le chiappe per farmi trottare come la sua cavalla.
La presenza dei loro amici ha svegliato l’esibizionista che ho dentro, si è svegliata la libidine della mia parte femminile ed ho incominciato a gemere di piacere sotto i colpi di quel torello eccitato. Avevo voglia di sentirmi sborrare dentro, ho allungato anche questa volta la mano ai coglioni che mi colpivano, li ho accarezzati e strizzati ed in poco tempo Abuamar, dando delle bordate incredibili sul mio culo, ha gridato –“godoooooooooooooo checcaaaa godoooooo troiaaaaaa”- e mi ha schizzato in culo la sborra calda mentre mi gustavo le pulsazioni involontarie del cazzo che stava sborrando nella profondità del mio retto. Il mio cazzo era ancora dritto, durante tutto il rapporto non lo avevo toccato per evitare di godere prima di sentirmi riempita di sborra.
I nuovi arrivati si erano seduti ed avevano assistito ai nostri gemiti di piacere, e ad un tratto hanno parlato con Abuamar in una lingua sconosciuta. Prima ancora che mi togliesse il cazzo dal culo, mi ha spiegato che gli amici si erano eccitati a vedermi godere sotto i colpi del suo cazzo, gli avevano detto che ero una bella troia e volevano sapere se potevano scoparmi anche loro. Mi ha pregato di accontentarli perché "poverini" erano in astinenza sessuale da almeno 8 mesi e avevano una voglia incredibile di scoparsi una bella checca come me, con un bel culo, che grida di piacere mentre lo prende e sborra col cazzo in culo.
Cosa potevo fare...?
Ero ancora eccitato e col cazzo duro, non ci ho pensato sopra due volte, mi sono liberato dall'ormai moscio cazzo di Abuamar e mi sono avvicinato al più giovane, poteva avere 19 anni, gli ho sbottonato i pantaloni, ho estratto il cazzo già duro come il ferro, non grande, né grosso, ma molto, molto duro. Mi sono abbassata per prenderlo in bocca, sono riuscita ad ingoiarlo tutto più volte e poi l’ho più volte leccato dalla base dei coglioni fino all’apice. Non ne potevo più, volevo essere preso da quel cazzo che mi piaceva tanto, mi sono piegata di nuovo sul divano, ho messo le mani alle natiche per tenerle allargate e farmi centrare il buco del culo. Il giovane me lo ha messo tutto dentro, me lo teneva in profondità e strusciava il bacino sul mio culo ruotandolo con tutto il cazzo che ruotava nel mio retto. Era molto bello sentirlo attaccato al mio culo, ogni tanto si allontanava per darmi dei colpi e poi tornava a farmelo girare tutto dentro. Ho stretto il culo sul suo cazzo e l’ho pompato fino a che gridando ha goduto nel mio culo, che ormai era pieno di una quantità incredibile di sperma. Il cazzo è fuoriuscito mentre io stringevo il culo per trattenere lo sperma. Volevo che facesse da lubrificante per l’ultimo nero che sicuramente avrebbe chiesto di usare il mio culo per goderselo fino a riempirlo di sborra. Non ho aspettato una sua richiesta, mi sono avvicinato all’ultimo nero, gli ho toccato il pacco da sopra i pantaloni... caspita... era un pacco incredibile. Ho sbottonato i pantaloni, ho infilato la mano sotto i coglioni ed ho estratto un cazzo mostruoso. Sembrava che fosse un neonato e avesse gli occhi, al fianco della boccuccia erano infatti presente due fossette, che sembravano dei piccoli occhi ed il glande sembrava la testa di un neonato, era grosso proprio come un neonato... non ne avevo mai visto come quello. Anche quello di Omar era piccolo al suo confronto. Pur temendo di subire una rottura dell’ano, non potevo tirarmi indietro, l’ho leccato e masturbato a lungo, facendolo entrare nella bocca almeno il glande e leccandogli la verga ed il prepuzio, e accarezzandogli i coglioni ed avevo coltivato la speranza di farlo godere senza farmelo mettere in culo. Purtroppo il nero si è dimostrato resistente anche ai tentativi fatti leccando e accarezzando i coglioni per farlo godere. Dopo un lungo tempo in cui i miei tentativi hanno ancora di più aumentato il suo desiderio e quindi il volume del cazzo, si è alzato e mi ha detto –“su, girati troia che ti voglio aprire tutta”- Il cazzo era lubrificato ed il mio culo pure per la presenza di tanto sperma, mi sono messa a pecora sul divano ed il caprone nero, dopo aver posato la punta sul centro del pertugio, mi ha preso per le anche e ha dato un solo colpo, di bacino, tirandomi sul cazzo; l’ha fatto entrare tutto. Ho avuto un dolore lancinante al retto, come se si fosse rotto qualcosa, e poi ha incominciato a sbattermi proprio come fanno i caproni, ma a lungo, per un tempo indefinito, mentre io, sotto i suoi colpi, ho incominciato a gridare di piacere e di dolore. Una sensazione incredibile ero aperto in due da un grosso batacchio, ma il mio cazzo, i miei coglioni, il mio ventre, la mia bocca con saliva di libidine ed il mio cervello godevano come non era mai successo. Ero diventato una checca, una cavalla in calore in cerca di stalloni dal cazzo enorme.
Quando ha goduto ha gridato con un barrito di elefante; spingendomi il cazzo in profondità, mi ha riempito il culo di sborra e mentre sborrava ha allungato la mano al mio cazzo, mi ha masturbato e mi ha fatto godere insieme a lui un orgasmo fantastico, unico, che mai avrei pensato di poter godere sotto i colpi di quell’enorme batacchio. Mi hanno ringraziato e mi hanno detto che la domenica loro non lavorano sono sempre liberi e se ne ho voglia, di essere scopata per bene, posso andare da loro per godere col cazzo piantato in culo, hanno aggiunto che un giorno sarebbe bello che portassi anche te per farti sentire al centro dei desideri di 4 cazzi che aspettano troppo tempo per godere. Omar, ha poi aggiunto che gli è dispiaciuto di non averti fatto assaggiare la sua verga in figa e che non vede l'ora di farlo.
Insomma amore mio, il mio principale mi ha lasciato il pomeriggio libero per riposare e riprendermi ed invece quei quattro neri mi hanno ridotto come uno straccio scopandomi per ben 4 ore. Non ti nascondo che ad un certo punto avrei voluto che ci fossi pure tu, così avresti potuto aiutarmi a soddisfare almeno due dei quattro neri che mi hanno imbottito il culo di sborra e forse mi hanno addirittura lacerato il foro, perché sento come se si fosse formata una ferita che mi punge.
-“Brava amore, stai diventando una vera checca. Più volte, mentre mi raccontavi come ti hanno scopata i neri, ti sei personificata in una troia, appellandoti più volte, da sola, con nome al femminile, ti sei fatta fottere come una checca e hai dimostrato di essere molto resistente, facendoti sbattere addirittura da 4 tori neri; non ti preoccupare, più tardi ti darò un' occhiata per vedere se hai qualche ferita al culo e ti racconterò la storia di questo vestitino, per dimostrarti che anch'io oggi mi sono comportata da troia come hai fatto tu”-

Per piacere, fateci godere scrivendo dei commenti eccitanti, da porci e porche arrapate.

Visualizzazioni: 77 639 Aggiunto: 6 anni fa Utente:
Categorie: Gay e Bisex