Spesso mi capita che passino settimane, o addirittura mesi, senza che nessuno mi cerchi, mi sembra di essere invisibile, dimenticata dal mondo, e per la verità la cosa non mi dispiace neanche. Ma la certezza è che appena tu ti allontani, appena mi lasci, appena interrompiamo la nostra sfortunata storia per prenderci una cosiddetta “pausa di riflessione”, tutti quanti tornano a galla, un po' come gli stronzi. Inizio a pensare di lanciare qualche più o meno involontario segnale di richiamo sessuale simile a quelli del mondo animale. Chissà magari il mio culo cambia colore come quello degli scimpanzé, oppure mi viene la voce rauca come al leopardo, oppure ancora emano qualche odore particolare percepibile a chilometri di distanza in stile orsa. Ogni animale ha un modo particolare per manifestare il suo periodo di calore e anch'io, ahimè, temo di avere il mio. Io in calore ci sono sempre, a maggior ragione quando manchi tu. Mi impegno tantissimo nel lanciare segnali e richiami a te, per convincerti a tornare, per farti capire che ti sto aspettando, ma purtroppo il più delle volte li lasci cadere nel nulla. In compenso, ogni volta che mi ritrovo libera, raggiungo il boom della popolarità tra la gente di cui non me ne frega un cazzo. Incredibilmente, ogni santa volta, piovono nuove richieste di contatto dai vari social network ai quali sono iscritta, mentre fino al giorno prima il mio profilo nessuno se lo cagava. D'un tratto si rifanno vivi vecchi amici che non senti da un secolo e soprattutto ex trombamici che avevi persino dimenticato di aver trombato. Dacché ti conosco è sempre stato così, ormai ci ho fatto il callo, del resto è soltanto una delle tante stranezze che mi capitano da quando sei entrato nella mia vita. Pensa un po' che stavolta si è rifatto vivo persino lui, quello che tu avevi soprannominato “il fotografo”, dopo che due anni fa era sparito nel nulla, a seguito di una serata in cui eravamo finiti a letto. Non capita sovente che uno sparisca dopo avermi scopato una volta, di solito tutti chiedono almeno il bis, eppure lui si era letteralmente dissolto nell'aere. Il fotografo è quel che comunemente viene definito un figo della madonna, e due anni e mezzo fa, nel bel mezzo di un'altra nostra pausa di riflessione, ci ero uscita un paio di volte approfittando di un interesse che apparteneva ad entrambi: la fotografia, per l'appunto. Io all'epoca posavo come modella e lui si dilettava nell'immortalare momenti. La prima volta abbiamo passato un pomeriggio in giro per la campagna, io avevo portato diversi vestiti di ricambio e lui mi aveva fatto qualche scatto qua e là. La seconda volta era invece una sera, cominciava a far freddo, ciononostante vestita soltanto con una camicetta e una giacca leggerissima sono andata a farmi fare altre foto nei pressi di un porto e di altri luoghi dimenticati da Dio. A fine serata ero intirizzita e mi invitò a casa sua per offrirmi una tisana che mi riscaldasse un po'.

Ok, ci siamo – pensai – la scusa della tisana mi mancava.

