Anche quella sera la famiglia De Porconis Zozzi si ritrovò sul divano dopo cena. Amalia distesa a pancia in giù col capo sul pacco turgido di Daniel e Ginevra ugualmente disposta sul pacco rigonfio del patrigno.

A non poterne più di pulsazioni, odori e toccatine fu per prima Amalia: "Mi accompagni a letto tesoro?".

"Ma certo...", le rispose Daniel. Il ragazzo, con uno scandaloso innalzamento nelle mutande, salì le scale abbracciato alla sua matrigna con la mano sul fondoschiena di lei che insaccava dita in culo e figa.

"Tra poco veniamo anche noi...", annunciò Pietro sfilandosi i boxer pericolosamente mentre quei due ancora non scomparivano oltre la scala. Il resto lo fece Ginevra.

Qualche istante dopo, c'erano due coppie, una scopava al piano di sopra, l'altra a quello di sotto.

Era davvero una famiglia felice, non trovate?

Tuttavia se il rapporto tra Amalia, Ginevra e Pietro fu sempre sereno e vorace, quello con Daniel aveva subito alti e bassi. Il ragazzo s’era a lungo tenuto incerto dinanzi alla volontà del padre di essere seguito in una nuova casa, con una nuova famiglia. Sua madre, la signora Virginia Bocchini, aveva preso male, molto male, il divorzio e ciò lo rattristiva, mentre il fatto che nella nuova vita di suo padre ci fossero due porcone esagerate come Amalia e Ginevra, con cui lui stesso aveva trombato, lo eccitava.

Capiva bene che l'esuberanza dei modi di Amalia e la sua esasperata sensualità avevano conquistato suo padre e non osava dargli torto, anche lui avrebbe divorziato per una porcona del genere, ma vedere sua madre, soffrirne, lo rabbuiava. Insomma non poteva abbandonarla da sola a casa! Che figlio degenere sarebbe stato!

Amalia gli fu presentata un pomeriggio, al bar dove lui stesso l'aveva conosciuta. S’era messa tutta in ghingheri, in un abitino seducente e striminzito, leopardato.

"Bhe so bene che vi conoscete...", principiò il padre.

Lui tacque imbarazzato, lei gli accarezzò il capo teneramente: "Sa tutto di noi Daniel... relax!".

"Vedi Amalia è così... è sempre stata così... molto libera. Abbiamo frequentato lo stesso liceo... e quando l'ho ritrovata... bhe... ho deciso che l'avrei sposata!".

Al ragazzo venne un colpò, per poco non sputacchiò il crodino che stava bevendo.

"Tu sei il primo a sapere del nostro matrimonio... tua madre ha firmato il divorzio che le ho chiesto e, appena tutto sarà completato, Amalia ed io ci sposeremo... è chiaro che tu sarai il nostro testimone, tu e Ginevra!".

Daniel non sapeva che dire, stette muto.

“Ovviamente gradirei che tu venissi a vivere con noi… nella casa che… so che già conosci”.

Intervenne con le sue moine da gatta morta Amalia: “Si Daniel, lo desideriamo tanto tanto…”. Nel frattempo si presentò anche Ginevra con un gonnellino fucsia di quelli svolazzanti e corti, stivali neri alti e top bianco scollacciato. Lei salutò con un bacio sulle labbra la madre, abbracciò il futuro patrigno che non lesinò dal far scorrere le mani sul suo culo e poi si strinse a Daniel: "Oh eccoti Daniel! Ciao! Il mio bel fratellastro!". Gli issò i seni in faccia e Daniel fu ben lieto di quell'entusiasmo. Quando Ginevra si staccò da lui si rese conto che suo padre le stava guardando il culo e sua madre invece fissava il suo cazzo fattosi inavvertitamente grosso e duro nei jeans.

Daniel capì subito che il legame del padre con quelle due aveva qualcosa di intenso, così intenso dal poter sembrare torbido. Da un lato ne fu entusiasta, si rese conto del lato positivo di avere rapporti così stretti con donne tanto libidinose, magari di finirci a vivere sotto lo stesso tetto, ma il suo problema era la madre!