Avevo voglia di andarci a letto? Onestamente non ti so rispondere. Dal punto di vista meramente fisico mi faceva impazzire, se avessi dovuto descrivere il prototipo del bell'uomo avrei descritto lui, se avessi avuto la mente libera l'avrei inchiodato al sedile dell'automobile alla prima uscita, senza nemmeno dargli il tempo di salutarmi, ma come ben sai la mente libera non ce l'ho, ci sei sempre tu e hai il potere di offuscare qualsiasi cosa, anche un piattino appetitoso come lui. Era uno di quei tanti momenti in cui cercavo di allontanarmi da te e dalla nostra relazione tossica, da questo amore impossibile che mi stava uccidendo, e si sa, il chiodo scaccia chiodo è uno dei metodi più gettonati per lasciarsi alle spalle una storia finita male. Di chiodi ne avevo provati parecchi e pensai che forse valeva la pena di provare anche questo, che non era certo peggio di quelli che l'avevano preceduto, anzi, tutt'altro. Così accettai di andare a casa sua a prendere la tisana, senza nessun desiderio particolare, ma decisa a farmi scopare appena ci avrebbe provato. Mi spiazzò quando arrivammo là e si mise veramente a prepararmi la tisana. Non solo, finita la tisana mi riaccompagnò a casa, senza sfiorarmi. Posto il fatto che mi rifiutavo di credere che non provasse attrazione per me, non sapevo se pensare che fosse un gentiluomo o che fosse un coglione, ma non me ne crucciai, avevo altri pensieri per la testa, e il fulcro non era certo lui. Dopo poco tempo si fece risentire, mi disse che aveva un sogno fotografico nascosto e che non l'aveva mai confidato a nessuno. Feci finta di non immaginare a cosa potesse riferirsi fino a quando ammise che gli sarebbe piaciuto fare foto di nudo ad una donna, e io sapevo perfettamente che sarebbe andato a cadere lì. Mi resi disponibile per queste ipotetiche foto, sebbene mi avesse fatto presente che non sapeva come avrebbe potuto reagire trovandosi davanti a me nuda. Non ricordo cosa gli risposi in merito... accidenti, proprio non ricordo... ma so che si trattò di una delle mie risposte ambigue, di quelle che lasciano una porta aperta e che ti stuzzicano ad andare avanti. Una sera che ero particolarmente in crisi a causa tua, gli chiesi di vederci e lui accettò domandandomi se mi andasse di fare queste famose foto di intimo e nudo; risposi che avrei portato tutto l'occorrente ma che probabilmente no, non ne avrei avuto voglia di passare la serata a farmi fotografare. Arrivai infatti a casa sua con lo zaino pieno di biancheria intima e vestitini sexy, ma non lo abbiamo nemmeno aperto. Due chiacchiere e poi ci siamo seduti sul divano, un po' distanti l'uno dall'altra, davanti alla TV accesa e ad un film horror avvilente. Mi sentivo una cogliona, ero andata lì apposta per farmi scopare, gliel'avevo anche fatto capire, per qualche motivo lui non prendeva l'iniziativa e io nemmeno. Di certo non si trattava di vergogna o inibizione, la verità era che nonostante avessi di fianco un pezzo di gnocco da paura, la mia testa era con te e non avvertivo nessun particolare slancio verso di lui. Dopo circa mezz'ora, complice il film di merda che stavamo guardando, cominciò a pensare che fosse meglio fare altro e mi tirò verso di lui infilandomi la lingua in bocca e cominciando a palparmi. A ruota, le mie mani fecero altrettanto. Lentamente e a intervalli ci siamo spogliati, lui mi infila un dito nella figa e io comincio a fargli una sega, per poi sostituire la mia bocca alla mia mano. Dopo pochi secondi prontamente mi ferma per evitare di sborrare subito e stupefatto dalla mia abilità mi chiede “Ma cos'hai in quella bocca?!”. La scenetta si ripete altre tre o quattro volte: io che tento di fargli un pompino e lui che è costretto ad interrompermi per non terminare così presto la prestazione. Questi preliminari durano parecchio, forse fin troppo, mi stavo quasi annoiando, poi finalmente va a prendere un preservativo e io mi accorgo di non essere sufficientemente lubrificata. Del resto quando hai la testa da un'altra parte e per giunta sei lì con un coglione che non pratica il connilingus, non ti puoi aspettare altro. Lo sapevo che avrebbe avuto questo difetto, io quelli che non leccano li riconosco subito dalla faccia. Avevo la tentazione di sedermi sulla sua bocca, bloccandogli la testa tra le mie cosce, facendolo sentire in obbligo di cacciare fuori quella cazzo di lingua e inumidirmi l'apertura, ma desistetti, non mi andava di violentare nessuno. Risolsi il problema spalmandomi della saliva sulla figa con la mano e quando tornò fui pronta per sedermi a cavalcioni su di lui, infilandomi il suo sesso. Mi fece cavalcare un po' ma, nonostante fosse la mia posizione preferita, non riuscii a godere subito. Dopo avermi lasciato dirigere il gioco per un po', mi ribaltò continuando a penetrarmi alla missionario. Poi mi sollevò, mettendosi in ginocchio su quel divano gigante, e io restai lì aggrappata a lui, in quella posizione piuttosto scomoda ma sufficientemente stimolante da riuscire a venire. A quel punto prese di nuovo lui le redini e mi schiaffò alla pecorina, sfondandomi da dietro, ma durò poco, poi dovette cambiare posizione perché diceva che la vista del mio culo che si dimenava l'avrebbe fatto sborrare all'istante. Approfittai di questo suo momento di debolezza per farlo sedere e montarlo ancora, andando a cercare altri due orgasmi, mentre lui un po' per gioco e un po' forse per ricordo mi scattò qualche foto col cellulare, immortalandomi mentre mi dondolavo sul suo cazzo. Arrivò il momento in cui non sopportava più il preservativo e mi chiese se poteva toglierlo, io acconsentii.

Ma se lo tolgo, poi come si fa? - domandò

Tranquillo che un modo lo troviamo – lo rassicurai

Se lo tolse e io chinai la testa facendo scomparire il suo sesso nella mia bocca. Tempo sette secondi e mi inondò col suo liquido sussurrandomi per l'ennesima volta, esterrefatto, “Ma cos'hai in quella bocca?!”. Non potei rispondere, nemmeno con la mia solita risatina consapevole, avevo ancora la bocca piena e stranamente non mi andava di ingoiare; altro segnale di un desiderio un po' latente. Abbozzai un sorriso e andai in bagno a sputare e a sciacquarmi.

La TV era ancora accesa e siamo andati avanti a guardarla per un paio d'ore, sempre seduti sul divano, ognuno al suo posto, senza un ulteriore bacio o un abbraccio, nemmeno quando mi ha riaccompagnata a casa.

Il giorno dopo non vedevo l'ora di raccontarti tutto, mi pareva forse l'unico modo per tenere viva la nostra storia, dal momento che tu ti sei sempre dichiarato un cuckold e trovavi eccitante vedermi scopare con altri uomini. Apprezzasti, infatti, il mio racconto e insistesti affinché mi facessi spedire le foto che mi aveva scattato per poi girartele. Apprezzasti anche quelle. Questa fu la parte più soddisfacente della mia avventura sessuale di quel giorno e di tanti altri giorni, con tanti altri uomini che usavo proprio per poi riferirti l'accaduto.

Lui da quel momento sparì, non lo vidi e non lo sentii più. Tu ne eri incredulo, non capivi come un uomo potesse farsi sfuggire l'occasione di replicare una serata di sesso con me. In effetti pareva strano anche a me, ma me ne feci facilmente una ragione: pensai che un uomo così coglione da non leccare la figa potesse essere altrettanto coglione da non avermi apprezzata come merito. E poi, soprattutto, non avvertivo di certo la sua mancanza.

Nel corso di questi due anni è capitato di parlare di lui, mi hai chiesto se mi sarebbe piaciuto scoparmelo di nuovo e io ti ho sempre risposto che non avevo nessun impulso di cercarlo, che non mi capitava mai di pensarlo, che se mai si fosse fatto vivo avrebbe potuto succedere di finirci ancora a letto (o sul divano) perché tra tutti i “chiodi” che avevo provato per scacciare te, era quello che mi piaceva di più, ma restava pur sempre solo e soltanto un “chiodo”. Un chiodo che non lecca, oltretutto, e che quindi per me, che adoro i rapporti orali, perde almeno un 30% di valore. Oppure era soltanto uno strumento, un qualcuno con cui fare sesso per poi venire a raccontarlo a te che godevi nell'ascoltare; anche in questo caso forse lo strumento migliore che mi sia capitato ma, ai miei occhi, solo e soltanto uno strumento.