“Io… io…”, farfugliò un po’ poi rise nervoso: “Bhe hai scelto… sicuramente bene papà”. Arrossì come un peperone e tutti e quattro risero, poi però aggiunse: “Ma io non credo sia il caso di lasciare sola mamma a casa, sai… questa storia del divorzio l’ha buttata giù, starà peggio sapendoti prossimo ad un secondo matrimonio e ancor di più se io la lascio seguendoti…”. Pietro precipitò in un silenzio sconcertante con un viso depresso. Ginevra e Amalia comprendevano quanto l’uomo desiderasse che il figlio l’avesse seguito ed allora si misero all’opera. Ginevra allungò la mano sotto il tavolino palpando l’erezione di Daniel: “Ti prego fratellino dai… vieni a vivere con me… io mi sento sola”. Gli occhi del ragazzo si infiammarono contro le labbra tinte di viola di Ginevra e Amalia gli allungò sul cazzo anche la sua mano. Lui la guardò: “Scommetto che se passi un po’ di giorni a casa nostra ti piacerà così tanto che non ne andrai più via…”. Daniel fissò come impazzito ripetutamente le due donne, le loro bocche, le loro tette mentre si sentiva palpeggiare il cazzo. “Allora? Ci vieni a vivere con noi?”, chiese il padre ignorando l’azione persuasiva delle mani delle donne e Daniel cedette esaltato: “Ci vengo, vado a casa riempio una borsa e vi raggiungo”.

Furono tutti soddisfatti, ma quanto furono ingenui. Come poterono minimizzare le capacità persuasive di Virginia Bocchini! Come poterono sottovalutare l’amore di una mamma!

Appena arrivato a casa, il ragazzo si precipitò a farsi i bagagli, irrequieto ed in erezione da almeno 20 minuti. La mamma quasi svenne quando sentì che Pietro si sarebbe sposato e che lui andava a vivere con la nuova famiglia. Daniel provò a calmarla dicendole: “Ma sto qui, in città… possiamo vederci quando vuoi… è vicinissimo, conosci no Villa De Porconis?!”. Virginia sobbalzò. “Che?! Non mi dire che tuo padre sposa Amalia… Amalia De Porconis!”.

“Proprio lei!”.

“Quella troia, puttana, zoccola, porcona! Mi ha fregato il marito, era dal liceo che ci provava… che troia! Non la sopporto, la ammazzo, la ammazzo! Lo so come si è preso Pietro, lo so… e…. e così pensa di prendersi anche mio figlio! Tu non vai da nessuna parte, capito?!”.

“No mamma, ho deciso, ci vado”.

“Da quella zoccola che ci vai a fare? Le conosco le sue arti! Guarda come ti ha ridotto! Per questo sei arrapato come un asino!”.

“Ma che dici!”.

“Che speri che ti faccia qualcosa? Speri di andarci a letto? E’ vero che è una porcona, ma tuo padre se la sposa e… tu non avrai nulla di ciò che ti ha fatto credere!”.

Il dubbio subentrò nella mente di Daniel. Iniziò a riflettere. Sì, probabilmente la mamma aveva ragione, Amalia non l’avrebbe mai più fatto con lui ora che ne sposava il padre. Si disse che almeno c’era la porcona di Ginevra e tornò sui suoi passi: “Va bene, va bene, ma… fammici provare! Se è come dici tu ritorno ok?”

“Daniel ma ti senti? Mi abbandoni per cosa? Per una sbirciatina? Per qualche palpatina? Speri davvero di ottenere di più… cioè…”. La donna cadde improvvisamente nel silenzio davanti al figlio che, imperterrito, continuava a rimpinguare un borsone di vestiti chiedendo: “Dov’è la felpa della Lazio? Dove è?”. Non ricevette risposta, sentì solo un leggero tonfo, si voltò e vide sua madre in ginocchio sul parquet.

“Tesoro… lo sai… quando ero giovane… ero imbattibile in certe cose… neppure Amalia la porcona mi superava… e così conquistai tuo padre… e così mi terrò te: coi bocchini!”.

Il ragazzo stupì, non aveva mai sentito sua madre esprimersi con quel tono tanto vizioso né le si era mai mostrata tanto seducente, con l’immoralità dipinta sul viso e la dissoluzione negli occhi.

Daniel la guardò, fissò le sue labbra morbide e ne fu corrotto. Aveva vinto, lui sarebbe rimasto a casa. Si ritrovò, [***], davanti a lei che gli sbottonava i jeans. Fu così, per amore di suo figlio, che la signora Virginia Bocchini riprese a fare i bocchini.
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Categorie: Incesti