Inaspettatamente l'altro giorno arriva un suo messaggio in cui sostiene che da quando è sparito porta con sé una specie di peso, dovuto al pensiero di non essersi comportato bene con me. Conclude dicendo che gli farebbe piacere rivedermi. Tra me e me penso che se gli fosse venuta voglia di replicare la scopata a scoppio ritardato, la scusa del peso sarebbe stata ancora più assurda di quella della tisana; e invece, nel remoto caso non avesse secondi fini, il peso poteva toglierselo facendosi vivo molto tempo prima, così gli avrei detto subito che non me ne fregava un cazzo della sua sparizione. Insomma, in entrambi i casi, anche stavolta non potei fare a meno di pensare che fosse un coglione. Ad ogni modo risposi educatamente, mettendo in chiaro che non aveva niente di cui scusarsi dal momento che io avevo avuto tutt'altro per la testa in quel periodo e che non avevo dato importanza al suo dileguamento.

Svogliatamente acconsentii ad uscirci, sperando di distrarmi un po', e anche stavolta ebbi modo di dirtelo. La voglia di rivederlo fece timidamente capolino quando mi confessasti che sapermi con lui ti creava un mix di gelosia ed eccitazione: non ti ero ancora indifferente, questo mi importava! Ti raccomandasti di farti sapere com'era andata la serata all'indomani.

La serata parte in modo tranquillo, mi passa a prendere e mi porta a bere qualcosa in un locale fuori città. Parliamo per due ore abbondanti, raccontandoci le varie stronzate che abbiamo fatto in questi due anni. Volutamente faccio salire il tono della conversazione confidandogli le esperienze trasgressive vissute con te: il sesso di gruppo, l'esibizionismo, le nostre giornate nei locali di scambisti. Vedo i suoi occhi che si accendono di passione e io darei una gamba per averti lì e fare l'amore con te davanti a lui, per renderti partecipe di questo gioco che sto dirigendo. Finalmente mi chiede se mi va di tornare in città e una volta in città mi chiede se mi va di andare a casa sua. Ho avuto una settimana pesante e manca un quarto all'una, è già tanto se sono ancora sveglia, che cazzo di voglia vuoi che ne abbia di scopare con lui a quest'ora? Con te ne ho voglia a qualsiasi ora, ma con gli altri sopraggiungono spesso altre priorità. Peraltro non ho lasciato il cibo ai gatti e non posso fare troppo tardi. Gliel'avevo preannunciato che quel giorno ero stanca, se fosse stato furbo mi avrebbe portata subito a casa sua invece che in quel locale, ma penso di aver già detto che è un po' un coglione. Cosa sarebbe successo se fossimo andati subito a casa sua non lo so, forse quello che è successo due anni fa, per lo stesso motivo e con le stesse dinamiche, ma sta di fatto che ha preferito portarmi in quel locale e la serata ha preso una piega diversa. Parlare delle nostre esperienze nei locali di scambisti me le ha fatte rivivere, ho riscoperto l'emozione di amarti e scoparti davanti a tutti, di sbattere la mia figa e la mia voglia di sesso in faccia a chiunque capitasse da quelle parti, facendomi desiderare senza permettere a nessun altro di partecipare o di toccarmi, mettendo ben in chiaro che ero soltanto tua. In un certo senso quella sera volevo fare la stessa cosa, davanti a lui, purtroppo non potevo perché tu non c'eri, ma decisi di fare del mio meglio per ricreare la stessa atmosfera. La macchina arrivò sotto casa mia e io lo stavo ancora torturando con i miei racconti piccanti, ancora un po' e gli sarebbe colata la bava dalla voglia che gli era venuta ma io non smettevo di scendere nei particolari. Quando stavo per uscire dall'auto mi prese e mi baciò sulla bocca sbranandomi con la lingua, glielo feci fare per qualche secondo e ricambiai, forse per dargli l'illusione che stessi per cedere alle sue stimolazioni, appena prima di liquidarlo con una buonanotte crudele e andarmene senza voltarmi. Probabilmente per lui il tutto non è stato divertente e adesso sparirà per altri due anni o forse più. Nel caso tornasse all'attacco non escludo che la serata possa evolvere in modo diverso, ma stavolta più che scoparlo desideravo soltanto fargli rizzare il cazzo finché non gli arrivasse sotto la gola, e poi salutarlo, dopo averlo fatto morire d'invidia con il resoconto delle esperienze intense che io e te ci siamo regalati. Io e te, escludendo il mondo ed escludendo anche lui. E' stato un modo nuovo per essere tua, anche quella sera, sebbene tu non ci fossi.
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